Scienze

È possibile viaggiare attraverso il tempo?

Stampa
11 Marzo 2021
È possibile viaggiare attraverso il tempo?

Siamo apparentemente prigionieri della barriera del tempo. Eppure…


La nostra vita sembra essere inderogabilmente impostata sul proce­dere del flusso del tempo. Siamo nati, viviamo e moriremo. Prima di noi altre generazioni hanno vissuto la stessa esperienza.

Ciò che è avvenuto rappresenta il Passato, oramai non esiste più nulla, tutto si è trasformato negli eventi del Presente che rapida­mente fugge per divenire anch’esso parte del Passato. E noi ci pro­tendiamo verso il Futuro, un ente non ben definibile che però sco­priamo essere concreto e reale nel momento in cui lo viviamo con l’atto fuggente del nostro Presente.

E apparentemente non possiamo fare nulla per poterci sottrarre all’azione di questo flusso temporale.

Il Passato è il Passato, un guscio vuoto dell’esistenza vissuta dall’umanità vivo solo oramai nei ricordi o nella conservazione delle immagini della cultura mediatica.

Il Passato sembra non esistere più, integrato nel Presente che in­terpreta gli eventi nell’unica dimensione reale che possa esistere.

Da quando il lettore ha iniziato a leggere queste righe, adesso quello che era il suo Presente è divenuto il suo Passato, le righe ancora da leggere sono il Futuro incalzante e inevitabile a cui va incontro.

Può fermarsi nella lettura, ma il tempo, inesorabilmente al di là della sua volontà, lo trascina con sé verso un futuro ignoto, verso situazioni e condizioni che spesso sono imprevedibili oltre quanto ciascuno può immaginare, soggette ad un intersecarsi di infiniti eventi determinati dalle leggi della probabilità.



La dimensione spazio-tempo vissuta dall’individuo

L’unidirezionalità della “Freccia del Tempo”

Nel 1927, l’astrofisico Arthur Eddington coniò il termine “Freccia del tempo” per definire la costante del flusso ininterrotto del tempo in cui ci troviamo a vivere.

La freccia del tempo sembra essere inde­rogabile nella sua interpretazione. Essa si muove in una sola direzione e non si può tornare indietro, né si può prendere accelerazione sulla sua velocità e procedere verso il Futuro prima del suo manifestarsi concreto.

I limiti della velocità della luce sembrano determinare la natura dell’universo in cui viviamo. Nulla di quanto possiamo conoscere può superarla. L’universo stesso sembra essere imprigionato in questa lo­gica che la teoria relativistica ha tracciato impietosamente, distrug­gendo ogni possibile suggestione di poter esplorare altre dimensioni e soprattutto di poter tornare indietro o andare avanti nel tempo.

La dimensione temporale in cui esistiamo e ci troviamo “intrappolati” è stata rappresentata in maniera più che mai esauriente dallo schema del cosiddetto “cono luce”.

Un modello di esistenza co­struito sul diagramma cartesiano che mostra come la velocità della luce ci chiude in un ambito ben preciso in cui i fenomeni che cono­sciamo si possono manifestare e noi stessi possiamo esistere. Un am­bito determinato dalla costante della velocità con cui si propaga la luce.

Due coni rovesciati che si congiungono attraverso le rispettive punte. In quel punto di incontro c’è il nostro Presente, il qui e adesso, nel cono in basso c’è il nostro Passato, nel cono in alto c’è il nostro Futuro.

Al di fuori di questo sistema c’è quello che i fisici hanno chia­mato con il nome suggestivo di “altrove”. Un universo che, se mai esiste, noi non potremo mai visitare poiché siamo fatti di materia e siamo riferiti a fenomeni che sono specifici di quell’universo creato dentro ai limiti della costante di propagazione della luce.

Un universo tracciato dallo sviluppo degli eventi, mai fissi e determinati, che se nel passato sono evidenti poiché hanno tracciato i termini dell’esperienza personale dell’uomo e degli eventi della natura, nel Futuro sono aperti ad ogni soluzione probabilistica. Più è specifica la scelta e più sembra esserci autodeterminismo, più si accede ai grandi numeri e più ci si rende conto di appartenere ad un disegno globale che non riguarda solamente i destini dei singoli individui, ma un’azione fenomenica globale sull’intero universo.


