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Alieni sulla Terra? Possiamo comunicare?

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09 Agosto 2014

L’UFO fotografato da George Adamski nel 1952 in pieno deserto dell’Arizona. La serie di fotografie sollevò molti dubbi e Adamski stesso venne accusato di ciarlataneria. Tuttavia, anni più tardi durante la missione dello Shuttle Discovery della NASA, il 13 settembre 1991 gli astronauti ebbero modo di fotografare un oggetto a forma di tazza rovesciata del tutto simile a quello di Adamski

È ormai un dato di fatto che gli alieni esistono e visitano la Terra stando in contatto con i più potenti governi del globo. Chi sono questi alieni e che cosa vogliono? È possibile attuare un tentativo di comunicazione personale al di là della cover up?


È possibile comunicare con gli alieni?

Prima di iniziare questa dissertazione la cosa apparentemente più logica da fare sarebbe quella di chiederci se esistano effettivamente gli alieni. Ma penso che questa sia ormai una domanda con una risposta più che scontata. Gli alieni esistono. Sussistono infatti molti casi che portano a credere che gli alieni esistano. Troppi per lasciarci suggestionare dai media dediti alla cover up. E non solo possiamo essere certi che esistono, ma c’è da credere che siano già sulla Terra, tra di noi, e da molto tempo.

Per non scivolare nel luogo comune fideistico dei fan dell’argomento, possiamo citare a nostro sostegno una serie di fatti concreti.

Possiamo citare la scoperta, da parte delle sonde della NASA, dei numerosi pianeti extrasolari esistenti nello spazio di cui molti risultano abitabili e che inducono a pensare a evidenti supporti per la comparsa di altra vita oltre che sul nostro pianeta. Possiamo citare gli astronauti delle varie missioni della NASA e della Russia nonché della Stazione Spaziale Internazionale che spesso sono testimoni delle evoluzioni di oggetti volanti sconosciuti. Possiamo citare il libro, sponsorizzato recentemente dalla NASA, in cui si dice che per abbreviare la ricerca degli alieni da parte del progetto SETI occorre guardare, oltre che allo spazio, anche agli antichi miti che parlano di creature celesti che hanno visitato la Terra.

Possiamo citare le recenti informazioni, giunte dagli archivi dell’FBI, che portano a considerare che il caso dell’UFO crash di Roswell negli USA e dei suoi piloti alieni è effettivamente accaduto. Possiamo citare le sorprendenti dichiarazioni del Primo Ministro della Federazione russa Dimidri Medvedev che ha affermato pubblicamente, e in più occasioni, che il Cremlino è al corrente che sulla Terra vi sono alieni che passeggiano tranquillamente, spostandosi tra i vari continenti.

Senza dimenticare le rivelazioni di Edward Snowden, l’ex agente della CIA oggi transfuga in Russia, che divulga i documenti riservati del Pentagono in cui si afferma che gli USA sono già da anni in contatto con creature aliene.


Dimitri Medvedev, Primo Ministro della Federazione Russa, ha rilasciato nel 2012 una dichiarazione al telegiornale “Nedelja” in cui ha ribadito la realtà della presenza degli alieni sulla Terra e ha dichiarato che il Cremlino è perfettamente al corrente dei loro spostamenti. Dichiarazione che ha ripetuto in altre occasioni pubbliche

A fronte di questa certezza, ossia che gli alieni esistono e che sono già tra di noi, considerando che probabilmente hanno stabilito contatti prioritari con i maggiori governi della Terra ci viene da chiedere se c’è la possibilità di avviare anche una nostra personale comunicazione con loro. Per nostra legittima curiosità e per dare ai loro antropologi dei dati più reali e meno manipolati sulle vicende del nostro pianeta e sulla sua vera storia.


Come comunicare?

Lo status quo del mondo maggioritario sembra aver creato una barriera culturale insormontabile tra gli abitanti della Terra e gli alieni, basata sulla mistificazione e sul dileggio mediatico. Soprattutto da parte degli USA che sembrano voler difendere tecnologie apprese proprio da un possibile contatto con altre civiltà aliene, come quella casualmente incontrata in occasione dell’incidente di Roswell. Tecnologie che gli USA potrebbero non voler condividere con nessuna altra Nazione della Terra per mantenere la loro egemonia politica e militare.

