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Le scimmie hanno rivelato di conoscere le proprietà delle erbe e di curarsi con esse
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Gli animali, intelligenze diverse che convivono con noi
di Rosalba Nattero
Molte persone considerano possibile la manifestazione di altre intelligenze nell'universo. Il tema è affascinante anche se pone difficili questioni etiche: se esiste altra vita nell’universo, come si sarà sviluppata la cultura delle altre specie? Il sistema sociale sarà simile al nostro, avranno dei profeti, avranno avuto anche queste altre civiltà un Cristo o un Buddha a cui rendere conto? Problemi spinosi che probabilmente stanno alla base della cover-up che mantiene l’argomento al di sotto della minima soglia di normalissima informazione: occuparsi di UFO e alieni significa avere del tempo da perdere ed essere come minimo persone stravaganti. Ma non ci si rende conto che gli stessi pregiudizi scattano quando si cerca di approfondire il rapporto con gli alieni che stanno accanto a noi. Quanti si rendono conto della presenza di intelligenze diverse vicino a noi, fianco a fianco, addirittura in casa nostra? Mi riferisco alle forme di vita che coabitano con noi su questo pianeta, comunemente definite "animali". Oggi per fortuna, chiunque abbia un minimo di civiltà, considera normale tutelare gli animali, trattarli dignitosamente e, quando possibile, dare loro ospitalità. Ma fino a che punto li consideriamo "persone", al nostro pari, con una loro individualità, con una loro evoluzione e autocoscienza? Esseri intelligenti con cui confrontarci e magari, reciprocamente, apprendere qualcosa gli uni dagli altri? Spesso anche chi li tutela e si batte per i loro diritti, trova normalissimo ad esempio "castrarli". Molti veterinari si rifiutano, veri e propri obiettori di coscienza, di adottare metodi di sterilizzazione che permettano agli animali di avere una normale vita sociale. La castrazione è considerata normale, in quanto non è concesso agli animali di avere una propria cultura e socialità. Così come è considerato normale separare intere famiglie, smembrandole e disseminando i piccoli di qua e di là. Proviamo a confrontare questo comportamento con l’ambito della famiglia umana e ci accorgeremo in maniera lampante di quanto grande sia la discriminazione che attuiamo verso i nostri amati animali. La Pet therapy è considerata una pratica all’avanguardia nella direzione del rispetto dell’animale, ma il dubbio che sia un ennesimo sfruttamento degli animali è forte. Il rapporto uomo-animale, vissuto in assoluta parità, è una conquista ancora molto lontana.
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La femmina di leopardo che ha usato una canoa per portare in salvo il suo cucciolo
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Se ci guardiamo intorno con attenzione, scopriamo che persone civilissime e rispettose della vita altrui, che magari si indignano per i quotidiani atti di inciviltà di cui i giornali sono pieni, trovano normale che gli animali costituiscano le nostre riserve di cibo. Addirittura, molte persone colte ed informate non hanno una idea precisa delle condizioni in cui versano gli animali negli allevamenti intensivi, o le galline e i polli in batteria. O forse, preferiscono non sapere. Siamo convinti di vivere un'era di progresso e di civiltà, eppure permettiamo che altre forme di vita, intelligenze diverse da noi nella forma e nella cultura, siano quotidianamente torturate, vivisezionate, mangiate. Nel migliore dei casi, sono private della loro dignità di esseri viventi, con una loro coscienza, una loro cultura. Se si trattasse di esseri provenienti dallo spazio, forse ci indigneremmo. Con gli animali, è normale. L'uso degli animali come cibo e come strumento di ricerca medica si basa sull'equivoco che essi siano intellettivamente "inferiori", incapaci di veri sentimenti e di autocoscienza. Ma su quali basi si può fare un'affermazione simile? Non c'è alcuna base certa per poter affermare che l'uomo sia intellettivamente superiore. Gli animali