Scienze di Madre Terra

Viaggio in un mondo sconosciuto

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07 Luglio 2020
Cortina stalattitica nelle grotte di Borgio Verezzi
Cortina stalattitica nelle grotte di Borgio Verezzi

Speleologia: in contatto con il cuore del pianeta - Seconda parte


Mi trovavo a Pietra Ligure per le vacanze pasquali e un manifesto appeso in un bar catturò la mia attenzione, vi era la fotografia di un bellissimo lago sotterraneo con la scritta “Visitate le Grotte di Borgio Verezzi”. Il giorno dopo salii sulla bicicletta e raggiunsi l’ingresso delle grotte. Il biglietto costava 500 lire che allora non erano poche! Ma ne valse la pena!  La visita durò circa un’ora e rimasi incantato da quello che vidi: Stalattiti di varie dimensioni, stalagmiti enormi, colonne, drappi… e laghi sotterranei di acqua cristallina. Sembrava di rivivere alcuni luoghi descritti da Jules Verne nel suo libro  “Viaggio al centro della terra”. Fu un’emozione, quello che avevo visto, si scolpì indelebilmente nella mia mente.

Il giorno dopo tornai, feci un altro biglietto e rivisitai ancora quella meraviglia, e questo accade ancora e ancora. Un uomo con una folta barba che stava alla biglietteria della grotta notò il mio grande interesse e iniziammo a parlare, e alla fine mi disse: “Vieni qua stasera dopo la chiusura con scarponi e abiti che si possono sporcare… ti porto a fare un giro dove i turisti non possono andare”…. Fu gioia allo stato puro, quell’uomo era Giovanni Dentella lo scopritore di quelle grotte! Da lì nacque una profonda amicizia che dura ormai da quarant’anni. Lui se ne è andato l’anno scorso ai primi di Maggio, ma anche se non c’è più per me rimane sempre un grande amico.

Giovanni Dentella, scopritore delle grotte di Borgio Verezzi
Giovanni Dentella, scopritore delle grotte di Borgio Verezzi

Mi portò quindi in quei luoghi della grotta ove soltanto gli speleologi potevano accedere e mentre percorrevamo quegli accidentati percorsi Giovanni continuò a spiegarmi la storia della grotta, come fu scoperta, ma soprattutto come si formarono e come si stanno ancora formando le splendide concrezioni presenti in quel tempio naturale. Mi sembrava veramente di essere in viaggio verso il centro della terra. Dopo quella visita ne succedettero molte altre ancora. Ancora oggi quando vado a far visita in quei luoghi magari accompagnando qualche scolaresca le emozioni e i piacevoli ricordi tornano a riaffacciarsi dal profondo della memoria.


Per meglio comprendere le righe successive occorre dare uno sguardo d’insieme al territorio nel quale le Grotte di Borgio Verezzi si sono formate facendo particolare attenzione all’aspetto idrogeologico. La presenza di un solo litotipo (i calcari Dolomici del Trias) impone alle acque sotterranee un’unica modalità di trasferimento verticale, quella lungo le numerose fratture della roccia. Essendo infatti la Dolomia più rigida e, di conseguenza soggetta a fratturarsi, all’interno della massa rocciosa si formano facilmente diaclasi (fratture) lungo le quali l’acqua raggiunge rapidamente il livello di falda.


Cannule, dette anche spaghetti
Cannule, dette anche “spaghetti”

In realtà non sarebbe corretto usare questo termine in quanto, parlando di falda, si presuppone la presenza di roccia porosa satura, mentre qui l’acqua riempie semplicemente i vuoti dati da accidenti tettonici locali; meglio sarebbe parlare di acqua di fondo la cui superficie è posta a pochi metri sul livello del mare e spesso sfiora quella topografica. Basta osservare il livello dei laghetti all’interno della Grotte di Borgio Verezzi per accorgersi che esso coincide con quello delle altre grotte non turistiche o dei numerosi pozzi privati e che tale livello subisce oscillazioni di quota stagionalimoderatamente influenzati dalle precipitazioni. Quanto descritto testimonia che nel sottosuolo di Borgio Verezzi esiste una vasta area satura che raccoglie le acque dell’intero vallone attraverso una notevole zona di areazione a trasferimento verticale totalmente secca.


La variazione continua del livello dell’acqua, dalle grandi fasi climatiche alle piccole oscillazioni stagionali, ha generato le Grotte di Borgio Verezzi. Infatti, ad ogni aumento o diminuzione di quota del livello saturo corrisponde una maggiore o minore spinta idrostatica, quella forza invisibile ma significativa che l’acqua esercita sulle masse rocciose e che ha come conseguenza quel fenomeno di collasso degli strati rocciosi ben visibile visitando le grotte.