Ma chi sono in realtà questi alieni che visitano da millenni il nostro pianeta? Con chi abbiamo a che fare?

Sono sicuramente creature diverse dalla fisiologia umana, ma avendo a che fare con la stessa dimensione fisica ci potrebbe essere la possibilità di stabilire un possibile contatto. A meno che i loro sensi e la loro formulazione psichica non consentano loro di poter operare su dimensioni che il cervello della fisiologia umana impediscono di conoscere.

Dalle testimonianze raccolte dai soggetti che hanno avuto modo di incontrare creature aliene e dai media possiamo stabilire almeno quattro categorie di creature aliene:

- le creature morfologicamente simili a quelle umane (vedi il caso George Adamski);

- le creature di bassa statura e con un forte sviluppo del cranio (vedi il caso dei cosiddetti “grigi”);

- le creature rettiloidi (vedi il caso Pierfortunato Zanfretta);

- le creature di forme indefinibili.

È logico chiederci come la loro psicologia e la loro cultura possa rivelarli alla comprensione umana. Ovvero come creature dal comportamento bizzarro e imprevedibile oppure come identità estremamente sagge.

Possiamo anche chiederci se queste creature possano essere pericolose per le loro caratteristiche nei confronti degli esseri umani. Sia per la loro imponderabilità, per una loro innata aggressività oppure per una loro sterile visione materialista delle altre forme viventi, come quella umana, che possa portare a trattarci con la stessa logica con cui i vivisezionisti trattano le cavie da laboratorio. Oppure ancora, questi alieni potrebbero appartenere a qualche cultura teocratica che solca lo spazio siderale animata dalle proprie verità teologiche con il tentativo missionaristico di convertire o alla peggio di annientare gli “infedeli”.

Certamente con questa specie di cultura vivisezionista e teocratica non si potrebbe far altro che giungere ad uno stato di conflittualità permanente per difendere la continuità della specie umana e dei suoi valori.


Un confronto tra diverse intelligenze

Che genere di intelligenza aliena potrebbe manifestarsi al di là delle sovrastrutture mentali che conosciamo esistere negli esseri umani?

L’intelligenza è un valore assoluto che appartiene a ciascun individuo, ma che spesso viene ipotecata dalle credenze culturali che agiscono come imprinting sulla mente, e allora abbiamo la categorizzazione, sancita dalle varie religioni, in cristiani, islamici, buddisti, israeliti, ecc.


Kepler 186f, uno dei numerosi pianeti extrasolari scoperti nel 2014 dalla sonda della NASA Keplero. Il pianeta orbita attorno ad una stella con dimensioni e massa simili al Sole nella Costellazione del Cigno. Il pianeta si trova nella cosidetta “zona abitabile” e, secondo le rilevazioni spettroscopiche, sulla sua superficie ci sono oceani d’acqua

Alcuni ricercatori hanno avanzato l’ipotesi, seguendo quella di Giordano Bruno, che possano essere creature strutturalmente superiori all'umanità con sviluppate capacità extrasensoriali. Possiamo chiederci in questo caso che significato abbia la loro presenza sul nostro pianeta. Che cosa vengono a fare? E che cosa possono volere dal genere umano?

Sono antropologi alla ricerca di altra vita da studiare la cui presenza sul nostro pianeta sarebbe dovuta semplicemente ad una innata curiosità di voler capire il mistero della vita e della sua presenza nell’universo? Magari gli alieni viaggiano nello spazio, da pianeta a pianeta, semplicemente alla ricerca di possibili testimonianze spirituali.

Oppure si tratta di ricercatori vivisezionisti che sperimentano loro tesi scientifiche sulla specie umana considerata inferiore? Viceversa potrebbe trattarsi, nella migliore delle ipotesi, di membri di organizzazioni scientifiche e umanitarie di civiltà extraterrestri altamente evolute che cercano di emancipare il nostro pianeta?

