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L’Ecospiritualità al Campidoglio |
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04 Giugno 2025 | ||||||||||||||||||||||
Mercoledì 26 febbraio 2025, presso la sala Laudato si’ del Campidoglio di Roma, Ecospirituality Foundation e Italia Green Film Festival hanno organizzato l’evento “Ecospiritualità: il Cuore Antico dei Popoli Nativi per un futuro sostenibile”, in sostegno all’istituzione della Giornata Nazionale dell’Ecospiritualità. Con il Patrocinio del Parlamento Europeo, UNESCO, Ministero dell’Ambiente, Regione Lazio, Città metropolitana di Roma Capitale, Compagnia dei Lepini, Palazzo delle Esposizioni e WWF.
L’Ecospiritualità è una filosofia che rivoluziona totalmente il rapporto dell’uomo con l’ambiente e le specie che lo circondano, rispetto all’approccio antropocentrico tipico della moderna società maggioritaria, che vede la Natura come una serie di risorse da sfruttare fino all’esaurimento. I Popoli Nativi, al contrario, vivono l’Ecospiritualità nelle loro tradizioni millenarie: una concezione olistica dell’uomo e dell’ambiente, in cui tutto è connesso da legami tanto profondi e indissolubili, quanto fragili.
Una visione del mondo che accomuna i popoli più disparati, lontanissimi per cultura, tradizioni e lingue, ma avvicinati da questa profonda consapevolezza biocentrica, che vede l’uomo come parte di un complesso sistema di equilibri con il resto della vita del pianeta, e con il pianeta stesso, a cui viene attribuito un connotato sacro, implicitamente legato all’identità dell’individuo e del popolo di cui fa parte. Per questo l’Ecospiritualità è definita come Cuore Antico dei Popoli Nativi: perché rappresenta la parte più intima e al tempo stesso condivisa dell’antico sapere di popolazioni che da millenni vivono in armonia con la Natura e l’ambiente di cui fanno parte.
Una consapevolezza che, oggi più che mai, va tutelata e riscoperta per risanare le ferite di un mondo che paga il prezzo di uno sfruttamento sfrenato e cieco, che ha portato non solo alla sesta estinzione di massa, ma anche sulla soglia di una crisi climatica dalle conseguenze ancor più devastanti. Anche per questo la Ecospirituality Foundation OdV, ONG in stato consultativo con le Nazioni Unite, da decenni lavora alla diffusione dell’Ecospiritualità, arrivando tra l’altro al deposito della Proposta di Legge per l’istituzione di una giornata Nazionale dell’Ecospiritualità, in cui si inserisce l’iniziativa del 26 febbraio, organizzata in collaborazione con L’Italia Green Film Festival.
Nella prestigiosa sala Laudato si’ del Campidoglio, illustri relatori si sono alternati a filmati e corti cinematografici ad hoc, toccando tutti i temi della filosofia ecospirituale: alimentazione vegetale, rispetto per l’ambiente, difesa dei popoli indigeni e delle loro tradizioni, tutela degli animali, ecologia profonda, meditazione… Tutte sfaccettature di una stessa esperienza. A dirigere l’incontro è stata Rosalba Nattero, Presidente della Ecospirituality Foundation, introdotta da Pierre Marchionne, direttore artistico dell’Italia Green Film Festival, con interventi di apertura da parte di Daniele Diaco, Vicepresidente della Commissione Ambiente Dopo il saluto di Franco Nero, Presidente Onorario del IGFF, è toccato all’attore Massimo Wertmüller introdurre i temi dell’Ecospiritualità, sottolineando l’importanza di una relativizzazione, sia culturale che sociale, del ruolo dell’uomo nel sistema Terra: un ridimensionamento a una condizione più naturale che deve necessariamente passare, prima di tutto, dal rispetto per gli animali, da riconoscere come esseri senzienti alla pari. Tema, quello della tutela degli animali, da sempre portato avanti dalla Ecospirituality Foundation attraverso la commissione SOS Gaia, spesso in collaborazione con altre associazioni. Tra queste anche OIPA, qui rappresentata da Arianna Fioravanti che, nel suo intervento, ha sottolineato l’insostenibilità degli allevamenti intensivi, non solo dal punto di vista etico e morale, ma anche per il loro pesantissimo impatto ambientale.
