Storia

La legge non è uguale per tutti…

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04 Ottobre 2022
Un disegno che raffigura lo sbarco di Colombo nelle Americhe e la presa di possesso delle terre dei Nativi (di anonimo)
Un disegno che raffigura lo sbarco di Colombo nelle Americhe e la presa di possesso delle terre dei Nativi (di anonimo)

…e neppure il crimine


Che cos’è un crimine? Da Oxford Languages: “Delitto di particolare gravità, efferatezza o vastità”.


E si distingue in:

  • Crimine di guerra, azione disumana commessa in periodo di guerra in violazione delle norme internazionali: eccidio di ostaggi e di prigionieri di guerra, maltrattamenti di feriti e malati.
  • Crimine di lesa umanità (o crimine contro l'umanità), il genocidio, la strage, la riduzione in schiavitù, la deportazione, la persecuzione di popolazioni civili o gruppi sociali per motivi politici, religiosi, razziali o culturali.

Da questa descrizione, definire un crimine sembra semplice. Eppure, come vedremo, il crimine, e di conseguenza le leggi che lo puniscono, sono soggetti a molteplici variazioni a seconda delle epoche storiche, della cultura, degli Stati di riferimento.


La Discovery Doctrine

Prendiamo ad esempio la Discovery Doctrine, una Bolla papale emanata nel 1452 da papa Niccolò V. Fu confezionata su misura per il re del Portogallo Alfonso V, con la quale il pontefice gli garantiva il possesso delle terre scoperte nell’Africa del Nord e affacciate sull’Atlantico. La Bolla fu poi estesa a Colombo per la conquista delle terre d’oltreoceano. Dopo lo sbarco a San Salvador, Colombo eseguì una cerimonia per “prendere possesso” della terra a nome del re e della regina di Spagna, Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia. Le terre scoperte erano considerate “res nullius” ossia terre di nessuno, anche se sopra di esse vi erano popolazioni autoctone che vi dimoravano.

Chief Wilton Littlechild, capo della Nazione Cree, durante un suo intervento al Forum sui Popoli Indigeni dell’ONU di New York
Chief Wilton Littlechild, capo della Nazione Cree, durante un suo intervento al Forum sui Popoli Indigeni dell’ONU di New York

Le “nuove terre” appartenevano per diritto divino al Sommo Pontefice secondo la convinzione che il papa, successore di Pietro e rappresentante di Cristo in terra, fosse signore di ogni cosa. I pagani, ossia chi era al di fuori del cristianesimo, non avevano diritto a nulla finché non riconoscevano la sovranità di Cristo e della Chiesa. La Bolla imponeva altresì l’obbligo dell’evangelizzazione degli indigeni, tuttavia, quando ad essi veniva rivolta in latino la richiesta di convertirsi al cristianesimo, essi non capivano la lingua e non potendo rispondere, venivano automaticamente considerati schiavi.

La Discovery Doctrine ha così consentito ogni genere di nefandezza e sopraffazione ai danni delle popolazioni native. Gli indigeni furono schiavizzati, sottomessi, depredati di tutto.

Per usare la definizione dell’Oxford Languages, qui rientrano il genocidio, la strage, la riduzione in schiavitù, la deportazione, la persecuzione di popolazioni civili o gruppi sociali per motivi politici e religiosi. Eppure questi crimini non solo non vennero mai condannati, ma tuttora la chiesa non ha mai ripudiato la Discovery Doctrine nonostante i Nativi l’abbiano chiesto più e più volte come atto morale in vari Forum che si sono tenuti all’ONU di New York.


La “Santa Inquisizione”

Le prove generali delle colonizzazioni vennero fatte in Europa con l’istituzione della “Santa Inquisizione”. Storicamente, l'Inquisizione nasce nel Concilio presieduto a Verona nel 1184 da papa Lucio III e dall'imperatore Federico Barbarossa, perfezionata poi da Innocenzo III e dai successivi papi Onorio III e Gregorio IX. L’intenzione era quella di reprimere il movimento cataro, diffuso nella Francia meridionale e nell'Italia settentrionale, e di controllare i diversi movimenti spirituali considerati eretici.

Crociati assediano i Catari (miniatura anonima)
Crociati assediano i Catari (miniatura anonima)

Nel 1252 Innocenzo IV autorizzò l'uso della tortura affinché gli eretici ritenuti colpevoli dall'autorità religiosa consegnassero all'autorità civile una confessione e denunciassero altri eretici.

L’Inquisizione è nota soprattutto per la caccia alle streghe: nei 300 anni che vanno dal 1450 al 1750, in Europa furono uccise sul rogo per stregoneria circa 30 o 40.000 persone. Parliamo di "persone" perché molto spesso, specie in alcuni paesi, a finire sul rogo erano anche gli uomini.

Sempre per usare la definizione dell’Oxford Languages, qui si prefigura la persecuzione di popolazioni civili o gruppi sociali per motivi politici, religiosi, razziali o culturali.

