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A cura di Miriam Madau
Medico Omeopata


DICEMBRE 2015


Acqua, vita e omeopatia

L’importanza delle comete nello sviluppo della vita sul pianeta

Lo sviluppo della vita sulla Terra sembra derivare proprio dall’acqua, sotto forma di ghiaccio, e dal materiale organico trasportato dalle comete.

Acqua, vita e omeopatia

Queste hanno potuto raccogliere le sostanze utili al processo di fecondazione planetaria sia dallo spazio interstellare più lontano, sia nei tragitti di orbita percorsa fuori dal Sistema Solare, sia nella Fascia di Kuiper, conosciuta in astronomia col nome di Kuiper belt objects, o KBO, una regione del nostro sistema solare che si estende dall'orbita di Nettuno al Sole.

Le comete sono così le maggiori indiziate nell’ avere fecondato il pianeta, come una sorta di “taxi” per la vita e le notizie odierne in tema di sistemi planetari extrasolari vanno ad avvalorare queste tesi, in quanto le fasce cometarie sembrano appartenere a moltissime stelle intorno a noi, introducendo le premesse per le origini della vita stessa, attraverso la diffusione con gli impatti di elementi come il carbonio e di composti volatili, come gas e soprattutto l'acqua.

Dunque un ruolo importante per la vita sul nostro pianeta lo hanno avuto proprio loro, portando i mattoni fondamentali per la formulazione e la crescita delle forme viventi. Lo hanno fatto rilasciando l’acqua nella sua forma solida, quale elemento catalizzatore insieme ad altri componenti necessari, sia di struttura inorganica che organica.

Le comete vengono, non per niente, a rappresentare un archetipo di genesi e di espressione vitale fin dagli albori. Già le antiche leggende del druidismo europeo narrano del dono di vita portato dallo spazio dalla cometa. “Per l’antico sciamanesimo druidico il concetto di Madre Terra si esprimeva come concreta madre planetaria della vita che affratella tutti gli esseri viventi visti come figli della stessa esistenza. In merito esiste l’antico mito druidico di Kuid’hà, il “dio dell’acqua”, che nella sua esegesi, sotto forma di una cometa giunse in ere antiche a fecondare la terra arida e sterile, a seguito della sua formazione planetaria, apportando elementi vitali che hanno permesso di conseguenza la comparsa della vita. Così come avrebbe potuto fare uno spermatozoo che abbia fecondato un ovulo.
(da G.Barbadoro – Nemeton, il giardino sacro dei driudi)


L’acqua come una rete vitale che unisce tutte le forme di vita

Sempre secondo l’ antica cultura druidica europea l’acqua era “… simbolo dell'energia plasmatica dell'universo, la fonte di vita, la fonte terapeutica. Il “falso vuoto” quantistico che ha dato origine al Big bang. Era considerata anche parte del corpo mistico del dio dell’acqua Kuid’hà, portatore di vita sul pianeta, la cui sostanza è presente in tutte le creature viventi e che le unisce in una sorta di fenomeno quantistico di entanglement. Proprietà utilizzata nell’ambito delle pratiche magiche e terapeutiche del druidismo che giungeva a interessare tutti i viventi sul pianeta.

Proprio l’acqua è denominata il "solvente universale", perché scioglie più sostanze di qualsiasi altro liquido. Questo significa che ovunque l'acqua vada, sia attraverso il terreno e le piante, o attraverso i nostri corpi o quello dei nostri amici animali, si rapporta a preziosi prodotti chimici, minerali e sostanze nutritive.

Acqua, vita e omeopatia

Inoltre è l'unica sostanza sulla Terra che può esistere come vapore, liquido e solido. È l’elemento più abbondante nel corpo umano e soprattutto è il nutriente più essenziale. Ogni cellula del corpo, dei tessuti, degli organi e delle funzioni vitali ha bisogno di acqua per funzionare.
Secondo recenti studi condotti da Gerald Pollack, professore di bioingegneria presso l'Università di Washington, il contenuto di acqua nel corpo umano può arrivare fino al 99%. Finora le misurazioni, secondo lo scienziato, avevano preso come parametro il volume dell'acqua contenuta nel corpo come percentuale del volume totale dello stesso. Pollack tuttavia ha effettuato una nuova stima, utilizzando come parametro il numero delle molecole, rivalutando i calcoli sulla base della percentuale delle molecole di acqua individuali nel corpo rispetto al numero totale di molecole. Con questo criterio è arrivato a quota 99%, dimostrando come siamo praticamente fatti d'acqua. Inoltre ha valutato il comportamento dell'acqua durante le ricerche in fisiologia e biochimica dei muscoli, osservando che essa rappresenta il costituente chimico numero uno del tessuto muscolare umano, mentre invece molti ricercatori tendono a trascurare l'effetto dell'acqua sul funzionamento di questo organo. Da qui ha evidenziato che per studiare le malattie e il funzionamento del corpo occorre includere tra tutte le variabili anche l'acqua.


L’acqua come elemento essenziale nella terapia omeopatica

Assodato che per noi terrestri l’acqua sia fonte di vita, essendo presente sia fuori che dentro di noi, essa viene ad assumere una parte rilevante anche nella terapeutica, dall’alimentazione alle cure idrotermali, senza dimenticare il ruolo fondamentale che riveste nel veicolare e modulare l’azione dei rimedi omeopatici.

L’Omeopatia evidenzia l’essenzialità dell’acqua come solvente che collega tutti i componenti degli esseri viventi e senza il quale non è possibile nessun fenomeno vitale.

L’acqua è soprattutto l’ambiente interno degli organismi in cui tutte le sostanze disciolte in esso possono espletare la loro funzione. Così la funzione primaria dei farmaci omeopatici, disciolti, diluiti e dinamizzati in acqua è quella di curare. Questo avviene riattivando l’equilibrio nell’ ambiente “ ammalato”, attivando un processo in cui l’acqua informata della struttura terapeutica possa fluire adeguatamente e portare il messaggio di guarigione contenuto nella sostanza disciolta. Ciò avviene in quanto il rimedio omeopatico ha a sua volta impresso la sua struttura ultramolecolare nell’acqua stessa, che è venuta ad acquisire le proprietà terapeutiche.

Acqua, vita e omeopatia

Tutto ciò è ormai dimostrato da numerose ricerche effettuate da scienziati di diversa provenienza, da fisici a biologi, che hanno focalizzato i loro studi sull’essenzialità dell’acqua interna agli esseri viventi che permette la vita. Questi lavori hanno portato ad approfondire il ruolo dell’acqua nelle forme vitali e indagato sulla cascata di reazioni che avvengono nei vari organismi dopo l’assunzione di un rimedio omeopatico idoneo.

Possiamo citare al riguardo il professor Alex Tournier, che, in occasione del XIII Congresso FIAMO di Omeopatia di quest’anno, ha illustrato le ultime ricerche sulle proprietà elettromagnetiche dell’acqua e in particolare sui domini di coerenza quantistica. Oppure i lavori del professor Vittorio Elia dell’Università Federico II di Napoli, che hanno individuato la presenza di strutture specifiche all’interno dell’acqua e delle soluzioni liquide omeopatiche. Così come gli approfondimenti del dottor José Teixeira, specializzato in termodinamica dell’acqua e direttore del Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica, che aprono a nuove prospettive sui meccanismi di azione dell’omeopatia.
Avvalorandosi di altre ricerche, è stato visto che fino a 600°C i domini elettromagnetici restano attivi, tanto da giustificare come sia possibile mantenere stabili le strutture dell’acqua anche nei globuli e nei granuli omeopatici, che si attivano e trasferiscono la loro informazione quando vengono per esempio disciolti in bocca entrando in contatto con l’acqua della saliva.

Inoltre viene spiegato come i domini contenuti nel rimedio omeopatico in forma liquida, stiano molto vicini e si rafforzino fra loro stabilizzandosi all’interno del liquido e tendendo a trattenere fra loro l’informazione che funge da veicolo terapeutico.

Le ricerche in questo campo continuano e suggeriscono come non si possa fare a meno di complimentarsi col dottor Hahnemann, il fondatore l’omeopatia, che già due secoli fa aveva compreso il ruolo fondamentale dell’acqua, sia come solvente delle sostanze farmaceutiche che come veicolo portatore dell’informazione terapeutica.


Il rimedio del mese.

Ferrum meteoricum

Le meteoriti cadute sulla superficie terrestre hanno generalmente un peso superiore a quello di un sasso comune di uguale dimensione. Ciò è dovuto alla presenza del ferro, che è proprio il metallo di cui sono composte essenzialmente, a cui è associato il nichel. Proprio da questa associazione, rara nelle rocce terrestri, si ha spesso la certezza che il campione reperito sia di origine extraterrestre.

Ferrum meteoricum

La lega ferro – nichel acquista una polarità magnetica quando viene calamitata, infatti le meteoriti si distinguono dai comuni sassi terrestri perché hanno proprietà magnetiche.

La densità di una meteorite può variare da 3,5 a 8 gr/cm3, mentre le sue dimensioni possono andare da pochi millesimi di millimetro, nel caso delle micrometeoriti e della polvere cosmica, fino a diversi metri e quintali in peso per alcune meteoriti metalliche. La più grande, in assoluto, è quella di Hoba, una meteorite ferrosa trovata in Namibia agli inizi del 1900.

Hoba è esattamente il luogo, sito in Namibia, dove è caduta. È la meteorite ferrosa più grande che sia mai stata trovata sulla Terra: pesa 60 tonnellate e misura 2.7 metri di lunghezza, 2.7 metri di larghezza.
Sembra abbia attraversato l’atmosfera terrestre circa 80 mila anni fa ma fu scoperta da un contadino solo nel 1920 e gli scienziati non hanno ancora capito perché, nonostante le sue misure, essa non abbia lasciato un cratere d’impatto.

Ferrum meteoricum è il rimedio omeopatico conosciuto anche come Ferrum sidereum o ferro meteorite, che si ricava proprio dalla meteorite ferrosa Hoba.

Il rimedio viene preparato procedendo nelle prime tre diluizioni e dinamizzazioni triturando delle lamelle meteoriche con il lattosio e successivamente la quarta dinamizzazione si ottiene per diluizione hahnemanniana della terza triturazione in metà acqua e metà alcool; poi la quinta e le successive in alcool puro.
Alcuni miti narrano che Excalibur, la leggendaria spada di Re Artù, fosse stata forgiata dai druidi dal ferro di un meteorite caduto sulla Terra, conferendo forza e vitalità a chi la maneggiasse.

Il fulcro del rimedio Ferrum meteoricum è proprio quello di intervenire in caso di forte debolezza, freddezza, rallentamento di tutte le funzioni organiche e carenza di vitalità.

Viene così consigliato nei soggetti anemici, caratterizzati da pallore della cute e delle mucose, con improvvise vampate di rossore al viso in seguito ad affaticamento o eccitazione, con grande stanchezza e vertigini. E’ utile per i freddolosi, incapaci di sostenere attività che comportino eccessivi sforzi e predisposti a emorragie, ma anche in caso di congestioni, gravi cefalee martellanti e pulsanti con testa calda ed estremità fredde, dolori addominali, disturbi digestivi improvvisi mangiando o subito dopo aver mangiato che fanno correre al bagno, palpitazioni, fame d’aria, sensazione di mancamento con i movimenti rapidi e dolori dopo sforzo fisico. Si possono aggiungere altri disturbi come: dolore lancinante alle orecchie col freddo, contrazioni dolorose dei muscoli del collo, eruzioni cutanee e prurito sulla testa, sanguinamento delle gengive.

Dal punto di vista mentale le caratteristiche sono: l’ipersensibilità, l’emotività, l’irritabilità, le fluttuazioni del tono dell’umore, da felici, pieni di speranza e a proprio agio anche in solitudine, a irritati e autoritari, intolleranti al rumore e al dolore.

E’ un rimedio in caso di rallentamento del corpo che si traduce in problemi digestivi, flatulenza, brontolio e fastidio allo stomaco. Il rallentamento riguarda anche

l’ indecisione prima di fare le cose e la lentezza nel ragionamento.

Caratteristici per questo rimedio sono gli aggravamenti dei sintomi mangiando e dopo mangiato, dallo sforzo, col freddo o in inverno, ma anche col caldo eccessivo, mentre i miglioramenti si hanno col sonno e camminando piano, anche se la debolezza obbliga a sedersi o stendersi.


Gift

A conclusione di questo 2015 piuttosto complesso, vorrei regalare ai lettori un biglietto di auguri speciale, di pace e prosperità per tutti, per il nuovo anno che verrà.

E’ un antico augurio scritto in Shannar, ovvero l'antica lingua madre dell'età dell'oro dei Nativi europei.

I luoghi megalitici scelti sono  testimoni, nello scorrere del tempo, dell’ antica tradizione druidica dell’Europa: quello di Dreamland in Piemonte, Italia, quello di Carnac, in Bretagna, Francia e quello di Callanish, nell'arcipelago delle Ebridi in Scozia, Gran Bretagna.

Un dono di buon auspicio  che potrete condividere con amici vicini e lontani.


Stone Circle di Dreamland, Piemonte


Carnac, Bretagna (Francia)


Callanish, arcipelago delle Ebridi, Scozia, (Gran Bretagna)





NOVEMBRE 2015


L’omeopatia per la cura di orti e giardini - Parte I

Oggi è possibile avvalersi dell’utilizzo di cure naturali per aiutare a prosperare il proprio orto e il proprio giardino. Tutto ciò grazie anche alle conoscenze sviluppate in agricoltura con l’aiuto dell’Omeopatia. La sperimentazione e l’uso dei rimedi omeopatici in botanica conta ormai una esperienza trentennale e in Italia ha avuto un importante sviluppo con i lavori della ricercatrice Lucietta Betti e i suoi collaboratori alla facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, dove oltre all’uso di sostanze omeopatiche per allontanare parassiti o funghi dalle colture, si sono studiate anche le proprietà organolettiche e nutritive dei frutti dopo le cure effettuate sulle piante o sul terreno, con risultati sorprendenti anche dal punto di vista nutrizionale.

Orto omeopatico al Museo Botanico di Milano
Orto omeopatico al Museo Botanico di Milano

In occasione dell’EXPO 2015, c’è stata proprio una iniziativa importante di sperimentazione nell’area “EXPO in città” che ha visto come protagonisti ortaggi e piante aromatiche. Si è trattato di un’area collocata all’interno del Museo Botanico di Milano, visitabile dal pubblico per osservare direttamente come l’omeopatia possa intervenire in modo naturale e veloce nel recupero e nella crescita ottimale di piante proprie del nostro territorio.

L’iniziativa, partita in primavera, è stata coordinata dalla dottoressa Raffaella Pomposelli in collaborazione con i soci della Fondazione Belladonna. Il progetto aveva lo scopo di rendere evidente come sia possibile pensare a un modo diverso di produrre il cibo e di rapportarsi agli altri esseri viventi. L’obiettivo è stato di dimostrare che esiste un modo alternativo di coltivare e produrre cibo proprio attraverso l’uso dell’Omeopatia e l’esperienza concreta di un orto omeopatico ha aiutato a dare visibilità e tangibilità di come si possa curare con l’Omeopatia anche il proprio orto e il proprio giardino di casa.

Raffaella Pomposelli, che ha seguito personalmente le cure omeopatiche sull’orto, in prossimità della fine del ciclo stagionale, ha riportato i dati ottenuti e spiega, ad esempio, come, nel caso dei peperoni, che quest’anno hanno subito un danno a causa di una temperatura cocente estiva sui 37-38 gradi, somministrando alla pianta il rimedio Cantharis, si siano sanati e abbiano, proprio con le cure omeopatiche, migliorato notevolmente sia la polpa che il sapore stesso dell’ortaggio. Un dato vero e preciso che non pone dubbi sulle capacità della cura.