Valentina Coppola, Presidente di Earth, ha continuato il dibattito sul tema, parlando dei legami profondi che sostengono gli ecosistemi, portando tre esempi particolari: per primo il lupo, ostracizzato come pericoloso, ma in realtà innocuo e grande regolatore biologico. Secondo esempio le zanzare e i pesticidi usati per combatterle, che però finiscono per avvelenare i loro predatori naturali, i pipistrelli, arrivando così all’effetto paradossale di aumentare il numero di zanzare. Terzo esempio di interconnessione è quello degli insetti, in particolare quelli impollinatori, che rendono possibile non solo la vita delle piante, ma anche quella di tutti gli animali che da esse dipendono per la sopravvivenza, uomo compreso. “Tutto è connesso” ha concluso Valentina Coppola, una verità che i Popoli Indigeni conoscono e custodiscono da tempo immemore, come ha ricordato Alessandro Martire, Ambasciatore per l’Italia della Nazione Lakota nel suo accorato intervento, ricordando l’importanza della cultura e delle ancestrali tradizioni delle popolazioni Native, custodi di un rapporto armonico e atavico tra uomo e ambiente. Un lavoro di tutela delle tradizioni native che proprio l’Ecospirituality Foundation porta avanti presso le Nazioni Unite in quanto NGO in stato Consultativo, avendo contribuito anche alla stesura della Dichiarazione sui Diritti dei Popoli Indigeni.
Decenni di lavoro portato avanti da Nattero e Barbadoro, quest’ultimo fondatore della Ecospirituality Foundation e teorico dell’Ecospiritualità, ricordati nella proiezione di un evocativo video-documentario a cura di Luca Colarelli. È quindi venuto il momento di Greta Barbera e Alessia Capurro, di Wilde Tracks, associazione che si occupa di difendere le specie in via d’estinzione da caccia e bracconaggio, con progetti mirati soprattutto nei territori africani, anche avvalendosi del necessario supporto delle popolazioni locali. Antonella Cassisi e Francesca Della Rovere dell’UNESCO hanno poi ricordato, nell’ambito del decennio internazionale delle lingue indigene, l’importanza delle iniziative svolte dall’ente per la tutela e la salvaguardia di questa significativa parte di bagaglio culturale. I docenti universitari Guido Dalla Casa e Giuseppe Barbiero hanno approfondito l’aspetto scientifico e accademico dell’Ecospiritualità, che il professor Dalla Casa ha definito come “applicazione pratica dell’Ecologia Profonda”: una visione olistica che vede le relazioni tra individui, specie e ambiente come centrali alla sopravvivenza e al benessere di ogni parte. La stessa filosofia dei Popoli Indigeni, supportata e validata dal metodo scientifico, che si apre a concezioni più ampie della concezione di essere vivente, fino ad abbracciare la comunità vegetale, gli ecosistemi stessi, e perché no, anche il Pianeta, come nell’ipotesi Gaia di James Lovelock.
Difendere l’ambiente, o gli animali, quindi, non significa soltanto difendere qualcosa con cui ci relazioniamo o da cui dipendiamo: significa difendere noi stessi, perché siamo noi stessi parte di un ecosistema, parte della natura e dimenticarlo significa rinunciare a una parte integrale dell’essere umano stesso. Una riflessione che porta necessariamente a una ridefinizione di parametri dati per assodati nella concezione antropocentrica della società maggioritaria: l’alimentazione su tutti. Non si può rimanere immobili, di fronte al numero di animali che ogni anno vengono sacrificati inutilmente, solo per il dubbio gusto culinario, costringendoli a vite di sofferenza negli allevamenti intensivi, inoltre con uno spreco di risorse e un impatto ambientale devastanti. Di questo e della scelta di dieta vegetale ha parlato lo Chef vegan Marco Pulieri. In seguito, il dottor Mauro Petrillo, medico chirurgo, ha parlato di meditazione, una disciplina di igiene mentale che fa parte di molte tradizioni native e una delle colonne portanti dell’Ecospiritualità. La meditazione porta non solo a una relativizzazione dell’attività patologica della mente, ma anche a diversi benefici psico-fisici, quali l’abbassamento della pressione, l’abbassamento degli ormoni legati allo stress, la diminuzione dei fattori di rischio cardiaci… Infine, Roberto Garosci, Vicepresidente della Ecospirituality Foundation, ha presentato il libro “I Popoli Naturali e l’Ecospiritualità”, di Rosalba Nattero e Giancarlo Barbadoro: un’opera pionieristica, scritta all’alba del nuovo millennio, tracciando la strada per un
mondo più sostenibile proprio attraverso la riscoperta e la valorizzazione delle tradizioni delle popolazioni indigene. Una sostenibilità che non è solo ecologica, ma anche sociale, morale e individuale: mondi e società costruite a misura d’uomo e volte alla realizzazione individuale e non alla produzione e al consumo ossessivo di beni materiali. Il 26 Febbraio 2025 è stata l’ennesima giornata storica, in un lungo percorso iniziato da Barbadoro e Nattero, nell’impresa di portare una fiamma di conoscenza e di speranza, in un mondo sprofondato nel buio di un individualismo antropocentrico che mette a rischio non solo la vita di miliardi d’individui – umani e non – ma anche la sopravvivenza stessa dell’ecosistema Gaia. Una fiamma che, nonostante le difficoltà, continua ad ardere, anzi si espande sempre più, nella speranza d’illuminare il mondo intero di una nuova luce rigeneratrice.
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