Animalismo

Pasqua, la Festa della Vita. Celebriamola con un bel massacro!

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04 Giugno 2025
La campagna di SOS Gaia contro il massacro degli agnelli per Pasqua
La campagna di SOS Gaia contro il massacro degli agnelli per Pasqua

Anticamente, per i Celti era la Festa della Vita. Per i cristiani ancora oggi rappresenta la resurrezione del Cristo, un passaggio dalle tenebre alla luce divina. Quindi un momento solenne di risveglio e di manifestazione della vita. E come celebriamo questo evento importante dal punto di vista simbolico? Ma ovvio: con un bel massacro!



In questo momento in cui tutti pensano alle vacanze pasquali, la macellazione non si ferma, è un’attività irrinunciabile. Ma non solo: la sofferenza degli agnellini è stata amplificata dalla proroga del tempo di sosta per il periodo pasquale, decisa dal Ministero della Salute. E non si sa se la proroga è stata abolita.

Non solo la macellazione non si ferma, ma vengono aggravate enormemente le condizioni di sofferenza degli animali destinati al macello.


La crudeltà dietro alla tradizione

La Circolare del Ministero della Salute a firma del Direttore Generale dott. Silvio Borrello introduce una grave deroga alle disposizioni di legge, consentendo la sosta degli agnelli fino a tre giorni nei piazzali del macello. Pertanto gli agnelli non solo sono stati sottoposti allo stress del viaggio, che li portava al loro triste destino, ma hanno dovuto sostare per 72 ore nei cortili attendendo di essere macellati.

"In previsione dell'incremento del numero di agnelli e capretti introdotti sul territorio nazionale e destinati all'immediata macellazione presso gli impianti designati e ricadenti in zone sottoposte a restrizione, si informa che, a far data dal 2 aprile e sino al 13 aprile incluso, è possibile estendere a 72 ore il tempo di sosta di questi animali in attesa di macellazione" recita la circolare del Ministero.

La macellazione è già di per sé una crudeltà, un crimine verso esseri senzienti senza colpa. Dopo una vita di sofferenza e costrizione, spesso gli animali negli allevamenti intensivi subiscono maltrattamenti anche negli ultimi momenti della loro vita. Nei mattatoi, gli animali sperimentano paura e dolore prima di morire: gli animali confinati nelle stalle dei macelli possono solo attendere il loro turno mentre vedono portare via gli altri e sentono le loro grida.

La campagna di AUFA (Artists United for Animals) su una immagine di Bruno Bozzetto che gentilmente ci ha concesso di usare
La campagna di AUFA (Artists United for Animals) su una immagine di Bruno Bozzetto che gentilmente ci ha concesso di usare

In questo dramma si inserisce la tragedia degli agnellini a Pasqua. In questi giorni decine di migliaia di agnellini e capretti sono stati strappati dalle madri, ammassati nei trasporti, e costretti ad attendere fino a tre giorni una morte violenta in luoghi di terrore e maltrattamento. Una crudeltà aggiuntiva, come se già non bastasse essere macellati.

Un vero e proprio film dell’orrore.

Secondo i dati ISTAT, gli agnelli macellati ogni anno in Italia sono passati da oltre 5 milioni nel 2002, a 2 milioni nel 2023. La tendenza di consumo è in netto calo, alla luce della presa di coscienza di sempre più consumatori. Tuttavia, restano tantissimi gli agnelli esposti a gravi sofferenze fin dalla nascita, durante il trasporto e al momento della macellazione.

Come tutti gli altri animali trasportati, anche gli agnelli sono esposti a gravissime sofferenze durante i lunghi viaggi cui sono sottoposti per arrivare in Italia.

Nei periodi pasquali, la richiesta di carne di agnello aumenta enormemente e si traduce in grandi flussi di animali che arrivano nei macelli italiani da Paesi come Ungheria, Romania, Spagna, e Francia dopo viaggi che durano varie giornate. Addirittura, dai dati dell'anagrafe zootecnica nazionale si vede che nel 2023, tra i Paesi di provenienza degli agnelli importati e macellati per Pasqua, figurava anche la Norvegia.

L'Italia è tra i primi importatori di agnelli vivi in Europa, e le lunghe traversate di questi animali sfuggono spesso ai controlli, che non sempre intervengono sulle frequenti e documentate irregolarità.

Le evidenze raccolte sulle strade italiane mostrano infatti che il trasporto degli agnelli è spesso non conforme nemmeno ai minimi requisiti imposti dalla legge.

Gli agnelli vengono strappati alle madri a poche settimane di vita e trasportati già a 30 giorni, stipati a forza in camion spesso sovraffollati, dove non riescono nemmeno a muoversi e non hanno accesso ad una lettiera adeguata, lettiera che non verrà mai cambiata durante il tragitto, in condizioni igienico-sanitarie molto scarse.

L'aria all'interno di questi camion non è sufficiente e si riscontra la presenza di beverini non idonei, poiché spesso per motivi di costo gli agnelli vengono caricati su camion progettati per altre specie, e rimangono quindi giorni interi senza bere.

Infine, spesso vengono trasportati animali di età diverse, anche se la legge impone di trasportare animali della stessa corporatura per impedire ai più grossi di schiacciare i più piccoli.

Nonostante la retorica del Made in Italy, in particolar modo applicata massicciamente dal Ministro Lollobrigida al settore zootecnico, in Italia arrivano moltissimi animali molto giovani e fragili: oltre agli agnelli e ai capretti, anche vitelli dalla Francia e suinetti dalla Danimarca e dall'Olanda, come riportato nel report della Corte dei conti europea.