E invece, mentre nel XIX secolo gli Stati europei soppressero i tribunali dell'Inquisizione, lo Stato pontificio non solo non la soppresse, ma la mantenne con il nome di “Sacra Congregazione del Sant’Uffizio”, termine poi cambiato con l'attuale nome di “Congregazione per la Dottrina della Fede”.

Non solo: la discriminazione culturale verso le popolazioni che mantenevano le loro usanze, come i bretoni, gli occitani, gli irlandesi, i galiziani, gli scozzesi, si sono fate sentire ancora fino alla fine del secolo scorso, con la proibizione di usare la propria lingua o la messa al bando degli strumenti musicali tradizionali. Sembrerebbe, anche qui, “persecuzione di popolazioni civili o gruppi sociali per motivi politici, religiosi, razziali o culturali”.


E gli animali?

Oggi siamo di fronte al più grande olocausto della Storia: la schiavitù e lo sterminio quotidiano di miliardi di esseri senzienti.

L’Articolo 13 del Trattato di Lisbona dell’Unione Europea del 2007 afferma che gli animali sono “esseri senzienti”, sono capaci, cioè, di sensazioni e di sentire piacere e dolore come gli umani.

Dall’ Art. 13 del Trattato di Lisbona: “La legislazione dell’Unione in materia di benessere degli animali impone a proprietari e detentori di animali e alle autorità competenti di rispettare gli obblighi di benessere degli animali al fine di garantire loro un trattamento umano e di evitare di cagionare loro dolore e sofferenze inutili”.

L’immagine umiliante di un orso in uno spettacolo circense
L’immagine umiliante di un orso in uno spettacolo circense

La contraddizione è forte. Assistiamo ad un continuo massacro di creature innocenti in una logica impietosa che li vuole far apparire come oggetti da cui prelevare proteine e su cui condurre atroci esperimenti che allontanano le cure necessarie per la salute degli umani.

Questo a danno di creature senzienti, che provano emozioni come l'amore e la paura. Provano sentimenti condivisi tra di loro e con gli umani, tanto da farci orrore la possibile identificazione con la loro condizione.

Eppure la condizione degli animali su questo pianeta, in questo momento storico, rappresenta un emblematico casus belli che mette in evidenza come la società maggioritaria condizioni la libertà di tutti, sia umani che animali. Una società che ci impone il consumo di prodotti animali e la sperimentazione su questi stessi per opportunismo e ignoranza a favore dell'arricchimento di pochi.

Un’azione sconsiderata che provoca danni anche alla specie umana. Come ad esempio l'impoverimento delle risorse dell'acqua che finisce a servire i grandi allevamenti degli animali cosiddetti “da reddito” e da cui sopraggiungono le ricorrenti malattie virali che uccidono ogni anno migliaia di persone.

È ormai tristemente nota la sorte degli animali negli allevamenti intensivi, esseri senzienti fatti nascere per essere uccisi e macellati.

Ogni giorno vengono sacrificati 200 milioni di animali di terra per il cibo degli umani. Per quanto riguarda i pesci, 1 miliardo e 300 milioni di individui vengono sacrificati ogni giorno.

Eppure, nonostante sia stata inserita recentemente nella Costituzione italiana, Art. 9, la “Tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e la tutela degli animali”, gli animali non sono riconosciuti come entità giuridiche, pertanto la legge non li tutela e li considera alla pari di oggetti inanimati, come un’auto o un frigorifero.

Da tempo si parla di una legge che permetta la progressiva dismissione degli animali nei circhi, pratica incivile che non solo umilia animali come elefanti, cavalli, tigri, ma spesso l’addomesticamento avviene tramite tortura. Ma la proposta di legge, più volte presentata al Parlamento, sembra non decollare mai.

Per non parlare delle saghe, dei palii, dei combattimenti tra cani e tra mucche, queste ultime lontane anni luce dalla loro indole. C’è poi il sacrificio rituale degli animali, purtroppo tuttora praticato: la macellazione rituale degli animali è praticata presso gli ebrei e i musulmani, infatti la legge consente la deroga di uccidere l’animale e dissanguarlo senza prima averlo stordito.

Gli allevamenti intensivi sono tra le principali cause di inquinamento e deforestazione
Gli allevamenti intensivi sono tra le principali cause di inquinamento e deforestazione

Il tema è presente nella Storia fin dai tempi antichi. Il dibattito sull’identità degli animali e sul loro ruolo nella storia dell’uomo ha appassionato uomini di ogni tempo.

Già nell’età antica e in quella medievale vi sono stati grandi filosofi e personaggi storici che si sono distinti per la loro sensibilità verso gli animali e per la loro larghezza di idee, proiettata verso il futuro, che li collocava come precursori di un’era che avrebbe visto l’animalismo e l’antispecismo come uno dei dibattiti più cruciali dell’umanità.