E sull’esperienza di questo orto dimostrativo lei stessa afferma: “ Quando noi prendiamo una piantina che arriva da un seme ibrido o da un seme molto trattato, quello che avviene è che poi il frutto non raggiunge tutto il suo processo di maturazione. Il rimedio omeopatico dà l’informazione alla pianta perché concluda il suo processo. E questo è un dato oggettivo che abbiamo rilevato. Per esempio nella melanzana abbiamo osservato che la melanzana appare di un bel colore blu, quella trattata col rimedio omeopatico, perché ha completato il processo di maturazione, mentre la melanzana che appare marroncina, non trattata, invece è piena di semi e con in atto un processo degenerativo: questo era il problema delle melanzane quando le abbiamo piantate. Somministrando il rimedio omeopatico diamo quella informazione elettromagnetica (che ci si creda o no questo è, e questi sono i fatti) che fa sì che l’energia vitale della pianta riprenda il suo processo di vitalizzazione e porti a completamento il suo compito.”

Il dottor Giuseppe Fagone, medico e omeopata, coordinatore della F.I.A.M.O, Federazione Italiana dei Medici e delle Associazioni Omeopatiche, ci illustra dettagliatamente qui di seguito il progetto “Curare quel che ci nutre per nutrire il pianeta” e la realizzazione di questo orto seguito nella sua crescita con l’uso di medicine omeopatiche.


Come è partito il progetto e come si è sviluppato?

Il progetto è partito dal fatto che a Milano il tema dell’EXPO 2015 era il cibo e l’alimentazione e il corollario di questo evento era quello di nutrire il pianeta…l’energia per la vita.

Questo termine e queste parole hanno fatto scattare una discussione all’interno della FIAMO. L’idea era di potersi inserire come metodologia omeopatica nella produzione dei cibi, valutando quello che è l’uso che si fa dell’omeopatia, sia nella veterinaria che in agricoltura. Questo è successo tra settembre e ottobre dello scorso anno. Per cui abbiamo ragionato sulle possibilità di intervento all’interno di EXPO. Nell’area EXPO vera e propria non ci hanno dato uno spazio perché probabilmente non eravamo sostenuti da nessuno sponsor…però ci hanno consigliato di sfruttare quello che era il cosiddetto “Expo in città”. Da un certo punto di vista probabilmente era anche più comodo per chi avrebbe dovuto venire, perché “EXPO in città” significava poter accedere agli eventi che noi avremmo organizzato senza dover pagare il biglietto. E poi era all’interno della città e quindi si poteva scegliere un’area adatta. La scelta tra le possibili aree disponibili cittadine, dal momento che noi volevamo farlo in una zona che fosse facilmente accessibile al pubblico, è stata quella del Museo Botanico, che è una struttura appena nata sita in un’area del Comune che fa parte di quello che una volta era tutto lo spazio di Villa Lonati: un’area molto bella con una villa settecentesca, che era stata utilizzata fino adesso come vivaio e serre per la preparazione delle piante destinate ai giardini del Comune di Milano.


La dottoressa Pomposelli in una fase di cura delle piante
La dottoressa Pomposelli in una fase di cura delle piante

Quindi un luogo ideale per questo progetto!

Certo! Dal nostro punto di vista era perfetto. Poi, l’area del Museo Botanico ha una vocazione ben precisa, che è quella di salvaguardare, mantenere e riprodurre la flora propria dell’areale padano lombardo. E quindi anche il recupero di una serie di alberi che sono stati propri nei secoli in questa zona e che ora sono abbandonati. Per cui adesso esiste all’interno di questo museo un ‘area che si chiama “ frutteto dei patriarchi”, che è mantenuto da “ L’Associazione Patriarchi” e tutti gli alberi da frutta presenti sono alberi propri del territorio della Pianura Padana. Infatti sono presenti dei fichi particolari e degli ulivi antichi. Chiaramente sono stati presi per talea o per seme e riprodotti, così come per i gelsi tipici di questa area, i ciliegi, i peschi e altri alberi da frutta tra cui alcuni tipi di melo tipici di queste parti che non sono più di uso commerciale ma che rappresentano in realtà una biodiversità tipica di questa zona. In più c’è tutta una superficie umida in cui, utilizzando l’affioramento di una roggia che c’è lì nell’area del museo, è stato ricavato una specie di ruscello con delle pareti di vetro su un lato per poter osservare tutta la flora e la fauna che abita su questo terreno. Possiamo così dire che è una struttura che sembrava fatta apposta per posizionarvi un orto trattato con l’omeopatia. Infatti l’orto è stato inserito proprio nell’area del “frutteto dei patriarchi”.


Come è stato impostato questo orto? Avete pensato ad alcuni tipi di piante da curare, al bisogno, con alcuni tipi di rimedi?

Certo! La realizzazione del progetto aveva due momenti particolari: uno era l’orto e l’orto è, come dire, il filo conduttore di tutta la manifestazione, e l’altro la possibilità di visitarlo e di partecipare a conferenze e corsi per apprendere la tecnica di cura. Per cui l’orto è stato impiantato alla fine di aprile e inizi di maggio e fino al 31 di ottobre è stato visitabile e valutabile. E’ chiaro che adesso, a fine stagione, nell’orto rimane ben poco: rimangono alcune brassicaceae, i peperoni che portano su ancora dei frutti, qualche melanzana, però i pomodori e le cruciferae ormai sono quasi completamente seccati…c’è ancora qualche pomodoro che si ostenta con i suoi fruttini e alcune aromatiche come la salvia, il rosmarino e i cespugli dei frutti tipici di questa zona, quindi i lamponi e le fragole…

La scelta è stata quella di fare un orto con piante che fossero abbastanza compatibili con l’area padana e l’impianto è stato quindi costituito partendo dal fatto che il terreno non fosse stato mai utilizzato per la coltivazione di ortaggi e quindi si presentava abbastanza grezzo. L’unica cosa è che erano stati piantati da un anno questi alberelli da frutta, ma essendo ancora piccoli lasciavano il terreno per questo orto abbastanza ben soleggiato.


Dove hanno piantato questi alberelli?

L’area del Frutteto dei Patriarchi in realtà è un’area che non era mai stata utilizzata per farci un orto, quindi il terreno era abbastanza grezzo, dove c’era l’erba di crescita, cioè una graminacea che cresce spontaneamente.

Così abbiamo zappato tutta la terra negli interfilari del frutteto. Poi l’abbiamo trattata con quella che è la metodica biodinamica, aggiungendo la torba e lasciando il tutto al sole per un po’ per favorire l’utilizzo delle sostanze proprie di questa torba aggiunta. Dopodichè a questo terreno così preparato, visto che non era stato utilizzato in passato, è stato aggiunto il rimedio omeopatico Silicea 200K, opportunamente diluito in acqua e spruzzato direttamente a terra per favorirne il trattenimento dell’acqua e migliorare la resa dell’assorbimento dei sali minerali.


Maria Franziska Ridler e Raffaella Pomposelli
Maria Franziska Ridler e Raffaella Pomposelli

Ottima questa idea di trattare anche il terreno con l’omeopatia!

Eh, sì. Poi è stato scelto di suddividere in tanti piccoli settori questa area dell’orto, per cui è stata fatta un’area dove c’erano i fagioli, abbiamo piantato dei fagioli particolari della Valtellina: sono i fagioli che si seminano a giugno. Poi sono state piantate le aromatiche, ed essendo già a maggio, in particolare il basilico e il rosmarino. Chiaramente li abbiamo presi in un vivaio che ci ha dato la garanzia di prodotti che provenivano da colture biologiche, perché non potevamo seminarle prima, non avendo avuto il terreno già nell’inverno. In realtà non abbiamo avuto il tempo di prepararlo già e quindi abbiamo dovuto fare la preparazione del terreno a ridosso della stagione. Anzi eravamo già un po’ in ritardo in quanto ci sono stati tutta una serie di problemi burocratici.


Comunque nonostante questi intoppi l’orto è nato!

Fortunatamente sì. Così abbiamo impiantato l’orto mettendo vari tipi di prodotti tra cui c’erano anche le zucche, le zucchine, l’anguria e il melone…questo per le cucurbitaceae. Poi come solanaceae c’erano: il peperone, la melanzana, il peperoncino. Abbiamo utilizzato anche grandi sacchi di iuta pieni di terra e torba negli angoli delle varie aree di orto, che servivano anche come decorazione, come si può vedere dalle foto, dove abbiamo collocato: in uno i peperoncini, in un paio le fragole, in un paio le zucchine a trombetta, in modo da avere anche un aspetto bello ed estetico dell’orto.

Poi due aree erano dedicate ai pomodori e c’erano due tipi di pomodori diversi: il pomodoro quello tondo comune e il pomodorino piccolo, quello a grappolo. Infine abbiamo piantato i lamponi e i ribes bianchi e i ribes neri.


Non è facile far attecchire i lamponi e i ribes…

No, comunque i frutti li hanno fatti e siccome crescono in questa area allora li abbiamo messi. Nel complesso l’orto era distribuito in aree ben definite, dove in alcune sono stati aggiunti:il cicorino, la lattuga e, nella seconda parte della stagione, quando la lattuga ha finito di produrre, al suo posto sono stati messi il cavolfiore e la verza, i quali sono tutt’ora presenti e come dire, chiudono, in qualche modo, la produzione annuale.


Come avete affrontato la cura delle piante?

La cura dell’orto è stata affrontata con una serie di rimedi man mano che si sono presentati i problemi.

Per cui, per esempio, a causa dell’umidità che c’è stata all’inizio della stagione, cioè tra la fine di maggio e la metà di giugno, in cui c’è stato un periodo di caldo e umido, sulla salvia e su alcune piante sono venute fuori delle macchie bianche che si chiamano “oidio”, che è una sorta di muffa che fa una parassitaria legata a una micosi delle piante. Praticamente dei funghi che allora abbiamo trattato con Arsenicum album, in quanto è un rimedio che ha tutte le caratteristiche proprio adatte a questo tipo di problema.

Maria Franziska Ridler duante la conferenza
Maria Franziska Ridler duante la conferenza

Uno dei risultati più eclatanti è stato ottenuto, per esempio, in piena estate, sui pomodori, che presentavano una patologia abbastanza diffusa nei luoghi dove c’è molto umido e caldo, soprattutto nelle pianure del Nord Italia, che è il marciume apicale del pomodoro. In pratica succede che la parte terminale comincia a diventare di colore marrone, poi marcisce e lo rovina. Il rimedio che è stato utilizzato è Secale cornutum. Oltretutto è stato utilizzato a una potenza molto elevata: cioè 1.000 e 10.000 K ( cioè in diluizione Korsakoviana).


E come effettuavate la cura? Veniva messo direttamente sulla pianta o sul terreno?

Il metodo di somministrazione del rimedio è legato anche alla condizione ambientale. Per cui intanto ci si procura i granuli del rimedio che vanno poi fatti sciogliere in un po’ di acqua e precisamente: 10 granuli vanno sciogli in 100 ml di acqua. Poi questa soluzione si utilizza per preparare l’acqua con cui verranno irrorate le piante. Così con quella base si preparano 10 o 20 litri di acqua per innaffiare e la si può distribuire o sul terreno nell’area intorno al fusto, oppure sul fusto, cioè bagnando il fusto della pianta, mentre su patologie come quella del marciume apicale del pomodoro noi la spruzzavamo al mattino presto, prima del sorgere del sole, usando uno spruzzino, in maniera uniforme su tutta l’area dell’orto. Questo è bastato farlo una volta e poi ripetuto a distanza di una settimana. Il risultato è stato che tutta la produzione di pomodori successiva all’irrorazione non ha più presentato il marciume.


Favoloso!!

Sì, ha funzionato benissimo! Abbiamo fatto anche le foto ai frutti come erano prima della cura e come sono venuti invece dopo. Con in più una cosa: i frutti che avevano il marciume presentavano anche una certa fibrosità, per cui il pomodoro non solo marciva ma aveva anche una aumentata componente fibrosa, mentre dopo l’irrorazione del rimedio omeopatico il pomodoro aveva la sua polpa morbida, succosa e saporita.

Un’altra cosa che è stata fatta è stato l’utilizzo del rimedio Calcarea fosforica in un’area dell’orto dove non c’era una sufficiente capacità di crescita delle piante perché probabilmente in quel punto il terreno era meno ricco di sostanze chimiche. Il rimedio in questo caso è stato dato a bassa diluizione, specificatamente alla diluizione 6 CH ( Centesimale Hahnemanniana) e questo rimedio aveva la funzione di favorire l’assorbimento dei minerali presenti nel terreno, soprattutto i minerali tipo fosfatico.

C’è da specificare che questo tipo di indicazioni terapeutiche sono venute dalla collaborazione che noi abbiamo avuto con una agronoma del Trentino, Maria Franziska Rindler, esperta di omeopatia in agricoltura, che ha tenuto anche una conferenza nell'ambito dell'iniziativa "Curare quel che ci nutre per nutrire il pianeta", dove ha raccontato la sua esperienza in questa disciplina e ha tracciato una panoramica della pratica omeopatica in agraria fornendo numerose indicazioni di rimedi utili per la cura non solo dell'orto ma anche per le piante dei nostri giardini e terrazzi.

E’ possibile rivedere la conferenza al seguente link: https://youtu.be/UE3okSA399I


(fine prima parte…continua)


Il rimedio del mese.

Rhus toxicodendron

E’ il Sommaco velenoso, o Edera velenosa: un arbusto della famiglia delle Anacardiaceae che cresce nei boschi statunitensi e giapponesi. Le sue foglie contengono un liquido caustico per la pelle e dall’odore nauseante.

Rhus toxicodendron

Si raccolgono le foglie fresche nel mese di maggio, poco prima che la pianta fiorisca e vengono macerate in alcool per preparare la tintura madre. Il rimedio omeopatico deriva dalle successive diluizioni e dinamizzazioni.
Rhus toxicodendron in omeopatia è indicato nei dolori muscolari in caso di strappi e lesioni ai tendini, lombosciatalgie con irradiazioni alle gambe, lombosciatalgie da sovraffaticamento o da sforzo da sollevamento, colpo della strega, torcicollo, artrosi, distorsioni, lussazioni, reumatismo articolare, periartrite scapolo-omerale, dolori alle articolazioni temporo-mandibolari con presenza di schiocco all’apertura della bocca o masticando, così come nevralgie al viso, ai denti, alla nuca in seguito ad esposizione a corrente d'aria o a freddo umido. Per questo rimedio tutti questi dolori descritti sono caratterizzati da rigidità articolare dolorosa e bisogno di movimento. La sintomatologia peggiora con l'immobilità ed il movimento iniziale, con l'umidità e di notte ma migliora con il movimento continuo: il dolore persiste all'inizio del movimento, poi scompare gradualmente man mano che gli arti si sgranchiscono e ricompare in seguito all'affaticamento. Il caldo induce miglioramento, mentre l’umidità dà aggravamento.

Quindi è ottimale per le sciatalgie insorte dopo un’esposizione alla pioggia, con dolori strazianti, lungo tutto il tronco nervoso, che peggiorano durante il riposo e migliorano con il movimento.

E’ anche un rimedio specifico nei casi di Herpes labiale o Herpes zoster o di eruzioni sulla cute caratterizzate da vescicole piccole a contenuto limpido, su base arrossata, pruriginose che non migliorano grattandosi bensì con docce o applicazioni di acqua calda.

