Ambiente

Il Cuore caldo della Toscana

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04 Giugno 2025
L’ambiente brullo del Parco delle Fumarole nei pressi di Sasso Pisano
L’ambiente brullo del Parco delle Fumarole nei pressi di Sasso Pisano

La Valle del Diavolo è la più grande area geotermica dell’Europa continentale, si estende tra i comuni di Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina e Monterotondo Marittimo.

Prima parte



Introduzione

In questa Valle, dove il paesaggio è prevalentemente collinare, si possono ammirare i fenomeni endogeni del vulcanismo secondario: i vapori bianchi bollenti, le fumarole, i soffioni boraciferi, i lagoni, i geyser e i fiumi che dal sottosuolo escono in superficie. L’ambiente è indubbiamente suggestivo ma in alcune zone inospitale. Geograficamente è chiamata Val di Cecina perché si estende lungo il corso dell’omonimo fiume ma, nel tempo, le sono stati attribuiti svariati nomi: “Il Cuore caldo della Toscana”, “L’Aia del Diavolo”, “Le Terre del Fuoco”, “Le Colline del Vapore”, “Un Angolo d’Islanda in Toscana”, “L’altra Toscana”, “La Terra che Scotta” ed infine “Il Respiro del Diavolo”.

Nelle località dove sono dominanti i fenomeni endogeni, come nel Parco delle Fumarole di Sasso Pisano e nel Parco delle Biancane di Monterotondo Marittimo, la Natura è brulla e l’ambiente è di aspetto lunare; invece, dove l’energia geotermica rimane confinata nel sottosuolo e il terreno di origine vulcanica è molto fertile e ricco di sali minerali, la Natura è rigogliosa, incantevole ed evocativa.

Nei pressi di Canneto, la Riserva Naturale Protetta di Monterufoli – Caselli è ricca di biodiversità. Nell’habitat vive una splendida flora: orchidee selvatiche, macchie sempreverdi e boschi di querce, faggi, olmi, tigli e aceri che ricoprono buona parte del territorio; viceversa sono rare le zone aride e rocciose. Nella Riserva vivono anche molti animali: i rapaci, il lupo, i cinghiali, i caprioli, i daini e i mufloni. Infine, all’interno del bosco, tra cascatelle, piscine e pozze scorrono le acque incontaminate e balneabili del fiume Sterza.

Parco naturalistico delle Biancane
Parco naturalistico delle Biancane

Tra Volterra e Pomarance, in alta Val di Cecina, il Parco Naturale di Berignone è un paradiso di antiche foreste selvagge e di alberi sempreverdi. Nella selva di querce e nella macchia di cerri, lecci e corbezzoli vivono i fagiani, le lepri, i conigli selvatici, i daini, i caprioli e tanti altri animali; vi fluiscono le limpide acque del fiume Cecina che presso la Riserva di Pomarance diventa un profondo laghetto chiamato Masso delle Fanciulle: qui, nel periodo estivo, circondati da una stupenda oasi, ci si può tuffare per un bagno refrigerante.

Nella Valle del Diavolo le strade si inoltrano nel mondo incantato dei boschi senza intaccarne la magia e il visitatore può vivere il fascino della spettacolare vista delle colline che si susseguono,una dopo l’altra fino all’orizzonte, dove è appena percettibile il confine tra il verde dei prati e l’azzurro del cielo. In breve, lontano dal fastidioso frastuono della città, la Val di Cecina è uno dei posti più suggestivi del nostro Paese, laddove i residenti e i turisti possono percepire ed apprezzare il silenzio e un contatto diretto con il Cuore di Madre Terra.


La causa dei fenomeni endogeni

Il motore termico al centro della Terra è responsabile dell’attività geotermica dei vulcani e dei fenomeni endogeni.

L’attività geotermica è causata dalla risalita dell’estremo calore del nucleo del pianeta verso la roccia del mantello, che fonde e diviene magma: questo, a sua volta, sale verso l’alto e si infiltra tra le fenditure della crosta fino ad uscire dai vulcani. Il magma fuoriuscito prende il nome di lava.

La parte esterna del pianeta è rappresentata dalla litosfera, rigida e solida, che comprende la crosta terrestre ed è divisa in placche litosferiche, o zolle, che si muovono sopra il sottostante mantello composto da rocce parzialmente fuse chiamate astenosfera, anch’essa solida ma deformabile.