Si potrebbe stimare che, a parte quello di natura conflittuale, un contatto di reciproca convenienza tra l’umanità e gli alieni possa avvenire su due piani essenziali:

1) lo sviluppo di scambio di merci e di materiale tecnologico, basato sull’intesa fondata su principi di matematica e fisica che tuttavia non porterebbe ad un effettivo interscambio culturale;

2) lo sviluppo di un reale interscambio culturale basato sulla capacità di comunicazione effettiva tra individuo e individuo, attuato al di fuori delle reciproche sovrastrutture culturali e religiose.

Un’esperienza che solamente la meditazione è in grado di realizzare, portando umani e alieni ad uno stato di consapevolezza pura e libera dalle sovrastrutture culturali. Ciò significherebbe, e sarebbe auspicabile, che oltre agli umani anche gli alieni conoscessero e praticassero questa disciplina dell’interiore quale elemento da mettere in comune.


Esempi di esperienze di contatto con gli Alieni

Per fare un esperimento concreto di contatto basterebbe tentare di attuarlo con gli alieni che convivono da tempo sul nostro stesso pianeta. Gli animali, anche se nella forma sono sostanzialmente diversi dagli umani, possiedono qualità intellettive e culturali inaspettate non ipotecate dalle sovrastrutture psicologiche e ideologiche che dominano gli umani.

Ma gli animali non rappresentano la sola possibilità per un contatto alieno. Esistono anche molti altri casi di contatto tra umani e alieni giunti dallo spazio che, per quanto possono essere occasionali, rimangono sempre emblematici.

La cronaca riporta i casi specifici di persone, di ogni parte del globo, che dichiarano di aver avuto contatti ripetuti con gli alieni. Dalla loro esperienza è sempre emerso il tentativo di un contatto benevolo da parte degli alieni che hanno cercato di trasferire le loro conoscenze ai terrestri. Una tipologia di contatto tuttavia molto controversa per via dei vari mistificatori in cerca di notorietà e spesso soggetta all’azione di disinformazione dei governi.


Edward Snowden, l’ex dipendente della CIA che ha trafugato documenti top-secret del Pentagono che affermano che il Governo degli USA è in contatto con gli alieni sin dal 1954. Il suo caso ha sollevato molto scalpore e l'opinione pubblica si è mossa contro il tentativo del suo arresto

Ma altri casi sembrano avvalorare la possibilità di un incontro spontaneo tra umani e alieni. Possiamo citare il caso dei Nativi nordamericani i cui sciamani testimoniano di aver ospitato nelle loro comunità, di volta in volta e per molti giorni, “fratelli” giunti dal cielo. Alcuni di questi alieni, secondo le loro descrizioni, avrebbero avuto sembianze antropomorfe simili a quelle umane, alti, dalla pelle chiara e dai lunghi capelli biondi.

Identiche testimonianze ci arrivano anche dagli anziani delle comunità di zingari sinti che hanno da sempre siti stanziali nelle grandi città europee.


Un caso di contatto storico: Magonia

Il fenomeno del contattismo non rappresenta comunque un fenomeno specifico del nostro tempo, e non può essere sempre attribuibile alla fantasia di qualche esaltato in cerca di notorietà, avendo anche precise radici storiche.

In un libello del 1670, dal titolo “Il conte di Gabalis”, l'abate francese Mountfaucon de Villary riporta che, ai tempi di Carlo Magno e Luigi il Buono, creature misteriose ma con sembianze umane discesero dal cielo a bordo di “navi aeree di mirabile struttura”. Gli uomini del tempo definirono queste creature con il nome di “silfi”, abitanti di “Magonia”, una misteriosa terra considerata patria degli spiriti detti “elementali”. Queste creature “prendevano con loro, sulle loro navi di cristalli, uomini e donne di ogni parte e li rimettevano a terra in vari luoghi del mondo”.

Quando ritornavano, i protagonisti di quelle insolite escursioni raccontavano tutti concordemente di aver volato nel cielo assieme a creature che parevano angeli, ma che sembravano essere più che mai esseri umani. L’abate riporta anche che il cabbalista-alchimista Zedechias aveva preso contatto con il “popolo dell’aria” e che alcuni di costoro gli promisero “le più grandi prove” in grado di spiegare la loro provenienza e parte della loro conoscenza delle scienze del cielo.

