Esobiologia

UFO Sì, UFO No…

Stampa
28 Novembre 2012

L’UFO fotografato da George Adamski nel deserto dell’Arizona il 20 novembre 1952. Lo accompagnavano altri tre testimoni che confermarono l’avvenuto incontro con gli alieni

La diatriba sull’esistenza del fenomeno UFO continua ormai da mezzo secolo. Intanto i misteriosi oggetti volanti non smettono di farsi vedere nei cieli della Terra. Alieni o viaggiatori del tempo? Possiamo contattarli?


La diatriba tra quanti sostengono la realtà del fenomeno degli UFO, gli “Unidentified Flying Objects”, e quanti invece la negano è aperta ormai da mezzo secolo. Incuranti di questa diatriba, gli UFO continuano a farsi vedere e a entusiasmare o inquietare gli occasionali testimoni delle loro incredibili apparizioni.

È evidente che, se gli UFO esistono e ci vengono a visitare, c'è da chiedersi da dove vengano e quale sia la fonte di energia che impiegano per spostarsi nello spazio. Non è pensabile che siano di origine terrestre, poiché non esiste neppure il sospetto o la parvenza che una qualche Nazione della Terra possa detenere la tecnologia che necessiterebbe per poter costruire questi oggetti e farli volare. Nella logica conflittuale esistente al momento sul nostro pianeta, qualsiasi Nazione che possedesse questa tecnologia la userebbe in qualsivoglia occasione, e con qualunque pretesto, per assoggettare gli altri Paesi alla sua dittatura politico-economica.

Quindi, per deduzione logica, se non sono macchine del tempo che fanno visita nella nostra epoca dal futuro o dal passato, gli UFO non possono essere altro che navi spaziali che giungono da altri pianeti nello spazio a far visita alla Terra.


George Adamski mentre illustra il suo contatto con gli alieni a una TV americana

Non è pensabile che usino il combustibile dei missili della NASA perché non potrebbero andare molto lontano dal loro pianeta di origine. Né che utilizzino la nuova propulsione a ioni che ha portato le sonde giapponesi fino alla fascia degli asteroidi: questo tipo di propulsione andrebbe bene nello spazio, ma non servirebbe per entrare e muoversi nell'atmosfera della Terra. Una volta atterrati, la forza di gravità terrestre non consentirebbe di alzarsi più in volo.

La loro fonte di energia deve essere del tutto particolare e non convenzionale perché riesce a rendere possibile alle navicelle entrambe le cose: sia viaggiare attraverso lo spazio, sia manovrare nell'atmosfera del pianeta.

E poi, come fanno questi velivoli spaziali a coprire le distanze enormi che separano i corpi celesti? Già solo la più vicina stella si trova ad almeno 40 anni luce dalla Terra. Forse per i piloti degli UFO il tempo e lo spazio non hanno importanza poiché essi non sono altro che dei perfezionati robot che possono rimanere attivi per secoli?

Ma se così fosse, perché i costruttori degli UFO organizzerebbero esplorazioni nello spazio che porterebbero a compilare relazioni scientifiche che risulterebbero vecchie di millenni, da destinarsi a ricercatori ormai morti da altrettanti millenni?

Forse l'energia e il sistema propulsivo degli UFO non è di natura vettoriale, come siamo abituati a immaginare, ma utilizza altre proprietà, come ad esempio spostarsi attraverso il tempo e lo spazio creando wormhole artificiali che abbreviano le distanze e accorciano i tempi di traversata del grande mare dello spazio?


L’oggetto fotografato dagli astronauti dello Shuttle Discovery il 13 settembre 1991 posizionato in coda alla navicella della NASA. L’oggetto mostra una straordinaria somiglianza con l’UFO fotografato da Adamski

Porsi questi quesiti può sembrare paradossale, eppure il fenomeno UFO è ben reale, al di là del discredito e dell'indifferenza portata avanti dai media e dagli ambienti degli skeptics. Gli UFO esistono e rappresentano un vero problema, per la storia e la scienza.

Esistono, perché li hanno già visti nel passato della storia. Quando non c’erano video e libri di fantascienza che potessero suggestionare i testimoni degli avvistamenti.

Abbiamo testimonianze di UFO nel cielo da parte di Alessandro il Grande, di Benvenuto Cellini e di Seneca. Li vedono ancora oggi gli astronauti nello spazio e ci sono governi, come quello francese e inglese, che ammettono di avere considerevoli documentazioni sulle testimonianze di contatto con gli UFO custodite nei loro archivi.

All'inizio degli anni '50 i governi e le Nazioni Unite si sono interessati al fenomeno degli UFO. Gli USA avevano aperto un ufficio apposito dell'Aeronautica, il Blue Book Project, che aveva ammesso di aver catalogato, dopo dieci anni di lavoro, una serie di almeno 660 casi di oggetti volanti non identificati che non erano riconducibili a spiegazioni relative a fenomeni naturali.

Attualmente c’è il più grande silenzio da parte delle Autorità sul fenomeno UFO. Ma se oggi i governi non se ne preoccupano più, potrebbe significare solamente una cosa ben precisa, ovvero che il contatto tra esponenti dei vari governi e gli alieni è già avvenuto e sta proseguendo. Se così fosse, perché allora tenere all'oscuro l'intera umanità di un fatto così straordinario? Probabilmente proprio per ciò che questo evento potrebbe rappresentare!


Un ingrandimento dell’oggetto fotografato in coda allo Shuttle Discovery

Quando venne costituita la NASA, la Brookings Institution, un ente privato costituito da fisici e antropologi che stava redigendo il proprio statuto, fece ai suoi dirigenti la raccomandazione di tenere nascosto un eventuale incontro con civiltà extraterrestri, paventando quello che era accaduto alle culture centroamericane dopo l'arrivo di Colombo e di Cortez che aveva causato la fine della loro cultura e l'assimilazione in quella dei loro conquistatori.

Che cosa possiamo fare da parte nostra, noi ricercatori senza grandi risorse e animati solamente dal grande entusiasmo? Fare come ha fatto McKinnon, l'hacker scozzese che è entrato nei files riservati della NASA e del Pentagono? No di certo, perché potremmo essere giustamente perseguiti dalla legge per una azione scorretta che potrebbe minare la sicurezza dei vari Paesi.

Forse potremmo imitare, più semplicemente e senza problemi di nessun genere, l'avventura di George Adamski che, a sentire la sua testimonianza, negli anni '50 riuscì a contattare gli alieni con metodi molto comuni e facili da realizzare?

Se esistono davvero gli alieni, e se esiste una cover up, cioè un insabbiamento da parte dei governi, a questo punto c’è da pensare che la cover up sia attuata da entrambe le parti, sia dai governi terrestri che da quelli degli alieni. Ma potrebbe sempre esserci tra i visitatori dello spazio qualche antropologo che non accetta queste condizioni ed è curioso di prendere contatto con esponenti dell'umanità che non abbiano interessi di parte e che potrebbero consentire di approfondire la loro conoscenza sul nostro mondo, sia allo stato attuale che nel lontano passato ormai cancellato dalle ideologie e dalle confessioni che ipotecano il pianeta.

Fantasticare non è mai stato un delitto.

Ma se qualche antropologo alieno ci sta ad ascoltare...