Rhus toxicodendron funziona molto bene in tutte le affezioni di natura virale come influenza e stati influenzali caratterizzati da secchezza della bocca, del faringe e della lingua, quando questa è ricoperta da una patina biancastra che lascia un triangolo rosso sulla punta, sete molto intensa di acqua o latte freddo e desiderio di latticini e formaggi. Sensazione di indolenzimento, contusione, rigidità, intorpidimento, stato di prostrazione alternato ad agitazione in cui si cerca di cambiare continuamente posizione, soprattutto di notte in quanto aumenta l’irrequietezza e non c’è mai una posizione che vada bene. Quando i brividi sono causati dal minimo movimento o scoprendosi, seguiti poi da sudori generalizzati, ad eccezione che sul viso.

La sintomatologia generale per Rhus peggiora con l'umidità, il freddo umido, qualsiasi contatto con l'acqua, con il riposo e l'immobilità, cominciando a muoversi e con l'affaticamento eccessivo mentre migliora con il movimento lento, cambiando posizione, con il caldo e le applicazioni calde, con il tempo caldo e secco.

Rhus toxicodendron è quindi tipico per chi è freddoloso e patisce il cambiamento del tempo verso il freddo e se i sintomi sono scatenati quando si è bagnati e ci si raffredda, come dopo un bagno in mare o un colpo d'aria o dopo essere rimasti bagnati fradici.

E’ spesso indicato per i soggetti che non stanno mai fermi a lungo, quelli che muovendosi continuamente trovano sollievo ai loro dolori, mentre se stanno fermi li sentono progressivamente aggravare. E’ per persone irritabili che si sfogano muovendosi e passeggiando, meglio se all’aria aperta, che possono presentare manie ossessivo compulsive ed essere piuttosto superstiziose, che si muovono e si agitano per migliorare il loro stato e non per un’ansietà interiore.


Spotlight

Homeopathy for plants” ovvero “L'omeopatia per la cura delle piante”, di Christiane Maute, è un manuale pratico per le piante da appartamento, da terrazzo e da giardino e contiene le indicazioni di dosaggio, di somministrazione e scelta della diluizione dei rimedi omeopatici più adatti per curare le piante.

L'omeopatia per la cura delle piante, di Christiane Maute

Con la pubblicazione del libro si è scatenata una rivoluzione verde: ne sono state vendute 40.000 copie, con traduzione in molte lingue.
Tratta le malattie più frequenti delle piante, comprese le infestazioni da parassiti e il loro trattamento omeopatico, sulla base dell’esperienza in questo campo che Christiane Maute impiega da più di tredici anni per le piante utili ed ornamentali.
Sia che si tratti di cercosporiosi delle rose, di marciume bruno, del colpo di fuoco dei fruttiferi, degli afidi, dell’arricciamento fogliare, di cancro, di mal bianco, di muffa a circoli della frutta, d‘ infestazione da lumache, di marssonina o di crescita debole, l’autrice descrive i rimedi più adatti per le malattie più frequenti, ma anche nel caso di danni causati dal gelo, dalla grandine, da lesioni, da ristagni, da lesioni dovute alla potatura dell’albero e degli arbusti, dopo danni causati dall’arsura e dal travaso. Le sue istruzioni sono molto chiare e applicabili anche per i principianti.
La maggior parte delle malattie sono accompagnate dalle illustrazioni, in modo che anche una persona non specializzata possa riconoscere la malattia e scegliere il rimedio giusto e vengono descritti esattamente il dosaggio e la sua applicazione. Un breve testo farmacologico completa quest’opera.
L’edizione attuale riporta ulteriori parassiti e malattie come la piralide del bosso, l’oziorrinco, le cocciniglie cotonose e la micosi del bosso. Si tratta di un manuale particolarmente adatto per chi ha l’ hobby del giardinaggio, che affascina per la sua chiarezza espositiva e trasforma in fruitori entusiasti anche quelle persone che non si occupano di omeopatia.

Christiane Maute è una omeopata che ha studiato l'omeopatia classica al Clemens von Boenninghausen Accademy a Wolfsburg con Yves Laborde e il dottor Wolfgang Mettler.

Più di una decina anni fa, nel corso della sua professione omeopatica, ha avuto l'idea di usare l'omeopatia per piante malate o come prevenzione delle malattie e del controllo dei parassiti. Poiché le piante sono esseri viventi, le è sembrata una conclusione logica quella di utilizzare l'omeopatia in botanica. La sua curiosità ed esperienza è cresciuta e da allora utilizza solo le cure omeopatiche nel trattamento della frutta ed ella verdura dei suoi giardini fioriti e del suo orto, dimostrandone l’efficacia e l’assenza di effetti nocivi, compresa la salvaguardia del terreno stesso.





OTTOBRE 2015


Omeopatia in Pediatria: come e quando?

Non solo sono sempre più numerose le mamme che si affidano all’omeopatia per curare i loro bambini, ma sempre più medici e pediatri si avvicinano a tale disciplina medica, poiché è sempre più dimostrata l’evidenza che l’omeopatia è in grado di apportare importanti risultati, sia in senso terapeutico e sia per la sua azione di stimolo dei meccanismi di difesa dell’organismo.

Omeopatia in Pediatria: come e quando?

Queste due azioni della medicina omeopatica vengono constatate in maniera crescente dai pediatri di famiglia che la utilizzano man mano e loro stessi affermano che è una medicina che lavora bene sia sulla prevenzione che sulla cura non solo delle patologie acute ma anche di malattie croniche.

Si è evidenziato che in terapia preventiva, il bambino curato omeopaticamente diventa più resistente alle infezioni e meno vulnerabile nei confronti dei mali di stagione.

Le cure preventive sono efficaci soprattutto nelle forme infiammatorie ricorrenti delle vie respiratorie di origine virale e il successo della terapia si esprime non solo in una riduzione del numero delle infezioni, come raffreddori, mal di gola, mal d’orecchio, ma anche in presenza di sintomi più blandi con riduzione di episodi febbrili, senza contare poi le complicanze, come le tracheiti e le bronchiti.

La dottoressa Luisella Zanino, medico pediatra e omeopata, membro della Commissione per le Medicine Non Convenzionali dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Torino, sulla base della sua esperienza omeopatica trentennale applicata in campo pediatrico afferma che “Il bambino curato con l’omeopatia è dimostrato che si ammala molto meno di un bambino cui vengano somministrati farmaci ponderali per ogni banalità, spesso superflui e talora dannosi, farmaci che a livello epidemiologico vanno usati con cautela. Ben sappiamo ad esempio che l’abuso di terapie antibiotiche ha creato resistenze batteriche difficili da combattere.”

Inoltre quella omeopatica è una buona medicina a partire fin dai primi mesi di vita.

Già nel lattante, in disturbi come le otiti, i raffreddori, le tonsilliti, le broncopolmoniti l’omeopatia può risultare utile ed efficace, agendo in modo attivo e privo di effetti collaterali o di tossicità.

I pediatri riportano che una gran parte delle visite ai lattanti viene fatta per le cosiddette “malattie funzionali” e tra queste rientrano i disturbi digestivi, i dolori addominali e le gastrici, l’ingestione involontaria di gas durante le poppate, i disturbi della dentizione, la stitichezza, ma anche gli eritemi.

Il corso di Medicine non Convenzionali del 19 settembre a Torino
Il corso di Medicine non Convenzionali del 19 settembre a Torino

Le cure omeopatiche risultano molto efficaci per tutti questi problemi, ma anche per quei “piccoli grandi disturbi” come mughetto, eritema da pannolino e crosta lattea.

Ebbene, tutti questi disturbi hanno una sintomatologia molto chiara e definita e l’omeopatia è in grado di curarli con successo.

Per individuare i rimedi più adatti il pediatra omeopata conduce una visita accurata al fine di valutare non solo lo stato di salute in tempo reale del bimbo ma anche di quello pregresso analizzando eventuali fattori ereditari soprattutto per quanto riguarda le malattie croniche.
La valutazione di tutti questi dati, uniti ad uno studio approfondito delle caratteristiche fisiche e psichiche del piccolo paziente, permette di identificare il rimedio personalizzato da utilizzare per la sua cura.

L’omeopatia determina un buon controllo dei sintomi perciò può essere utilizzata o da sola, per alcune patologie, oppure, in altri casi, affiancata alla terapia convenzionale.

La terapia omeopatica si dimostra così anche complementare, migliorando i tempi di guarigione e determinando una progressiva riduzione dell’uso dei farmaci chimici.

Sarebbe dunque auspicabile che sempre di più questa specialità medica possa entrare a far parte delle prescrizioni terapeutiche quotidiane effettuate dai pediatri.

Nel programma dei corsi di aggiornamento del 2015 promossi dall’Ordine dei Medici di Torino, un degno spazio è stato dedicato alle Medicine Non Convenzionali (MNC) e all’omeopatia in particolare, con esposizioni e dibattiti aperti tra tutti i medici partecipanti, già esperti in MNC o intervenuti per saperne di più sull’argomento in maniera corretta e scientifica.

In particolare, il 19 settembre scorso si è svolta una giornata di approfondimento dal titolo: “PRENDERSI CURA DEL BAMBINO CON LE MEDICINE NON CONVENZIONALI. COME E QUANDO?”, organizzata a cura della Commissione Medicine Non Convenzionali dell’Ordine.

Proprio la dottoressa Luisella Zanino ha introdotto un dibattito aperto ai medici sulle Medicine Non Convenzionali nelle prime età della vita e “Omeopatia in pediatria: come e quando?” è stato il titolo del suo successivo intervento, nel quale ha riportato la sua esperienza in campo omeopatico.

Formazione professionale in medicine non convenzionali presso Ordine dei Medici di Torino
Formazione professionale in medicine non convenzionali presso Ordine dei Medici di Torino

“I risultati sorprendenti che si ottengono applicando i principi di questa disciplina mi hanno letteralmente folgorata e convinta della necessità di integrare il sapere accademico con altri saperi medici che, con la relazione medico-paziente, vengono spesso trascurati dalla medicina ufficiale. Conoscere l’omeopatia significa avere uno strumento di cura in più oltre che favorire un approccio particolare al paziente. Ciò avviene ovviamente anche in pediatria, valorizzando le caratteristiche del bambino malato”.


Ma diamo la parola direttamente alla dottoressa Luisella Zanino.


Da quanto tempo sei membro della commissione di MNC dell’Ordine dei Medici di Torino?

Da molti anni…dal 1999


Che cosa comporta e che cosa prevede questa Commissione all’interno dell’ Ordine dei Medici?

Prevede di essere dei referenti, anche per quanto riguarda le questioni delle MNC, ma soprattutto di fare delle proposte. Per noi è stato un successo perché significava che finalmente le medicine non convenzionali potessero entrare di diritto “dalla porta” all’Ordine dei Medici per la regolamentazione. Dal punto di vista legislativo, prima il Decreto di Terni le ha riconosciute e successivamente l’accordo Stato/ Regioni del 2013 ha regolamentato le tre grandi medicine: agopuntura, omeopatia e fitoterapia, sia dal punto di vista della formazione dei medici sia per quello che ne deriva, con una ufficializzazione di pratiche mediche che prima vivevano un po’ …come dire…della serie…si fa ma non si dice...


Che riscontro hai dai colleghi medici riguardo alle MNC e soprattutto all’Omeopatia?

I medici qui da noi sono abbastanza attenti, tanto che proprio in questa sede dell’Ordine di Torino tra pochi giorni, il 10 ottobre, ci sarà una giornata dell’Omeopatia Piemontese. Un evento che prima facevamo liberamente organizzandola per conto nostro tra omeopati. Questo è il sesto anno che viene fatto e i medici piemontesi omeopati cercano di incontrarsi e relazionare su casi clinici ad un pubblico medico più ampio mettendo in evidenza l’efficacia della medicina omeopatica in certe situazioni patologiche.


Tu da quanto tempo usi la medicina omeopatica per i tuoi pazienti?

Ormai è da tanto tempo! Diciamo almeno trent’anni…da dopo la specializzazione in Pediatria. Ho iniziato dal 1985…e poi l’ho applicata sempre di più.


La dottoressa Luisella Zanino
La dottoressa Luisella Zanino

Sono i genitori stessi che ti chiedono specificatamente di curare i loro figli con l’Omeopatia o glielo proponi tu?

Io non glielo propongo…me lo chiedono ormai. All’inizio lo proponevo nel senso che davo la possibilità di scelta ai genitori, ovviamente spiegando i rischi e benefici dell’una e dell’atra strada o delle strade contemporaneamente …io faccio anche eventualmente quando serve medicina complementare in ambulatorio, cioè integro le varie possibilità. Adesso, dopo tanti anni, me lo chiedono direttamente perché ormai sanno che io la pratico. Inoltre la richiesta è molto aumentata a partire dalla fine degli anni ’90 e inizio 2000.


Quindi i pazienti la ritengono una medicina valida, una alternativa valida o un compendio valido ?

Assolutamente! Soprattutto in Pediatria! Io personalmente la considero quasi la medicina di prima scelta soprattutto nelle patologie acute, ma anche per le patologie croniche. Perché in Pediatria gli effetti collaterali dei farmaci li conosciamo in quanto il bambino ha degli emuntori diversi, quindi è molto importante curare senza sovraccaricare soprattutto fegato, reni, polmoni e cute. Nel bambino, in alcune situazioni, è di prima scelta e in altre situazioni è complementare…e va benissimo.


Cosa consiglieresti ai colleghi medici che si avvicinano per la prima volta all’Omeopatia?

Di formarsi molto bene e di avere un’apertura mentale e di non precludersi nessuna strada. Questa è la cosa importante. Non bisogna dare per scontata la medicina, perché la medicina è in divenire, la medicina è un’arte … e non è una scienza esatta…


…e quindi intendi anche di non affidarsi ai luoghi comuni che gli skeptics di turno propongono sulla medicina omeopatica?

Certo! La medicina omeopatica è da provare sul campo. Da studiare e da provare sul campo. Questa è la pratica clinica: perché così ti rendi conto, quando vedi i risultati, che non si tratta di una medicina magica o religiosa o altro, ma di qualcosa di efficace e di praticabile. Quindi prima studiarla, conoscerla, conoscere l’epistemologia omeopatica, e cominciare ad applicarla…anche da subito, magari prima solo su casi semplici e poi pian piano approfondendo anche su casi molto più complessi.


Grazie mille dottoressa Zanino e allora appuntamento al 10 ottobre presso la sede dell’ordine dei Medici di Torino per la “SESTA GIORNATA DELL’OMEOPATIA PIEMONTESE”, dove saranno presentati e discussi diversi casi clinici, quali dermatite atopica, epitelioma basocellulare, cefalea cronica, endometriosi, otite media acuta, patologie acute ricorrenti in ambito pediatrico ma non solo…anche casi clinici in campo veterinario curabili con l’Omeopatia, perché la medicina omeopatica non fa differenze di età, di sesso, di razza o di specie, visto che è applicabile anche in campo botanico, ma è la medicina per l’individuo in tutta la sua completezza.


Il rimedio del mese.

Aconitum

Aconitum napellus è una pianta erbosa perenne appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae. Cresce spontaneamente nei boschi di montagna, sui versanti esposti ai venti freddi del nord e può essere alta fino a un metro e mezzo. I suoi fiori sono riconoscibili per la caratteristica forma a elmo e per il colore blu scuro.

Aconitum

Il rimedio omeopatico si ricava per successive diluizioni e dinamizzazioni a partire dalla tintura madre, che a sua volta è ottenuta dalla macerazione in acqua e alcool della pianta in fioritura e delle radici.