La cosa incuriosì la gente dell’epoca e le notizie dei rapimenti si diffusero in tutta Europa. Il contatto con i silfi diede vita a un movimento culturale, una sorta di “jacquerie” ispirata ai principi di libertà dell’Antica religione, ovvero del druidismo celtico, che rumoreggiava contro l’oppressione della Chiesa del tempo.

Questa reagì dichiarando che quanto veniva raccontato dagli uomini che ritornavano dai loro viaggi nel cielo andava contro i dogmi della fede e rappresentavano una palese manifestazione di eresia. La Chiesa incaricò pertanto la Santa Inquisizione di occuparsene, la quale prontamente li accusò di aver stabilito un patto con il diavolo, poiché non potevano esistere creature superiori all’uomo che non fossero angeli, e quindi avevano tenuto rapporti con il maligno che era riuscito ad ingannarli. Sostenne anche che quanti ritornavano portavano veleni che avrebbero distrutti i campi per portare la carestia e far morire di fame gli innocenti cittadini.

Lo stesso Carlo Magno, e successivamente suo figlio Ludovico il Pio, decretarono tremende pene per coloro che avevano contatti con i silfi e anche per queste creature, quando venivano catturate, considerandole dei “tiranni dell’aria”.

L’arcivescovo di Lione, Agobardo, scrive nel suo testo “De Grandine e Tonitrua” di essere stato testimone nel 840 d.C. della folla della sua città mentre stava linciando tre uomini e una donna che erano stati visti scendere da una “nave-nuvola” proveniente dalla regione aerea di Magonia. Li salvò con la sua intercessione presso le autorità ecclesiastiche convincendole dell’infondatezza della loro esperienza, portando i malcapitati ad essere risparmiati dal supplizio del rogo per essere incarcerati.


Una litografia del 1700 che mostra l’evento delle navi celesti di cristallo provenienti da “Magonia”. Erano pilotate dai “silfi” che accoglievano i contadini francesi per condurli in cielo. All’epoca Carlo Magno, e successivamente suo figlio Ludovico il Pio, decretarono tremende pene per coloro che ritornavano in terra

Le varie tradizioni druidiche del nostro tempo ricordano questi eventi e narrano che i sopravvissuti alla cruenta persecuzione della Chiesa entrarono in clandestinità e tramandarono alle generazioni successive i doni e le conoscenze ricevute dalle creature che li avevano ospitati sui loro vascelli. Nei “capitolari” di Carlo Magno sono citati molti casi dei contatti che i silfi prendevano con i suoi sudditi “per istruirli nella loro scienza”.


Canneto in Sicilia: un caso di contatto drammatico con gli alieni?

La bizzarria o l’imponderabilità del comportamento degli alieni lo si potrebbe evincere in quanto è accaduto a Canneto in Sicilia.

Nel 2003 a Canneto, frazione del comune di Caronìa in provincia di Messina, cominciarono a verificarsi fenomeni inspiegabili di vario genere che giunsero a coinvolgere in maniera drammatica gli abitanti della cittadina. L'elenco dei fatti inspiegabili è piuttosto vasto. Si andava da cellulari che si caricavano da soli oppure che si fondevano come neve al sole, a portiere delle auto che si chiudevano da sole imprigionando dentro gli occupanti, incendi spontanei di tessuti di divani, di arredi da bagno e di copriwater. Si verificavano anche incendi all'interno di auto posteggiate. Si osservava la combustione spontanea dei fili degli impianti elettrici delle abitazioni.
Il fenomeno proseguì ancora per molti anni, e continua tuttora ai giorni nostri. Tuttavia già nel 2007, dopo due anni di studi e rilevazioni, esperti e scienziati sull'incarico ricevuto dal Governo italiano presentarono a Palazzo Chigi un rapporto riservato che portava alla conclusione che Canneto di Caronìa era stata colpita da fenomeni elettromagnetici di origine artificiale, capaci di generare una grande potenza concentrata, fasci di microonde ad altissima frequenza, capaci di generare una grande potenza concentrata.

