Esoterismo |
Gli eretici di Princeton |
09 Agosto 2014 | ||||||||||
Un gruppo segreto di scienziati fa incontrare la scienza con la metafisica
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta alcuni illustri scienziati che operavano nelle Università di Princeton e Pasadena provocarono i prodromi di una corrente scientifico-filosofica destinata a lasciare una vasta eco nella mentalità accademica. Questo movimento venne chiamato “la Gnosi di Princeton”. Inizialmente comparirono cosmologi e fisici quali Edward Arthur Milne, Gustaf Stromberg, Edmund Taylor Whittaker, Dennis William Sciama, Carl Friedrich Weizsäcker e, in parte, Fred Hoyle. Poi si unirono anche altri scienziati di fama come Arthur Eddington, Alfred North Whitehead e James Jeans. Ai fisici e ai cosmologi si accompagnarono successivamente anche biologi, studiosi di neuroscienze, antropologi, psichiatri e psicologi. Questi primi precursori erano uniti dal comune intento di far incontrare la ricerca scientifica con quella metafisica, cercando di trovare un posto anche alla dimensione inquantificabile del trascendente. Un dialogo tra scienziati, teologi, spiritualisti teso a trovare un punto di incontro tra scienza e filosofia. Negli anni Sessanta questa corrente venne definita “la Gnosi di Princeton”, in quanto mostrava interessanti analogie con i movimenti gnostici del primo secolo d.C. La Gnosi di Princeton con il tempo è diventata una comunità di fisici, astronomi, biologi, uomini di religione e leader spirituali delle varie correnti filosofiche. Una comunità esoterica, discreta e misteriosa, che è stata paragonata a quella dei Rosa Croce, loro predecessori. Il movimento scientifico dagli anni Sessanta sembra avere uno scopo principale: combattere lo “scientismo” in nome della “scienza”. La vera scienza era vista come l’unico modo possibile di fare ricerca, mentre lo scientismo era una devianza negativa e pericolosa. Questa comunità è cresciuta nel tempo ed ha creato una tendenza nuova e rivoluzionaria nel modo di fare scienza, superando le barriere tra le varie discipline e abbattendo gli steccati culturali imposti dal metodo del rasoio di Occam.
Il pensiero gnostico contrapponeva il mondo della materia a quello dello spirito; secondo i neo-gnostici di Princeton, invece, lo spirito non si contrappone alla materia, ma piuttosto la crea, essendo quest’ultima una sua emanazione. Questo incontro tra scienza e metafisica ha influenzato non solo il mondo accademico e le nuove frontiere della scienza, ma anche il mondo delle discipline spiritualiste: ne è un esempio la New Age, sorta proprio in quegli anni, corrente culturale che ha fatto incontrare le discipline spiritualiste orientali con quelle occidentali e con le scienze d’avanguardia. È indubbio che questa nuova e rivoluzionaria corrente scientifica sia nata dall’esigenza di abbattere i limitanti confini della ricerca. La scienza si è ribellata allo scientismo ed ha cercato di travalicare i pregiudizi secondo cui affrontare nuovi campi di interesse, ancora insondati, sia da considerarsi una perdita di tempo. Materie come lo spirito, il trascendente, non sono misurabili con strumentazioni da laboratorio, eppure sono dimensioni la cui esistenza non si può negare. Allora occorre trovare altri strumenti per indagarle: ecco perché gli scienziati di Princeton hanno voluto confrontarsi con esponenti di religioni e movimenti spirituali.