È il rimedio caratteristico per tutti i disturbi che compaiono improvvisamente e intensamente e con grande dolore accompagnati da paura che può arrivare ad angoscia mortale.

Aconitum ha un’azione veloce ed efficace per le infiammazioni causate prevalentemente da esposizione al freddo e al vento freddo secco del nord e per raffreddamenti improvvisi ma anche per caldo intenso, insolazione e per tutte le conseguenze di traumi dovuti a paura, spavento e shock.

Ogni volta che accade un evento violento o che provoca spavento, come un terremoto o un incidente automobilistico, Aconitum è un rimedio da prendere subito.

È particolarmente indicato nei casi acuti, per i malesseri che scoppiano all’improvviso e che sono accompagnati da congestione intensa con colorito tendente al rosso vivo, con la pelle secca, calda, bruciante, il polso accelerato con battito duro e a scatti, agitazione, inquietudine, ipersensibilità esagerata, attacchi di panico, claustrofobia. Un sintomo tipico è quello di avere il volto rosso con battiti alle tempie ed alla carotide quando si sta coricati, ma che diviene pallido quando ci si mette seduti. Un altro sintomo particolare per Aconitum è che tutto ha un sapore amaro tranne l'acqua.

Il tipo Aconitum è un soggetto molto reattivo alla situazione di malessere, tanto da avere reazioni violente ed improvvise, come per esempio brividi incontenibili e febbre a 40° e più, ansia continua e incapacità a stare fermo a causa dell’agitazione.

Il rimedio Aconitum agisce molto bene nei casi in cui si manifestano palpitazioni, polso accelerato, tachicardia e dolori al torace, soprattutto dopo uno sforzo, con sensazione di compressione e di pesantezza toracica. Infatti è uno dei rimedi più indicati in caso di infarto cardiaco, con gravi dolori al petto estesi al braccio sinistro con formicolio ed intorpidimento e dalla terribile paura di morire, anzi dalla sensazione che la morte sia imminente.

Può essere anche usato per l’artrite infiammatoria che compare dopo raffreddamento oppure nelle nevriti che si scatenano all’improvviso con dolori lancinanti come la nevralgia del trigemino, la sciatalgia e il “colpo della strega”.

Trova indicazione anche per la cura dell’ipertensione arteriosa e oculare e nell’ipertiroidismo, negli attacchi molto dolorosi di tosse spasmodica che insorgono appena ci si addormenta, nel mal d’orecchio dopo esposizione a corrente d'aria.

Nel soggetto Aconitum i sintomi sono aggravati dal rumore, dalla musica, dalla luce, dagli odori, dal forte calore o dal forte freddo, dalla minima corrente d'aria e dal vento freddo, dal movimento, dal fumo di tabacco. I miglioramenti si hanno all’aria aperta e dopo un’abbondante sudorazione.


Omeopatia per bambini, di Renè Prümmel.

News

“Omeopatia per bambini”, di Renè Prümmel.

Un tascabile, in edizione italiana, utile ai genitori per affacciarsi alla medicina omeopatica.

Tratto dall’edizione tedesca dal titolo “Homöopathie für Kinder: Symptome erkennen - Krankheiten behandeln - Beschwerden lindern“, ovvero, l'omeopatia per i bambini: riconoscere i sintomi,  curare le malattie, alleviare il disagio.

Una guida di facile consultazione, sempre a portata di mano, in cui si può trovare l'elenco dei disturbi e delle malattie più comuni dell'infanzia e i possibili rimedi per intervenire subito. Per ogni disturbo le cure omeopatiche sono disposte in ordine alfabetico per una veloce ricerca. Uno strumento di intervento facile ed efficace, soprattutto per situazioni di pronto soccorso come slogature, contusioni, ferite, insolazioni, ustioni e punture di insetti, ma anche febbre, influenza, coliche, cistiti, otiti, mal di gola, tosse, verruche e altro ancora.





SETTEMBRE 2015


La società scientifica sostiene la ricerca omeopatica

La crescente aspettativa di un approccio più umano ai problemi della salute porta ad un interesse sempre più vivo per l’omeopatia. Questa medicina, che cerca di ristabilire lo stato di benessere del singolo individuo ponendolo come protagonista sia nel momento della diagnostica sia in quello della terapia, risponde perfettamente a questa esigenza. Inoltre la base naturale dei suoi rimedi, la semplicità della somministrazione, la mancanza di effetti collaterali ed anche i bassi costi ne determinano un’opportunità interessante per il grande pubblico.

Il dottor Alexander Tournier HRI Executive Director e Rachel Roberts  HRI Chief Executive durante il congresso
Il dottor Alexander Tournier HRI Executive Director e Rachel Roberts HRI Chief Executive durante il congresso

Per questo, nel mondo, la ricerca in campo omeopatico è in continuo movimento e un numero sempre maggiore di ricercatori, anche con approcci scientifici diversi che spaziano dalla fisica alla biologia, si impegna a capire e spiegare i meccanismi che stanno alla base dell’azione della metodica terapeutica omeopatica e dei suoi farmaci.

Quest’anno a Roma dal 5 al 7 giugno l’HRI (Homeopathy Reserch Institute) ha organizzato una conferenza internazionale dal titolo Cutting Edge Reserce In Homeopathy dove sono intervenuti più di 250 scienziati di 39 Paesi per presenziare e presentare i risultati delle loro ricerche e i loro nuovi progetti.

L’HRI è un’associazione senza scopo di lucro impegnata nella ricerca in omeopatia e nella diffusione a livello internazionale degli esiti degli studi e delle sperimentazioni, organizzando conferenze, circa ogni due anni, in cui riunisce esperti mondiali di tutti i campi della ricerca omeopatica. Come spiega lo stesso HRI, il leitmotiv di queste conferenze è di essere "in prima linea nella ricerca".

Quest’anno in particolare sono state presentate 37 relazioni di ricercatori di 17 Paesi, su temi diversi che vanno dal meccanismo d’azione dei medicinali omeopatici, alla ricerca clinica, agli studi in ambito veterinario.

Alexander Tournier, direttore esecutivo dell’Homeopathy Research Institute, ha ribadito: “La ricerca omeopatica ci pone molte domande profonde e numerose sfide. Questa conferenza evidenzia i molti lavori in corso condotti da una comunità scientifica attiva e impegnata quotidianamente a indagare con metodi rigorosi un settore emergente e affascinante”.

Tra i numerosi relatori che hanno presentato in queste giornate i loro risultati, il dottor Rajesh Shah (Global Omeopatia Fondazione, Mumbai, India) ha esposto la sua modalità di preparazione del nosode AIDS accompagnata uno studio clinico per l’uso sistematico del rimedio tra i pazienti affetti da AIDS.

Il dottor Alexander Tournier (HRI, Londra) ha portato una recensione della letteratura sulle indagini in corso a proposito delle diluizioni omeopatiche, che riconoscono all’acqua una sempre maggiore importanza nell’azione del farmaco omeopatico.

Il professor Elio Rossi (Rete Toscana di Medicina Integrata, Italia) ha parlato degli ottimi risultati ottenuti nei vari centri oncologici integrati di tutta Europa sulla riduzione degli effetti collaterali della chemioterapia, quali nausea, leucopenia, stanchezza, depressione.

Il dottor Gustavo Aguilar Velasquez (Scuola Nazionale di Medicina e Omeopatia, Politecnico Nazionale, Messico) ha presentato il suo lavoro sugli effetti delle diverse diluizioni di Echinacea angustifolia per ridurre o determinare la morte delle cellule del cancro al seno e alla prostata.

Il dottor Martien Marchi ( Associazione di Medicina Integrata, Paesi Bassi) ha illustrato uno studio retrospettivo sui diversi trattamenti omeopatici attuati in Kenya per curare la malaria.

La dottoressa Jennifer Jacobs (Dipartimento di Epidemiologia, Università di Washington, USA) ha portato due studi che dimostrano risultati significativi ottenuti sulle infezioni delle vie respiratorie superiori nei bambini con il trattamento omeopatico.

Il professor Peter Viskeen (Università di Sheffield, Norvegia) ha relazionato come vi sia un reale vantaggio nell’integrazione della medicina omeopatica nei pazienti depressi.

La dottoressa Rosaria Ferreri (Ospedale di Pitigliano, Centro di Medicina Integrata, Italia)

ha esposto i risultati positivi ottenuti nelle malattie croniche con riduzione del dolore e delle allergie e conseguente possibilità di riduzione dell’uso di antibiotici e antinfiammatori.

La dottoressa Deborah Olioso (Università degli Studi di Verona, Italia) con il suo studio sugli effetti dell’Arnica sull'espressione genica dei macrofagi umani, ha parlato del contributo dell’omeopatia sul rafforzamento del sistema immunitario.

Nel campo della ricerca clinica è stato applaudito lo studio meta-analitico

presentato dal Dr. Robert Mathie (British Homeopathic Association, Regno Unito)

che utilizzando i più recenti strumenti statistici ha dimostrato che la terapia omeopatica individualizzata è più efficace del placebo, considerando soltanto i risultati di trial clinici di alta qualità.

In un clima di intenso scambio di esperienze medico-scientifiche tra i partecipanti, vi è stato spazio per le considerazioni e riflessioni sulla salute e il benessere, ma anche il piacere di incontrarsi accomunati dall’interesse di una medicina nata più di 200 anni fa ma attuale nella sua proposta di cura e soprattutto oggi molto più studiata e capita per ciò che riguarda la sua forza energetica nella guida alla guarigione delle malattie.

Non poteva inoltre mancare in questi tre giorni a Roma una visita dei partecipanti del Congresso al Museo dell’Omeopatia. Guidata dal dottor Francesco Negro e dal dottor Francesco Marino, ha riscosso un vivo successo da parte dei congressisti provenienti da ogni parte del mondo, tanto che il Presidente dell’ HRI, Thomas Peinbauer, ha invitato il Museo a partecipare alla sessione di storia dell’omeopatia al prossimo Congresso Europeo dell’HRI che si terrà a Vienna dal 17 al 19 novembre 2016.

https://youtu.be/C-ohKgUS-bk


Il rimedio del mese.

Chamomilla

La Matricaria chamomilla è la camomilla comune, una pianta erbacea annuale appartenente alle Compositae. Il rimedio omeopatico si ottiene dalla tintura madre, ricavata facendo macerare in acqua e alcool la pianta intera fresca, a cui si fanno seguire successive diluizioni e dinamizzazioni.

Chamomilla

Chamomilla è uno dei più importanti rimedi contro il dolore e gli si attribuisce un’azione calmante su tutto il sistema nervoso.

La vignetta qui a fianco mostra i sintomi chiave, cioè quelli che più la caratterizzano.
È adatta ai bambini e alle persone nervose, che manifestano ipersensibilà al dolore che non viene minimamente sopportato, impazienti e astiose, irascibili e di cattivo umore. Ma anche impertinenti, in particolare i bambini, dall’ irritabilità sgarbata.

Un sintomo mentale peculiare è di tralasciare sillabe scrivendo o di usare alcune parole al contrario , per esempio caldo invece di freddo.

L’ipereccitabilità insieme all’ irritabilità e al malumore sono sintomi chiave per le proprietà di Chamomilla, soprattutto quando insorgono dopo arrabbiature.

In tutti i casi per il rimedio Chamomilla i dolori compaiono sotto forma di attacchi improvvisi e violenti.

Risulta essere molto utile nei lattanti e nei bambini per tutti i problemi dovuti alla dentizione, ma anche per il mal di denti degli adulti che insorge quando si entra in una stanza calda o bevendo qualcosa di caldo.

Va bene quando sono presenti coliche da gas intestinale con crampi tipici nei neonati e nei primi mesi di vita, soprattutto mettendo i denti, accompagnati da diarrea dal colore verdastro e dall'odore caratteristico di uova avariate.

È un rimedio per chi ha un carattere impetuoso e irrequieto e urla senza ritegno con tutte le sue forze, tanto da assordare i timpani! È tipico di bambini che richiedono e pretendono delle cose che gettano via subito dopo averle ricevute. Bambini che si calmano e si addormentano solo se portati in automobile o in passeggino e se presi in braccio e cullati continuamente, anche energicamente. Quasi sempre presentano una guancia rossa e calda, l’altra bianca e fredda. Hanno sudori caldi abbondanti alla testa e grande sete di acqua fresca e le piante dei piedi sono molto calde e bruciano di notte, tanto che tendono a mettere i piedi fuori dalle coperte.

Altri sintomi importanti per Chamomilla possono essere difficoltà respiratorie o tosse irritativa in caso di accessi di collera. Asma nei bambini con eruzioni cutanee. Otite dell’orecchio medio con attacchi di dolori pungenti e violenti, aggravati dal vento. Nevralgie al volto o alla testa con sensazione d'insensibilità e insonnia nervosa.

È anche il rimedio degli adulti con dolori artritici e delle donne con dolori nevralgici in ostetricia e ginecologia, come sintomatologie dolorose dell’utero, dismenorrea con coliche, contrazioni troppo forti durante le doglie o in mancanza di dilatazione dove la partoriente è agitata, molto sensibile al dolore e esageratamente irritabile.

I sintomi si aggravano con il vento, con il freddo e con l’umidità, tranne il mal di denti e gli altri problemi della bocca che invece migliorano con il freddo. Con il riposo e la tranquillità, con il contatto e la pressione, di sera dalle 21 a mezzanotte, di notte coprendosi e al mattino alle 9.

Invece la sintomatologia in generale migliora con il caldo, muovendosi, andando in automobile, nel caso di bambini se portati in braccio, con il digiuno nel caso dei sintomi gastro-enterici.

Come per tutti i farmaci omeopatici, il rimedio omeopatico Chamomilla si usa quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio stesso.
Di conseguenza si consiglia di curarsi col rimedio solo dopo aver consultato il medico omeopata e come primo soccorso.



Spotlight

L’Omeopatia nel Museo delle Arti Sanitarie di Napoli

Un “gemellaggio” con il Museo dell’Omeopatia consentirà al Museo delle Arti Sanitarie di Napoli, per iniziativa di Gennaro Rispoli, Direttore del Museo e Presidente dell’Associazione “Il Faro di Ippocrate”, di allestire nei prossimi mesi una sezione dedicata alla storia dell’Omeopatia, con particolare riguardo a Napoli e agli omeopati italiani storici più illustri, De Horatiis, Romani e Cigliano.





AGOSTO 2015


Omeopatia: una scelta terapeutica possibile anche in ospedali e ambulatori delle Asl - Parte II

L’Ospedale San Camillo-Forlanini di Roma

L’Omeopatia è una terapeutica inserita nelle Medicine Non Convenzionali (MNC) che applica il “principio di similitudine del farmaco“, secondo il quale il rimedio appropriato per una certa malattia è dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. Tale sostanza, detta anche “principio omeopatico“, una volta individuata in modo specifico per quel paziente viene somministrata in alta diluizione. E proprio l’Omeopatia fa parte delle terapie integrative che stanno alla base di diversi programmi per la salute in alcuni ospedali italiani, in linea con quanto previsto dalle normative che riconoscono le MNC come parte integrante del Servizio Sanitario e sanciscono e riconoscono la libertà di scelta terapeutica del paziente che può aggiungere una ulteriore possibilità di cura al proprio caso clinico.

Ecco qui di seguito alcuni esempi di ospedali che offrono un servizio di medicina non convenzionale integrata alla medicina convenzionale.