Parte del testo, secondo le indiscrezioni apparse sui media, riportò un incredibile scenario da guerra dei mondi. La causa dei fatti di Canneto veniva dichiarata imputabile a: "Tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre che potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate".
"Gli incidenti di Canneto di Caronìa", continuava la relazione, "potrebbero essere stati tentativi di ingaggio militare tra forze non convenzionali (ovvero non terrestri) oppure un test non aggressivo alieno mirato allo studio dei comportamenti e delle azioni in un indeterminato campione territoriale scarsamente antropizzato".
Nel dossier degli esperti si citavano a corredo della relazione numerosi avvistamenti di oggetti luminosi sulla zona, con le relative fotografie e la descrizione degli oggetti volanti.

La cosa più sorprendente fu tuttavia che la magistratura locale di Palermo avviò comunque una sua procedura di indagine allo scopo di stabilire se c’era stata connivenza tra le “forze aliene” e gente del luogo che aveva contribuito al loro operato di sperimentazione.

C’è da dire che l’area interessata agli eventi di Caronìa in passato era stata una zona di forte influenza culturale pagana dell’Antica religione che si ribellava alle imposizioni dei regnanti del tempo e che la Chiesa aveva provveduto a estirpare sanguinosamente. Rimanevano solo particolari riti annuali come quello delle due statue di giganti che venivano portate in processione per le contrade del luogo.

La Ecospirituality Foundation ebbe modo di mandare i propri inviati sul luogo dei fenomeni a raccogliere dati tra la popolazione locale. Da questo sopralluogo emergeva in effetti la possibilità che alcuni membri della comunità locale avessero qualche legame con gli alieni che stavano saggiando le difese terrestri.


Le navi celesti provenienti da “Magonia” raffigurate in un dipinto visionario del pittore olandese Hieronymus Bosch

Il caso era forse riportabile proprio agli eventi di Magonia, dove sia gli alieni che i terrestri, sopravvissuti al massacro perpetrato dalla Chiesa, non avevano dimenticato i loro legami di cittadini dell’universo?


Il caso emblematico di Adamski

Sono tanti i casi di contattisti che si sono avvicendati nel tempo, di cui alcuni più o meno credibili. Tra i tanti casi di “contattismo” che hanno caratterizzato gli ultimi decenni di storia dell’ufologia possiamo citare il caso di George Adamski come quello più significativo e completo sotto molteplici aspetti.

L’avventura di questo contattista ebbe inizio al tavolo di una planchette, com’era d’uso in molte famiglie degli anni ’40 e ’50 che si dilettavano in esperienze medianiche. Una tavoletta con delle caselle che riportavano tutte le lettere dell’alfabeto e i numeri da 0 a 9. I convenuti ponevano solitamente una tazzina da caffé rovesciata sulla planchette e mettendovi sopra tutti insieme l’indice della mano destra lasciavano che la tazzina andasse da casella a casella per dare risposte alle loro domande. Un semplice esperimento di natura “mesmeriana” dove, come avrebbe detto Gustav Jung, si instaurava un inconscio collettivo tra i partecipanti che muoveva le loro braccia all’unisono.

In una di queste serate che Adamski condivideva con i coniugi Bailey e Williamson, avendone abbastanza di interrogare anime di defunti, i convenuti avevano provato ad interpellare con quello strumento gli alieni per ottenere un possibile contatto. Dopo un po’ di tentativi si evidenziò una entità che disse di essere un alieno e che le sue capacità extrasensoriali lo avevano messo in contatto con il gruppetto che offriva un’attrattiva energetica utile.

Gli esperimenti continuarono per parecchio tempo sino a quando Adamski e i suoi amici, per ottenere una verifica sulla effettiva natura del loro interlocutore, chiesero sempre a mezzo della planchette di avere qualche riscontro concreto del loro contatto. Secondo quanto dice Adamski nella sua autobiografia, l’alieno comunicò a questo punto una serie di frequenze radio con cui parlare direttamente. La plachette venne dimenticata e il contatto proseguì con un ricetrasmettitore sulla banda dei 340/405 kilocicli.

Attraverso la radio Adasmki e i suoi amici ricevettero quindi vari messaggi a viva voce e in codice morse sino a quando non giunse l’invito a recarsi nel deserto dell’Arizona per un incontro diretto.