Lo schema del “cono luce” quantistico che definisce la velocità della luce e il percorso delle “world lines”, le “linee temporali” probabilistiche

Nonostante tutto, il viaggio nel tempo è un sogno che accompagna l’uomo da millenni. Il desiderio di ritornare nel Passato per recuperare la perduta giovinezza, per rivedere persone care che sono venute a mancare, per correggere errori della propria vita che hanno segnato il presente. Oppure più semplicemente, per curiosità, per poter vedere com’era il mondo dei dinosauri, per assistere ai grandi eventi che sono ricordati dalla storia, per studiare le grandi civiltà antiche...


Il contributo della fantascienza

Molti scrittori di fantascienza hanno trattato con maestria il tema del viaggio attraverso il tempo e hanno sviluppato scenari temporali di ogni genere.

È un classico il romanzo di George Wells “La macchina del tempo”, in cui uno scienziato dell’epoca vittoriana si spinge alla scoperta del futuro, partendo dal suo ‘800 romantico e foriero di scoperte tecno­logiche, per trovarsi a incontrare una umanità decaduta, in ostaggio della violenza di semiuomini imbarbariti e antropofagi.

Non sono mancate naturalmente altre opere, romanzi e film, che hanno strappato via dall’apparente immutabilità dello scorrere della freccia del tempo per offrire una esperienza immaginativa dell’impos­sibile come può sembrare essere il viaggio nel tempo.

Possiamo ricordare due noti romanzi di science fiction quali “La fine dell’eternita” di Isaac Asimov e “Oltre l’invisibile” di Clif­ford Simak che affrontano il tema dei viaggi nel tempo e i suoi numerosi e affascinanti paradossi.


Il ricercatore inglese Stephen Hawking

Tra i film più noti sul tema dei viaggi nel tempo possiamo citare “L’uomo che visse nel futuro” con Rod Taylor che interpretava il romanzo di Wells; “L’uomo che cadde sulla Terra” interpretato da David Bowie, un ambiguo scienziato che arriva dal futuro di una terra assetata per agire sul presente e modificare il suo tempo nel futuro.

Fu un successo di pubblico anche la trilogia degli anni ‘80 di Robert Zemeckis, “Ritorno al futuro”, che aveva per interprete un ragazzino americano alle prese con uno scienziato bizzarro che inventa una macchina del tempo camuffata da automobile e finisce per spostarsi attraverso il tempo.

È stato un successo anche la serie dei film “Terminator” interpretati da Arnold Schwarzenegger che aveva per tema il tentativo, da parte dei robot intelligenti dominanti il pianeta nel futuro, di tornare nel passato per eliminare il capo della resistenza umana ancora fanciullo.

Il tema dei viaggi nel tempo ha ispirato negli USA anche l’uscita di molti telefilm che hanno trattato l’argomento in ogni sorta di prospettiva.

Possiamo citare: “Lost in time” dove vengono mostrate peripezie di due crononauti del nostro tempo che, dopo un esperimento con la macchina del tempo, si sono persi nelle epoche storiche senza poter più fare ritorno alla nostra epoca; “Seven Days” dove si racconta di viaggi compiuti indietro nel tempo da crononauti appartenenti ai servizi segreti americani con lo scopo di modificare il corso degli eventi in caso di attentati o di incidenti in cui sono coinvolte personalità di spicco della società planetaria. E l’indimenticabile serie Star Trek che ha affrontato molte volte questo tema e ha dimostrato in molti casi di precorrere i tempi della fisica moderna.


Le prospettive della scienza moderna

Tuttavia, oggi ci sono dei ricercatori che non si arrendono di fronte all’ipoteca della costante ineluttabile della freccia del tempo e cercano di tradurre il sogno del viaggio del tempo in una realtà concreta e tecnologicamente possibile.


La Freccia del Tempo, la barriera unidirezionale

La scienza sta rivedendo poco alla volta le sue posizioni ostraci­ste in merito e le prospettive della fisica quantistica consentono di avanzare ipotesi che la fisica newtoniana impediva di immaginare.

Sino ad oggi la teoria della relatività di Einstein negava la possibilità di muoversi nel tempo. Ma le nuove scoperte scientifiche stanno mettendo in crisi i paradigmi fisici su cui la stessa si sosteneva. Lo stesso limite invalicabile della velocità della luce sembra essere messo in discussione da nuovi esperimenti sul comporta­mento della luce e delle particelle subatomiche mostrando l’aspetto di un universo ancora più complesso di quanto rivelava la fisica relativistica.

