Misteri

Pasqua, tra simbolismi e antichi misteri

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14 Aprile 2017
 In occasione della Pasqua ortodossa all'interno della cripta della deposizione si verifica il misterioso fenomeno del "Fuoco Sacro". Una serie di fiamme che compaiono all'improvviso con cui il patriarca accende le sue torce che trattengono un fuoco che non brucia. In breve il fuoco che non brucia viene distribuito tra tutti i pellegrini
In occasione della Pasqua ortodossa all'interno della cripta della deposizione si verifica il misterioso fenomeno del "Fuoco Sacro". Una serie di fiamme che compaiono all'improvviso con cui il patriarca accende le sue torce che trattengono un fuoco che non brucia. In breve il fuoco che non brucia viene distribuito tra tutti i pellegrini

Intorno alla celebrazione della resurrezione della divinità cristiana oltre all'intrecciarsi di interessi politici si rende evidente la manifestazione di una tecnologia dimenticata che rivela un inequivocabile caso di Oopart


Pasqua, festa di resurrezione e di morte

Per il cristianesimo la figura del Cristo è un elemento centrale poichè è considerata la manifestazione della presenza di Dio in Terra, sancita propriamente dalla sua resurrezione dopo essere morto sulla croce ad opera dei romani del suo tempo.

Dopo la sua morte, il suo corpo esanime sarebbe stato raccolto dai suoi seguaci e sarebbe stato messo, nell'anno 33 o 34, dentro ad una cripta nella roccia in un luogo posto fuori delle mura di Gerusalemme protetta da una pesante pietra di ingresso.

Secondo la credenza cristiana, nel terzo giorno dopo la sua morte i suoi seguaci constatarono che la pietra era stata spostata di lato e che nella cripta era scomparso il suo corpo quale prova della sua resurrezione. A dare testimonianza della sua effettiva resurrezione ci pensarono poco dopo i suoi discepoli più stretti che dichiararono di averlo visto tra di loro trionfante di gloria divina.

Il cristianesimo considerò l'evento come una chiara manifestazione della divinità del Cristo e del suo messaggio all'umanità e prese a celebrare la Pasqua datandola secondo i cicli lunari nella domenica successiva al primo plenilunio concomitante all’Equinozio di Primavera.

La Pasqua cristiana sembra avere legami con il Pesach ebraico che celebra la liberazione degli ebrei dalla schiavitù in terra d'Egitto e che ancora oggi viene festeggiata con il sacrificio rituale di innocenti agnelli e con il pane azzimo. Se per gli ebrei la Pasqua rappresenta un atto di liberazione, per i cristiani significa il momento della rivelazione che porta alla realizzazione del "regno dei cieli" in Terra.

 L'origine dell'usanza dell'uovo pasquale rimane un mistero. Antiche tradizioni non cristiane lo associano al simbolo del germe della vita legato ad una specie sauroide e ovipara che sarebbe esistita prima dell'umanità
L'origine dell'usanza dell'uovo pasquale rimane un mistero. Antiche tradizioni non cristiane lo associano al simbolo del germe della vita legato ad una specie sauroide e ovipara che sarebbe esistita prima dell'umanità

Al di là di questa commistione di ricorrenze, viene da pensare che il cristianesimo abbia adottato, come ha fatto in altre occasioni, una importante festa dell'antico druidismo, una cultura comparsa sul continente europeo parecchi millenni prima della sua affermazione storica e del precedente movimento ebraico.

La festa era la "Shuda Gere", anche conosciuta più recentemente come festa di Ostara, che veniva celebrata in onore dell'amore universale tra gli uomini e aperta a tutte le creature viventi generate da Madre Terra.

Presso il druidismo e in tutto il mondo cosiddetto pagano la festa era accompagnata dal simbolo dell'uovo considerato come la manifestazione della generazione della vita e la rappresentazione dell'uovo cosmico in cui aveva origine l'universo e l'esistenza di tutte le cose. Per questo motivo gli antichi avevano la consuetudine di scambiarsi in occasione dell'equinozio di primavera uova di gallina a volte decorate con simboli e frasi augurali.

