Scienze di Madre Terra |
Il Potere delle Pietre |
11 Ottobre 2021 | ||||||||||||||||||
Le gemme e i cristalli sono oggetti o esseri viventi?
Il rapporto con la natura accompagna l’umanità fin dai primordi. La Terra intesa come una madre suprema è un concetto presente in tutti i popoli del pianeta. Secondo i Popoli naturali, quei popoli nativi che hanno conservato le loro tradizioni ancestrali, la natura è maestra di vita, è l’ente che ci ha generato e che ci aiuta a crescere. In quest’ottica, tutti i prodotti che provengono da “Madre Terra” assumono un significato sacro e simbolico. Si scopre un legame atavico con la terra, la pietra, l'acqua, le piante e tutto ciò che ci circonda. Fin dai primordi, la pietra ha avuto un posto particolare nella storia dell’umanità. Le pietre erano viste dagli antichi come oggetti che provenivano dal pianeta e che ne conservavano i poteri tellurici. La pietra assumeva il ruolo di simbolo con significati trascendenti: un ricettacolo di forza cosmica, un elemento fondante del potere creativo primigenio, un segnale della presenza del Principio creatore e della sua potenza. Nessun materiale come la pietra ha accompagnato e segnato l’evoluzione umana. Il legame fra uomo e pietra è talmente forte da riemergere periodicamente nella storia. Da questo legame sono nate nel tempo scuole esoteriche e Società Iniziatiche che basavano le loro filosofie sulla trasformazione della pietra grezza in pietra lavorata, simboleggiante l’evoluzione dell’uomo. Troviamo ad esempio il simbolo della pietra nell’Alchimia, dove la Pietra Filosofale è l’elemento catalizzatore che consente di trasformare il piombo in oro. I Catari, antico ordine iniziatico, prendevano il loro nome dal concetto di “pietra pura”, o “cristallo trasparente”, da cui deriva il Carato, la misurazione del diamante. Nel rapporto dell’uomo con la pietra si inseriscono i cristalli, anch’essi prodotti della Terra, elementi misteriosi e affascinanti che rivelano, come le rocce, poteri sconosciuti. Nel corso dei secoli fattori culturali, sociali, economici hanno segnato la storia e l'importanza delle gemme sul pianeta. Ma al di là delle mode delle specifiche epoche storiche, qualcosa si cela dietro il fascino misterioso che i cristalli sono in grado di esercitare. Fattori sconosciuti hanno determinato la loro importanza nel corso dei secoli tanto da venirne tramandato l'uso a mezzo di leggende e usanze che fanno parte del bagaglio delle tradizioni di tutti i popoli del pianeta. I cristalli, un ponte tra Terra e Cielo Le tradizioni dei Popoli naturali sono ricche di riferimenti legati ai cristalli e alle gemme. Presso i popoli nativi di tutti i continenti i cristalli sono l’espressione della natura, un dono del nostro pianeta. Dai Nativi americani agli aborigeni australiani, dalle tradizioni africane a quelle celtiche, i cristalli hanno un posto di rilievo nel simbolismo e nella mitologia.
I cristalli sono visti come un ponte tra terra e cielo per i significati filosofici che vengono loro attribuiti. Le tradizioni dei Popoli naturali hanno riferimento nella Natura intesa come depositaria di un mistero che permea tutto ciò che ci circonda; la Natura è il riferimento spirituale e il massimo interlocutore possibile per la crescita evolutiva dell’individuo. Da questo concetto filosofico nasce la cultura legata alle proprietà dei cristalli, intendendo questi ultimi come preziosi strumenti che il nostro pianeta ci mette a disposizione per aiutarci nella nostra evoluzione spirituale. Ma le antiche tradizioni si spingono oltre. Secondo i Popoli naturali, nell'universo esiste una forza evolutiva che tende a trasformare le strutture da un piano di pura materia a un piano di coscienza. Questa misteriosa forza si manifestata tanto nell’uomo che nell’universo, dalla galassia alla formazione del cervello umano, dalla manifestazione dell'intelligenza fino alla coscienza cosmica. Un processo evolutivo che anima tutto l'universo e lo rende vivo. Dove c’è possibilità la vita, secondo leggi invisibili alla percezione ordinaria, tende a manifestarsi seguendo l'archetipo vitale esistente in natura, fino a raggiungere il livello della coscienza. Ciò è teorizzabile anche per gli animali, le piante e i cristalli. Le antiche tradizioni ipotizzano addirittura che il nostro stesso pianeta sia una creatura vivente. Nel 2008 l’Ecuador ha scritto la Dichiarazione universale dei diritti di Madre Terra e l’ha inserita nella sua Costituzione, riscritta dopo un referendum popolare. Nel 2010 la Bolivia ha seguito l’esempio dell’Ecuador, adottando il documento. Evo Morales, il primo presidente indigeno a guidare la Bolivia, ha presentato la Dichiarazione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2012, dicendo: «Il XX secolo è stato il secolo dei diritti umani. Il XXI secolo deve diventare il secolo dei diritti della Madre Terra e di tutti gli esseri viventi.” Da sempre, presso tutte le culture vicine alla natura, si considera la Terra come una entità viva, madre e protettrice degli uomini. Molte di queste culture celebrano il mito della Terra come creatura vivente nel simbolismo esoterico di una vergine fecondata dal dio Sole che ha generato l'umanità per assecondare un disegno cosmico.
