Animalismo |
La tutela degli animali nella Regione Lazio |
12 Gennaio 2016 | ||||||||||||
L’impegno animalista di Silvana Denicolò
Nelle ultime votazioni è stata eletta Consigliere della Regione Lazio con il Movimento 5 Stelle, e attualmente è membro della Commissione II, Affari Comunitari ed Internazionali, e membro della Commissione VIII, Agricoltura, Artigianato e Commercio. Noi di SOS Gaia di Roma l’abbiamo intervistata affrontando con lei gli svariati problemi sulla tutela degli animali, come ad esempio l’annosa questione del randagismo e delle inadempienze della Regione, la regolamentazione della “Pet Therapy”, le leggi per difendere gli animali vittime dei cacciatori, il maltrattamento di quelli che lavorano negli spettacoli come i Circhi, l’utilizzo dei cavalli nel traino delle botticelle romane e tanti altri casi ancora. E proprio per regolamentare e risolvere queste drammatiche situazioni che coinvolgono e sconvolgono la vita ed il benessere di milioni di esseri, la Consigliera Denicolò ha presentato una proposta di legge regionale concernente il Testo Unico per la loro tutela e la prevenzione del randagismo. Nel Testo Unico sulla tutela degli animali che hai presentato alla Regione Lazio, affronti le svariate problematiche riguardanti la loro salvaguardia. Quando pensi che verrà discusso? Sarà recepito? Una bella domanda! Intanto grazie per questa intervista che mi dà l’occasione di parlare di uno degli argomenti che in assoluto mi sta più a cuore. Questo Testo Unico nasce dal nostro programma regionale di cui una parte abbastanza ampia è dedicata alla tutela degli animali, all’interno del quale oltre ad affrontare il problema del randagismo, ovvero degli animali domestici abbandonati, abbiamo pensato di introdurre anche le criticità che riguardano altre specie, come ad esempio la salvaguardia delle api, oppure il controllo della quantità delle zanzare senza pesticidi ma con un antico metodo naturale che si serve dei pipistrelli, purtroppo quasi estinti nelle nostre città. Premesso che il Presidente Nicola Zingaretti nel 2013, prima di essere eletto, per il rinnovo della Giunta e del Consiglio Regionale del Lazio ha firmato con alcune associazioni animaliste un programma sui diritti degli animali prendendo anche l’impegno di dotare la nostra Regione di un Testo Unico, noi abbiamo cercato di preparare quanto prima la nostra proposta di legge, così quando Zingaretti presenterà la sua saranno costretti a prendere in considerazione anche il nostro Testo Unico. La Presidente di SOS Gaia Rosalba Nattero ha denunciato in un articolo pubblicato sul suo blog dal titolo “Lo sfruttamento degli animali”, i diversi tipi di abuso da loro subiti e tra questi c’è anche la “Pet Therapy”, in quanto gli animali vengono purtroppo coinvolti in questa terapeutica senza poter scegliere, e addirittura per colpa delle strutture che li ospitano sono pure privati di una giusta adozione, considerando che alcuni canili e gattili li sfruttano a fini di lucro. Ti chiedo, gli animali non dovrebbero essere liberi di fare “Pet Therapy” a chi, quando e dove vogliono? Ed infine non sarebbe giusto che chi vuole beneficiare di questa terapia offrisse una sistemazione al gatto o al cane? Esatto, decisamente, anche perché sappiamo che gli animali a contatto con i bambini, gli anziani e con persone affette da difficoltà psicologiche, interagiscono in modo straordinario facendo superare la depressione provocata dalla solitudine in quanto la loro vicinanza procura effetti benefici. Inoltre anche chi vive nel disagio a causa di una non rara sensazione di inutilità, se si dedica ai figli, ai nipoti, ad un gattino o ad un cagnolino, può percepire un significato più reale per la propria vita. È terapia, è compagnia, è interazione tra viventi? Il confine è molto labile.