Le placche fredde e rigide si muovono sopra il mantello e possono allontanarsi l’una dall’altra, scorrere orizzontalmente oppure scontrarsi e scatenare il fenomeno geologico della subduzione, con la discesa verso il mantello della placca più densa. La placca che scende si riscalda e fonde parzialmente formando il magma, che risale dando origine ai vulcani, da dove fuoriesce come lava generando nuova crosta. Un processo ciclico necessario anche per rinnovare i minerali e la composizione chimica della superficie terrestre, come si può leggere in un articolo pubblicato il 7 giugno 2018 sulla Rivista online quantamagazine.org: Negli ultimi anni, geologi e astrobiologi hanno legato sempre più la tettonica a placche a tutto ciò che rende unica la Terra. Hanno dimostrato che l'atmosfera terrestre deve la sua longevità, le sue componenti e la sua temperatura incredibilmente stabile, non troppo calda ma neppure troppo fredda... al riciclaggio della sua crosta.

Geyser a Sasso Pisano
Geyser a Sasso Pisano

Riguardo ai movimenti delle placche c’è da aggiungere anche il fenomeno dell’orogenesi: si verifica quando si scontrano placche poco dense che non possono essere subdotte, per cui si accartocciano le une sulle altre modellando le montagne, le quali sono più alte in funzione di quanto è più lunga ed intensa la spinta tettonica. La catena montuosa dell’Himalaya è nata con questo processo.

L’Italia si trova in un contesto geologico attivo e fa parte della placca “Euroasiatica” – una delle dodici grandi zolle della litosfera – la quale, da quaranta milioni di anni, viene sospinta verso nord-est dagli spostamenti della placca “Adriatica” o “Adria”, che rappresenta un promontorio della placca “Africana”, staccatosi da quest’ultima milioni di anni fa. A causa di questi spostamenti la placca Adriatica si è incuneata nella penisola tanto che, dal punto di vista geologico, la Pianura Padana giace sul lembo settentrionale di questa placca risultando a tutti gli effetti territorio africano.

Nei punti di collisione delle placche Euroasiatica e Adriatica si sono formati a Nord le Alpi e nel Centro Italia gli Appennini. Dal sito ilmeteo.net, in un articolo del 7 giugno 2023 di Lorenzo Pasqualini dal titolo “Geologia, realizzata la 'TAC' della penisola italiana: due subduzioni in corso sotto l’Italia”, Irene Menichelli, dottoranda in scienze geologiche presso l’Università di Roma Tre in collaborazione con l’INGV, dice: “È stato possibile evidenziare come le Alpi derivino dalla subduzione della placca Europea al di sotto di quella Africana, mentre la placca Adriatica si immerge nel mantello terrestre al di sotto della catena appenninica”.

In Italia sono stati contati una settantina di vulcani, considerando anche quelli sottomarini, ma i più conosciuti ed ancora attivi sono l’Etna, lo Stromboli, i Campi Flegrei, il Vesuvio e l’antico vulcano laziale chiamato dei Colli Albani, oggi in stato di quiescenza. Tra i fenomeni endogeni sono conosciutissimi quelli della Valle del Diavolo e quelli dei Campi Flegrei.

Analizzando le caratteristiche della Valle del Diavolo, il magma risale fino a sette chilometri dalla superficie e le rocce plutoniche di granito a lento raffreddamento si trovano a quattro chilometri dalla superficie. Perciò il calore proveniente dal cuore di Madre Terra riscalda il territorio, mentre le acque delle falde a contatto con le rocce bollenti possono arrivare anche alla temperatura di 300°C.

I fluidi geotermici dei serbatoi sotterranei possono risalire in superficie se il terreno soprastante è costituito da rocce permeabili; altrimenti, se è argilloso, compatto ed impermeabile le acque delle falde rimangono intrappolate nei serbatoi, che devono essere individuati prima di scavare i pozzi per estrarle.

In definitiva, mentre i vulcani rappresentano il fenomeno geotermico più conosciuto ed impattante per via delle eruzioni di lava, in queste zone della Toscana sono abbondanti i fenomeni del vulcanismo secondario che conferiscono al paesaggio un aspetto impressionante e spettrale ma allo stesso tempo affascinante, irreale e selvaggio.

Non casualmente lo sfruttamento dei fenomeni geotermici dell’era moderna è cominciato nel 1812 a Larderello, frazione del comune di Pomarance, sito al centro dell’alta Val di Cecina.