Questa teoria è ripresa anche ai giorni nostri da una certa parte della scienza: lo scienziato scozzese James Lovelock nella sua “Ipotesi Gaia”, dall'antico nome della Terra nella mitologia greca, teorizza che il nostro pianeta sia un organismo vivente. Secondo tale ipotesi gli organismi viventi sulla Terra interagiscono con le componenti inorganiche circostanti per formare un complesso sistema sinergico e autoregolante che aiuta a mantenere e perpetuare le condizioni per la vita sul pianeta. L’ “Ipotesi Gaia” sembra riprendere un’antica teoria druidica secondo cui la Terra è intesa come un pianeta che vive similmente ad un organismo vivente, in grado di possedere una sua energia vitale e una forma di coscienza di sé e dell'universo in cui si muove. In effetti la Terra è in grado ad esempio di mantenere costanti le condizioni favorevoli al manifestarsi della vita, di conservare gli oceani a temperatura stabile e la loro salinità a livelli immutabili. Come una creatura vivente, Gaia è percorsa da meridiani vitali e segnata da centri energetici. Alcuni di questi centri energetici sono noti, poiché su di essi sono stati costruiti i templi megalitici dei Popoli naturali e sulle vestigia di questi ultimi, nuovi templi delle religioni moderne. Tutti gli altri centri energetici, secondo le leggende, sono segreti e conosciuti da pochi custodi di Gaia. Nelle tradizioni degli Aborigeni australiani si parla delle “Vie dei Canti”, percorsi segreti che tracciano il pianeta e ne delineano i punti energetici come una vera e propria mappa planetaria, nota solo agli sciamani. Gaia possiede un nucleo interno che secondo recenti teorie manifesta la simmetria di un cristallo esagonale. I ricercatori hanno rivelato che a circa cinquemila chilometri di profondità, al di sotto dei nostri piedi, un enorme, scintillante cristallo di ferro puro fa da cuore al nostro pianeta. Iniziò a formarsi circa 1.500 milioni di anni fa e il suo diametro, attualmente, potrebbe essere di oltre 2.600 chilometri, tanto è grande il nucleo interno della Terra. In questo cristallo potrebbero nascondersi molti degli enigmi legati al campo magnetico terrestre. Secondo le leggende, il nucleo interno possiede cinque livelli di permeazione e di lettura che rappresentano la sua coscienza interna. I cristalli, secondo questa filosofia, sono una emanazione di Gaia e i loro poteri deriverebbero dal contatto con il nucleo della Terra. Notiamo che ad esempio i diamanti salgono in superficie dall'interno della Terra attraverso dei camini. Ma ancora oggi la loro origine e la loro risalita sulla superficie continuano ad essere un mistero: la datazione dei diamanti può essere addirittura di alcuni miliardi di anni, quasi antichi come la Terra. La gemma è in fondo un pezzo dello stesso pianeta che ha generato l’uomo, e come tale è affratellata all’uomo stesso. Il fatto che si rendano accessibili all’uomo solo dopo un processo complicato e della durata di milioni di anni, come quello della formazione delle rocce, rende questi esseri ancora più misteriosi e affascinanti. Se consideriamo poi che alcune di esse, ad esempio il diamante, hanno un’età addirittura di almeno tre miliardi di anni, come hanno dimostrato recenti studi compiuti all’università di Parigi, non c’è da stupirsi che si possa rimanere affascinati e magari ammaliati da questi prodotti della natura che, paragonati a noi, sembrano avere il dono dell’immortalità e che paiono trasmetterci dei messaggi.
