Donnie Darko |
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Perché indossi quello stupido costume da coniglio?
Cosa fareste se veniste a sapere del sopraggiungere della fine del mondo entro 24 giorni? È quello che capita a Donnie, un adolescente americano dal passato burrascoso, finito in cura da una psicoanalista per aver incendiato una casa abbandonata. Dopo essere scampato ad una morte assurda grazie ad un amico immaginario, un coniglio enorme di nome Frank, inizia a compiere cose pericolose come segno di gratitudine per avergli salvato la vita. Proprio Frank comunica a Donnie che la fine del mondo è vicina. La trama del film si sviluppa di continuo su un filo che racchiude argomenti di uno certo spessore come la morte, i mondi paralleli, i viaggi nel tempo, il destino, risultando molto complesso nel suo insieme, ricco di colpi di scena e soprattutto con un finale che racchiude in una scena tutti questi discorsi. Rispetto alla maggior parte dei film che raccontano le vicende degli adolescenti dal punto di vista dei loro turbamenti amorosi o del contrasto con i genitori, Donnie Darko risulta essere un culto per tanti appassionati del cinema poiché narra un mese di esistenza di un adolescente che si può definire un antieroe, proprio perché completamente diverso dalla figura classica di ragazzo super palestrato, super intelligente o super qualsiasi cosa tipica di altre pellicole. In fin dei conti la morte è un argomento difficile da trattare, e lo è ancor di più quando si parla di consapevolezza della morte: tutti sappiamo che moriremo, ma non sappiamo quando. Questo è fondamentale perché è come se vivessimo in una bolla di sapone, come se la nostra mente costruisse una barriera protettiva per impedire di pensarci troppo. Il difficile è quando la bolla scoppia, come nel caso del protagonista di questa storia, e veniamo a conoscenza di una cosa così semplicemente naturale e forse nemmeno così difficile da accettare: ogni sensazione passa in secondo piano e amore, odio, passioni, non diventano altro che il condimento di un piatto che prima o poi finisce. In conclusione, ci sono da evidenziare due cose: la grande interpretazione del cast, soprattutto di Jake Gyllenhaal, in una delle sue prime recitazioni sul grande schermo, di sicuro quella che ha dato il via alla sua brillante carriera, e un brano della colonna sonora del film, “Mad World” dei Tears For Fears, qui riproposto al piano da Michael Andrews e interpretato da Gary Jules. Una versione spettacolare, incredibilmente evocativa, il cui testo viene qui sotto riportato, che fa da contorno ad uno spezzone simbolico e leggendario della pellicola. Guardate questo film: non ve ne pentirete.
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