Di fronte alle reticenze dei suoi amici, timorosi per quanto avrebbe potuto accadere durante l’incontro con l’alieno, Adamski decise di recarsi da solo all’appuntamento che gli era stato preannunciato via radio dagli extraterrestri o presunti tali.

Sempre secondo la biografia scritta da Adamski, l’incontro avvenne al luogo prestabilito, il 20 novembre 1952, nel deserto dell’Arizona nei pressi della cittadina di Desert Center. Un oggetto a forma di coppa rovesciata scese dal cielo e si posò a pochi centimetri da terra sostenuta da una invisibile forza. Dalla navicella discese un alieno dalle fattezze umanoidi, dalla carnagione chiara e dai capelli lunghi e biondi che si mise a parlare con lui in perfetto inglese. Poco lontano dal punto dove Adasmki stava incontrando l’alieno, i suoi amici al riparo di una duna lo osservavano e seguivano l’accaduto con un potente binocolo. Questi in seguito furono i suoi più sicuri testimoni dell’avvenuto contatto.


La riproduzione litografica del ‘700 di una delle navi di cristallo provenienti da “Magonia”

Ma l’avventura di Adamski non finì qui. Il suo contatto con l’alieno continuò ancora per una serie di volte e Adamski raccontò che ricevette dall’alieno un messaggio di pace da consegnare a tutta l’umanità. Questo fatto lo portò ad iniziare una missione che gli fece incontrare rappresentanti di governi e di regnanti di tutto il pianeta. È leggenda il suo presunto incontro con il defunto Papa Giovanni XXIII che sarebbe avvenuto in Vaticano in udienza privata.

Tutta la vicenda risultò per gran parte dei media del tempo come una storia inventata di sana pianta, ma qualcosa dovette risultare vera, tant’è che alla sua morte George Adamski venne sepolto ad Arlington, il cimitero degli eroi di guerra che hanno fatto grandi gli Stati Uniti. Evento singolare che può portare a qualche riflessione, visto che Gorge Adamski non era un militare di carriera.

Evidentemente in qualche modo doveva aver contribuito alla sua Patria sino a ricevere un così importante riconoscimento postumo. Forse proprio il suo contatto con l'alieno del deserto dell'Arizona?

Sembrerebbe esserci una conferma sulla veridicità di questo contatto. Esiste un documento, datato il 3 Agosto 1956, del Centro Informazioni Aereotecniche della base USAF di Wright-Patterson, che dà la conferma delle segnalazioni da parte di un pilota militare delle evoluzioni di un UFO visto transitare sulla zona della cittadina di Desert Center proprio il 20 novembre 1952, il giorno del contato di Adamski.

Inoltre c’è la testimonianza degli astronauti della missione dello Shuttle Discovery della NASA che osservarono, il 13 settembre 1991, un oggetto a forma di tazza rovesciata, del tutto simile a quello descritto da Goerge Adamski, che stava abbordando la loro navicella.


Possiamo andare oltre la cover up e tentare un contatto personale?

Per avvicinarci al fenomeno della manifestazione aliena possiamo tentare la solita raccolta di dati reperibili sui media cartacei e sulle pagine del web per realizzare un data base in grado di offrire un profilo del fenomeno UFO, dall’antichità ad oggi, e degli alieni che sono tra di noi. Ma la nostra ricerca potrebbe finire qui e non tradursi mai in un’esperienza concreta, lasciandoci con la frustrazione di non riuscire a realizzare un effettivo contatto con le creature aliene che a quanto pare stanno visitando il nostro pianeta.

Ma perché a questo punto non tentare un contatto diretto? Magari riproducendo la prassi di contatto che portò Adamski all’incontro con l’alieno nel deserto dell’Arizona?

Magari prendendo a “giocare” con una planchette e rimanendo in attesa di una indicazione di coordinate radio.

Potremmo assolvere alla nostra curiosità personale e uscire dal massificato pianeta chiuso dalla globalizzazione in una esperienza individuale.

E forse potremmo anche avere l'occasione di contribuire a far conoscere meglio, fuori da ogni gioco di potere, le reali vicende e la storia antica del nostro pianeta.


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