Secondo le leggende druidiche, come accade per il corpo umano, dove i punti energetici possono sollecitare un'azione riflessologica sul cervello, anche Gaia reagirebbe alla stimolazione dei suoi centri energetici posti lungo i meridiani vitali. La loro stimolazione combinata sollecita un'azione sul nucleo interno di Gaia. Entrare in contatto con questi punti energetici e attivarli consentirebbe di utilizzare il potere di Gaia per vari scopi, da una terapeutica psicofisica, a un'azione di potenziamento delle proprie facoltà, a un contatto con persone o luoghi lontani, o anche un'azione risanatrice indirizzata allo stesso pianeta. I cristalli, considerati dai Popoli naturali come una forma di vita che si sviluppa secondo un proprio archetipo naturale, manterrebbero il contatto con Gaia anche dopo il loro distacco dalla roccia madre. Per questo motivo vengono considerati come uno strumento ottimale per un’azione terapeutica e per un aiuto nella crescita spirituale, poiché possono rappresentare il tramite con quel mistero di cui il pianeta è depositario. Il potere terapeutico delle gemme La terapeutica con le pietre fa parte del bagaglio di cure naturali delle antiche tradizioni. Scienze come la pranoterapia, la fitologia, la cromoterapia, la musicoterapia, l’omeopatia sono basate su una terapeutica globale ispirata al contatto con la natura. Nelle culture dei Popoli naturali queste Scienze sono praticate e studiate ancora oggi, mentre nelle culture della società maggioritaria sono relegate in sacche culturali definite “pseudoscienze” che non hanno alcun credito, anche se i risultati sono molto spesso sorprendenti. Le rivelazioni del naturalista romano Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) sulle proprietà delle gemme sono forse l’unica testimonianza che la storia ufficiale ci tramanda sulle conoscenze antiche legate ai cristalli. Queste conoscenze, descritte in maniera esauriente e dettagliata, sono contenute nel suo trattato sulla storia naturale Naturalis Historia, in 37 volumi, di cui uno interamente dedicato al potere terapeutico delle gemme e dei cristalli. Le sue conoscenze si riferiscono in particolare alle proprietà curative delle pietre, allora normalmente usate a scopo terapeutico per le malattie più diffuse. Conoscenze che Plinio traeva dal suo rapporto con i druidi del tempo. Tra le medicine naturali più citate nelle tradizioni antiche troviamo senza dubbio i cristalli ad uso terapeutico.
La gemma è vista dai Popoli nativi come un prodotto del pianeta, una parte di esso, affratellata all'individuo dalla stessa matrice di provenienza e con cui condivide addirittura le proprietà di cui è composta. La durata del loro processo vitale è infinitamente più vasta di quella dell’uomo, e per questo i cristalli sono considerati come depositari di una storia inaccessibile all’uomo, pregni di proprietà intrinseche. Tra i cristalli usati per terapeutica ha un posto di rilievo il cristallo di rocca, presente nelle tradizioni degli aborigeni australiani e in quelle dei Nativi americani. Anche il druidismo dedicava molta attenzione a questo cristallo, come lo dimostrano i ritrovamenti di megaliti con il cristallo di rocca incastonato sulla sommità o addirittura allineamenti di grandi menhir formati principalmente da quarzo come quello della Côte d’Armor in Bretagna. Le gemme, secondo queste culture, sono considerate come catalizzatori di energia tellurica. La loro stimolazione energetica può essere usata per curare il corpo e la mente, in pratica una fonte di energia positiva. I cristalli nelle culture etniche sono considerati dei ricettori di emozioni e di rimedi terapeutici, il cui uso, secondo idonee prassi, può consentire di accedere ad un immenso bagaglio di proprietà terapeutiche adatte ad ogni patologia. In questa scienza veniva inserito anche l'uso dell'acqua, un cristallo liquido la cui memoria può essere indirizzata a scopo terapeutico, come avviene per l’omeopatia. L’acqua era anche usata per “caricare” le gemme secondo immersioni a determinate ore del giorno e in precisi periodi del calendario lunare. I segni misteriosi della Natura I cristalli, secondo le tradizioni druidiche, esprimevano simbolismi riferiti ad un percorso spirituale. Nelle culture dei Nativi europei la via dei cristalli è simbolicamente rappresentata dall’Hatmar, la Ruota dei 22 Archetipi, che formavano un percorso sacro, lo stesso delle Rune. Nella mitologia nordica Odino, appeso ad un albero di frassino (l’Yggdrasil) per il suo autosacrificio, dopo un lungo periodo di tempo che sembrava non finire mai, ormai sfinito dallo sforzo, guardò verso il basso ed ebbe una “visione”. Vide le 22 Rune che gli comparvero in una precisa disposizione tracciata al suolo: le osservò e comprese il loro significato. Odino, finalmente liberato dal suo supplizio, poteva accedere alla completa conoscenza del Tutto. La disposizione a cerchio dei 22 archetipi simboleggia il Cerchio Sacro, non solo presso il druidismo ma anche tra i Nativi americani, i Nativi australiani così come per i Nativi di tutti i continenti. Il Cerchio Sacro viene anche raffigurato da una pietra forata, un simbolo ricorrente in tutte le tradizioni antiche.