Poi ci sono i casi di vera e propria cura effettuata dagli animali sulle persone che soffrono per esempio di autismo, l’interazione con il pet non guarisce completamente ma in svariate occasioni è stato riscontrato un evidente miglioramento degli effetti negativi della patologia, perché mentre nei rapporti umani prevale il giudizio e l’aspettativa, l’animale non giudica, vive con noi senza chiedere niente, ci segue, è partecipe delle nostre emozioni, instaura un rapporto limpido e pulito, senza aspettative. Ma come mi segnali è veramente aberrante ed abominevole il loro sfruttamento nella “Pet Therapy” da parte delle strutture che li usano come degli infermieri che vanno e vengono, in quanto il rapporto con l’animale di affezione deve essere esclusivo e ristretto nell’ambito della famiglia dove vive. Verificheremo se esistono situazioni di questo genere e vedremo cosa poter fare per impedire questo arbitrio. Ancora una domanda sulla “Pet Therapy”. Se gli anziani vengono ricoverati negli ospizi o negli ospedali, nella situazione attuale non è previsto o non è del tutto chiaro che possono essere accompagnati dal loro cane o dal loro gatto; ad esempio in Liguria una donna che da due mesi è in terapia intensiva in un ospedale, soltanto questi ultimi giorni è riuscita a riabbracciare il suo cane. È evidente che la presenza dei propri amici per l’anziano malato è un aiuto verso la guarigione, mentre per quello che vive in un ospizio è una insostituibile compagnia. Sarebbe bello prevedere nel Testo Unico la presenza del pet negli ospedali e negli ospizi. Mi sembra che per le persone ospedalizzate, rispettando l’igiene e le eventuali allergie, sia già prevista la presenza del proprio cane anche se può essere ampliata ad altre casistiche. Ma mentre mi facevi la domanda mi sono ricordata anche dei casi di persone in coma più o meno irreversibile che ascoltando una musica sono tornate alla coscienza, immagino che anche in situazioni di questo tipo l’animale compagno irrinunciabile, se può restare accanto al suo amico malato lo aiuterebbe sicuramente ad intraprendere un percorso di riabilitazione. E anche negli ospizi è veramente importante che gli anziani possano vivere insieme al cane o al gatto, tenendo conto però, che le strutture dovranno organizzarsi per assicurare degli ambienti idonei. Ma ovviamente è fondamentale che nel nostro Testo venga sancito questo diritto. Un’altra forma di abuso dell’uomo sugli animali è la separazione precoce dei cuccioli dalle loro madri. Cito il caso di una gatta, Charlotte, che oggi vive con noi, ma che anni fa scappò dalla famiglia dove viveva perché l’aveva privata dell’affetto dei suoi cuccioli dandoli in adozione troppo presto. È comprensibile la fretta di sistemare i piccolini, però è anche importante tutelare i sentimenti delle mamme, quindi andrebbe regolamentato un periodo più lungo di convivenza dei cuccioli con la propria genitrice, del resto noi non toglieremmo mai un bambino alla madre umana, ed è evidente che la mamma è sempre tale sia a due che a quattro zampe. Nel nostro “Testo unico” abbiamo previsto un tempo base per trattenere i cuccioli con la propria mamma, per i cagnolini, per i gattini e per le altre specie. Comunque vi posso raccontare la storia della mia gatta Milou che è venuta a mancare a febbraio di quest’anno, dopo 18 anni che mi ha tenuto compagnia.