L’Ospedale Luigi Sacco di Milano

Farsi curare con la medicina omeopatica è possibile negli Ambulatori di Medicina Complementare dell’Ospedale San Camillo-Forlanini di Roma, sia per patologie acute che croniche e sia per migliorare la qualità della vita. La mission dell'ambulatorio di Medicina Complementare è quella di accogliere persone con alterazioni o patologie di varia natura, come si può vedere dall’elenco cliccando qui , con particolare riguardo a malattie croniche.

Inoltre promuove e implementa collaborazioni multidisciplinari assistenziali e di ricerca clinica per garantire ai cittadini piani terapeutici che integrano le medicine non convenzionali. A tale fine sono stati individuati campi d'interesse comuni come l’infertilità, le patologie dolorose osteo-articolari, le patologie nevralgiche e le cefalee. La presenza, all'interno della Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini, di questi ambulatori di medicina complementare consente a tutti i cittadini la scelta terapeutica, garantendo allo stesso tempo, la qualità delle prestazioni erogate.

Anche l’Ospedale Luigi Sacco di Milano offre ambulatori di omeopatia e il centro di oncologia prevede un protocollo omeopatico per contrastare gli effetti collaterali della chemioterapia e della radioterapia con la possibilità di dare a questi pazienti un aiuto notevole e risolutivo nell’affrontare i disagi e gli effetti di terapie purtroppo ancora oggi piuttosto invasive.

L'Ospedale Campo di Marte a Lucca

In questa struttura si seguono i principi base di prescrizione del medicinale omeopatico secondo una metodica clinica già utilizzata con successo in diversi ospedali francesi. Il medicinale omeopatico viene integrato nella terapia oncologica convenzionale, con vari protocolli di utilizzo specifici e relativi ai sintomi che ogni molecola chemioterapica può causare nel soggetto a cui è stata somministrata. Inoltre, a seconda della tipologia di tumore da aggredire e della varietà degli effetti secondari dei diversi farmaci usati nelle chemioterapie utilizzate, si va a lavorare sulla reazione sintomatologica del paziente. Così con i rimedi omeopatici si può intervenire e limitare sintomi collaterali come la grande debolezza, i gonfiori, le emorragie, le anemie secondarie, il dolore, la perdita dell’appetito, la nausea e il vomito, le infezioni secondarie, l’ansia e l’insonnia e tutti gli effetti secondari alla radioterapia, come le radiodermiti, il rossore, l’ulcerazione, la secchezza, il prurito, l’astenia. In questi casi il medicinale omeopatico migliora la qualità della vita del paziente e permette di seguire in maniera puntuale la terapia specifica, mitigando le complicanze delle cure di medicina convenzionale.

Presso l'Ospedale Campo di Marte a Lucca è attivo un ambulatorio di "Omeopatia per la donna" al quale possono accedere, in regime di convenzione, le donne della provincia di Lucca e non solo. Vengono trattati soprattutto i disturbi della menopausa, le irregolarità del ciclo mensile, l’ovaio policistico, i dolori mestruali, l’amenorrea e le anoressie. Aperto anche alle pazienti in gravidanza che vogliono essere seguite in maniera naturale con la medicina omeopatica ed essere sicure, allo stesso tempo, di avvalersi dell’operatività di personale qualificato.

L’Ospedale Petruccioli di Pitigliano

All’Ospedale Petruccioli di Pitigliano, in provincia di Grosseto, la Medicina Non Convenzionale affianca quella tradizionale in tutte le fasi dell'assistenza ai ricoverati. Il paziente può scegliere, sia in corsia che nei servizi ambulatoriali, se essere curato con terapie tradizionali o con terapie integrative, praticate sulla base di un approccio interdisciplinare, diagnostico e terapeutico, finalizzato alla scelta terapeutica più appropriata ed efficace in termini di qualità della vita, di benessere e salute. La possibilità di accedere alle cure pagando soltanto il ticket, facilita l’accesso alla medicina non convenzionale a un ampio numero di pazienti.

Queste cure possono essere richieste per varie patologie, dal trattamento delle malattie reumatiche croniche, a esiti di traumi e di ictus, alla riabilitazione ortopedica e neurologica, alla terapia del dolore cronico, alla cura della psoriasi e di dermatiti allergiche, all’ asma, all’insufficienza respiratoria, ma anche per contrastare gli effetti collaterali della chemioterapia.

Quella di Pitigliano è una struttura sanitaria che ha raccolto molti risultati positivi, tanto da diventare un punto di riferimento per i pazienti di tutta Italia.

C’è da augurarsi che questi esempi di integrazione della medicina omeopatica con la medicina classica si possano allargare a sempre più strutture pubbliche del nostro Paese per assicurare a tutti i cittadini l’ottenimento e il mantenimento di uno stato di salute e benessere in modo dolce, rapido e duraturo, proprio come auspicava il medico tedesco Samuel Hahnemann, fondatore dell’omeopatia.


Il rimedio del mese.

Okoubaka

Okoubaka aubrevillei, pianta della famiglia delle Santalaceae, è un alto albero della foresta tropicale della zona ovest e centrale del continente africano. Conosciuto dall’antica medicina dell’ Africa occidentale, la polvere della corteccia veniva adoperata contro tutti i tipi di avvelenamento.

Okoubaka

Il materiale di partenza per la preparazione del rimedio omeopatico è costituito dalla corteccia essiccata dei rami superiori della pianta, che viene prima polverizzata, poi fatta macerare in alcool e successivamente diluita in acqua e alcool e potenziata alla diluizione desiderata secondo la metodologia farmacologica omeopatica. È un rimedio che venne introdotto in Europa in circostanze curiose. Nel 1970 a Francoforte, un paziente della dottoressa Magdalena Kunst, originario dell’Africa, fu grato delle sue cure e per ringraziarla le donò una piccola quantità di corteccia in polvere dell’ Okoubaka aubrevillei. Le raccontò che nel suo paese si usava prenderlo dopo ogni pasto, in tutti quei casi in cui venivano invitati a mangiare senza essere sicuri delle intenzioni dell’ospitante, in quanto questa polvere neutralizzava tutti i veleni. Specializzata in omeopatia, la Kunst pensò di preparare un rimedio diluendo via via la polvere preziosa e iniziò a utilizzarlo con successo nel trattamento di varie intossicazioni alimentari, sia da causa infettiva che tossica e dal 1972 constatò la sua utilità anche nelle conseguenze di malattie infettive, nei postumi dell'influenza, delle malattie infantili con senso generale di malessere e debolezza, nelle malattie tropicali, nella toxoplasmosi, come profilassi della gastroenterite del viaggiatore o nelle intolleranze alimentari, ma anche per mal di testa, emicrania e vertigini con concomitanti sintomi gastroenterici. Oggi Okoubaka si rivela dunque un ottimo rimedio in tutte le intossicazioni di varia origine, come da insetticidi, tossine ambientali, conservanti, metalli pesanti, cibi avariati oppure nei casi di comparsa di effetti collaterali dovuti a lunghe terapie con farmaci chimici, da virus e tossine batteriche o negli effetti indesiderati conseguenti alle chemioterapie. Rimedio caratteristico specificatamente per le gastroenteriti dove sono imperanti la nausea, il vomito, la diarrea con vomito, accompagnati da dolori allo stomaco e al ventre con distensione dell’addome, bruciore allo stomaco, disturbi epatici e biliari e inappetenza. Utile Inoltre nelle allergie riconducibili ad alimenti, a farmaci, a sostanze chimiche o se la causa non è individuabile, nel raffreddore da fieno con naso che gocciola e tosse, con costrizione respiratoria e sindrome asmatica. Ma anche nelle eruzioni cutanee con prurito, gonfiori, arrossamenti e infiammazioni della pelle, compresa l’acne e l’herpes labiale.
I sintomi mentali del rimedio Okoubaka sono caratterizzati da debolezza di memoria e di concentrazione, stanchezza mentale, difficoltà di apprendimento e irritabilità.



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LUGLIO 2015


Omeopatia: una scelta terapeutica possibile anche in ospedali e ambulatori delle Asl - Parte I

La richiesta e l’utilizzo della medicina omeopatica da parte della cittadinanza è una realtà ben viva, ma forse non tutti ancora sanno che è possibile usufruirne presso alcune strutture di sanità pubblica, proprio a garanzia della libera scelta sulle cure.

I pazienti hanno il diritto fondamentale di scelta terapeutica che rispetti le loro esigenze, preferenze e valori e l’Omeopatia costituisce una cura integrativa, che può essere proposta con gli stessi diritti e insieme alle terapie tradizionali. Basta saperlo!

Infatti oggi le Medicine Non Convenzionali, che lavorano come terapie integrate, possono affiancare le terapie tradizionali in diversi distretti sanitari del nostro paese.

È una realtà che ha come obbiettivo la salute dei cittadini, e conoscerne la possibilità, sia da parte dei pazienti che dei medici e pediatri di famiglia, completa le opportunità di cura, dove la visita e il piano terapeutico in omeopatia sono stati inseriti nella Sanità pubblica e i pazienti possono accedere pagando il ticket.

Ne costituisce un valido esempio, l'ASL 4 di Ivrea, in provincia di Torino, dove continua l’attività e l’utilità del progetto avviato dal 2009 proprio in Piemonte su percorsi integrati tra medicina ufficiale e medicina non convenzionale, per permettere un ampliamento delle offerte sanitarie nelle strutture ambulatoriali.

La dottoressa Luisa Ferla è la responsabile di questo lavoro nella specialità di neurologia presso cui vengono curate omeopaticamente le cefalee infantili, le allergie in pediatria, i disturbi gastrointestinali funzionali dell'infanzia, le lombo-sciatalgie in gravidanza e le dismenorree.

Usare anche la medicina omeopatica in alcuni tipi di patologie significa utilizzare una metodica clinica volta a stimolare un processo di guarigione naturale, che fornisce rimedi adeguati per restituire al paziente il suo stato di buona salute stimolandone la naturale capacità di autoguarigione.

Proprio perché si tratta di una terapia priva di effetti collaterali, essa è più indicata per i gruppi di pazienti più sensibili ad eventuali effetti dannosi di terapie convenzionali protratte come in età pediatrica, età fertile e in gravidanza.

I rimedi omeopatici possono essere associati ai farmaci tradizionali senza modificarne in alcun modo l'efficacia, anche se tuttavia i risultati migliori delle cure omeopatiche si ottengono quando il paziente non assume in modo continuativo altri farmaci, soprattutto se si tratta di psicofarmaci, corticosteroidi, antibiotici e ormoni.

Ecco la parola direttamente alla dottoressa Luisa Ferla.


Intanto come si chiama questo progetto a cui stai lavorando e da quanto tempo lo stai seguendo?

È l’Ambulatorio di Omeopatia Unicista e io lo seguo dal 2009, da quando è partito.



La dottoressa Luisa Ferla

Chi viene in questo ambulatorio?

L’accesso è limitato, sulla carta, a fasce d’età e patologie particolari e cioè le cefalee magnesio resistenti in pediatria e le lombo sciatalgie in gravidanza. Per la pediatria, vuol dire che sono dirottati a me i piccoli pazienti che non rispondono alla profilassi con il magnesio, la prima che si utilizza in medicina allopatica. In realtà abbiamo allargato un po’ accogliendo pazienti fino ai 18 anni, e a volte vedo anche cefalee non magnesio resistenti. All’inizio c’era anche qualcosa sulle allergie, casi di fratelli dei bambini con la cefalea. Purtroppo devo dire che dalla neuropsichiatria infantile mi stanno un po’ boicottando e non mi mandano più casi… paradossalmente più ho risultati buoni e meno pazienti mi mandano…I pazienti mi arrivano soprattutto grazie al tam tam delle mamme. Tra l’altro al prossimo Congresso di Omeopatia a Torino presenterò un lavoro su casi seguiti per almeno due anni.


E per gli adulti?

Per quanto riguarda gli adulti dalle lombo sciatalgie estendo a tutti i disturbi della gravidanza e, a volte, ho visto anche pazienti post-partum. I pazienti vengono visitati nell’ambulatorio, un giorno alla settimana. Ogni visita dura 45 minuti, tempistica quasi utopistica. A volte con la prima visita sforo un po’ e poi rientro nei tempi con i controlli.


I controlli quando si fanno?

Per le pazienti in gravidanza il primo follow-up è dopo 15 giorni, mentre per i bambini è di solito dopo due mesi.


I pazienti sono contenti dell’omeopatia?

Sì, assolutamente. A parte che adesso quelli che mi chiamano è perché già in qualche modo la conoscono. Come ti dicevo, prima la proponevano quelli delle Divisioni e adesso quelli delle Divisioni nicchiano, non so per quale motivo. Dalla ginecologia non me li hanno mai mandati…solo qualcuno le ostetriche. Ma c’è veramente ostracismo.

È un peccato perché è importante invece che queste cose si conoscano e soprattutto si sappia che esiste questo servizio nella struttura pubblica.

Esatto, anche perché in Piemonte non è che ci siano molti ambulatori di questo tipo.


Dove sono, oltre a Ivrea?

Ce n’era uno a Carmagnola che mi risulta sia stato chiuso. E poi uno nella Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) di Alessandria, dove fanno anche omotossicologia. Credo che per il momento, in Piemonte, questa cosa sia un po’ una mosca bianca. E ha alterne vicende. E non so quanto durerà, te lo dico. Un po’ perché è un periodo in cui tagliano i servizi. Comunque per adesso c’è.


E altri colleghi, di altre specialità, conoscono l’ opportunità dell’omeopatia? Qualcuno ti ha chiesto eventualmente di farlo anche per la sua specialità?

Mai nessuno. Tra i medici è veramente molto difficile, sai?


Forse perché non si conosce questa materia, e bisogna avere tempo di studiarla e medici di base e pediatri hanno sempre meno tempo…

Sì, la si conosce poco approfonditamente. Io ho partecipato, a Ivrea, ad un corso organizzato dalla Regione Piemonte, tenendo gratuitamente delle serate di divulgazione per i pediatri di base, proprio per informare. Ma non mi hanno mai mandato un paziente.



Sì, l’attività divulgativa è importante! Anch’io partecipo ad attività varie, tra cui semplici incontri in farmacia, proprio perché il pubblico venga a conoscenza, nel modo corretto, di questa possibilità di cura.

Sì l’omeopatia giusta, l’omeopatia classica, perché io vedo tante persone che si curano male o che sono curate male… perché veramente il rischio è un po’ anche questo. E questo va, prima di tutto a scapito dei pazienti ma anche dell’omeopatia stessa perché poi è facile sentir dire: ah ha fatto la terapia omeopatica e non ha funzionato… acqua fresca… ha speso solo dei soldi. Ecco, una cosa anche importante, soprattutto in questo periodo, è proprio quella dei costi, nel senso che il costo di una terapia omeopatica, in un caso cronico, o in un caso subacuto, come quello che può essere una lombo sciatalgia, permette di risparmiare cifre incredibili. Figurati io ai bambini se posso somministro le monodosi, cioè una dose unica, oppure le gocce… Ma hai idea di quello che invece si spenderebbe a curarli in altro modo? Tieni conto che i miei pazienti escono da questo ambulatorio solo con il loro rimedio omeopatico: qui non do altri farmaci, non voglio farli uscire con ricette costose.


A proposito di costi: per quelli che vengono in ambulatorio quanto costa il ticket?

Le donne in gravidanza non pagano e i bambini dipende. Per quelli seguiti dalla Neuropsichiatria c’è una politica dell’ASL di non farli pagare. Per gli altri il costo del ticket è di 15,90 euro. Poi i bambini sotto i sei anni non pagano e neppure quelli con il reddito basso.


Quindi in gravidanza zero oppure al massimo il ticket di 15,90 più il rimedio che gli dai. E poi il rimedio non è tossico, non ha effetti collaterali e quindi lo si dà anche in tutta tranquillità.