Ritroviamo in questo simbolo le proprietà dei cristalli, secondo un antico disegno che è presente nei ritrovamenti archeologici di tutto il mondo. Le pietre forate, di diverso materiale, rinvenute presso i templi megalitici di tutto il pianeta, costituiscono un grande mistero per l’archeologia ufficiale, che non è mai riuscita a dare una spiegazione al suo reale significato. Ne sono state rinvenute di ogni dimensione, da pochi centimetri ad alcuni metri di diametro, e di ogni materiale, dalla semplice roccia al cristallo di quarzo o turchese o altra gemma. Il loro uso è ignoto ma si presume abbiano un significato sacro, poiché sono spesso rinvenute in luoghi di culto. La pietra forata è ancora oggi in uso presso i Popoli naturali di tutti i continenti, dall’Europa all’Australia, dall’Africa alle popolazioni andine, con medesimi significati rituali, terapeutici o mistici. Nelle tradizioni druidiche il cerchio sacro e le sue quattro direzioni sono rappresentati dalle 22 gemme, che simboleggiano tanto una prassi terapeutica che un cammino spirituale. Ogni gemma è una tappa di un percorso e una porta verso il centro del cerchio sacro. In definitiva, le 22 pietre del cerchio sacro secondo gli antichi druidi rappresentavano un collegamento con il divino, con quel mondo invisibile che solo in determinate condizioni si manifestava agli uomini. Questo ha ispirato una cultura legata alle gemme che nel tempo si è codificata in una serie di metodi divinatori che ancora oggi fanno parte della pratica degli sciamani presso le tradizioni dei Nativi europei, con straordinarie analogie con le culture sciamaniche dei Popoli nativi di altri continenti. Il potere tellurico dei menhir Nelle tradizioni dei Popoli nativi l’uomo è visto come un ponte tra terra e cielo. La cultura e la scienza di queste culture tengono sempre conto del nostro legame cosmico con l’universo e con il Mistero che rappresenta. Non esiste una separazione tra individuo e universo, entrambi fanno parte di un unico atto esistenziale, entrambi sono affratellati dalla stessa esperienza. La cultura megalitica è l’espressione di questo legame: i megaliti presenti su tutto il pianeta sono la testimonianza di una tradizione che si ispira alla Natura e al mistero che essa esprime. L’uomo non è slegato da ciò che ha intorno perché anch’esso è parte della Natura e in essa trova insegnamento e riferimento. I cromlech (cerchi di pietre erette) simboleggiano un percorso spirituale che esprime il transito dell’individuo dalla nascita alla morte, verso una dimensione cosmica da esplorare e da capire. Nella cultura megalitica, i menhir sono considerati catalizzatori dell'energia tellurica e ponte verso la dimensione cosmica. Colonne energetiche per un passaggio dell'energia di scambio tra Terra e Cielo. Secondo le tradizioni dei Nativi europei, vive ancora oggi, i menhir sono situati sui punti energetici di Gaia, il nostro pianeta, in una sorta di agopuntura che stimolerebbe i suoi centri energetici e consentirebbe di usufruire dell’immensa energia della Terra. Questo prelievo energetico può essere usato a scopi terapeutici per una armonizzazione psicofisica. Il cromlech, in quest’ottica, può essere considerato un accumulatore dell'energia tellurico-celeste, pronto per essere usato dai druidi per il contatto mistico con la Natura, per lo sviluppo di forze psichiche e per la terapeutica armonizzata. Esiste una vasta raccolta di leggende popolari e antichi rimedi riferiti all’uso terapeutico dei megaliti.