Si può riflettere che proprio questa stessa apertura da parte della scienza potrebbe rappresentare la piattaforma di quelle basi teoriche che qualcuno nel futuro potrà utilizzare per costruire finalmente la macchina del tempo sognata da Wells.

Addirittura, si potrebbe avanzare l’ipotesi che se il futuro esiste già di per sé, come fenomeno temporale già posto davanti a noi, allora probabilmente questo qualcuno ha già potuto farlo. Forse, in questo stesso momento, sta già viaggiando nel tempo proprio grazie all’apertura scientifica e le basi teoriche impostate in questo presente.

In ogni caso, al di là di ogni possibile ipotesi, oggi il viaggio attraverso il tempo non sembra più essere una semplice speculazione filosofica senza fondamento scientifico.


“The Time Machine” film di fantascienza del 2001 diretto da Simon Wells. È ispirato all'omonimo romanzo di H. G. Wells di cui il regista è bisnipote

Oggi c’è una certa parte della scienza che si dichiara apertamente a favore della fattibilità del viaggio nel tempo e propone addirit­tura modelli teorici con cui costruire vere e proprie macchine del tempo.

Hanno iniziato a parlarne tre scienziati americani, Kip Thorne insieme a Ulvi Yurtsever e Robert Wald. Il primo è noto negli ambienti scienti­fici per aver scritto un poderoso trattato sulla relatività e insie­me lavorano a problemi di astrofisica relativistica.

In un loro lavoro comune, pubblicato dalla rivista specializzata “Physical Review Letteres”, i tre ricercatori hanno dichiarato che è possibile, in linea di principio, costruire una macchina del tempo.

Il loro lavoro si incentrava sulle possibilità offerte dai cosi­detti “wormholes”, tunnel quantistici che si snodano attraverso l’universo, che permetterebbero ad una astronave di spostarsi istan­taneamente tra più dimensioni temporali andando oltre al limite imposto dalla teoria della relatività di Einstein che nega per l’appunto la possibilità di viaggiare nel tempo.

Hanno fatto eco al loro lavoro alcuni ricercatori del LUTH (Laboratoire Univers et Théories) di Meudon, Francia, che hanno riba­dito la possibilità teorica dei viaggi nel tempo.

Sono poi intervenuti due scienziati israeliani, Amos Ori e Yakir Aharonov dell’Università di Tel Aviv, che hanno proposto la possibi­lità di costruire concretamente una macchina del tempo utilizzando le proprietà di un buco nero, costruendone appositamente uno, di dimensioni idonee, appena in grado di sovvertire il flusso unidire­zionale della freccia del tempo e quindi consentire ad una capsula tempo­rale e ai suoi “crononauti” di potersi spostare, a piacere, avanti e indietro nel tempo.


Lo schema di un “wormhole”. L’azione della massa gravitazionale consentirebbe di potersi spostare contemporaneamente nel tempo e nello spazio

È ben vero che c’è stata anche una parte della scienza che si è opposta a questa prospettiva, come l’astronoma Margherita Hack o il fisico Tullio Regge, entrambi scomparsi, che hanno dichiarato che la possibilità di costruire una macchina del tempo risulta in definitiva strampalata e senza fondamento poiché si tratta di andare contro il principio dell’entropia, ciò che sostiene ed evidenzia, appunto, l’unidirezio­nalità della freccia del tempo.


Il pensiero di Stephen Hawking

Di diverso parere sembrava essere invece uno scienziato della portata di Stephen Hawking (1942-2018) che insegnava fisica matematica a Cambridge, alla cattedra che fu di Isaac Newton.

La sua posizione è stata emblematica e manifestava il cammino e i metodi della scienza moderna. Il noto ricercatore era partito da una posi­zione personale molto contraria alla fattibilità dei viaggi nel tempo, sempre a causa del limite imposto delle costanti stabilite dalla teoria relativistica. Poi però, quale esponente della ricerca sullo sviluppo moderno delle prospettive impostate dalla stessa teoria relativistica, si è ricreduto per via delle nuove scoperte ed è divenuto uno dei più autorevoli assertori della possibilità di viaggiare nel tempo.

Secondo Hawking, viaggiare nel tempo non è più una utopia, né una semplice speculazione teoretica. Per Hawking i viaggi nel tempo sono possibili, “e potrebbero essere una delle una delle conseguenze dei rapidi viaggi interstellari”.


