Scienze

Alla conquista del Sole, la Nasa realizza un sogno inseguito da mezzo secolo

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12 Settembre 2017
 Il viaggio spaziale
Il viaggio spaziale

Missione senza precedenti della Nasa: volare dentro l’atmosfera dell’astro sfidando una temperatura di 1.400 gradi. «Scopriremo l’origine del suo calore»


La Nasa realizza un sogno inseguito da mezzo secolo: avvicinarsi al Sole, quasi sfiorarlo per carpire i segreti dell’astro da cui dipende la vita sulla Terra. Il 31 luglio 2018 partirà da Cape Canaveral la sonda Parker Solar Probe. Ha le dimensioni di un’automobile e dovrà avvicinarsi fino a 5,9 milioni di km dalla superficie, la fotosfera, bersagliata da un calore 500 volte più intenso di quello che riceviamo sulla Terra.

Qui si nasconde infatti un grande mistero, quello dell’atmosfera, la corona che avvolge il Sole, la quale passa da una temperatura nei primi strati bassi di 6 mila gradi sino a 5 milioni di gradi poco più in alto. «Che cosa provoca l’improvviso innalzamento a soli duemila chilometri dalla superficie? - si chiede Marco Velli, l’astrofisico italiano parte della missione al Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa. - Quale è il meccanismo che trasferisce energia dissipandola nella corona? E come e in che modo il plasma caldissimo sfugge all’astro generando il vento solare?».

A queste domande cercherà di rispondere la sonda da 1,5 miliardi di dollari, per la prima volta battezzata con il nome di uno scienziato vivente, Eugene N. Parker dell’Università di Chicago.

Nel 1958 Parker aveva previsto l’esistenza del vento solare confermata quattro anni dopo dalla sonda Mariner-2 della Nasa. «Sono molto onorato dall’essere associato a questa eroica missione scientifica», ha commentato lo scienziato consapevole dei rischi che il veicolo spaziale affronterà (sarà il più veloce costruito dall’uomo: 200 chilometri al secondo).

Finora, nonostante le aspirazioni, non si era riusciti a costruirne uno per le difficoltà tecnologiche che comportava. Negli anni Settanta, Giuseppe Colombo dell’Università di Padova e ricercatore al Jpl aveva calcolato le orbite adeguate che la sonda doveva seguire per arrivare a destinazione.

E proprio seguendo questa impostazione, che sfrutta le forze gravitazionali di alcuni pianeti, la Parker Solar Probe riuscirà a lambire da vicino l’atmosfera solare. Uno schermo e potenti sistemi di raffreddamento la proteggeranno dalla temperatura di 1.400 gradi alla quale si riscalderà. E per 24 volte ne attraverserà la corona.

L’attività del Sole condiziona i ritmi del nostro pianeta e i flussi di particelle che spara durante le eruzioni provocano interruzioni nelle telecomunicazioni e nelle reti elettriche. Capire l’origine di questi fenomeni ci aiuterà anche a proteggerci meglio.


(Dal Corriere della Sera del 1° giugno 2017 – Per gentile concessione dell’Autore)


Giovanni Caprara, giornalista e scrittore, è responsabile della redazione scientifica del Corriere della Sera