Nella regione di Carnac, Bretagna (Francia), i menhir erano usati dalle giovani donne per trovare marito o per rimanere fertili: in questo caso si ponevano di notte, senza vestiti, presso il menhir scelto per una cura che le rendesse feconde. Nel Finistère, sempre in Bretagna, esiste una pietra nota fin dall’antichità per guarire la meningite. Altre testimonianze parlano di menhir che guariscono dalla sordità o dai reumatismi. Spesso questi rimedi erano in relazione ai movimenti degli astri e tenevano conto del calendario lunare e della rotazione della Terra. Anche in Italia esistono menhir noti per le loro proprietà terapeutiche, che ancora oggi sono visitati per la guarigione, se pur in maniera discreta. In Piemonte vi sono dei menhir dalle proprietà taumaturgiche, come la pietra triangolare di Livorno Ferraris, o la pietra guaritrice nei pressi di Alessandria. Entrambi vengono ancora attualmente usati per il mal di schiena e i reumatismi. Sempre ai giorni nostri, le consorterie druidiche della Bretagna insegnano ai loro allievi ad usare la fonte energetica dei menhir. Secondo i costumi bretoni, i menhir possono essere usati a scopo curativo posandovi le mani per trarre energia terapeutica, oppure entrando all’interno di un cromlech o di un dolmen per assorbirne l’energia armonizzante. I nostri antenati bretoni sapevano percepire gli scambi energetici tra il cosmo e le Terra, ma anche l'energia che si libera dai menhir, e il modo in cui si poteva usare sul piano terapeutico. Queste conoscenze sono state tramandate di generazione in generazione e ancora oggi gli abitanti di Carnac, dove esistono i più vasti allineamenti di menhir del mondo, li usano normalmente per la cura delle patologie. O meglio: li hanno usati per millenni, finché il governo francese non ha deciso, con una scusa poco credibile, di recintare il maggior sito spirituale dei Nativi di Bretagna. Una decisione che ha fatto scalpore e che dà l’idea di quanto ancora oggi i popoli autoctoni dell’Europa siano contrastati nel praticare i loro culti. Secondo queste credenze, certi menhir liberano una forza neutra che può favorire il rilassamento, altri una forza che favorisce l'equilibrio e le guarigioni. Un menhir ben orientato pare sia in grado di risanare un giardino. L’usanza di collocare un singolo menhir in un campo, o in un giardino, o davanti alla propria abitazione per proteggere il luogo dalle energie negative è ancora oggi in uso sia in Bretagna che in Scozia e anche in Valle d’Aosta. Oggi la geobiologia studia il potere dei menhir anche per combattere l’inquinamento. Secondo questa ricerca, sembra che i menhir possano proteggere dall’inquinamento proveniente dalle onde radio. L’energia dei menhir è usata in certe branche della medicina tradizionale insieme alla radiestesia e alla cristalloterapia. Anche Stonehenge, il grande cromlech della piana di Salisbury, era ritenuto un luogo sacro e terapeutico. Gli studi dell’archeologo Timothy Darvill hanno rivelato che nell’antichità il luogo era un importante centro di guarigione, sede di pellegrinaggi da tutto il mondo. Oggi la geobiologia si avvale di queste antiche scienze e trova conferme nello studio dell'influenza della Terra su tutto ciò che vive. La geobiologia studia i fenomeni che provengono dal suolo, dall'atmosfera dalle correnti di acqua sotterranea, le faglie geologiche, le reti telluriche, i camini cosmo-tellurici, la rete di Hartmann, la rete di Curry. Da più di cinquant'anni, fisici, medici e radiestesisti hanno evidenziato l’influenza del suolo sul comportamento di una pianta, di un albero, di un animale o dell'uomo.