Oggi, non viene data spiegazione perchè ci si rivolgesse all'uovo come simbolo di vita. La specie umana non è ovipara e tutt'al più avrebbe potuto rivolgersi allo scambio di statuette di creta raffigurante madri incinte.

L'esoterismo della successiva Alchimia mediorientale e la tradizione dell'antico sciamanesimo druidico riportano l'esistenza di una specie sauroide che avrebbe preceduto di milioni di anni quella umana e da cui gli uomini avrebbero ereditato tecnologia e conoscenza. La stessa specie che sarebbe stata celebrata dalla Bibbia cristiana nella figura del demonio tentatore, ma forse effettivamente l'iniziatore alla conoscenza, per Adamo ed Eva nel giardino dell'Eden.

Solo così in effetti si potrebbe giustificare una rappresentazione ovipara del germe della vita e dell'universo che lo contiene come esito di una trasmissione culturale fuori dell'ordinario.

In ogni caso, nonostante l'evidente contraddizione di valori morali, il simbolismo dell'uovo pasquale ha travalicato i tempi e, scippato dal cristianesimo, è giunto sino alla nostra epoca: già nel medioevo in occasione della Pasqua venivano realizzate uova di cioccolato dalle più svariate dimensioni e decorate con pregiati disegni.

 Le antiche tradizioni ritengono che l'umanità sia erede di una precedente specie evoluta di natura sauroide. In questo modo, come già il dipinto medievale sembra confermarlo, i nostri progenitori furono allevati e iniziati alla conoscenza in "santuario naturale" che poi venne ricordato come l'Eden
Le antiche tradizioni ritengono che l'umanità sia erede di una precedente specie evoluta di natura sauroide. In questo modo, come già il dipinto medievale sembra confermarlo, i nostri progenitori furono allevati e iniziati alla conoscenza in "santuario naturale" che poi venne ricordato come l'Eden

È rimasta purtroppo anche la triste tradizione ebraica che è stata mutuata dal cristianesimo con il barbaro sacrificio degli agnelli considerati portatori del "peccata mundi" assorbito dal Cristo con il suo sacrificio sulla croce. Con una inevitabile constatazione: il Cristo sarebbe risorto, mentre invece gli agnelli uccisi rimangono innocenti vittime della superstizione religiosa.


La costruzione del "Santo Sepolcro" di Gerusalemme

L'importanza dell'evento della resurrezione del Cristo venne ovviamente percepita dall'Imperatore Costantino che, dopo la sua vittoria su Massenzio nel 312 d.C,. si convertì al cristianesimo e proclamò il nuovo credo come religione di stato, preoccupandosi di far costruire un degno sepolcro a Gerusalemme in Palestina che evidenziasse l'accaduto straordinario a tutti i fedeli.

Per la cronaca, alla sua instaurazione come Imperatore oggi celebrato tra i santi della Chiesa Ortodossa, seguì la sistematica persecuzione dei pagani a cui veniva imposta la conversione e la deportazione a Skyantopulis in Siria, una sorta di Guantanamo ante litteram dove ai recidivi spettava la morte.

Nel 335, Elena, la madre di Costantino, che aveva sostenuto la conversione del figlio al cristianesimo, si prese il compito di seguire personalmente la costruzione della basilica oggi conosciuta come il "Santo Sepolcro" al cui interno venne edificata l'edicola in cui era conglobata la cripta della sepoltura del Cristo.

Tuttavia, per la cronaca e per capire meglio i fatti che seguiranno, il luogo della costruzione della basilica non ebbe nulla a che fare con l'effettivo luogo dove sarebbe esistita la cripta in cui era stato deposto il corpo del Cristo. La madre di Costantino scelse infatti un tempio dedicato alla dea Venere che si trovava all'interno delle mura romane di Gerusalemme, esposto al vasto pubblico e quindi sufficientemente mondano. Dopo averlo fatto demolire, sulle sue fondamenta diede compito di costruire il nuovo edificio.