Louis-Sébastien Mercier pubblica nel 1771 il libro "L'An 2440, rêve s'il en fut jamais”, tradotto in inglese con il titolo di "Memoirs of the Year Two Thousand Five Hundred”, ovvero "Memorie dell'anno Duemilacinquecento”

Affermazione che probabilmente si riferisce al fatto che una astro­nave che combinasse contemporaneamente un salto nello spazio e uno nel tempo consentirebbe di poter viaggiare sulle lunghe distanze galattiche in modo tale da assicurare una sincronicità socialmente utile di eventi tra gli opposti interlocutori. Del resto, viaggiando in maniera convenzionale, secondo quanto prevede la teoria relativi­stica, i due interlocutori si troverebbero sfasati di millenni e ciò renderebbe nullo ogni tentativo di colonizzazione di altri mondi disabitati nello spazio o il contatto con eventuali altre civiltà aliene.

Approfondendo gli studi in materia, lo scienziato inglese ha con­cluso che enormi campi gravitazionali come quelli rilevati intorno a stelle collassate “possono invertire il flusso del tempo”. Il proble­ma sarebbe rappresentato dalla fattibilità di costruire un buco nero in laboratorio e soprattutto trovare l’energia necessaria per poter attivare il sistema e inviare un uomo attraverso il tempo.

Tuttavia, per Hawking questi non sarebbero stati problemi insormontabili. Addirittura, secondo il ricercatore, una certa branca della scienza moderna sarebbe “già oltre gli esperimenti concettuali”.

Per quel che si sa, all’epoca delle sue dichiarazioni, nel 1995, esperimenti sul viaggio temporale erano già in corso a Cambridge, l'Università dove operava Hawking, e al California Institute of Technology negli USA.


La NASA si prepara a fare viaggi nel tempo? Solo un problema di fondi?

L’affermazione di Hawking non può far altro che portarci a ritenere che qualche ente in grado di disporre dell’idonea tecnologia necessaria allo scopo, già nella nostra epoca, stia sviluppando esperimenti pratici sui viaggi nel tempo.


Il libro "El anacronópete", pubblicato nel 1887 dallo spagnolo Enrique Gaspar y Rimbau, che narra di un viaggio nel tempo

Forse militari o qualche ente specializzato come la NASA?

Non rimane che da chiederci quanto questi esperimenti siano andati “oltre” la fase concettuale.

In ogni caso, costruire una macchina del tempo, secondo quanto ribadisce lo scienziato Michio Kaku della City University di New York, comporterebbe una enorme fornitura di energia.

A questo problema rispose ancora Hawking sostenendo che la macchi­na del tempo non è affatto una utopia, relegabile al teorico, e che si può costruire benissimo anche in questo secolo a patto che i governi garantiscano i fondi necessari per portare avanti questa ricerca e ha dichiarato che “quello che serve è soprattutto una apertura mentale tale da esaminare anche le possibilità che potrebbero sem­brare troppo fantasiose”.

E in effetti questo sembra essere il solo vero problema attuale, determinato dai preconcetti di molti ricercatori che incapaci di rinnovarsi, tendono a un conservatorismo delle idee e invecchiano di conseguenza la scienza impedendole di portare l’umanità verso nuovi confini di conoscenza.

Oggi, ad esempio, nella comunità scientifica si è giunti final­mente a discutere sulla nuova possibilità teoretica di poter supera­re la velocità della luce, altro grande limite imposto dalle impli­cazioni della teoria relativistica di Einstein.

E in proposito si stanno conducendo positivi esperimenti di verifi­ca. Ma è certo che sull’argomento sono stati persi almeno una cin­quantina di anni di ricerche a causa dell’opposizione di una certa parte dei fisici di allora che, basandosi sui loro preconcetti in materia, hanno di fatto impedito di condurre gli esperimenti necessa­ri per la verifica delle nuove teorie.

Gli stessi esperimenti che invece oggi cominciano a lasciare intravedere nuovi e promettenti comportamenti delle particelle dette “superluminali”.

Una scoperta che può aprire anche nuove prospettive di applicazio­ne nel campo dei viaggi del tempo.


Dal libro postumo di Giancarlo Barbadoro, di prossima pubblicazione: “Viandanti del Tempo”, Ediizioni Triskel.


www.giancarlobarbadoro.net