Era stata trovata in strada sola e piccolissima, aveva pochi giorni di vita, noi l’abbiamo svezzata e curata, ma ha sempre sentito la mancanza della propria mamma, tanto è vero che faceva delle cose che mi hanno fatto capire che mi identificava come sua madre. In seguito ebbe due cucciole che io ho tenuto insieme a lei fino al completo svezzamento, ma quando gliele abbiamo tolte dandole in adozione ad una mia amica, la gatta ha mostrato di risentire della loro assenza ed era sempre alla loro ricerca. In definitiva noi umani abbiamo una convinzione totalmente sbagliata della maternità degli animali: sono identici a noi, vivono profondamente e per tutta la vita il rapporto con i cuccioli, se poi vogliamo ridurli ad oggetti a nostra disposizione questa è una ingiusta svalutazione dei loro sentimenti e delle loro capacità. Passiamo agli animali d’affezione. Oggi sono ufficialmente riconosciuti i cani ed i gatti, mentre sarebbe importante che anche gli altri che convivono con noi, come ad esempio i conigli, i criceti, i cavalli, possano essere inseriti in questo status che garantirebbe loro una forma di tutela. Certamente. Abbiamo diviso questo Testo grossolanamente in due parti, una dedicata agli animali domestici dove troviamo sia gli animali da cortile che quelli di affezione, e facendo questo lavoro abbiamo scoperto che alcuni di essi non molto conosciuti come i cani della prateria sono di fatto considerati di affezione, poi abbiamo aggiunto il coniglio, il furetto, il maiale, i topolini ballerini, i criceti, gli scoiattoli giapponesi, e tanti altri. Su questo Testo abbiamo cercato di garantire a tutti, dal punto di vista legislativo, gli stessi diritti degli animali di affezione, tranne che per la grande questione del randagismo che ovviamente riguarda soprattutto i cani ed i gatti, perché ritengo difficile che il furetto o il cane della prateria possano diventare randagi, a meno che non fuggano. Nella seconda parte del Testo trattiamo della fauna selvatica cui abbiamo cercato di garantire tutele speciali, perché a causa della lobby della caccia ultimamente veramente agguerrita, ha bisogno di maggiore protezione. Riguardo il randagismo dei cani sappiamo che è provocato principalmente dal loro abbandono da parte dei cacciatori e dei pastori, cosa deve fare la Regione per tutelare gli animali e tenere sotto controllo questo problema? Inoltre la legge 281/1991 concepita per prevenire il fenomeno dei cani vaganti, nella nostra Regione non è applicata, perché? Mancano i decreti attuativi? La mancata attuazione delle leggi è uno scandalo enorme! È inutile che ci prodighiamo a farne delle nuove se poi non vengono redatti i decreti attuativi ed i regolamenti necessari a concretizzare ciò che la legge prevede in linea generale.
Nel nostro paese questo scandaloso malcostume viene applicato a tutte le tipologie dello scibile, dalla formazione professionale, alla scuola, al bilancio. Naturalmente ne fanno le spese le problematiche che riguardano gli animali, difatti è risaputo che il randagismo è dovuto alla difficoltà storica di microchippare, di tatuare, o comunque di rendere riconoscibile il cane, perché in caso di smarrimento quando viene ritrovato può tornare all’affetto dell’umano adottante. Se noi fossimo in grado di costringere le persone che vivono con un cane ad applicare questi sistemi di identificazione tutto sarebbe molto più semplice, anche identificare l’autore di un eventuale maltrattamento che oggi rappresenta un reato penale da denunciare. In definitiva con questi metodi già previsti dalla legge 281 gran parte del problema del randagismo sarebbe risolto! Poi grazie a degli attivisti come ad esempio il portavoce On.le Paolo Bernini che ha fatto sopralluoghi o blitz nei canili, abbiamo scoperto le violenze effettuate sugli animali in questi veri e propri lager, dove non vengono certo considerati esseri pensanti, sensibili e senzienti. Nelle aree più meridionali della nostra Regione come la bassa provincia di Latina e di Frosinone, ma più in generale in tutto il Lazio, tuttora esistono delle strutture che sfuggono al controllo e trattano gli animali come degli scontrini o fatture, attuando su di loro una violenza seriale che rappresenta un aberrante business che sfrutta esseri indifesi per un guadagno finanziario, considerando che per gestirli incassano svariati soldi dai Comuni. In questo caso la Regione è inadempiente per la mancata sorveglianza sull’applicazione della legge, ma anche le ASL che dovrebbero vigilare non svolgono il loro compito, e pur se oberate dal lavoro, incassano denaro stanziato a questo fine, quindi sono tenute a rispettare il loro impegno che noi abbiamo sancito anche attraverso il nostro Testo Unico che aggiorna la vecchia legge dei canili e del randagismo.