Fu proprio a causa dei fenomeni sopradescritti che all’interno delle colline borgesi avvenne un distacco o meglio una frattura suborizzontale che generò un primo vasto vacuo. Questi furono gli eventi che portarono alla speleogenesi della grotta a noi oggi ben nota. All’inizio la neocavità era spoglia; non esisteva nulla di quanto possiamo osservare al suo interno ai giorni nostri. Ma, dall’esterno, le precipitazioni meteoriche, infiltrandosi attraverso piccole fessure e penetrando nella roccia carbonatica, iniziavano il loro lento ed incessante lavoro.


Bisogna innanzitutto puntualizzare che le rocce carbonatiche sono costituite per la maggior parte da Carbonato di Calcio (calcare) e che l’interazione tra la roccia e l’acqua è fondamentale per l’innesco del meccanismo speleogenetico.

L’acqua piovana, oltre ad arricchirsi di anidride carbonica nell’atmosfera, assorbe anche quella presente nel suolo prodotta da microrganismi e piante raggiungendo così concentrazioni centinaia di volte superiori al normale, caratteristica questa che la rende aggressiva nei confronti del carbonato di calcio. 

Le eccentriche, tipi di concrezioni che durante il loro accrescimento sfidano la legge di gravità
Le “eccentriche”, tipi di concrezioni che durante il loro accrescimento sfidano la legge di gravità

Penetrando attraverso le rocce, l’acqua discioglie il carbonato di calcio fino a saturazione, cioè alla condizione di equilibrio, condizione in cui non vi è né corrosione né concrezionamento (deposizione). Quando l’acqua, invece, arriva finalmente a fare il suo ingresso nella grotta cambia le sue caratteristiche, subisce cioè una diminuzione di pressione e, pertanto, libera anidride carbonica sovrasaturandosi. A questo punto lascia precipitare una certa quantità di carbonato di calcio che si deposita cristallizzandosi. Ciò può avvenire anche per innalzamento della temperatura, cosa frequente in grotta nei pressi degli imbocchi, ma insignificante in profondità.


I tipi di concrezione che si possono ammirare nelle Grotte di Borgio Verezzi presentano una ricca varietà di forme e colori. Prima di iniziare la trattazione della tipologia delle principali formazioni minerali, è d’obbligo soffermarsi sulla loro policromia. Ben visibile in questa magnifica cavità, la policromia è una delle caratteristiche che la colloca, secondo gli esperti, tra le grotte più colorate d’Italia. Si nota infatti, a volte entro uno spazio limitato, a volte in una stessa concrezione, una vasta gamma di colori: dal bianco del calcare più puro si passa al rosso brunito degli idrossidi di ferro, mentre le calde tonalità del giallo della limonite contrastano con il grigio del manganese. Questa singolare peculiarità si spiega con la presenza di piccole parti di minerali accessori (limonite e altri idrossidi) presenti nella roccia attraversata dalle acque di percolazione.


Grotte di Borgio Verezzi: stalattite con idrossidi di ferro
Grotte di Borgio Verezzi: stalattite con idrossidi di ferro

Come noto nelle grotte si possono distinguere concrezioni di parete, di soffitto e di pavimento, a seconda del punto in cui esse si formano. Considerando le concrezioni che si originano sul soffitto, nel caso in cui la goccia scaturisca sulla volta staccandosi e cadendo direttamente al suolo, ci troviamo di fronte a stalattiti singole o, nel caso in cui l’acqua provenga da una fessura, osserveremo la formazione di cortine. Le concrezioni di soffitto più diffuse che ammiriamo nelle Grotte di Borgio Verezzi sono due: le stalattiti e le eccentriche; tra le stalattiti si distinguono le stalattiti vere e proprie e le cannule, dette anche comunemente “spaghetti”. La formazione di questi due tipi è simile; l’elemento che le differenzia è la velocità di distacco dell’acqua. Se essa è sostanzialmente lenta si ha la stalattite vera e propria; man mano che aumenta si hanno stadi di spessore via via più sottili fino a giungere alla cannula, un tubicino cavo composto da carbonato di calci. Superata anche la velocità di formazione delle cannule non si ha più alcuna concrezione di soffitto. Alla categoria delle “eccentriche” appartengono quei tipi di concrezioni che durante il loro accrescimento sfidano la legge di gravità. Questo fenomeno accade nei seguenti casi: quando una stalattite è sottoposta a ventilazione notevole e costante; quando intervengono geminazioni macrocristalline di Calcite o Aragonite; quando, a causa del canalicolo di alimentazione estremamente sottile e del lunghissimo tempo di ritenzione della goccia (che praticamente non deve quasi mai staccarsi), i microcristalli che si accrescono all’interno della goccia stessa non subiscono l’effetto della gravità e possono assumere direzioni del tutto casuali….

Le altre forme di concrezioni saranno descritte nei prossimi articoli… l’avventura continua!


2 - continua


Viaggio in un mondo sconosciuto - prima parte