Tutto questo, contrariamente a quanto dicevano le credenze delle prime comunità cristiane del tempo che ritenevano che il Cristo fosse stato sepolto nel Giardino della Tomba, ben fuori dalle vecchie mura di Gerusalemme. Un evidente atto politico che nulla aveva a che fare con lo spirito religioso della costruzione della basilica.

Una volta ultimata, al suo interno la basilica, come in un diorama, comprendeva i principali luoghi dello scenario descritto dal Vangelo, dal monte Golgota della crocifissione alla cripta dove sarebbe stato sepolto il Cristo, dando modo di costituire la meta dei futuri pellegrinaggi dei fedeli che volevano recarsi sul teatro degli eventi su cui si sosteneva la loro religione.

 La rappresentazione di una creatura sauroide che avrebbe preceduto la comparsa della specie umana secondo l'iconografia dei nativi nordamericani Navajos
La rappresentazione di una creatura sauroide che avrebbe preceduto la comparsa della specie umana secondo l'iconografia dei nativi nordamericani Navajos

Dopo le crociate dell'anno Mille la Basilica del Santo Sepolcro venne custodita per qualche tempo dai frati dell'Ordine francescano della Chiesa Cattolica. e da allora sono succedute modifiche di stili architettonici alla primigenia architettura romana.

Nei secoli seguenti, Gerusalemme venne riconquistata nel 1500 dall’Impero Ottomano che concesse il libero accesso alla basilica. Seguirono feroci dispute tra le varie confessioni del cristianesimo che tendevano alla supremazia della gestione del Santo Sepolcro, tanto che nel 1852 le autorità ottomane la diedero in concessione al Patriarcato ortodosso con il decreto conosciuto con il nome di "Status quo".

La basilica del Santo Sepolcro, detta anche "Chiesa della Resurrezione”, è rimasta sino ai giorni nostri come la sede del Patriarcato ortodosso di Gerusalemme che regola in maniera indiscussa le celebrazioni dei cattolici e degli armeni all’interno della stessa basilica.

Da allora la basilica, pur rimanendo riferimento di fede e meta di innumerevoli pellegrinaggi, è andata progressivamente a cadere in pessime condizioni. Gli ultimi lavori di consolidamento risalivano a quelli operati nel 1947 dagli inglesi occupanti del territorio i quali non furono in grado di portarli a termine per il mancato accordo tra le tre comunità cristiane presenti nella Basilica.

Tuttavia nell'aprile del 2017, dopo nove mesi di lavori, questa volta con il beneplacito di tutte le parti in causa e con l'esborso di circa di 3,4 milioni di euro, la basilica è stata inaugurata a nuova vita. Per coprire i costi hanno contribuito palestinesi, israeliani, giordani, Vaticano, e vari privati e Chiese. È addirittura in corso una nuova ricerca di fondi per dare il via ad una seconda fase di restauro del luogo e a questo proposito il Vaticano ha già deciso di contribuire con una donazione di 500mila dollari.

Un particolare interessante che dimostra come l'esigenza politica continui a mistificare la storia è il fatto che la responsabile dei restauri, Antonia Moropoulou, avrebbe dichiarato che quanto è stato trovato durante i restauri dimostra che la tomba di Cristo si trova davvero nell'edicola. Ignorando, o facendo finta di ignorare a beneficio dei fedeli in pellegrinaggio, che la basilica del Santo Sepolcro sarebbe stata costruita sulle fondamenta di un tempio dedicato alla dea Venere e che oltre tutto non avrebbe potuto ospitare il corpo del Cristo visto come antagonista del paganesimo.


