Animalismo

La terribile storia degli orsi della luna

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19 Novembre 2025
- Tu Do, l’ultimo orso della luna prigioniero nelle fattorie della bile di Son La, in Vietnam, liberato dall’associazione Four Paws
Tu Do, l’ultimo orso della luna prigioniero nelle fattorie della bile di Son La, in Vietnam, liberato dall’associazione Four Paws

“L’orso è anche avventura, favola, leggenda, continuazione di una vita antichissima, scomparsa la quale ci sentiremo tutti un poco più poveri e più tristi.” Dino Buzzati


Tutti i nuovi documentari sulla natura fanno riferimento al termine antropocene per caratterizzare la nostra era, con l’intento di sottolineare la prevaricazione attuata dall’uomo nei confronti degli altri esseri viventi, utilizzati a proprio uso e consumo. Si potrebbero fare mille esempi: dagli allevamenti intensivi, all’atroce spettacolo della corrida in cui si gode dello strazio di un povero toro trafitto nell’arena, all’uccisione di migliaia di cani e gatti di cui nutrirsi, in Cina, alla strage dei globicefali delle Isole Faroe, in Danimarca, al taglio indiscriminato di alberi o alle migliaia di ettari di foreste andate in fumo a seguito di incendi dolosi. La triste storia degli orsi della luna colpisce per la persistenza dell’inaudita tortura nel tempo. Il nome deriva dal fatto che sul loro manto scuro è impressa l’immagine della luna. Ebbene, tanto poetica è l’immagine, quanto tragica è la loro sorte. Sono più di 10.000, vivono in Cina, Vietnam e Corea, in gabbie grandi quanto il loro corpo ed hanno un catetere conficcato nell’addome da cui viene fatta gocciolare fuori la bile, utilizzata come antinfiammatorio nella medicina tradizionale cinese. Non vi è certezza di quest’ultima proprietà e, in ogni caso, in quegli stessi Paesi esiste un medicinale di tipo sintetico o erboristico che costa anche meno, con la stessa funzione. Tale tortura è praticata ininterrottamente per 25-30 anni, la durata della vita degli orsi i quali impazziscono per il dolore e si procurano orribili ferite, colpendo con la testa le sbarre delle orribili gabbie. Come possono gli uomini arrivare a tale inaudita efferatezza!

È quello che certamente ha pensato Jill Robinson quando, per la prima volta, nel 1993, è entrata in una fattoria della bile, in Cina. In un magazzino buio erano disposte tante gabbie ove erano imprigionati gli orsi. Si avvicinò ad una di esse ed un orso fece fuoriuscire la sua zampa dalla gabbia, come per implorare aiuto. Jill, istintivamente e con scarsa prudenza, toccò la zampa. Riporto le sue stesse parole: “L’orso me la strinse dolcemente. Allora gli promisi che sarei tornata e che l’avrei salvato.” È quello che sta facendo dal 1998, data di fondazione dell’Animals Asia, grazie anche al sostegno di tanti donatori nel mondo. Potrei citare tante storie relative alla tragica sorte degli orsi della luna, a partire dai cuccioli che vengono sottratti alle madri precedentemente uccise. 

Gli orsi della Luna e altre storie scritto da Giuliana G. Corea, è una raccolta di favole ispirate da storie vere, tra cui quella struggente degli orsi della luna che dà il nome al libro.Il ricavato della vendita del libro è donato dall’autrice ad Animals Asia che da anni opera in difesa degli orsi della luna
“Gli orsi della Luna e altre storie” scritto da Giuliana G. Corea, è una raccolta di favole ispirate da storie vere, tra cui quella struggente degli orsi della luna che dà il nome al libro. Il ricavato della vendita del libro è donato dall’autrice ad Animals Asia che da anni opera in difesa degli orsi della luna

Animals Asia ha pubblicato sul sito animalsasia.it una foto in cui figura un piccolo orso che, sottratto ai rapitori, gioca su un prato, con una palla, in una riserva dell’Associazione! C’è la storia di un orso che, dopo tanti anni di reclusione, ha scoperto per la prima volta il profumo dell’erba ed è rimasto immobile, addossato alla parete di un edificio, ad apprezzare il calore dei raggi del sole. Tuttavia ritengo che l’emblema di Animals Asia sia l’orso Oliver, che è stato liberato nel 2010 da una “fattoria della bile” di Shandong, in Cina, dopo essere rimasto rinchiuso per trent’anni in una gabbia poco più grande del suo stesso corpo, con lo stomaco lacerato per permettere il drenaggio della bile. Ha percorso 1500 chilometri in un mezzo di trasporto facente parte di un convoglio che lo stava conducendo in una riserva naturale di Animals Asia. Al seguito c’erano veterinari e la stessa Jill Robinson. Ad un certo punto le condizioni di Oliver si sono aggravate, il respiro è diventato affannoso e si rifiutava di mangiare. I veterinari hanno deciso di praticare nello stesso mezzo di trasporto un intervento chirurgico per estrarre la cistifellea, irrimediabilmente danneggiata. Il convoglio si è fermato davanti al più vicino ospedale che ha fornito una bombola di ossigeno necessaria per l’anestesia. L’intervento, durato quattro ore, è riuscito e tante persone all’esterno attendevano con trepidazione per avere notizie. Ciò a riprova del fatto che non tutti i Cinesi approvano certe pratiche inumane. È stato rimosso anche un anello uncinato che era stato ancorato alla pancia per assicurare la cistifellea alle pareti addominali!

Oliver ha trascorso serenamente quattro anni e mezzo della sua vecchiaia in una Riserva di Animals Asia ed è morto nel 2014. È diventato un simbolo di resistenza e di speranza. Egli incarna la sofferenza di migliaia di orsi sottoposti a questa pratica crudele.

I primi risultati si stanno ottenendo in Vietnam dove le cosiddette “fattorie della bile” sono finalmente vietate e moltissimi orsi della luna potranno essere accolti nelle riserve di Animals Asia, grazie alle donazioni provenienti da ogni parte del mondo. La maggior parte delle persone tuttavia non conosce la storia degli orsi della luna. Parafrasando il bel pensiero di Dino Buzzati possiamo dire che ci sentiamo tutti “poveri e tristi” al pensiero di tanti orsi sottoposti a un crudele trattamento e ci auguriamo che diventi solo una brutta storia da dimenticare.


https://www.giulianacorea.it