I comuni della Valle del Diavolo e i fenomeni geotermici

Questo territorio si trova tra le province di Livorno, Pisa, Siena e Grosseto. Viene chiamato anche “Colline Metallifere” perché dal sottosuolo, oltre alle fonti dell’energia geotermica, sono estraibili diverse risorse minerarie, come ad esempio l’ematite, la pirite, l’allume, il rame, il ferro e lo zinco, già sfruttati dagli Etruschi.

Il Borgo di Montecerboli (Provincia di Pisa) è considerato la porta di accesso alla Valle del Diavolo. Di origine medioevale, è composto da poche abitazioni edificate sopra un enorme masso, isolato dalla vallata sottostante, che in antichità veniva chiamato Monte Cerbero, in ricordo del mitico guardiano dell’ingresso negli Inferi.

La placca Adriatica, promontorio della placca Africana, si è insinuata all’interno di quella Euroasiatica
La placca “Adriatica”, promontorio della placca “Africana”, si è insinuata all’interno di quella “Euroasiatica”. Grazie ai suoi spostamenti una striscia di territorio dello stivale, dalla Puglia alle Marche e la Val Padana fin quasi verso Torino, fa geologicamente parte del promontorio africano

Proprio nella valle sotto Montecerboli sono presenti i Soffioni boraciferi e i Lagoni. Nel 1818 l’imprenditore di origine francese Francesco Giacomo de Larderel attivò lo sviluppo industriale dei fluidi geotermici estraendone l’acido borico. Nel 1846, de Larderel fu nominato Conte di Montecerboli dal Granduca Leopoldo II il quale, in suo onore, impose il nome di Larderello alla sede del primo agglomerato industriale che si insediò nella vallata.

Come detto sopra, nella frazione di Larderello del Comune di Pomarance (Provincia di Pisa), cominciò lo sfruttamento dei Soffioni boraciferi e dei Lagoni.

I Soffioni boraciferi sono violente e continuative emissioni di vapore acqueo riscaldato tra i 150 e i 230°C, con la presenza di anidride carbonica, idrogeno solforato e acido borico.

I Lagoni, chiamati anche Bullicami, consistono in emissioni di fluidi caldi che si depositano negli invasi naturali, alimentate sia dalle sorgenti sotterranee, ricche di minerali disciolti, sia dalle piogge. La presenza di gas nei Lagoni provoca gorgoglii e sbuffi di acqua e i vapori possono lanciare i fanghi bollenti a distanza di decine di metri.

A Larderello, negli anni successivi, proseguì lo sviluppo dello sfruttamento dei fenomeni geotermici: nel 1904 il principe Piero Ginori Conti, in un esperimento pubblico, produsse per la prima volta energia elettrica accendendo cinque lampadine.

Ai giorni nostri la produzione elettrica è notevolmente potenziata e i vapori dei Soffioni di

Larderello non sono più visibili perché dirottati nelle centrali geotermoelettriche: tra queste, la Centrale Nuova Larderello 3 ma soprattutto la Centrale Valle Secolo che, con quasi 120 MW di potenza installata, è la più grande d’Europa.

Castelnuovo Val di Cecina e il borgo di Sasso Pisano occupano le colline metallifere di Pisa. Secondo alcuni storici è in questi luoghi che Dante trovò la giusta ispirazione per descrivere l’ingresso negli Inferi nella sua Divina Commedia.

In particolare nel borgo di Sasso Pisano, circondato da castagneti secolari, si possono ammirare gli svariati fenomeni del vulcanismo secondario.

Tra questi le Putizze, che esalano i vapori contenenti il gas idrogeno solforato, con il caratteristico odore di uova marce.

Le Fumarole, di origine idrotermale, consistono in emissioni gassose di vapore acqueo e di altri gas, la cui temperatura può partire da 100°C fino ad arrivare a 900°C: si infiltrano in piccole ma profonde fessure del suolo e al contatto con l’aria si raffreddano e si condensano diventando fumi. Per via del gran calore che risale dalle profondità il paesaggio del Parco delle Fumarole o “Aia dei Diavoli”, ha un aspetto brullo e spettrale.

In questo Parco ci sono anche le Solfatare, emissioni di gas e vapori sulfurei (acido solfidrico e anidride solforosa) che, quando si depositano sulle superfici delle rocce circostanti, compongono i cristalli di zolfo che possono crescere in poche ore.