Il mistero del fuoco sacro del "Santo Sepolcro"

Ma il "Santo Sepolcro" di Gerusalemme non rappresenta solamente un simbolo importante per tutta la cristianità. Esso sembra costituire anche il luogo in cui si rende evidente l'esistenza di un inequivocabile Oopart (Out Of Place Artifacts) che può rivoluzionare il nostro modo di percepire la Storia.

 La basilica del "Santo Sepolcro", oggi sede del Patriarcato ortodosso a Gerusalemme in Palestina, al cui interno sarebbe custodita la cripta dove venne deposto il corpo esanime del Cristo prima della sua resurrezione
La basilica del "Santo Sepolcro", oggi sede del Patriarcato ortodosso a Gerusalemme in Palestina, al cui interno sarebbe custodita la cripta dove venne deposto il corpo esanime del Cristo prima della sua resurrezione

Secondo la teoria degli Oopart la civiltà attuale sarebbe l'erede di una antica cultura oggi scomparsa, ma sviluppata tecnologicamente su un piano decisamente superiore alle conoscenze del nostro tempo. Non c'è alcuna continuità con questo passato e a ricordarlo sopravvivono solo leggende, miti e appunto gli Oopart. Manufatti o reperti detti "fuori posto" poiché la cultura cattedratica proposta dai media ordinari non sa come collocarli nella storia dell'umanità.

Ne è un esempio il sofisticato "meccanismo di Antikythera" trovato nel 1900 in una nave affondata al largo delle coste greche. Un complesso di ruote dentate che avrebbe dovuto servire a far calcolare la rotta delle navi di due-tremila anni or sono a mezzo del calcolo della posizione degli astri in cielo. Un oggetto che secondo la Storia conosciuta sui banchi di scuola non dovrebbe esistere poiché non è dato che le popolazioni di alcuni millenni or sono fossero in grado di conoscere una tecnologia in grado di realizzare la complessità di meccanismi basati sulle ruote dentate.

E, come si è detto, anche il "Santo Sepolcro" sembra manifestare la presenza di un possibile Oopart che per la sua evidenza non può essere ignorato.

Infatti accade che in questo edificio, che rappresenta la meta di migliaia di pellegrinaggi di fede cristiana, si verifichi un particolare e misterioso fenomeno conosciuto come il “Fuoco Sacro” di Gerusalemme. Un fuoco che compare all'improvviso durante la celebrazione della Pasqua ortodossa e che nonostante la sua concreta manifestazione non brucia persone e oggetti.

Da secoli nel corso della cerimonia religiosa del Sabato Santo, all’interno della cripta reputata di essere la tomba del Cristo si manifesta una fantasmagorica pioggia di fuoco che parte dalla pietra tombale sino a scendere lungo le pareti.

Non è un fenomeno recente. Ne parlano già San Gregorio di Nissa, nel 350, San Giovanni di Damasco, nel 750, e lo storico della Chiesa Eusebio di Cesarea del IV secolo.

Baronius, un cronista cristiano del 1500 scriveva che "I cristiani occidentali, avendo ripreso Gerusalemme ai Saraceni parlano di aver visto un miracolo quando, il Sabato Santo, le candele si accesero spontaneamente vicino alla tomba del Signore. Sembra che questo miracolo si produca laggiù abitualmente”.

 L'"edicola" interna alla basilica del "Santo Sepolcro" che racchiude la presunta cripta della deposizione del Cristo
L'"edicola" interna alla basilica del "Santo Sepolcro" che racchiude la presunta cripta della deposizione del Cristo

Un fenomeno che, stranamente, si verifica solamente quando nella cripta officia il Patriarca ortodosso o un Vescovo da lui delegato. Quando esponenti di altre confessioni hanno provato a sostituire gli ortodossi, non sono mai riusciti ad ottenere alcun risultato. Ad esempio, nel 1549, gli Armeni corruppero il sultano Mourat per ottenere il permesso di recarsi nella Chiesa del Santo Sepolcro per celebrare la cerimonia della Pasqua, ma rimasero per ore a pregare senza che il misterioso fenomeno si manifestasse.

