Esoterismo |
Dante e il mistero della Croce del Sud |
11 Ottobre 2021 | ||||
Un'ipotesi laica sul Lavoro del Poeta... tutta da riscoprire
Prosegue, in questo particolarissimo annus horribilis 2021, lo studio e la presentazione di approfondimenti relativi all’Opera dantesca, un doveroso contributo atto a ricordare che il 14 settembre del 1321 si spegneva a Ravenna il Sommo Poeta. DANTE e COVID sembrano rubarsi vicendevolmente la scena, entrambi i nomi sono di 5 lettere, uno inizia con la “D” e l’altro vi termina. I mass media non parlano d’altro. Due nomi della medesima lunghezza che evocano opposti sentimenti, il primo è un pilastro della Cultura mondiale, il Covid è solo un accidente biologico che sta interessando il Pianeta, facendo sorgere, in coloro che non si accontentano dei messaggi omologati dagli organi ufficiali d’informazione, perplessità reali, dubbi concreti e confusione sempre maggiore. Un Cataro o un Manicheo vedrebbero sicuramente in questa piece teatrale la rappresentazione del bene e del male. Da un lato la bellezza della Poesia sposata con il valore della massima espressione culturale, che dovrebbe unire le intelligenze di tutti i popoli, dall’altro un vile frammento di RNA, probabilmente prodotto da qualche vergognoso laboratorio per fini non ancora noti che, secondo molti studiosi, è sfuggito di mano e sta creando una crisi sanitaria di livello mondiale. Torniamo a Dante, spostando il baricentro verso la Luce. Parlando della Visione del Mondo dantesca, abbiamo sicuramente avuto modo apprezzare molte rappresentazioni della Terra, con il cono infernale avente il vertice al centro del Pianeta, e l’apertura nei pressi di Gerusalemme. Inoltre il cono infernale e la montagna del Purgatorio sembrano essere messi in relazione dai loro reciproci volumi. La massa della montagna dell'espiazione, direbbero i Fisici, è formata dalla stessa quantità di materia rocciosa che è stata sospinta da Lucifero quando, a causa della sua caduta, creò il vuoto infernale. In altre parole, l’immenso cratere dell’Inferno fornì la materia per la nascita del Purgatorio. Anche la struttura di questa montagna ripropone la tripartizione: Antipurgatorio, Purgatorio e Paradiso Terrestre (Eden). La parte centrale, il Purgatorio vero e proprio, è suddiviso in sette Cornici, riprendendo i sette Gironi infernali. L’Eden è abitato da Adamo ed Eva, sulle cui teste, ove gravita il Polo Sud, sfavillano le quattro stelle della Croce del Sud. I’ mi volsi a man destra, e puosi mente
Due terzine particolarmente esplicative: Io mi girai verso destra, e pensai all’altro emisfero, e vidi quattro stelle viste solo da Adamo ed Eva. Sembrava che il cielo godesse di queste luci: oh emisfero boreale orfano di queste, tu sei stato privato di tale bellezza! La parafrasi sopracitata è stata trovata in un sito per studenti: Stranamente vi è ancora oggi l’abitudine di mettere in relazione le quattro Stelle con le quattro Virtù Cardinali, la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza, evitando accuratamente di considerare che Il cielo dell’emisfero Australe, nella zona del Polo Sud, ospita le quattro stelle della Croce del Sud, esattamente come il Carro dell’Orsa Minore è ospitato dal cielo del Polo Nord. Dante sa perfettamente che sia necessario oltrepassare la linea dell’equatore per poter osservare la Croce del Sud, ma superata quella linea il cielo settentrionale diventava orfano (vedovo) della visione del Carro. …non viste mai fuor ch’a la prima gente… Significa semplicemente che non furono viste da nessun vivente che, esclusi Adamo ed Eva, fosse presente nell’emisfero boreale. Come abbia fatto Dante a sapere con due secoli d’anticipo quali fossero le stelle dell’altro emisfero è stato ed è ancora oggi frutto di molte polemiche. L’ipotesi più semplice è che sia stato informato da viaggiatori arabi o africani Ad Alatri (FR), durante un convegno è stata proposta da Giancarlo Pavat la seguente teoria: “E’ stata avanzata l’ipotesi che l’Alighieri fosse venuto a conoscenza di relazioni di viaggi e spedizioni navali rimaste segrete. Gli intrepidi navigatori ed esploratori si sarebbero spinti a sud dell’Equatore, raggiungendo l’Atlantico meridionale, forse l’Oceano Pacifico, e avrebbero avvistato e scoperto nuove terre e isole ben prima delle imprese dei portoghesi, di Cristoforo Colombo e degli altri europei alla fine del XV secolo. Possibile che Dante abbia avuto l’opportunità di parlare personalmente con qualcuno che aveva oltrepassato la linea dell’Equatoriale, che andato “oltre” l’”Oceano Tenebroso” ed era tornato indietro per raccontarlo? Quelle terzine non sembrano il frutto di elucubrazioni teoriche ma hanno il sapore di un racconto di prima mano. Basti pensare allo sgomento che traspare laddove Dante