Si manifestano anche le fuoriuscite intermittenti di getti di acqua calda e vapore dei Geyser, mentre quelli che si trovavano a Larderello sono progressivamente scomparsi con la perforazione dei pozzi per produrre elettricità. Quello dei Geyser è un fenomeno molto raro perché richiede condizioni geologiche e climatiche riscontrabili in poche zone del pianeta, come nella Valle del Diavolo ma, soprattutto, in Islanda e nel Parco Nazionale di Yellowstone, dove i getti d’acqua possono arrivare anche a parecchi metri di altezza.

Sasso Pisano
Sasso Pisano

A Sasso Pisano sono famosissime le acque termali, in particolare quelle “del Bagnone”, un impianto di origine etrusca di acque sorgive calde utilizzate a scopo terapeutico. Ancora oggi si può nuotare in tutte le stagioni nei benefici fluidi a 36°C, sia nelle nuove piscine edificate vicino alle antiche Terme, sia nei lavatoi recentemente restaurati.

Sempre a Sasso Pisano vi sono altre sorgenti: quelle del “Lagoncino”, i cui fluidi arrivano a 44°C ed escono vicino ad un piccolo soffione di vapori e gas; quelle del “Lavatoio dei Lagoni”, dove c’è un’antica vasca alimentata con acqua a 38°C; infine quelle della località “Podere il Bagno”, dove i liquidi arrivano a temperature tra 60° e 70°C, i più caldi della Toscana.

Infine, sita nel comune di Castelnuovo Val di Cecina, c’è una centrale geotermoelettrica di Enel Green Power che si chiama Sasso 2, un impianto storico ristrutturato nel 2009 con una potenza installata di 20 MW.

Monteverdi Marittimo (Provincia di Pisa) giace sopra un colle dell’alta Val di Cornia al confine con la Val di Cecina: la sua posizione vicina al Mar Tirreno viene considerata la naturale porta di accesso tra il mare ed i territori geotermici.

Monterotondo Marittimo (provincia di Grosseto) è ubicato nel cuore del Parco delle Colline Metallifere della Maremma Toscana, dove si trova il Geoparco Unesco delle Biancane, che ogni giorno regala manifestazioni endogene di ogni tipo. Il nome del Parco deriva dai vapori di idrogeno solforato o acido solfidrico, chimicamente aggressivi, che provengono dal sottosuolo ad alta pressione ed interagiscono con le rocce modificandone la composizione ed il colore. In particolare i vapori asportano gli ossidi di ferro dai diaspri che da rossi diventano bianchi, mentre il carbonato di calcio delle rocce calcaree diventa gesso.

Inoltre il Parco è abitato da particolari specie vegetali che crescono spontaneamente soltanto in questo microclima dominato dal calore della Terra, come la Quercia da sughero (Quercus Suber) ed il Brugo (Calluna Vulgaris), appartenente alla famiglia delle Ericacee.

A Monterotondo Marittimo c’è il Geomuseo delle Biancane o “MUBIA”, dove si parla di Madre Terra, della Geodiversità e della Geotermia. Nel museo viene illustrata la formazione dei minerali e delle rocce, vengono ripercorse le tappe della scoperta dell’acido borico, infine viene spiegato il metodo di estrazione dell’energia dai vapori bollenti.

Tra queste colline sono presenti anche i pozzi geotermici dai quali esce vapore ad alta entalpia, ad una temperatura superiore a 150°C, convogliato direttamente alle vicine centrali geotermiche. Nel lontano 1916 in questa località iniziò la produzione industriale di elettricità dal vapore di questi pozzi e gli operai che vi lavoravano edificarono il villaggio Lago Boracifero nei pressi dell’omonimo lago.

Proseguendo nel percorso della Maremma grossetana troviamo Montieri, la cui storia e cultura sono contraddistinte dal sottosuolo ricco di minerali: l’argento è stato estratto dall’epoca etrusca fino al XIV° secolo; il rame e la pirite sono stati estratti e lavorati dalla seconda metà del Settecento fino alla prima metà del Novecento.

Radicondoli (Provincia di Siena): dal 1972, grazie alla scoperta del “Soffionissimo”, o “Travale 22” (il Soffione più potente del mondo, che la stessa Enel ebbe difficoltà ad imbrigliare), è il secondo produttore di energia rinnovabile dopo Pomarance.

La cittadina si trova sulla collina di San Cerbone, tra la Val d’Elsa e la Val di Cecina, da dove si può ammirare il panorama delle colline metallifere senesi e dei boschi. Tra le attività di questo antico centro vi è anche quella dell’accoglienza del turismo geotermico.


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