Sì, si può dare in gravidanza, nell’età pediatrica… …e non dà allergie di nessun tipo… questo è ormai ovvio.


Ma noi lo ribadiamo e grazie mille per le utili informazioni!

E ribadiamo che con la medicina omeopatica si da’ la possibilità al paziente non solo di aggiungere opportunità terapeutiche al proprio caso clinico, ma di avere anche la libertà di scegliere il modo migliore per stare bene e, per di più, a costi irrisori e nel rispetto della natura.

Il rimedio del mese.

Natrum muriaticum

È il cloruro di sodio, ovvero il sale da cucina che, grazie al processo di vari passaggi di diluizione in acqua, diventa un rimedio omeopatico eccezionale.
È particolarmente indicato per bambini piuttosto piccoli, di costituzione magra, malinconici, che rifiutano il contatto fisico e l’essere consolati e che mangiano volentieri cibi salati.

Natrum muriaticum

Per persone ambiziose che fanno più di quanto effettivamente dovrebbero, inclini alla depressione, insoddisfazione, malinconia e nostalgia, con pianto silenzioso e in disparte, specialmente se la causa sono dispiaceri amorosi o dispiaceri da carenze affettive.

Per coloro che riescono a urinare solo se sono da soli, che indossano volentieri abiti aderenti e fanno sogni dove sono implicati i ladri.

I sintomi fisici principali sono mal di testa, mal di schiena che migliora sdraiandosi su un piano rigido, raffreddori frequenti, dimagramento, abitudine di mangiarsi le unghie, eruzioni cutanee, soprattutto dopo esposizione al sole, come l’orticaria da sole, l’eczema all'attaccatura dei capelli e delle pieghe articolari, pelle screpolata, palmi delle mani caldi e umidi.

Afte brucianti in bocca e herpes labiale frequente (soprattutto se da esposizione solare) sono sintomi peculiari di Natrum muriaticum, insieme al mal di testa e al mal di schiena.

I bambini Natrum rifiutano che ci si occupi di loro e possono soffrire di sonnambulismo. Si arrabbiano se i genitori parlano del loro stato di salute o se si cerca di dar loro dei consigli. Il tipo Natrium muriaticum si preoccupa in silenzio, piange di nascosto, specialmente per pene d'amore o gelosia. Non riesce a dimenticare eventi spiacevoli del passato, non dimentica e non perdona e questo lo fa ammalare. Ma sa ascoltare gli altri e non ferirebbe mai una persona, capendo quanto male potrebbe stare.

Nella donna il rimedio è indicato quando diventa malinconica prima delle mestruazioni, con un ciclo che può essere molto in ritardo e molto debole.

È un rimedio per grande debolezza e stanchezza di primo mattino e di mal di testa localizzato alla fronte tra le ore 10 e le ore15 con dolore martellante che svanisce alla sera. Dimagramento soprattutto nella regione del collo, nonostante possa essere presente un buon appetito.

Sintomi generali di questo rimedio sono il desiderio di solitudine, una sete continua, che non si attenua, sudorazione mangiando, spiccata voglia di pesce, di alimenti salati, amari e aspri. Avversione ai grassi e ai cibi viscidi Natrum peggiora in mezzo alla gente, al mattino, con il caldo, con il sole, con la scontentezza o le offese, con la paura, con le arrabbiature, con la consolazione, con la permanenza al mare. Invece migliora alla sera, con la musica e leggendo, stando in solitudine.



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Un libro utile per le vacanze

Pronto Soccorso Omeopatico - Rimedi per le urgenze di ogni giorno di Albert Claude Quemoun, è una guida pratica per rispondere alle problematiche più diffuse. Si trovano classificate le malattie secondo i principali sistemi e apparati, trattando inoltre casi specifici quali disturbi stagionali, traumi, patologie invernali, allergie primaverili e situazioni particolari come problemi digestivi, sindrome premestruale, gravidanza, menopausa. Utile per qualsiasi età, dai bambini, agli studenti, agli atleti, ai convalescenti e agli anziani.

L’autore guida passo a passo nella creazione e nell’utilizzo della propria “cassetta di pronto soccorso” omeopatica, in base alle singole esigenze specifiche. I rimedi consigliati dimostrano un’efficacia che non ha nulla da invidiare ai classici farmaci d’urgenza, tuttavia privi di effetti collaterali.

Una guida preziosa per tutta la famiglia, da avere in casa, in borsa o nello zaino, per avere a portata di mano il rimedio giusto per ogni malanno.



GIUGNO 2015


Omeopatia in Australia: storia e personaggi illustri - Parte II
Il dottor Stephen Simpson


L’Omeopatia deve la sua applicazione e diffusione in Australia principalmente al medico inglese Stephen Simpson, che poco prima della metà del XIX secolo lasciò l’Europa per avventurarsi nel nuovissimo continente.

Il dottor Stephen Simpson
Il dottor Stephen Simpson

Secondo il Dizionario Biografico Australiano, Stephen Simpson nacque nel 1793 a Lichfield, Staffordshire, in Inghilterra.
Dopo aver prestato servizio nell'esercito, e dopo le sue dimissioni nel 1817, studiò per conseguire le sue qualifiche mediche. Nel 1820 risultava iscritto presso l'Università di Bologna come studente di medicina del primo anno. Poi, nel 1823, viene elencato come studente presso la famosa scuola medica di Edimburgo, e successivamente si laureò presso l'Università di Bonn. Nel testamento di sua madre, datato 1825, è citato come “Medical Practitioner at Holborn”, a Londra.
Documentazioni storiche riportano che viaggiò molto attraverso l'Europa come medico privato per i membri dell'aristocrazia: fu medico personale di una nobile famiglia russa ed esercitò la professione medica a Roma per alcuni anni. Quando il figlio della duchessa di Sutherland iniziò il suo grand tour d'Europa, il dottor Simpson fu al suo seguito come suo medico personale.

Ebbe modo di entrare in contatto con la medicina alternativa e si convinse dei vantaggi dell’omeopatia. Alcuni dicono che egli studiò omeopatia in Germania proprio dal fondatore di questa disciplina, il dottor Samuel Hahnemann.

Ritornato poi in Inghilterra, Simpson diventa uno dei primi specialisti in medicina omeopatica a Londra.

Nel 1836 il suo ambulatorio era sito al 38 Albemarle Street, e successivamente al 40 Half Moon Street. Nello stesso anno viene pubblicato il suo libro dal titolo: "A practical view of Homœopathy: Being an address to British practitioners on the general applicability and superior efficacy of the homœopathic method in the treatment of disease.

Questo testo, a posteriori, è stato considerato uno dei primi importanti libri in inglese sul tema dell'Omeopatia. ", ma all’epoca non fu ben accolto dalla classe medica ortodossa.

Lettera storica del dottor Stephen Simpson inviata in Inghilterra dalla colonia Moreton Bayr
Lettera storica del dottor Stephen Simpson inviata in Inghilterra dalla colonia Moreton Bayr
Lettera storica del dottor Stephen Simpson inviata in Inghilterra dalla colonia Moreton Bayr

Tanto che nell’aprile 1856 il British Journal riporta che il dottor Simpson era al passo coi tempi e aveva espresso un lavoro all’avanguardia col suo libro e che avrebbe dovuto mantenere il suo posto, mentre purtroppo fu scoraggiato e così seguì la corsa migratoria verso l’Australia.

In realtà Simpson, arrivato a Sydney nel 1840, grazie ai suoi precedenti contatti illustri, fu raccomandato caldamente da Lord J. Russell per un incarico di governo nella Colonia, tanto da trasferirsi poco dopo a Queensland, per diventare un amministratore di governo.

Tra aprile e maggio del 1841 il Governatore lo nomina come medico e sostituto del chirurgo coloniale durante l'assenza della persona che normalmente teneva quell’incarico, il dottor Ballow. Anche se Simpson venne considerato il primo omeopata dell'Australia, c'è sempre stato un certo dibattito sul fatto che avesse esercitato la sua professione dopo aver lasciato Sydney.

Però il tutto verrà confermato nel 2012, quando in Inghilterra, un avvocato di Brisbane, Thomas Bradley, scopre in un catalogo di monete rare, francobolli e timbri postali, una lettera che il dottor Simpson scrisse alla cognata nel 1841. Un documento storicamente prezioso in cui si dimostra che egli ha curato pazienti e che fin dall’inizio aveva avuto tutte le intenzioni di stabilirsi come medico praticante la medicina omeopatica. I seguenti stralci sono presi dalla lettera:

“... - La conseguenza di questa congregazione di anime è stata la mancanza di un medico - Molti dei principali coloni hanno quindi chiesto a me di prendere l’incarico di medico dei loro uomini e fornire un ospedale privato a Brisbane per l'accoglienza dei casi gravi. Sarebbe impossibile per me visitare le stazioni e occuparmi dell'Ospedale, allo stesso tempo. Ho proposto al qui Chirurgo Coloniale di unirsi a me - Questo non era per nulla restio a farlo... - Sotto la ditta Simpson & Co, Mr & Ballow stesso ho iniziato l'attività.

- Per il momento il comandante qui mi ha permesso di appropriarmi di uno degli edifici per l'accoglienza dei pazienti - nel frattempo ho scritto al governatore per ottenere il permesso di erigere un ospedale e una farmacia privata … - Non c'è dubbio… sarò ben sostenuto dai coloni e il Ministro delle Colonie farà tutto il possibile per aiutarmi …”

(by Stephen Simpson lettera 1841, Sir Harry Gibbs Legal Heritage Centre, Corte Suprema del Queensland).
Ma non solo: sette anni più tardi, nel 1848, proprio il dottor Simpson prese parte alla costituzione del Brisbane Hospital e diventò uno dei suoi amministratori, mentre nel 26 maggio 1860 venne nominato come uno dei quattro membri del primo Consiglio Legislativo del Queensland.

Così Simpson si rivelò col suo esempio e la sua determinazione, oltre che un uomo politico illuminato, anche un medico che rese la medicina omeopatica usufruibile per tutti anche negli ospedali che man mano furono costruiti in molte città australiane.

Il 15 dicembre dello stesso anno, dopo aver dato il suo notevole contributo alla diffusione dell’omeopatia nel nuovissimo continente, lasciò Brisbane facendo ritorno in Europa, ma non ritornando più in Australia. Morirà a Londra nel 1869, all’età di 76 anni.


www.historyofhomeopathy.com.au


Il rimedio del mese.

Bryonia 

Anche Bryonia è uno dei policresti dell’omeopatia, ovvero uno dei principali rimedi annoverati nei testi di Materia Medica omeopatica, con un’azione ad ampio spettro su diversi apparati dell’organismo.

La Bryonia alba, conosciuta anche come vite bianca o zucca marina, è una pianta della famiglia delle Cucurbitaceae, le cui radici contengono una sostanza molto simile al cortisone. Il rimedio omeopatico si ottiene dalla tintura madre delle radici fresche raccolte prima della fioritura, a cui si fanno seguire successive diluizioni e dinamizzazioni.

Bryonia

I sintomi chiave di Bryonia, come illustrati dalla vignetta a fianco, sono caratterizzati da grande aridità e secchezza dei rivestimenti mucosi, soprattutto a carico dell’apparato respiratorio, digerente e osteo-articolare. Quando è presente la tosse questa è irritativa, secca e dolorosa, con fitte lancinanti a ogni movimento, anche respirando e parlando, dove i dolori  toracici si accentuano a ogni colpo di tosse. I dolori sono acuti e pungenti e migliorano restando immobili o esercitandovi sopra una pressione.

Altra peculiarità è la sete intensa per grandi quantità di liquidi, che vengono bevuti a lunghi intervalli.

Tipico il senso di pressione allo stomaco, come se ci fosse una pietra e dolori, in generale, allo stomaco e alla pancia accompagnati da senso di gonfiore e di pesantezza, in presenza di stitichezza con feci secche.

L’interessamento dell’apparato scheletrico è caratterizzato da presenza di articolazioni calde, lancinanti e molto sensibili al tocco.
Bryonia è il rimedio tipico dei soggetti arrabbiati e irascibili che non tollerano obiezioni, che hanno paure superflue, preoccupazioni per il futuro e soprattutto paura della povertà.

Il “tipo” Bryonia generalmente è di colorito bruno, ha umore cattivo, è facilmente irritabile e la collera aggrava tutti i suoi sintomi e ne provoca altri. Detesta la compagnia e tende a isolarsi, vuole qualcosa ma non sa che cosa. Pur desiderando di rimanere immobile per non aggravare i suoi sintomi, ha un’agitazione interna.

Per questo rimedio l’aggravamento generale avviene verso le 9 di sera, con il minimo movimento, inspirando, parlando, con la tosse, entrando in locali caldi. I sintomi peggiorano con il calore e dopo i pasti, soprattutto dopo aver mangiato pane o cavoli.

Il miglioramento avviene con il riposo, con applicazioni fredde, stando coricati sul lato dolente del corpo, in ambiente buio. I sintomi migliorano con una forte pressione, tranne che sull’addome, con il fresco e le bevande fresche.

Bryonia è il rimedio delle situazioni che si manifestano lentamente, cioè che ad esempio. compaiono il giorno dopo. Il soggetto si ammala quando si espone a sbalzi di temperatura, quando si raffredda dopo essersi accaldato e viceversa, anche quando sopraggiunge il caldo dopo giorni freddi, oppure quando beve bevande eccessivamente fredde per rinfrescarsi. Nei casi di malattie dell’apparato respiratorio, di cefalea e di gotta, il soggetto avverte dolore agli occhi quando li muove, che risultano infiammati e rossi e per questo sono definiti “occhi artritici”.

Particolare per Bryonia è che i dolori vanno e vengono, fino a diventare fissi. Per esempio un mal di testa può sopraggiungere dopo un litigio: la testa è pesante e sembra spaccarsi. Il dolore inizia al mattino ed aumenta gradualmente fino a sera, ma può migliorare esercitando sulla zona una forte pressione e con il fresco, ma peggiora con il movimento, tanto che il soggetto desidera stare immobile e al buio ma con la finestra aperta. La cefalea è spesso concomitante con stitichezza e disturbi digestivi, con febbre, con vertigini. Queste ultime si presentano soprattutto alzandosi, per cui occorre stendersi nuovamente e rimanere immobili. Il solo gesto di alzare la testa o semplicemente di girare gli occhi, può provocarle od aggravarle.


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Un Orto Omeopatico al Museo Botanico di Milano


Su iniziativa della Fiamo, la Federazione Italiana Associazioni e Medici Omeopati, è stata organizzata una manifestazione che, nell’arco dei sei mesi di esposizione, precisamente fino a ottobre, permetterà a chiunque di osservare da vicino cosa significa coltivare un orto seguito nella sua crescita con l’uso di medicine omeopatiche e trattato secondo i principi dell’omeopatia e delle tecniche della biodinamica.

L’orto si trova al museo Botanico di Milano, in Via Zubiani 1, a ridosso dell’ospedale Niguarda, dove il settore delle politiche agricole e dei parchi e giardini del Comune di Milano ha deciso di piantare e lasciar crescere spontaneamente le piante tipiche della pianura lombarda. In questo contesto di salvaguardia della flora del territorio e del rispetto dell’ambiente, si inserisce l’esperimento dell’Orto Omeopatico, a rappresentare e dimostrare che un altro modo di coltivare è possibile, come è possibile un altro modo di intendere la salute, la nutrizione e il rapporto con gli altri esseri viventi attraverso l’uso dell’Omeopatia.