Quindi le leggi approvate restano lettera morta senza decreti attuativi e regolamenti, forse bisognerebbe renderle immediatamente applicative. Di fatto la legge già prevede tutto, anche eventuali stanziamenti e da quale capitolo di bilancio estrarre il denaro, magari sarebbe sufficiente che verso la fine della scrittura della norma venga indicato un regolamento dove siano chiarite delle linee guida. Noi abbiamo l’impressione che per i politici è più importante approvare una nuova legge e fare il relativo comunicato stampa, piuttosto che renderla effettivamente operativa …. Parliamo ad esempio dell’ultima legge regionale che favorisce la caccia contro cui voi di SOS Gaia avete opportunamente avviato una Petizione, che è l’ex proposta di legge 116 discussa molto animatamente in aula poi diventata legge 4 del 2015. Nel merito la legge nazionale 157 del 1992 ed altre presentate in precedenza, già indicavano dei metodi per difendere gli agricoltori dai danni provocati dalla fauna selvatica come ad esempio i cinghiali, tramite l’uso di alcuni tipi di contraccettivi, oppure della limitazione fisica degli spazi con la chiusura delle zone boschive o con le recinzioni dei terreni coltivati; ma la Regione è inadempiente perché non ha mai concretamente applicato questi metodi. In definitiva se si fossero attuate le precedenti normative non ci sarebbe stato bisogno della legge 4 del 2015 approvata recentemente.
Ricordiamo inoltre che i cinghiali italici sono piccolini e si nutrono esclusivamente di ghiande, ma per la responsabilità dei cacciatori e l’inadempienza delle amministrazioni locali tenute a far rispettare i limiti di uccisioni delle specie, si stanno estinguendo. Per questo motivo negli anni sessanta e settanta gli “Ambiti Territoriali di Caccia” o ATC, che di fatto sono dei raggruppamenti di associazioni venatorie, hanno iniziato a ripopolarli con altri non autoctoni provenienti dall’Ungheria e dalla Romania, molto più grandi, aggressivi e prolifici dei cinghiali italici, e che in mancanza d’altro si nutrono anche di piccoli animaletti provocando danni pure alla fauna a livello inferiore della catena alimentare. Nel frattempo i grandi predatori dei cinghiali come l’orso ed il lupo si sono rintanati in zone più remote, lasciandoli al vertice della catena alimentare. Sono stati i cacciatori a causare la quasi estinzione dei cinghiali italiani grazie alle loro sconsiderate uccisioni, sempre loro hanno importato i cinghiali molto più aggressivi e prolifici, ed oggi è veramente ridicolo che la Regione chiede a queste persone di risolvere la grave situazione da loro provocata! In definitiva noi siamo contrari all’assassinio degli animali ai fini di contenimento, auspichiamo almeno di limitare la loro capacità riproduttiva con i metodi classici, anche se alcune Guardie forestali mi hanno detto che la situazione sarebbe sfuggita di mano in quanto il numero dei cinghiali è molto elevato. Comunque siamo disposti a trovare metodologie micro invasive per non danneggiare il loro equilibrio psico-fisico e l’ambiente, escludendo a prescindere la morte dell’animale e tenendo fuori i cacciatori che viceversa sono interessati alla loro riproduzione per poterli cacciare. Affrontiamo ora il problema dello sfruttamento degli animali nelle manifestazioni popolari e negli spettacoli come i circhi, cosa prevedete nel Testo Unico? Nel nostro Testo Unico abbiamo messo nero su bianco che siamo totalmente contrari ai circhi con gli animali, che in nessun caso per la loro dignità devono essere sfruttati negli spettacoli, visto che non gli è lasciata la facoltà di scegliere. Anche se la legge autorizza i circhi e le feste folcloristiche con gli animali, per noi tutte le manifestazioni che implicano il loro utilizzo non trovano spazio nella nostra idea di rispetto nei loro confronti. Noi dobbiamo lottare affinché i circhi con gli animali vengano aboliti! Cosa prevedete per le carrozzelle trainate dai cavalli? Purtroppo una legge nazionale approva il trasporto con gli equidi. Nel nostro Testo Unico le botticelle vengono abolite, perché è una violenza costringere i cavalli a vivere nelle città inquinate per trainare il peso delle carrozzelle, del vetturino e dei passeggeri, su strade pavimentate con sampietrini assolutamente inidonee ai loro zoccoli. Tanto più che non casualmente l’equitazione sportiva viene praticata nei morbidi campi dei “Pratoni del Vivaro”, una vallata di origine vulcanica ricoperta di erba situata nei Colli Albani all’interno del Parco Regionale dei Castelli Romani, un terreno decisamente più adatto alle loro sgaloppate. Anche se purtroppo non possiamo andare contro le leggi nazionali, però sarebbe molto meglio che ai turisti venisse proposto il risciò od altri mezzi di trasporto senza i cavalli.