Già nel 1789 Jeremy Bentham ipotizzò che la questione non fosse: “Possono ragionare?”, né: “Possono parlare?”, ma: “Possono soffrire?”

Portare aiuto alla condizione animale significa impostare i valori di una futura società più giusta e armonica dove non vi siano discriminazioni speciste e in cui tutti possano godere di valori improntati alla fratellanza, alla libertà degli individui e al godimento di una qualità di vita felice che sia in armonia con la Natura.

Oggi questo spazio di libertà non esiste neppure per la specie umana, costretta ad essere praticamente schiavizzata nella produzione di beni in surplus rispetto all'effettiva domanda, solamente per rispondere al gioco di capitalizzazione dell'alta finanza. Una situazione che toglie tempo libero agli individui e li distoglie dall'esercizio di una propria libera creatività.

Animali da reddito e umani sembrano essere coinvolti nello stesso destino.

L’umanità ha visto grandi battaglie di civiltà, come l’abolizione della schiavitù o la parità dei sessi, traguardi che in un passato non lontano sembravano irraggiungibili. La Storia dovrà inevitabilmente fare i conti con l’abominio compiuto ai danni degli animali e sarà la prossima grande battaglia che l’umanità dovrà affrontare per poter trovare dignità anche per la specie umana.


La Gayanashagowa e l’Ecospiritualità

In definitiva, il problema sta nell’antropocentrismo che ha determinato una grande frattura tra noi e l’ambiente che ci circonda.

La società maggioritaria, disegnata dalle grandi religioni storiche, è basata sull’antropocentrismo: l’uomo dominatore con il diritto di usare tutto il creato a suo piacimento. Questo sfruttamento delle risorse e degli animali sta provocando la sesta estinzione di massa che ha come causa una sola specie (mai successo nella storia dell’umanità): l’uomo. Gli allevamenti intensivi sono tra le maggiori cause di inquinamento, deforestazione, cambiamenti climatici. In pratica, stiamo andando incontro a una catastrofe.

Kenneth Deer, Mohawk Nation, parla della Gayanashagowa all’ONU di Ginevra
Kenneth Deer, Mohawk Nation, parla della Gayanashagowa all’ONU di Ginevra

Dal canto loro, esistono le società dei Popoli naturali, quei popoli che non sono stati assimilati dalle grandi religioni storiche e che vivono in contatto con la Natura intesa come loro riferimento di vita.

Bisogna sfatare il luogo comune secondo cui si pensa che vivano come dei primitivi. Sono perfettamente integrati nelle società in cui vivono ma mantengono i loro riti, le loro tradizioni e le loro società tribali.

Sono sistemi sociali basati sull’ecospiritualità, quindi sul contatto con Madre Terra e sul rispetto di tutto ciò che ci circonda, compresi il regno vegetale e gli animali.

Ne abbiamo un esempio nella “Gayanashagowa”: la Grande Legge della Pace della Confederazione Irochese che rappresenta ancora oggi la costituzione più antica del mondo ed è un modello per le democrazie moderne.

È convinzione comune che le moderne democrazie occidentali derivino, in maniera più o meno diretta, dall’Antica Grecia – in particolare l’Atene dell’Era Classica – e dalla Repubblica dell’Antica Roma. Tuttavia, secondo gli standard moderni, queste società non si potrebbero definire in alcun modo come democratiche: la maggior parte della popolazione non aveva potere decisionale, e molti non erano neanche considerati cittadini, il che equivaleva a non avere diritti. Le donne erano poco più che proprietà dei loro mariti, i bambini erano una proprietà, e la schiavitù era all’ordine del giorno.

La Gayanashagowa ha avuto una grande influenza sulle Costituzioni occidentali.

Nel 1988, il Congresso degli Stati Uniti approvò la Risoluzione 331, che “Riconosce il contributo apportato dalla Confederazione Irochese e dalle altre nazioni Indiane nella formazione e sviluppo degli Stati Uniti.” Benjamin Franklin, in particolare, aveva un rapporto comprovato con i rappresentanti della Confederazione.

La Gayanashagowa è una costituzione sovranazionale: riunisce infatti in una federazione nazioni differenti che, pur appartenendo allo stesso popolo, hanno differenze rilevanti (tra cui la lingua).

La missione della Gayanashagowa consiste nel dare un contributo per un mondo migliore, basato sulla pace, la libertà e la conoscenza. È il concetto dell’Ecospiritualità, ossia una filosofia di vita basata sulla consapevolezza che l’uomo non è il centro dell’universo, non può disporre del pianeta e di tutti gli esseri viventi come fosse il dominatore assoluto. Madre Terra vista come la nostra unica grande madre a cui dobbiamo rispetto. Così come devono essere rispettati tutti i suoi figli, a qualsiasi specie appartengano.



Articolo pubblicato da Mystery in History 30 settembre 2022 della Yume Editrice.

Si ringrazia la redazione di Yume per la gentile concessione. www.mysteryinhistory.it

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