L’esperienza di un orto omeopatico può aiutare a capire come curare con l’Omeopatia il proprio orto e il proprio giardino, ma non solo. Viene sottolineato con questa iniziativa che le piante non risentono dell'effetto placebo, per cui non si può parlare di suggestione quando una pianta irrorata da rimedi omeopatici guarisce o vegeta meglio delle altre, proprio come da anni hanno già dimostrato i molteplici lavori scientifici pubblicati dalla ricercatrice Lucietta Betti dell'Università di Bologna.

www.fiamo.it




MAGGIO 2015


Omeopatia in Australia: storia e personaggi illustri - Parte I


La nostra era è tutta lanciata verso i viaggi spaziali e il “terraforming”. Nelle agenzie spaziali si studiano le acque migliori adatte ai cosmonauti e le piante e gli ortaggi coltivabili in terreni adattabili a nuove atmosfere e campi gravitazionali in mondi vicini e lontani e soprattutto a trovare farmaci che possano, nelle più disparate situazioni, essere pratici, efficaci e tollerabili.


Il Melburne Homeopathic Hospital nel 1888

Proprio nei voli spaziali la medicina omeopatica si è rivelata una medicina di elezione, non solo per la comodità di trasporto ed assunzione, visto che basta lasciar sciogliere sotto la lingua qualche granulo, ma anche per la sua caratteristica metodologica terapeutica che lavora sulla valutazione specifica dei sintomi espressi del malato più che sulla patognomonica della malattia.

Facendo un salto indietro nel tempo, nei primi decenni del XIX secolo, in cui iniziarono a prendere sempre più piede le migrazioni verso i nuovi mondi, l’Australia era vista come il nuovissimo continente lontano che per molti europei rappresentava un sogno, una terra lontana mesi di viaggio in cui cercare fortuna o costruirsi una nuova vita, portandosi poche cose, ma per qualcuno lungimirante nel bagaglio ci poteva stare un piccolo kit di granuli omeopatici e un manuale di istruzioni: occupavano poco posto e avrebbero potuto aiutare, soprattutto all’inizio, in diverse situazioni proprio per il loro principio di curare sulla base dei sintomi anche malattie ancora sconosciute. Sono gli anni in cui il medico tedesco Samuel Hahnemann, con la sua prima edizione dell’ Organon dell’arte del guarire, dà il via a una serie di pubblicazioni sempre più ricche e illuminanti per capire come usare una nuova medicina e potersi approcciare a una cura dolce, rapida e duratura. Così proprio la medicina omeopatica si rivelerà utilissima in svariate situazioni in cui gli stessi emigranti si sarebbero trovati, dai lunghi viaggi in condizioni a volte proibitive e dall’adattamento alla nuova situazione in un mondo diverso nell’emisfero opposto.

L’Australia a quei tempi rappresentava un luogo sconosciuto e misterioso per chi vi si trasferiva, ma un luogo dove invece i nativi australiani conoscevano bene la terra e i suoi ritmi e da questa traevano le loro medicine sulla base delle loro conoscenze ancestrali.

La situazione era ben diversa per i coloni che, a parte nelle principali città, potevano contare su poche persone che avevano una preparazione medica effettiva. La gente era così costretta a fare affidamento all'assistenza che potevano trovare o col il fai da te o con l’aiuto di volontari che fornivano assistenza alla famiglia e agli amici, pur non essendo professionisti.

Sulla base delle ricerche storiche sulla comparsa e sullo sviluppo dell’ Omeopatia in Australia, vengono riportate notizie che vanno dalla creazione di ospedali omeopatici in tutto il continente a partire dalla prima metà del 1800, fino alla loro successiva scomparsa agli inizi del 1900. Così come si vedrà successivamente, nel corso degli ultimi cinquant’ anni, il rifiorire della medicina omeopatica è indice di cambiamenti a livello mondiale nei valori della terapeutica a misura di individuo e la presa di coscienza del pubblico in materia di libera scelta terapeutica e gestione della propria salute. Questo ha dato il via a lavori riguardanti la professione sanitaria, sia per ciò che concerne gli organismi di legislazione governativa che di regolamentazione dell’erogazione della salute, sia per migliorare gli standard in materia di istruzione e formazione riguardo questa metodologia medica.

Il Centro di Ricerca sulla Storia Omeopatica Australiana ha fatto un ottimo lavoro nel reperire e prendersi cura di materiale prezioso come lettere, pubblicazioni, documenti e immagini fin dai primi report sulla presenza e sulle attività condotte in campo omeopatico in tutta l’Australia, tanto da leggere notizie riguardanti anche i contrasti tra medici omeopati e ortodossi o del declino degli ospedali omeopatici in quanto gli studenti di medicina non ebbero tempestivi piani didattici idonei all'istruzione omeopatica, tali da poter fare successivamente fronte al turnover dei medici del Paese esperti in materia.


Il libro del dottor S. Simpson

Il principale testo australiano di documentazione storica è il libro di Jacqueline Templeton sulla storia dell'Ospedale del Principe Enrico, che era nato originariamente proprio come Homeopathic Hospital of Melbourne.

Un testo che ha fornito una fotografia sullo sviluppo di vari tipi di cure mediche alternative e complementari nel continente australe. Si possono citare anche due volumi sulla storia degli ospedali omeopatici Launceston e Hobart, che forniscono informazioni utili sul contesto in cui l'omeopatia si è sviluppata anche in Tasmania, comprese le figure chiave coinvolte.

La History of Homeopathy in Australia ha identificato oltre 230 primi omeopati, insieme a 80 farmacie omeopatiche e dispensari ma il numero è in continuo aggiornamento sulla base dell’acquisizione di ulteriori informazioni biografiche.

Ancora altri articoli e libri sulla storia dell’ Omeopatia nel Paese menzionano diversi contendenti per il titolo di primo omeopata australiano, come ad esempio John Bell Hickson, o il Dr Bérigny, o il Dr Gunst o Dom Salvado. Tuttavia, è stato il dottor Stephen Simpson, che arrivò a Sydney nel 1840, trasferendosi poco dopo a Queensland, per diventare un amministratore di governo. Proprio Simpson viene considerato il primo omeopata dell'Australia nonché autore di uno dei primi libri sul tema dell'Omeopatia in inglese dal titolo "A practical view of Homœopathy: Being an address to British practitioners on the general applicability and superior efficacy of the homœopathic method in the treatment of disease" (1836).

Nel 1848 proprio il dr. Simpson prese parte alla costituzione del Brisbane Hospital e nominato come uno dei suoi amministratori, mentre nel 1860 venne nominato come uno dei quattro membri del primo Consiglio Legislativo del Queensland.

L’ attività terapeutica clinica volta all’utilizzo della medicina omeopatica trovò sostenitori e utenti di tutti i ceti, inclusi molti membri del Parlamento, Premier, uomini d'affari e benestanti e soprattutto le donne.

L’omeopatia si rivelò una medicina utile e comoda oltre che efficace e ben presto vennero istituiti dispensari omeopatici gratuiti per i poveri nelle regioni di Victoria, a Geelong, Melbourne e Ballarat, di Adelaide nel South Australia e Sydney nel New South Wales.

Il Melbourne Homeopathic Hospital, fondato nel 1876, fu il primo ospedale omeopatico in Australia, che venne successivamente rinominato come Ospedale del Principe Henry.

Seguì nel 1899 la realizzazione dell’ Hobart Homeopathic Hospital, nel 1900 del Launceston Homeopathic Hospital, poi ribattezzato St Luke e nel 1902 dell’ Homeopathic Hospital of Sydney. Inoltre il fautore della creazione del Children Hospital di Adelaide fu proprio un medico omeopata, il dottor Allan Campbell: a quel tempo, tre dei suoi sei medici ufficiali erano omeopati.


Nel Melbourne Herald del 29 aprile e nell’ Homeopathic World del luglio 1889 vennero riportati dati statistici comparativi del trattamento di un'epidemia di tifo che aveva colpito Melbourne nei primi tre mesi dell'anno. Qui a fianco è riportato un elenco dei casi trattati in tre ospedali, due di loro allopatici, con il numero di morti e la percentuale comparativa tra gli ospedali citati.

Al riguardo, il medico omeopata John Henry Clarke (1853-1931), uno degli omeopati più eminenti d'Inghilterra, commenterà: “Si osserverà che l' Ospedale Omeopatico, con sistemazione molto più piccola rispetto agli altri, fu in grado di trattare molti casi: il motivo è che i pazienti sono stati curati idoneamente in pochissimo tempo”.

Gli ospedali omeopatici lavorarono con successo per oltre 60 anni fino alla fine del 1920, quando iniziarono a presentarsi sempre più impedimenti nel continuare a operare, incluse la crescente opposizione dell'establishment medico ortodosso e la difficoltà di ottenere personale qualificato omeopatico.

La ripresa successiva dell’omeopatia si è attivata negli ultimi 50 anni. Ciò fa parte di una storia di cambiamenti a livello mondiale, sia nei valori spirituali che nell’atteggiamento ricettivo in materia di salute da parte del pubblico.

La professione omeopatica in Australia ha raggiunto alcuni traguardi importanti a partire dagli anni ’90 arrivando a un tipo di organizzazione e autoregolamentazione come previsto dal governo e istituendo le norme nazionali di competenza della professione in medicina omeopatica.

I criteri per l’iscrizione al Registro Australiano degli Omeopati (AROH) sono basati proprio su queste normative, che includono le conoscenze teoriche, le competenze cliniche, la conoscenza delle scienze mediche, ecc. Inoltre gli operatori, per mantenere la loro registrazione annuale, devono attuare un aggiornamento professionale continuo (CPD), ed essere in possesso di una polizza assicurativa di responsabilità civile. Inoltre gli Omeopati regolarmente registrati sono riconosciuti da tutti i principali fondi di assicurazione sanitaria.

A oggi l’ Hahnemann Institute di Sydney, che vede nella figura del Dr George Dimitriadis il suo fondatore e presidente, lavora in linea coi principi di omeopatia classica hahnemaniana, L’Istituto, che iniziò il suo lavoro nel 1983 come il New South Wales College of Classical Homeopathy, è poi diventato l’ Hahnemann Institute of Homeopathy of Sydney (1990), e, infine, Hahnemann Institute of Sydney (HIS, 1994).


www.historyofhomeopathy.com.au


(fine prima parte…continua)


Il rimedio del mese.

Hepar sulfuris

È un farmaco omeopatico combinato di zolfo e calcare, ricavato a partire da una miscela in parti uguali di fiori di zolfo purificati e della zona superficiale dell’ ostrica, prima triturati insieme e poi man mano diluiti in acqua e alcool e dinamizzati a ogni passaggio di diluizione superiore.

Hepar sulfuris

Come dai sintomi chiave caratteristici, illustrati nella vignetta qui a fianco, si comprende che è particolarmente indicato per le persone freddolose e molto sensibili alle correnti d'aria e al vento freddo secco. A volte la sensazione di freddo è come se un venticello passasse su determinate zone del corpo. Hanno bisogno di caldo e così si avvolgono nelle coperte e cercano di stare al caldo e coperti anche d’estate, soprattutto la testa.

Stanno bene e migliorano quando fa caldo, anche col caldo-umido e quando il tempo è coperto.

Sudano tanto specie di notte, senza tregua e senza averne sollievo ma si infreddoliscono molto rapidamente e il loro sudore è acido, forte e appiccicaticcio.

Caratteristiche di questo rimedio sono l’estrema ipersensibilità e ipereccitabilità sia a livello fisico che mentale.

L’ipersensibilità della pelle è tale che l’aria stessa provoca dolore e un foruncolo fa male solo a guardarlo. Anche l’ olfatto è ipersensibile.

Hepar sulfuris vede le sue principali indicazioni in tutti i processi suppurativi. Quindi, a partire dalla pelle, per l’ acne, i foruncoli e le lesioni che tendono a formare ascessi, l’ infiammazione dei follicoli dei peli della barba o dei margini palpebrali, le congiuntiviti purulente e gli orzaioli. È anche specifico per i dolorosissimi ascessi ai glutei che a volte compaiono come complicanza alle iniezioni intramuscolari.

Va bene in caso di tonsilliti con formazione di ascessi tonsillari, dove sia presente una sensazione di spine e di corpo estraneo in gola che si estende verso le orecchie durante la deglutizione. Oppure di ascessi dentari, sinusiti e otiti dell’orecchio medio, con presenza di rumori nelle orecchie soffiandosi il naso: tutti con presenza di pus maleodorante che ricorda l’ odore di formaggio avariato. O quando gli ascessi sono incapsulati, soprattutto quelli alla radice dei denti o sotto le unghie, molto dolenti ed ulltrasensibili al tocco e al calore.

Si può pensare al suo utilizzo anche in presenza di eczemi secchi, insopportabili al minimo contatto, molto pruriginosi, che sanguinano facilmente dopo grattamento e facili alle infezioni con formazione di pus.

Ma anche in caso di bronchite con tosse spasmodica con accessi di tosse in particolare fra le 6 e le 9 e di notte, che viene scatenata dalla minima aria, anche solo mettendo un braccio fuori dalle coperte.

Le infiammazioni dell’apparato gastro-intestinale e urogenitale hanno le stesse caratteristiche delle infiammazioni purulente, così come l’ infiammazione delle ghiandole di Bartolini con possibile ascesso, o le uretriti e le prostatiti con complicanza suppurativa e dall’odore caratteristico.

Il mal di testa per Hepar sulfuris ha una caratteristica precisa: è come un chiodo conficcato nel cranio o alla radice del naso e non si riesce a sopportare un cappello in testa perché il male è aggravato dal peso del cappello.

Altro sintomo peculiare è che gli occhi sono sensibili all’aria e possono dare la sensazione di essere tirati dentro la testa.

Per questo rimedio tutti i dolori sono acuti e pungenti come se fossero provocati da aghi o scaglie che penetrano nella carne e pulsanti e pungenti nei focolai purulenti.

Il tipo Hepar sulfuris è una persona molto paurosa, iraconda, che impreca spesso e perde il controllo alla minima contrarietà. Ama il fuoco e accendere fuochi: un quadro caratteristico è quello del bambino irritabile che gioca con i fiammiferi e sogna gli incendi. È eccessivamente sensibile al tocco, al dolore, alle persone, all’ambiente. È irritabile, suscettibile, si infiamma subito e nell’impeto della collera sente che potrebbe accoltellare qualcuno, si irrita veramente per nulla ed è scontento di tutto e di se stesso. A tavola mangia troppo in fretta, con desiderio di mangiare cibi grassi e abbondanti di aceto, ma dopo un buon pasto si sente molto bene.


Appuntamenti


Italia

Si svolgerà a Torino, nei giorni 8, 9 e 10 maggio, il XIX Seminario Internazionale di Medicina Omeopatica dal titolo: La diagnosi omeopatica secondo il metodo repertoriale di Bönninghausen, a cura del dottor George Dimitriadis, fondatore dell’Hahnemann Institute di Sydney.

Sarà un appuntamento importante per gli omeopati, dove si unisce la teoria alla pratica, attraverso l’utilizzo del metodo repertoriale di Boenninghausen per il successo nella Pratica Clinica Omeopatica, sottolineando come la diagnosi omeopatica richieda l’analisi dell’intera serie di sintomi, dall’esordio fino alla malattia conclamata, al fine di individualizzare il paziente e quindi il rimedio più simile corrispondente.