Ai giorni nostri gli ortodossi continuano ad officiare nella cripta. Nel giorno del Sabato Santo il Patriarca ortodosso di Gerusalemme, dopo essersi tolto tutti i paramenti sacri ad eccezione della tunica rituale ed essere stato accuratamente perquisito dalle autorità israeliane, entra nella cripta al centro della basilica e si inginocchia a pregare.

Dopo qualche ora della sua preghiera, dalla lastra di marmo che ricopre la tomba iniziano ad apparire scintille di fuoco sotto l'aspetto di gocce luminose.

I fedeli che sono entrati nella cripta a seguito dell'officiante, raccontano di aver sentito prima di tutto un forte schiocco e un forte e prolungato sibilo. Poi di aver visto quasi simultaneamente lampi di luce blu e bianchi che iniziano a serpeggiare sulle pareti come dei flash impazziti.

A questo punto il Patriarca raccoglie le gocce di fiamma con l’aiuto di batuffoli di cotone e con questi accende le torce e le candele che sono all’interno della cripta. C’è chi dice che alle volte le torce si accendono addirittura da sole, spontaneamente, mentre il Patriarca è intento a pregare.

Stando al racconto di testimoni diretti, il fuoco che arde sulle torce, benché abbia l’aspetto di una fiamma ordinaria, per diversi minuti non manda calore. Si può porre la mano sulla fiamma senza bruciarsi. È consuetudine che i fedeli passino la fiamma delle torce sul viso, sulle folte barbe e sugli abiti senza che il fuoco attecchisca e che si incendi qualcosa.

Solo dopo circa trenta minuti il fuoco prende a bruciare e c’è chi ha notato che esso inizia a far male solo dopo che la fiamma delle torce ha cambiato colore, divenendo da azzurrina a rossa.

Completato il fenomeno il Patriarca esce dalla cripta e porge la fiamma delle sue torce alle torce dei fedeli in attesa affinché si distribuiscano tra di loro il “Sacro Fuoco”.

 I pellegrini che sperimentano incuriositi il misterioso fenomeno della fiamma che non brucia
I pellegrini che sperimentano incuriositi il misterioso fenomeno della fiamma che non brucia

Tutto porterebbe a pensare che la dinamica del fenomeno del “Sacro Fuoco” possa essere un segreto ben custodito dal Patriarcato ortodosso attraverso i secoli che gestisce per impressionare i fedeli che si raccolgono in quell'occasione.

Un evento impressionante che per il suo impatto mediatico ricorda per molti versi quello della liquefazione del “sangue di San Gennaro” a Napoli. Inutile dire, in questo caso, che San Gennaro non è mai esistito e che persino la Chiesa cattolica ha preso le dovute distanze dall’evento.

C'è ancora da aggiungere che all'esterno della cripta i fedeli hanno l'occasione di vedere volteggiare sulle loro teste piccoli globi luminosi che sono in grado di fermarsi per scendere sui fedeli ad accendere le loro torce.

Un fenomeno che ricorda inevitabilmente quello delle sfere luminose che vengono di tanto in tanto osservate sui “crop circles”, i grandi disegni ricavati nei campi di grano, anch’essi realizzati con l’emissione di onde elettromagnetiche.

Un fenomeno che ricorda i fatti di Caronia del 2004, in Sicilia, dove si accendevano spontaneamente misteriosi roghi nelle case portando le autorità all'evacuazione e all'indagine su tecnologie possedute da ignoti.


La manifestazione di una tecnologia dimenticata?

Indubbiamente il fenomeno del "Fuoco Sacro" rappresenta per i cristiani una importante testimonianza di fede e non richiede nessun altro tipo di indagine sulla sua reale natura.

Tuttavia si possono trarre varie considerazioni in merito al fenomeno che portano inevitabilmente a valutare che più di una manifestazione divina possa trattarsi della manifestazione di un vero e proprio Oopart.