Secondo i neo-gnostici di Princeton tutto l’universo pulsa di vita, uomini, animali e il pianeta stesso. Un vitalismo cosmico che tende alla conoscenza e alla consapevolezza. In questa visione si può riconoscere l’apporto dato alla Gnosi di Princeton dai depositari delle antiche conoscenze druidiche, anch’essi chiamati a dare un contributo. Il processo vitale insito nel cosmo mostra un universo produttore incessante di vita e di coscienza. Per tale motivo i neo-gnostici sono aperti anche alla possibilità di vita extraterrestre intelligente. Ma come possiamo ben immaginare, questi scienziati con la mente così aperta non hanno avuto vita facile e sono stati fatti oggetto di critiche anche feroci da parte del mondo accademico tradizionalista formato principalmente da quelli che vengono comunemente chiamati “skeptics”. Tuttavia la comunità di scienziati e menti rivoluzionarie ha saputo mantenersi in un silenzio discreto, tanto che nonostante siano state fatte molte ipotesi, è difficile sapere davvero chi ne faccia parte. Una sorta di società segreta di “illuminati” che influenza il mondo della scienza. Si possono però fare delle ipotesi. Si fanno nomi come il fisico Freeman Dyson o lo scienziato Wolfgang Ernest Pauli che lavorò con Einstein alla teoria di campo unificata. Il fisico austro-americano Fritjof Capra e il fisico e filosofo statunitense David Bohm.
La realtà è che della Gnosi di Princeton e dei suoi componenti si sa pochissimo, ma è indubbio che abbia influenzato profondamente un nuovo modo di fare scienza. La mentalità scientifica scaturita dalla Gnosi di Princeton ha un riscontro nella nuova generazione di scienziati comparsa in questi ultimi anni nel mondo accademico, ricercatori rivoluzionari che indagano sulle nuove frontiere della scienza. Prendiamo ad esempio Paul Davies, astrofisico che si occupa di cosmologia, teoria quantistica ed esobiologia, dal 2005 direttore del progetto SETI (Ricerca di Intelligenza Extraterrestre). Basta scorrere i titoli dei suoi libri per riconoscere l’impronta della Gnosi di Princeton: “La mente di Dio”, “Dio e la nuova fisica”, “Siamo soli nell'universo?”, “Il cosmo intelligente”, tanto per citarne alcuni. E che dire di Michio Kaku, fisico teorico impegnato nello studio della teoria delle stringhe? Michio Kaku ha più volte affermato la possibilità che una civiltà extraterrestre estremamente evoluta possa piegare lo spazio-tempo a suo piacimento, per poter raggiungere in tempi brevi punti anche molti distanti tra di loro dell'universo. Secondo il fisico, viviamo in una sorta di "Matrix" creato da un'intelligenza "superiore", un programmatore che ha creato il videogioco in cui tutti noi siamo inseriti.
Un altro scienziato che avrebbe i titoli per far parte della società segreta è James Lovelock, autore di una teoria rivoluzionaria che ha chiamato “ipotesi Gaia”, secondo cui la Terra è un superorganismo vivente in grado di mantenere costanti le condizioni idonee per la presenza della vita. Anch’egli ricercatore per la NASA della vita extraterrestre. Le tesi di questi scienziati d’avanguardia fanno a pugni con il conservatorismo delle idee del mondo accademico, soprattutto italiano. La mentalità determinata dal pensiero degli skeptics produce pregiudizi, insofferenza e incredulità verso tutti quei campi di interesse che non sono gestiti e dominati da loro. Campi di ricerca come la possibilità di intelligenze extraterrestri, le terapeutiche tradizionali, le dimensioni fuori dall’ordinario, sono messi all’indice e chi si addentra in quei settori rischia di incappare in una nuova inquisizione che inficia e mette in ridicolo tutto il suo lavoro. Eppure i veri scienziati dimostrano che la “vera scienza” – non lo scientismo – è proiettata verso l’ignoto. E l’ignoto, come dice la parola stessa, non può essere immaginato né definito a priori. Ci vuole la mente aperta per approcciarsi al mistero, senza idee preconcette. Le grandi ed eterne domande che accolgono il visitatore entrando al CERN di Ginevra (da dove veniamo, chi siamo, dove stiamo andando?) danno ragione ai neo-gnostici di Princeton e forse sono state dettate proprio da loro. Non abbiamo risposte al mistero della nostra esistenza in questo universo, solo domande. Ma il fatto di porcele ci fa conciliare con la Natura e con l’intero cosmo. |