Arte |
Arte, Tecniche e Nuove Tecnologie |
07 Febbraio 2013 | ||||||||
Nel Novecento l’arte figurativa tende a interfacciarsi con l’uso di materiali diversi e media negli ultimi vent’anni anche con nuovi mezzi espressivi come il computer, costruendo una serie di relazioni innovative con il pubblico e lo spazio espositivo. Anche la fotografia, considerata arte minore a cavallo tra Otto e Novecento, attualmente è entrata prepotentemente nel sistema dell’arte contemporanea (sembra che oggi non vi possa essere alcuna istituzione museale-espositiva che non presenti appena possibile una mostra fotografica, come se il non farlo significasse automaticamente il dimostrarsi fuori dal tempo e lontani dalla realtà…) Dobbiamo però fare un grande distinguo tra utilizzare materiali diversi per realizzare opere comunque pittoriche e uniche e l'utilizzo delle tecnologie digitali. La creatività, può essere facilmente stimolata da un uso insolito di materiali, che possono essere anche molto semplici e comuni. Per esempio, il gesso, il cartone, il sale, la gommapiuma, la colla, la sabbia, la carta stagnola etc. riescono a darci, quando vengono adeguatamente accostati, delle realizzazioni di superfici ricche di qualità tattili e pittoriche, che possiamo trovare spesso in opere d'arte importanti. L’utilizzo di materiali sperimentali o di uso comune, oltre a quelli tradizionali, ha esteso le possibilità espressive, ma, al contempo, ha reso le opere molto più complesse tecnicamente. L’impiego di acciaio, plastiche, intonaci etc. rendono necessario un bagaglio di conoscenze tecniche importanti come i collanti, le saldature e un continuo aggiornamento sui nuovi materiali. Ci sono due modi di concepire un’arte più materica della semplice pittura tradizionale.
Nel primo caso l'artista adopera le tecnologie che la contemporaneità gli mette a disposizione, e le usa al meglio, nell'intento di trovare una forma, un segno, che realizzi la sua espressività. Utilizza i materiali perché si pieghino alla sua creatività, per esempio l’impiego della sabbia e dei sassolini perché nel contesto del quadro evochino il ricordo del mare o del deserto o un fondo in gesso per evocare un affresco antico. Nel secondo caso l'artista, piuttosto che cercare il mezzo adeguato per esprimere il suo mondo, cerca di capire e di esprimere il mezzo stesso, le sue potenzialità poetiche. Utilizza ad esempio una serie di rami raccolti nel bosco, semplicemente accostati l’uno all’altro con finalità puramente estetiche. Tutt’altro discorso, a mio avviso, quando si parla di videoart e di fotografia digitale. C’è dentro più creatività, sperimentazione o tecnologia? La videoarte è semplicemente arte in formato audiovisivo. Non ha regole, è sperimentazione e reinvenzione. Scaviamo nel lato tecnologico di questa forma creativa, territorio di confine dell’arte contemporanea: quali nuovi e vecchi media ci sono dentro? Fin dall’inizio la profonda connessione con la scienza, con le avanguardie dell’elettronica nelle sue manifestazioni più hi-tech scardina il canone tradizionale della ricerca artistica ma nello stesso tempo con la computer grafica e il 3d, esploso negli anni ’80, gli interventi in pittura digitale frame by frame e la trasformazione di un video in una sequenza d’immagini su cui si interviene a mano fotogramma per fotogramma, il fattore umano e la creatività dell’artista sono assolutamente in primo piano. Cosa cambia allora, se è sempre la mente umana ad elaborare? La fruizione e la comunicazione.
Occorre prima di tutto dire che l’arte “tradizionale” viene esposta in circuiti particolari, musei, gallerie d’arte, fino ad arrivare alle esposizioni per strada o ai murales ma rimane sempre opera unica, compiuta e creata dall’artista e come tale presentata al pubblico. L'utilizzo delle tecnologie digitali, e soprattutto la rete, e quindi la webart, ha dato e sta dando la possibilità di sperimentare radicali cambiamenti nel pensare i modi di percepire l'arte. L’opera non è mai finita e chiusa poiché esiste la possibilità concreta di acquisire quella determinata immagine, rimaneggiarla, stravolgerla e farla diventare qualcosa d’altro, in pratica di rimetterla in rete appropriandosene. Altra questione importantissima: io, pubblico, posso scegliere di andare a vedere una esposizione di quadri, un museo o altro luogo in cui ci siano opere d’arte, mentre attualmente assistiamo ad un tale bombardamento di fotografie, riproduzioni, video, spot, che ci viene imposto dai media e ad un massiccio utilizzo delle immagini nella propaganda politica, in quella religiosa e soprattutto per pubblicizzare un qualsiasi prodotto che si voglia vendere. Non abbiamo la possibilità di scegliere, di definire quello che ci piace vedere oppure no. Non possiamo bendarci per evitare manifesti, televisione, computer, riviste e giornali, noi viviamo il nostro tempo. E si assiste anche ad un totale impoverimento qualitativo, il massiccio utilizzo di cellulari e tablet di ultima generazione e di programmi atti a facilitare la realizzazione tecnica di filmati e fotografie danno la falsa illusione ai fruitori di essere tutti “artisti”. Non è così, un mezzo tecnico di altissimo livello non dà automaticamente la capacità al suo possessore di essere un artista.
Sono la capacità di trasmettere emozioni, di utilizzare al meglio un insieme di tecniche, di percepire determinate luci o inquadrature, sono queste le qualità essenziali che contraddistinguono un artista. Davanti ad un quadro, una fotografia, un video realizzati da un artista si deve provare emozione, coinvolgimento al di là di qualsiasi mezzo espressivo venga utilizzato. Riassumendo, non dobbiamo porci limiti quando si parla di arte, tutto può essere o non essere un ‘opera d’arte, il limite è solo la capacità di comunicazione dell’opera stessa. Il vero problema sta nel non farci influenzare sia dalle grandi lobby economiche del commercio dell’arte, sia da critici e curatori prezzolati e da media che ci impongono di tutto, di più. Gli uomini primitivi usavano il carbone e la terra per dipingere e le loro immagini sono quanto di più spettacolare sia mai stato fatto, perché la pulsione alla rappresentazione figurativa è la forma più antica di comunicazione. Semplicemente sono cambiati i mezzi e cambieranno ancora, ma l’animo umano avrà sempre la capacità di percepire e rielaborare i messaggi che gli giungono se l’artista saprà lasciar fluire il suo mondo attraverso la sua opera. |