La prima di queste è quella di mettere in dubbio che possa trattarsi di una azione divina che vuole ricordare il momento della resurrezione del Cristo. Infatti, se questi è mai veramente esistito, le sue spoglie deposte dalla croce sarebbero state posate in una cripta che, secondo le credenze delle popolazioni del luogo, si sarebbe trovata al di fuori delle mura e non dentro ad esse come la convenzione storica mediatica asserisce.

Anche perché al tempo della sua sepoltura il corpo del Cristo sarebbe stato messo inevitabilmente e impropriamente dentro al tempio pagano della dea Venere. Lo stesso tempio che era stato fatto abbattere dalla madre dell'imperatore Costantino e sulle cui fondamenta sarebbe sorta l'attuale basilica con la cripta dove avvengono i fenomeni del "Fuoco Sacro".

Escludendo l'azione divina, che avrebbe scelto di manifestarsi nella cripta fuori dalle vecchie mura di Gerusalemme, non rimane che l'ipotesi della manifestazione di una qualche tecnologia ereditata da una antica e dimenticata civiltà preesistente all'epoca attuale.

 La fiamma può essere toccata senza riportare danno. Solo dopo circa una mezz'ora il fuoco inizia a poter produrre ustioni
La fiamma può essere toccata senza riportare danno. Solo dopo circa una mezz'ora il fuoco inizia a poter produrre ustioni

Nel 2008, in occasione del consueto rito pasquale, il fisico russo Andrey Volkov, introducendosi come uno dei tanti pellegrini nella basilica del Santo Sepolcro, condusse in gran segreto delle misurazioni scientifiche del fenomeno.

Ebbe così modo di constatare la presenza di un forte spettro di radiazione elettromagnetica all’interno della cripta con un impulso sulla frequenza delle onde lunghe al momento del comparire del “Sacro Fuoco”. La sua impressione fu quella di trovarsi di fronte ad una scarica elettrica ad alto voltaggio, ma a bassissimo amperaggio. Ovvero una scarica elettrica di grande effetto psicologico, ma che non poteva essere in grado di produrre danni alle persone.

Volkov, a conferma di questa ipotesi, osservò che la discesa del “Fuoco Sacro” nella cripta si legava ad una inconsueta energia azzurrina che fluiva lungo i muri fino a raggiungere la pietra su cui pregava il Patriarca ortodosso.

Andrey Volkov ha sottolineato che il plasma elettrico a bassa temperatura assomiglia ad una fiamma, ma non brucia. Su questa constatazione ha ipotizzato che, se alla base del fenomeno del “Fuoco Sacro” ci fosse il principio di una tecnologia basata sull’elettricità, tutto farebbe pensare che nei batuffoli usati dal Patriarca ortodosso per raccogliere il fuoco e nelle stesse candele, che si accendono da sole, avrebbe potuto esserci qualche sostanza in grado di mantenere la carica elettrica del plasma. Che poi, dopo un po’ di minuti, si trasformava in una vera e propria fiamma.

Questo potrebbe spiegare perché all’inizio il “Fuoco Sacro” delle candele non brucia ad avvicinarlo, ma solo dopo, a seguito della prolungata azione del plasma elettrico, la fiamma si attiva veramente sugli oggetti con cui viene a contatto.


L’eredità di antiche conoscenze dell’Impero romano?

A fronte delle ipotesi avanzate dal ricercatore russo sulla base delle rilevazioni scientifiche effettuate all’interno della cripta è inevitabile chiedersi se il “Fuoco Sacro” non possa trattarsi in effetti della manifestazione di una qualche antica tecnologia sconosciuta utilizzata dagli ortodossi a scopi religiosi.

Del resto la stessa Chiesa cattolica, che ha disconosciuto il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro, nonostante il nutrito seguito di fedeli, non ha mai avuto l’idea di provare a ricevere il “Fuoco Sacro” nel Santo Sepolcro. Anzi non ha mai voluto neppure farne parola.