riservano continue sorprese. Per fortuna oggi esistono seri ricercatori, come l’etologo Eugen Linden, che se ne stanno accorgendo e stanno raccogliendo casistiche impressionanti sulle facoltà degli animali. Linden ha raccolto filmati che mostrano leopardi che attraversano il fiume in canoa, o cani randagi in Russia che si adattano a fare i pendolari. Il video del leopardo in una foresta dell’India documenta un caso di amore materno: il suo cucciolo si trovava sulla sponda di un fiume sul punto di tracimare. La femmina di leopardo è riuscita in qualche modo ad attirare l’attenzione di un uomo di una capanna non lontana dalla propria tana, il quale collaborativamente ha avvicinato la canoa alla tana. La femmina di leopardo è salita sull’imbarcazione con la sua creatura, e poi ha rivolto la sguardo verso l’uomo, che era ancora a terra, in maniera molto esplicita e invitandolo a salire. I cani randagi in Russia invece hanno imparato a prendere la metro e ad andare in centro. A centinaia, ogni giorno, scendono le scale, aspettano sulle piattaforme che arrivino le carrozze con gli altri passeggeri, salgono e scendono alle fermate giuste. Pare che ormai riconoscano i nomi delle fermate agli altoparlanti, e scendono a quelle dove la folla è maggiore, dove ci sono più chances di avere del cibo dagli umani. Esistono in rete video che mostrano il metodo adottato dai corvi per rompere le noci: in Giappone, il corvo ripreso nel video posa la noce su una strada trafficata, attendendo che un’auto di passaggio la rompa. Poi aspetta l’arrivo del semaforo rosso per mangiare la noce senza correre il rischio di essere travolto dalle auto.
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Il video girato in Giappone che documenta lo straordinario metodo adottato dai corvi per rompere le noci
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Sono solo alcuni esempi, ma potremmo farne a migliaia. Le scimmie conoscono le erbe meglio degli umani e si curano con esse. Gli scimpanzé ad esempio, utilizzano come vermifugo la Vernonia amygdalina che contiene sostanze ad attività antitumorale, antiparassitaria e antimicrobica. I gorilla di montagna usano l'Afromomum angustifolium come antimicrobico dell'apparato digerente. Fanno inoltre uso di erbe che si sono rivelate curative di alcuni tipi di cancro e per l’AIDS. E ancora: usano erbe anticoncezionali. Da questi (pochi) esempi verrebbe da chiedersi, non tanto se gli animali abbiano sviluppato una intelligenza pari alla nostra, ma esattamente il contrario: siamo intelligenti come loro? Paradossalmente, gli animali dimostrano di conoscere molto di più della nostra cultura di quanto noi non conosciamo della loro. I nostri coinquilini a quattro zampe imparano la nostra lingua, è dimostrato che sono in grado di comunicare con noi. Non è così nel nostro caso: cosa conosciamo REALMENTE del linguaggio del nostro cane o del nostro gatto? Per non parlare delle facoltà oltre il normale, i poteri straordinari degli animali. C’è una casistica impressionante in merito, ma è un argomento su cui non è il caso di addentrarsi, perchè presteremmo il fianco allo scetticismo dei “conservatoristi delle idee” e si rischierebbe di inficiare anche quei pochi dati inconfutabili che abbiamo citato. Altro esempio: gli insetti hanno una struttura nervosa completamente diversa dalla nostra; ma non per questo si può affermare che non siano intelligenti, basti pensare alla complicata struttura sociale gerarchica delle api o delle formiche. Istinto di specie? Allora faremmo bene a chiederci che cosa sia l'istinto, giacché rivelerebbe facoltà misteriose su cui varrebbe la pena di indagare. Oggi fortunatamente la sensibilità verso gli animali è in aumento. Eppure anche i meglio intenzionati non so fino a che punto considerino il proprio cane o il proprio gatto al pari di un alieno sbarcato in casa loro da un'astronave, un membro di un’altra specie, di un’altra cultura, con cui confrontarsi alla pari. Fino a che punto cerchiamo veramente di capirli e di comunicare con loro?
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