Nella geobiologia esiste la branca della “geobiologia sacra” che studia la collocazione degli antichi luoghi di culto basata sulle reti telluriche o solari. Si è così evidenziato che i luoghi megalitici sorgono su precisi punti energetici che rispettano le reti di Hartmann o di Curry. Un esercizio della geobiologia unisce la sperimentazione terapeutica dei megaliti al fosfenismo, un insieme di tecniche che hanno lo scopo di accrescere le capacità cerebrali a partire da uno studio basato su reazioni fisiologiche, in questo caso i “fosfeni”, fenomeni oculari consistenti in macchie multicolori che persistono nell’oscurità per tre minuti e che possono essere ottenute con delle brevi fissazioni di una sorgente luminosa. L’esercizio consiste nel sedersi presso il menhir, avendo cura di incollare la schiena contro la pietra. Poi guardare il sole attraverso uno spesso pezzo di stoffa per alcuni minuti, senza occhiali, oppure semplicemente fissare le nuvole. Se si è seduti all’interno di un dolmen, guardare il cielo attraverso l'apertura principale del dolmen. Poi chiudere gli occhi prestando attenzione alle sensazioni soggettive che si provano. Viene consigliato di restare in questa posizione per circa 15 minuti. Questo esercizio ha lo scopo di “catturare” l’energia del luogo e risanare armonicamente eventuali disturbi psico-fisici. Il Cerchio di pietre di Dreamland A Dreamland, in Piemonte, sorge un enorme cromlech, uno dei rarissimi cerchi di pietre esistenti sul pianeta. L’opera è stata progettata dal compianto Giancarlo Barbadoro con l’intento di dare continuità alla cultura celtica e all’arte megalitica, presente in tutto il mondo, testimonianza di un’antica cultura che è viva ancora oggi anche nei territori piemontesi. Il Cerchio di pietre di Dreamland è un’espressione artistica ispirata alla "Land Art". Una scultura architettonica realizzata in seno all’ambiente naturale con elementi scelti e raccolti dalla stessa natura. L’opera è stata ideata sulla base di elementi di archeoastronomia secondo le antiche scienze dei Celti. L’imponente struttura è costituita da un cerchio di pietre del diametro di 25 metri, formato da 12 pietre di più di due metri di altezza dal suolo. Il suo orientamento segue una precisa logica astronomica ed è situato sull’asse Nord-Sud calcolato con il teodolite laser direttamente sulla Stella Polare. All’interno vi è un cerchio di pietre minori, del diametro di 10 metri. All’esterno del cerchio più grande vi sono quattro pietre di direzione, o "Four Direction Stones", corrispondenti ai quattro punti cardinali, poste su una circonferenza del diametro di circa 45 metri. Il Cromlech si ispira al simbolismo del Cerchio Sacro, segno ancestrale di perfezione e eternità conosciuto da tutti i Popoli naturali dell’intero pianeta. Simbolo dell’energia che nasce dal suo centro e converge verso di esso. Centro invisibile che si rivela come necessità strutturale e evento di conoscenza.
L’opera è nata con l’intento di avvicinare i visitatori ad una esperienza di contatto più intimo con la Natura consentendo di interagire con gli eventi astronomici e dell’ambiente. Un fenomeno particolare è rappresentato dalle proprietà terapeutiche che le pietre erette del cerchio esterno del Cromlech sembrano possedere. Per un fortuito caso alcuni visitatori si accorsero che appoggiandosi ad una delle pietre rilevavano l'immediata scomparsa della sensazione di stanchezza che lasciava posto a una evidente tonificazione di tutto il corpo. Il fenomeno è stato verificato ripetendo l'esperienza più volte, e con più soggetti, e si è constatato, pur valutando il possibile intervento della suggestione, che gli effetti terapeutici si manifestavano sempre con la stessa caratteristica. L'esperimento è stato poi ripetuto con le altre pietre dello Stone circle. Si è così constatata una apparente specificità terapeutica per ciascuna di esse. Alcune sembravano far svanire l'ansia, altre, sempre a loro contatto, facevano scomparire piccoli disturbi, come il mal di testa e il mal di schiena. Il Cromlech di Dreamland, così come gli altri cromlech della cultura megalitica, si ispira al simbolismo del cerchio sacro dei Popoli naturali, la Shahqt-mar nell’antico linguaggio gaelico. Un concetto ricorrente che definisce un preciso un cammino spirituale, un preciso percorso che conduce ad un contatto con la Natura e con il suo mistero. Nelle tradizioni dei Nativi europei, così come in quelle dei Nativi americani, il cerchio sacro circoscrive un processo evolutivo in continuo divenire; un crogiuolo che l’Alchimia ha simboleggiato con l’Athanor alchemico. In pratica, il cerchio sacro definisce un processo insito nell’universo, una crescita spirituale che esiste in tutte le forme di esistenza. Se l’individuo si rende cosciente di questo processo può usufruirne ed evolvere con esso.
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