Potrebbe essere che la Chiesa cattolica sappia che cosa ci sia effettivamente all’origine del fenomeno del “Fuoco Sacro” e possa immaginare l’impatto mediatico negativo che potrebbe avere, prima o poi, sulla sua credibilità dottrinale se utilizzasse anch’essa questo fenomeno.

 All'esterno della cripta i fedeli hanno anche modo di vedere volteggiare sulle loro teste piccoli globi luminosi che sono in grado di fermarsi per scendere sui fedeli ad accendere le loro torce. Un fenomeno che ricorda inevitabilmente quello delle sfere luminose che vengono di tanto in tanto osservate sui “crop circles”, i grandi disegni ricavati nei campi di grano, anch’essi realizzati con l’emissione di onde elettromagnetiche
All'esterno della cripta i fedeli hanno anche modo di vedere volteggiare sulle loro teste piccoli globi luminosi che sono in grado di fermarsi per scendere sui fedeli ad accendere le loro torce. Un fenomeno che ricorda inevitabilmente quello delle sfere luminose che vengono di tanto in tanto osservate sui “crop circles”, i grandi disegni ricavati nei campi di grano, anch’essi realizzati con l’emissione di onde elettromagnetiche

Vista l’ubicazione della cripta, ricavata sul luogo dove sorgeva una importante e imponente basilica pagana dell’era precristiana dedicata alla dea Venere, si potrebbe pensare che il fenomeno del “Fuoco Sacro” possa essere messo in relazione con possibili conoscenze sui fenomeni elettrici custoditi dall’antico Impero romano utilizzate da Costantino per sostenere il nuovo corso della cristianizzazione dell’Impero.

E proprio nell’antica Roma il fenomeno dell’elettricità doveva essere un fenomeno ben conosciuto. Non ci sarebbe da stupirsi che gli antichi romani fossero detentori di una conoscenza del tutto elementare come quella relativa ai fenomeni elettrici. Non è infatti difficile per chiunque, conoscendone i principi di base, realizzare una rudimentale ma efficiente "pila voltaica".

Gli storici romani Plinio e Tito Livio riportano, in merito alla conoscenza degli antichi romani sui fenomeni elettrici, come il re Numa Pompilio conoscesse il segreto di portare a terra il fulmine di Giove Tonante e fosse in grado di immagazzinare la sua forza per scagliarlo a suo piacere verso i suoi nemici o a quant’altro gli piacesse avere come bersaglio.

Inoltre, nell’ambito delle conoscenze tecnologiche "fuori posto" rispetto alla storia che conosciamo, possiamo ricordare le cosiddette “lampade eterne” che al tempo degli antichi romani venivano poste dinnanzi alle statue degli dèi e che erano usate degli Imperatori dell'epoca.

I testimoni di questi oggetti asserivano che queste lampade risultavano essere lasciate a se stesse per generazioni e anche per millenni. Lampade straordinarie che non risultavano essere alimentate con olio o con altri possibili combustibili e per le loro caratteristiche non potevano che reggersi su fenomeni di natura elettrica.

Fu testimone della loro esistenza, intorno al 400, involontario ma degno di considerazione, anche il vescovo Agostino, dottore e santo della Chiesa cattolica potendone vedere una ai piedi di una statua mentre stava visitando, nell'Egitto romanizzato, un tempio pagano dedicato a Venere.

Guarda caso, ancora Venere, la stessa divinità pagana a cui era stata dedicata la basilica di Gerusalemme, fatta edificare dall’Imperatore Adriano e sulle cui fondamenta venne fatta costruire dalla madre di Costantino la basilica dell'attuale "Santo Sepolcro. Le coincidenze del fenomeno sembrano ripetersi in un legame di antiche pratiche di culto segretamente celate si comuni fedeli. Oggi come allora...


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