Un agnellino con la sua mamma, esseri senzienti e intelligenti
Un agnellino con la sua mamma, esseri senzienti e intelligenti

Si tratta di animali esposti a lunghissimi viaggi, ancora piccolissimi, in condizioni di grave sofferenza. Spesso gli animali trasportati sono anche vittime di incidenti, come quello dove hanno perso la vita oltre venti vitelli, trasportati dalla Francia all'Italia, accaduto la scorsa settimana sulle strade piemontesi. Le indagini sono in corso, ma il motivo più probabile sembra essere un guasto tecnico del mezzo che ha causato un incendio.

Sul tema del trasporto di animali vivi (oltre un miliardo e mezzo trasportati sulle strade di tutta Europa ogni anno) è proprio stata presentata di recente dalla Commissione europea una bozza di nuovo regolamento che dovrà sostituire il reg. CE 1/2005, ormai obsoleto, come parte del pacchetto di riforme sulla tutela degli animali allevati che la Commissione si era impegnata a presentare entro il 2023.

La Commissione è in grave ritardo su tutte le proposte, e l'unica presentata sul trasporto di animali vivi risulta ancora insufficiente con gravi criticità da risolvere.

L’associazione SOS Gaia ha protestato contro il provvedimento con un comunicato in cui ha citato le parole di Enrico Moriconi, medico veterinario, già Garante dei Diritti degli Animali della Regione Piemonte: “Mantenere fino a tre giorni gli agnelli fermi prima della macellazione significa aumentare la loro sofferenza. La circolare del Ministero della Sanità modifica le regole della macellazione, ignorando le condizioni degli animali. Il viaggio è stress e quindi sofferenza e la sosta aumenterà la condizione stressoria e conseguentemente la sofferenza.”

Ma se si cercano i motivi alla base di questa violenza, ci si può chiedere come sia possibile tollerare questo stato di cose.

Sì, perché in molti casi c’entra la religione.

La tradizione di consumare l'agnello per Pasqua deriva dalla Pesach, la Pasqua ebraica. Infatti l'agnello fa parte dell'origine di questa festività. In particolare si fa riferimento a quando Dio annunciò al popolo di Israele che lo avrebbe liberato dalla schiavitù in Egitto dicendo "In questa notte io passerò attraverso l'Egitto e colpirò a morte ogni primogenito egiziano, sia fra le genti che tra il bestiame". Ordinando, così, al popolo d'Israele di marcare le loro porte con del sangue d'agnello in modo che lui fosse in grado riconoscere chi colpire col suo castigo e chi no. Proprio un bel messaggio di amore!

Un agnellino sacrificato per Pasqua (campagna ENPA)
Un agnellino sacrificato per Pasqua (campagna ENPA)

Con il Cristianesimo, il simbolo dell'agnello immolato per la salvezza di tutti diventa Cristo stesso e il suo sacrificio ha valore di redenzione. E si perpetua quindi l’usanza della mattanza, giustificando così l’uccisione di migliaia di agnellini senza colpa, se non quella di essere un simbolo.

Purtroppo quello della Pasqua non è l’unico esempio della crudeltà delle religioni verso le altre specie. Presso alcune culture come l’Islam e l’Ebraismo esiste la macellazione rituale, una pratica cruenta in cui le caratteristiche del procedimento di uccisione dell'animale sono riassunte nel termine Halal per i musulmani e Kosher per gli ebrei, pratica che non prevede lo stordimento preventivo.

L’animale, infatti, deve essere cosciente al momento dell’uccisione, girato su sé stesso con un mezzo obbligatorio di contenimento meccanico, e viene operata la recisione di trachea ed esofago, ma senza spezzare la colonna vertebrale, perché durante la procedura la testa dell'animale non si deve staccare.

Questa pratica, estremamente cruenta, è consentita in Italia solo se praticata in uno degli oltre 200 macelli autorizzati, ma non sono rari i casi di macellazione “familiare”, eseguita per festeggiare delle ricorrenze religiose.

In netta contraddizione con le pratiche feroci delle grandi religioni storiche è il significato antico della celebrazione. Presso i Celti la ricorrenza era chiamata Ostara e celebrava la rigenerazione della natura e la rinascita della vita, la cui data di celebrazione cadeva dopo il primo plenilunio successivo all'equinozio di primavera, usanza che è stata assimilata dalla Pasqua cristiana. Il simbolo della celebrazione era l'uovo cosmico, generatore del processo alchemico di vita, di evoluzione e della coscienza.

Un essere di altra specie che mi ha concesso la sua amicizia
Un essere di altra specie che mi ha concesso la sua amicizia

Peccato che le religioni che hanno attinto a piene mani dai simboli delle tradizioni precedenti, definite con il termine dispregiativo di “pagane”, non abbiano saputo conservarne anche l’infinito amore che esse conservavano e tramandavano verso la Natura, verso Madre Terra e tutti i suoi figli.

Le grandi religioni storiche parlano di amore, ma non risparmiano la sofferenza di migliaia di esseri senzienti macellati per… che cosa? Per una azione che dovrebbe essere il simbolo della redenzione di un dio che forse non è neppure mai nato? Chi glielo spiega, agli agnellini, che il loro sacrificio serve per l’assoluzione dei peccati? Quali peccati hanno commesso, gli agnellini?

Quando basterebbe una sola parola, da parte dei capi delle grandi religioni, per salvare milioni di animali!


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