| Recensioni |
Viandanti del Tempo |
 |
| 07 Giugno 2022 | |||||||
Il viaggio infinito di Giancarlo Barbadoro tra scienza, filosofia e mitologia
“Viandanti del Tempo” è la nuova opera presentata al Salone Internazionale del Libro di Torino 2022, uscita postuma di Giancarlo Barbadoro, ricordando che l’autore è scomparso, o meglio, è andato in viaggio temporale dove non si conoscono confini alcuni nel 2019. Ma prima di iniziare il suo viaggio nell’infinito spazio che non ha ore, né giorni, né tempi, ha lasciato alla sua compagna di vita Rosalba Nattero un opera da tramandare, un gioiello letterario tra scienza, mitologia e filosofia. Un libro che passo dopo passo, pagina dopo pagina, ti coinvolge portandoti a farti mille domande: ma qual è il tempo in cui viviamo? Siamo già nel futuro? E se fossimo menti di un altra dimensione che sono appena tornati in un passato? In effetti Barbadoro spiega come il viaggio nel tempo non appartenga solo ai grandi film di fantascienza, ma rappresenti una tangibilità in cui i migliori scienziati di questo mondo si stanno da anni confrontando per arrivare a definire lo spazio-tempo. Se è vero che molti film hanno dato il via alle fantasie più avventurose, è altrettanto vero che già nei tempi dei tempi Virgilio nelle sue Georgiche scrive: “ma fugge intanto, fugge irreparabilmente il tempo”, un modo per dire come l’essere umano da sempre insegue il tempo guardando al futuro ma spesso ricordando il passato vorrebbe fuggire in realtà da un tempo che lo insegue. Sono 193 pagine che si fanno inseguire senza sosta dove gli approfondimenti e le ricerche di Barbadoro riescono a portarti sino ai confini della realtà per immergerti nel più grande sogno dell’uomo ovvero il potersi spostare attraverso le barriere spazio-temporali.
“Viandanti del Tempo” non è un trattato scientifico ma una sorta di guida per capire meglio la dualità che esiste tra spazio e tempo. Come dice Barbadoro, l’uomo è padrone dello spazio, può misurarlo, può muoversi in tutte le direzioni che vuole e può costruire macchine che possono muoversi dentro di esso a velocità sempre maggiori. Tutto ciò al contrario dello spazio, infatti il concetto tempo appare come una dimensione difficile da definire e da percepire, apparentemente astratta e inafferrabile, affidata allo scandire degli orologi per essere quantificata. Ma l’autore si chiede nel suo scritto: è possibile viaggiare attraverso il tempo? Molti sono i contributi che la fantascienza, i film e i romanzi hanno cercato di dare a questo quesito. Uno dei classici è il romanzo di George Wells “La macchina del tempo” o “La fine dell’eternità” di Isaac Asimov, mentre tra i film più noti l’autore ricorda “L’uomo che visse nel futuro” con Rod Taylor proprio tratto dal romanzo di Wells. Come non ricordare “L’uomo che cadde sulla terra” interpretato da David Bowie o la famosa trilogia di Zemeckis con “Ritorno al futuro”.
Ma la ricerca di Barbadoro si addentra poi nel fenomeno del tempo nella cultura dei Celti tra lo Shan e l’illusione del tempo presente e la storia.
Nel libro si narra della mitologia vichinga in cui Odino era il signore degli Dei che dominava sul tempo, e riporta una leggenda irlandese che narra di Ossian, l’eroe che viaggiò attraverso il tempo, sino ad arrivare al Druido Erdrado che viaggiò nel futuro. Racconti e leggende racchiuse in questo libro che si muove in più direzioni tra l’interpretazione quantistica della natura del tempo fino alla sua manipolazione gravitazionale, dalla Nasa che progetta viaggi nel tempo con la costruzione di un minibuco nero in laboratorio al tentativo di realizzare un wormhole artificiale. Per concludere, due curiosità contenute in questa opera segnalandovi le pagine 131 e 132. A voi scoprirle, rimarrete senza parole e con mille pensieri. È sicuramente un libro coinvolgente che vi porterà a porvi mille domande e farà viaggiare la vostra mente in più dimensioni mettendo in discussione la nostra percezione ordinaria della realtà sino a spingerci alla ricerca di una conoscenza più completa di noi stessi e dell’universo.
|