dice di non vedere più il famigliare e rassicurante Carro dell’Orsa. Sensazione che coglieva (è provato da innumerevoli testimonianze diaristiche e letterarie) tutti coloro che viaggiando per terra o per mare in aree del Globo in cui cambiavano le Costellazioni visibili nei cieli sopra la testa. Oppure, il Sommo Poeta, come ipotizzato da diversi studiosi, faceva parte di una corrente sapienziale esoterica che aveva accesso a conoscenze risalenti ad una Civiltà molto più antica. Forse proprio una di quelle Culture e Civiltà a cui si faceva cenno all”inizio. Una Civiltà forse adombrata nella definizione “la prima gente”. Una Civiltà forse esistita quando la CROCE DEL SUD era visibile anche nell’Emisfero Boreale, ovvero tra i 10.000 e i 4.000 anni prima della Venuta di Cristo…… La Croce del Sud è la più piccola delle 88 costellazioni ufficiali, eppure è una delle più famose. Al di là di ogni considerazione, se leggiamo le parole di Dante, e facciamo finta che Dante abbia voluto dire esattamente quello che ha detto, il significato delle quattro Virtù Teologali risulterà essere una pura invenzione teologica, priva di fondamento. Molti potranno obiettare che esiste un senso letterale, la costellazione, e uno allegorico, le quattro Virtù Teologali. Questo è possibile ma dovrebbe essere esteso a qualsiasi concetto presente nella Commedia. Perchè non associare alle tre Stelle che concludono ogni Cantica le figure dei Re Magi oppure delle tre Moire greche, Cloto, Lachesi e Atropo, le figlie di Zeus che tessevano e tagliavano il filo della vita di ciascun uomo. L'evidente provocazione intende solo mettere in discussione la tendenza comune ad eleggere Dante paladino della cristianità: molte altre considerazioni potrebbero assumere il colore di indiscutibuli evidenze, atte a dimostrare il contrario. Dante non colloca nessun papa in Paradiso: Nicola III, Celestino V, Bonifacio VIII e Clemente V sono posti all'Inferno, insultati, condannati per peccati gravissimi, quali avarizia, simonia, gola, e codardia. Altri due, Adriano V e Martino IV sono in Purgatorio e sempre nel Purgatorio viene citato Clemente IV quale ispiratore dello scempio del cadavere di Manfredi, operato, di fatto, da Bartolomeo Pignatelli, vescovo di Cosenza. A favore della tensione verso la Cristianità del Poeta, si cita spesso San Tommaso d'Aquino, per poi accorgersi che Dante pone in Paradiso X, tra i più grandi sapienti, Sigieri di Brabante, l'esponente più rilevante dell'Averroismo cristiano, osteggiato aspramente soprattutto da Tommaso d'Aquino. Dante aveva anche definito il filosofo musulmano Averroé come colui che "il gran comento feo", riferendosi all'opera di Aristotele. Inutile ricordare che la filosofia averroista era considerata assolutamente eretica dalla Chiesa di Roma. Il vero problema è che ancora oggi, nelle scuole secondarie e non solo, si continua ad insistere esclusivamente su di una interpretazione dogmatica, legata al Cattolicesimo, che ben poco ha da spartire con la verità storica e letteraria. La lettura Anagogica, che potrebbe arricchire le coscienze degli studenti favorendo un'apertura mentale, non viene neppure presa in considerazione. E’ stato ampiamente dimostrato che Dante fosse un Iniziato appartenente alla Confraternita dei Fedeli d’Amore e un appartenente al Movimento Cataro. In moltissimi passi è possibile fornire interpretazioni altre, e diversamente canoniche, che manifestano un atteggiamento culturale rivolto verso una Verità che non presenta commistioni dogmatiche o religiose. Se Dante fosse sempre stato il vero paladino del Cattolicesimo, ci dovremmo chiedere perché sia stato perseguitato dalla Chiesa e condannato a morte. Ricordiamo che la sua riabilitazione è avvenuta solo cento anni fa, nel 1921, seicento anni dopo la sua morte, ad opera di Benedetto XV, con L’Enciclica “In Preclara Summorum”. Forse un silenzio di sei secoli avrà pure un preciso significato... Un'altra "eresia" che nei primi secoli del Cristianesimo circolava liberamente era la credenza nella Reincarnazione. Secondo molti studiosi Dante, come Cataro ci credeva. Come credeva nella Giustizia divina, in quella stessa Giustizia che non dovrebbe condannare all'inferno le persone buone e oneste che appartengono per nascita ad altre religioni, e che farà gridare al Poeta nel Paradiso XIX 77-78: Ov'è questa giustizia che 'l condanna? ov'è la colpa sua se ei non crede? Dov'è questa giustizia che lo condanna? Dov'è la colpa sua s'egli non crede? Leggere qualunque testo con la mente aperta, senza falsi condizionamenti presudoreligiosi o pseudointellettuali, porterebbe certamente ad una comprensione più giusta e corretta. Per gentile concessione di Civico20 News www.civico20news.it
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