Del resto gli spostamenti con le carrozzelle potevano avere un senso quando non esistevano mezzi meccanici, oggi questo trasporto è anacronistico ed i vetturini sfruttano i cavalli soltanto per il loro interesse. SOS Gaia ha lanciato su “change.org” una petizione per “Introdurre il rispetto degli animali nelle scuole” indirizzata al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, che in pochi giorni ha raggiunto più di 17.000 firme. Anche nel tuo testo proponi l’educazione degli alunni in materia di etologia comportamentale e del rispetto degli animali, attraverso l'integrazione dei programmi didattici delle scuole e degli istituti di ogni ordine e grado, prevedendo pure prove pratiche. C’è una assoluta sintonia tra la Petizione di SOS Gaia e le nostre proposte nel Testo Unico. Noi parliamo di formazione, informazione, qualificazione professionale e aggiornamento, perché la formazione, se parte dai primi anni di età tramite lo studio dell’etologia del comportamento, del rispetto e della visione degli animali come esseri senzienti e sensibili, al pari degli umani, ci aiuta a preparare una generazione migliore non soltanto per il rispetto degli animali ma anche dell’ambiente e degli uomini. Poi, visto che nel nostro paese l’apprendimento si ferma nelle scuole perché molte persone non si informano e non leggono, abbiamo previsto anche altre tipologie di insegnamento rivolte agli adulti per trasferire loro importanti dati sugli animali al fine di agevolare il rispetto della loro natura. Perché è importante ad esempio sapere che possono soffrire fisicamente e psicologicamente, anche riconoscere le loro esigenze di spazio ed infine quali razze non amano il contatto ed il gioco con gli umani. In conclusione abbiamo tracciato un cammino di qualificazione professionale con il relativo aggiornamento per i veterinari delle ASL e le guardie zoofile. Al termine dell’intervista ringraziamo Silvana Denicolò auspicando che quanto prima nella nostra Regione possa essere aperto un dibattito costruttivo tra i gruppi consiliari per redigere il Testo Unico, di cui al momento la Regione ne è sprovvista, anche con il recepimento delle proposte presentate dal Movimento 5 Stelle. Sarebbe un altro essenziale passo verso il rispetto ed il benessere di tutte le specie che coabitano con noi sul pianeta. Potete firmare le nostre Petizioni: “Per Introdurre il Rispetto per gli Animali nelle Scuole” online: www.change.org/p/introduciamo-il-rispetto-per-gli-animali-nelle-scuole Cartacea presso: - La Grotta di Merlino di Roma, Via Machiavelli 7/B - aperta tutti i giovedì esclusi festivi, dalle 17,00 alle 19,30. - Ristorante Vegano e Vegetariano Lizard - Via Virginia Agnelli 96-98 Roma - aperto tutti i giorni escluso il lunedì dalle 18,00 alle 24,00. “Per abolire la caccia all’interno del territorio destinato a caccia programmata così come regolamentato dagli artt. 25, 28 e 29 L.R. 2 maggio 1995 n. 17. Infatti in tali aree la caccia è consentita a tutti i cacciatori, limitatamente ad Ambiti Territoriali di Caccia (ATC).” presso: - La Grotta di Merlino di Roma, Via Machiavelli 7/B - aperta tutti i giovedì esclusi festivi, dalle 17,00 alle 19,30. - Ristorante Vegano e Vegetariano Lizard - Via Virginia Agnelli 96-98 Roma - aperto tutti i giorni escluso il lunedì dalle 18,00 alle 24,00.
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