Dimitriadis studia e pratica l’Omeopatia da trent’anni, insegnando in Australia e all’estero. E’ autore di numerosi articoli e libri tra cui la pubblicazione definitiva in lingua inglese del Therapeutisches Taschenbuch di Boenninghausen (Boenninghausen’s 1846 TT) e “Il Repertorio di Bönninghausen”, giunto alla sua 2a edizione (TBR2).

www.similiasimilibus.org/it/seminario-8-9-10-maggio-2015.html



Irlanda

Il 23 e 24 maggio a Dublino, in occasione dei 25 anni della Irish Society of Homeopaths si terrà una Conferenza internazionale, con la partecipazione della  European Central Council of Homeopaths (ECCH), dove  relatori  di spicco quali Rajan Sankaran (India), David Lilley (Sud Africa), Kim Kalina (USA), Timmerman Alize (Olanda) e Bernie Smyth (Irlanda). condivideranno coi partecipanti le loro esperienze e conoscenze in medicina omeopatica.

http://irishhomeopathyconference.ie




APRILE 2015


I farmaci omeopatici ieri


Il dottor Samuel Hahnemann era un medico della Germania dell’800. Era un bravo medico, ma a un certo punto non fu più soddisfatto della medicina del suo tempo e cercò di elaborare un metodo terapeutico che desse la possibilità di aumentare la risposta reattiva dell’organismo alle malattie cercando di incrementare o ripristinare quella che lui chiamava “energia vitale” dell'organismo.


La sua intuizione fu di poter “informare terapeuticamente” in modo corretto la programmazione riparatrice insita negli esseri viventi, facendo in modo che con una sostanza opportunamente diluita e dinamizzata, si potesse agire su ogni soggetto in maniera individualizzata. Così, tenendo conto di tutte le minime distinzioni fra gli individui e tra i numerosi rimedi che man mano studiava e sperimentava, questo metodo consentiva di affrontare una qualsiasi condizione sfavorevole nel modo migliore possibile.

La terapia impostata e codificata da Hahnemann consiste ancora oggi in una cura a misura d'uomo, che stimola l'organismo aiutandolo a reagire contro le aggressioni esterne semplicemente, ma in modo geniale, attivando le difese naturali.

Si può considerare la medicina omeopatica come un sistema clinico-farmaceutico che usa microdosi di sostanze derivate dalla natura, al fine di stimolare una risposta di guarigione naturale. La terapia non va a sopprimere i sintomi e addirittura si può associare alle cure tradizionali per contrastare gli effetti collaterali legati alle sostanze chimiche allopatiche. Se le medicine omeopatiche vengono somministrate in modo opportuno e corretto, non esistono intolleranze e i miglioramenti saranno rapidi e duraturi, proprio come aveva sperimentato il suo fondatore.

Hahnemann, partì coi suoi studi osservando che se le sostanze venivano somministrate allo stato puro provocavano effetti dannosi per l’organismo. Provò allora a diluirle e a dinamizzarle, attraverso numerose succussioni e dalla sua attività sperimentale arrivò a stabilire che ”diluendo e dinamizzando una sostanza, si eliminano i suoi effetti dannosi e aumenta la sua capacità terapeutica “. Scrisse che la diluizione è l'operazione per cui ad una sostanza ne viene aggiunta un'altra di tipo inerte, per diminuirne la concentrazione, mentre per dinamizzazione intese quel processo che consiste nel far seguire ad ogni diluizione un numero definito di succussioni o agitazioni del contenitore. Con la succussione l'energia della piccola parte attiva della soluzione, cioè il soluto, viene trasmessa alla parte rimanente della soluzione, cioè il solvente. Sancì inoltre che a parità di diluizione, maggiore è il numero di succussioni e maggiore sarà la potenza della soluzione omeopatica.

Hahnemann vide che esisteva una differenza di efficacia tra il dinamizzare o no la sostanza durante la preparazione del rimedio omeopatico. Verificò che da una soluzione diluita ma non dinamizzata non si ottiene un rimedio, ma solo una diluizione terapeuticamente inefficace o scarsamente efficace.

Si racconta che Hahnemann tenesse il flacone da dinamizzare protetto nel palmo della mano e che lo sbattesse, per ogni dinamizzazione successiva, contro un libro appoggiato sul tavolo. Ma oltre a questo sistema, si poteva anche battere il pugno contro il palmo dell'altra mano o contro una propria coscia con la gamba tenuta un po' rialzata da terra. Naturalmente queste sono succussioni da intendersi “storiche” ed artigianali, ma comunque di effetto, anche se oggi i laboratori farmaceutici omeopatici si servono di agitatori meccanici per preparare le soluzioni. In ogni caso il risultato finale non cambia, perché l’efficacia clinica dei due sistemi di preparazione è sovrapponibile.

Hahnemann dunque intendeva la dinamizzazione come un «potenziamento» della sostanza diluita e insegnò ai suoi allievi e collaboratori la corretta preparazione, sia nelle sue fasi di diluizione che nello scuotimento del prodotto diluito, da effettuarsi per almeno 100 volte in senso verticale, con movimenti netti, veloci e di breve distanza: circa 20 centimetri.

Per comprendere meglio come avveniva la preparazione dei rimedi omeopatici, ecco la spiegazione di come preparare un rimedio a base, per esempio, della pianta Pulsatilla.


Dapprima si preparava una tintura madre, che è alcolica, di Pulsatilla. Poi si iniziava da qui a realizzare la diluizione. Si predisponevano una serie di flaconi di vetro in numero corrispondente al grado della diluizione centesimale da ottenere. Se si voleva ottenere una diluizione centesimale, la cui sigla è ”CH”, ovvero centesimale hahnemanniana, si diluiva una goccia della tintura madre in 99 gocce di soluzione idro-alcolica e si scuoteva 100 volte il contenitore. A questo punto si aveva un rimedio a diluizione 1CH. Una volta effettuata questa prima diluizione si passava al flacone successivo diluendo una goccia di 1CH con altre 99 gocce di soluzione idroalcolica e si scuoteva nuovamente 100 volte per ottenere una diluizione 2CH. Si procedeva quindi allo stesso modo fino ad ottenere la diluizione di grado voluto.

Per le sostanze solide idrosolubili, come per esempio il cloruro di sodio, che in omeopatia si chiama con il suo nome latino, Natrum muriatìcum, la preparazione, sempre per la tecnica centesimale, si iniziava prendendo un grammo di sale da cucina e lo si scioglieva in 99 grammi di acqua, agitando con energia il flacone per 100 volte in senso verticale: ciò che si otteneva era la prima diluizione centesimale, siglata con 1 CH. Successivamente, si prendeva 1 centimetro cubo (1 cc) della diluizione 1 CH e lo si scioglieva in 99 cc di acqua, la si dinamizzava e si otteneva la 2 CH; si prendeva poi 1 cc della 2 CH, lo si scioglieva in 99 cc di acqua, si dinamizzava e d ecco la 3 CH, e così via.

Per la tecnica decimale invece, la cui sigla è ”DH”, cioè decimale hahnemanniana, si doveva prendere un grammo di sale da cucina e lo si scioglieva in 9 grammi di acqua, agitando con energia il flacone per 100 volte in senso verticale, ottenendo la prima diluizione decimale, indicata con 1 DH. Successivamente, si prendeva 1 centimetro cubo (1 cc) della diluizione 1 DH e lo si scioglieva in 9 cc di acqua, la si dinamizzava ottenendo la 2 DH; successivamente si prendeva 1 cc della 2 DH, lo si scioglieva in 9 cc di acqua, si dinamizzava ottenendo la 3 DH e così via a procedere alle diluizioni più alte.

Alcune materie prime, ad esempio lo zolfo, non sono però solubili in un liquido, Per questo motivo il procedimento per renderlo diluibile consisteva nella triturazione in zucchero di lattosio fino alla quarta triturazione, rendendolo così solubile e adatto al successivo processo di diluizione. Il veicolo utilizzato come diluente era il lattosio messo in un mortaio dove si polverizzava finemente una parte in peso del materiale di base omeopatico, in questo esempio lo zolfo. Si triturava a lungo ed accuratamente aggiungendo poco a poco lattosio, fino ad arrivare a 99 parti rispetto al peso iniziale del materiale di partenza. La triturazione così ottenuta era la prima centesimale, la 1 CH. Poi si prelevava una parte in peso di questa triturazione e si procedeva ad una successiva triturazione come indicato precedentemente con 99 parti in peso di lattosio. La triturazione così ottenuta era la seconda centesimale, la 2 CH.

Si procedeva allo stesso modo fino ad ottenere la triturazione dell’altezza voluta. Oltre la terza centesimale, la 3CH, si poteva ritenere completamente solubile qualsiasi materiale di base omeopatico e così si poteva procedere nelle diluizioni come nel caso delle sostanze solubili.

Per le triturazioni decimali si operava nello stesso modo, ma secondo la scala decimale. Oltre la settima diluizione decimale, la 7 DH, qualsiasi materiale di base omeopatico era completamente solubile.


La tecnica di triturazione centesimale delle sostanze solide è mostrata nel video qui a fianco.

Alla fine delle diluizioni, le preparazioni dei rimedi erano costituite nella forma finale come liquidi. Tuttavia i rimedi venivano e vengono tutt’ora spesso presentati come palline di lattosio o di saccarosio sotto forma di globuli, ovvero palline piccolissime contenute in tubetti monodose, e i granuli, più grossi, in tubi con dosatore al fine di far uscire un numero preciso di palline e consentendo somministrazioni ripetute.
Per presentarsi in questo modo, le palline di lattosio venivano poste in contatto con la soluzione preparata del rimedio e poi essiccate. Questo processo prese il nome di impregnazione, perché il liquido impregnava, dapprima superficialmente ma poi anche internamente, il globulo o il granulo.
Quando Hahnemann si approcciò alle diluizioni e dinamizzazioni dei farmaci omeopatici per ricavarne la massima capacità curativa sicuramente attinse ad antiche conoscenze del pianeta che oggi stanno trovando man mano una rilevanza scientifica attraverso studi e ricerche che trovano risposte attinenti nella fisica ultramolecolare. Non bisogna dimenticare che, secondo la fisica classica, nella maggior parte dei dosaggi utilizzati dei rimedi, la quantità di sostanza presente si riduce a poche molecole e la chimica non riconosce più l'esistenza di materia nella soluzione per valori al di sopra del numero di Avogadro, dove 6,02 x 1023 è il numero per ottenere la massa in grammi dal peso atomico relativo di una sostanza. Oltre a questa osservazione, a causa dell'utilizzo di sostanze a diluizione medio-alta, vale a dire per diluizioni superiori alla 12 CH, l’omeopatia è stata per lungo tempo al centro delle controversie che dividono la Medicina convenzionale da quella non convenzionale, nonostante esistano, a oggi, numerosi studi fisico-chimici che spiegano il meccanismo d'azione di tali diluizioni.
Già nel 1988 venne per la prima volta avanzata l'ipotesi della memoria elettromagnetica dell'acqua da Benveniste. Quella che allora sembrava un'eresia, oggi è stata confermata da diversi gruppi di ricerca sulla fisica dei quanti. È dimostrato che l'acqua ha un comportamento dinamico e le molecole sono in grado di formare dei reticoli assimilabili ad un filo conduttore. Quando l'acqua viene posta in un campo magnetico le molecole si mettono ad oscillare all'unisono in modo coerente, ovvero in fase e la frequenza di oscillazione può essere trasmessa ai liquidi biologici.
L'acqua si comporta cioè come un materiale non inerte e passivo, ma dinamico nella trasmissione di una informazione energetica. Ogni stimolo fisico-chimico, e quindi anche la sostanza del rimedio, ha una certa frequenza di oscillazione che viene trasmessa all'acqua della soluzione, la quale continua a vibrare con la stessa frequenza anche quando la sostanza non è più presente. Questa risulta essere l’essenza dell’attività del rimedio che interagisce con l’organismo biologico e suggerisce la frequenza per la riparazione ovvero la guarigione dell’organismo che si è ammalato.
Il processo di agitazione del liquido, cioè la succussione, avrebbe proprio il compito di riattivare la memoria dell'acqua ad ogni passaggio di diluizione, cioè ridarle energia con la stessa frequenza corrispondente alla sostanza iniziale. L'acqua fungerebbe così da messaggero, trasferendo poi la frequenza di oscillazione, ovvero l'informazione, ai tessuti e ai liquidi biologici dell'organismo che l'assume.
La ricerca di base in Omeopatia ha ormai permesso di ritenere che il rimedio omeopatico sia dotato di una specificità nei confronti di sistemi recettoriali dell'organismo. Il segnale veicolato dalla soluzione viene riconosciuto specificamente dall'organismo bersaglio ed elaborato in modo da indurre un'azione positiva su tutto il sistema. Si tratterebbe comunque di un'attività biologica in presenza di tracce di molecole, tanto che è stato coniato il termine di biologia meta-molecolare secondo cui l'informazione veicolata differisce da quella conosciuta dalla biologia e dalla farmacologia classiche.

Alla luce di questi dati, dunque, non c’è che dire grazie al dottor Hahnemann e alla sua genialità di medico, ricercatore e farmacologo che ci ha fatto un dono davvero prezioso per la nostra salute.


Il rimedio del mese.

Pulsatilla

È annoverata tra i “policresti”, cioè quei grandi rimedi dell’omeopatia che comprendono i sintomi riferiti a molti organi e apparati. In modo specifico è adatta a quei disturbi in cui è interessato il sistema nervoso centrale, il tratto gastrointestinale, il fegato e la cistifellea, l’utero, l’ovaio, le mucose, il sistema vascolare periferico, i muscoli e le articolazioni.

La preparazione omeopatica di Pulsatilla utilizza la Tintura Madre, ottenuta macerando in alcool la pianta raccolta al momento della fioritura e poi opportunamente diluita e dinamizzata.

Pulsatilla

Anche per questo rimedio la vignetta qui a fianco mostra i sintomi chiave, cioè quelli che più lo caratterizzano.

Il nome Pulsatilla ricorda il pulsare e sottolinea la tendenza di questo fiorellino a oscillare con ogni minima brezza orientandosi nella direzione del vento.

Allo stesso modo sia i sintomi fisici che quelli mentali in Pulsatilla sono mutevoli, oscillano da una sede a un ‘altra, oscillano di intensità e di frequenza, vanno e vengono senza regolarità e i dolori appaiono e scompaiono, sono diffusi e non si riesce mai localizzarli bene.

Così è un rimedio adatto a persone dal carattere mutevole, dolce e sottomesso, incapaci di resistere ad uno sforzo e che plasmano se stessi secondo i desideri degli altri. Si dice che Pulsatilla è malleabile, mutevole, semplice, facilmente influenzabile, con le lacrime in tasca e passa velocemente dagli stati euforici alla prostrazione.

Prova sollievo se consolata e può anche piangere di proposito solo per sentirsi meglio, oppure può cadere in uno stato di autocommiserazione per attirare la compassione degli altri. Ottimista, ma facilmente scoraggiabile, non sa essere crudele o aggressiva, non vuole imporsi. È come un fiore piegato dal vento che cerca un sostegno per tenersi dritto.
Teme lo stare da solo e ama la compagnia perché tende ad assorbire l’affetto.

È paurosa e ha soprattutto paura del buio che si ripercuote sullo stomaco.

La tipologia è riferibile a soggetti biondi, con la pelle e gli occhi chiari che peggiorano con il caldo, ma allo stesso tempo patiscono il freddo: sono quelle persone che in un ambiente caldo vogliono la finestra aperta perché altrimenti si sentono soffocare, ma si mettono addosso il golfino.

Si può dire che "appassiscono" in una stanza calda e peggiorano stando al sole. Si espongono ai raggi solari solo se possono camminare o tuffarsi in acqua di frequente per rinfrescarsi. Hanno i piedi caldi e sentono la necessità di scoprirli ma si ammalano se si bagnano i piedi e si raffreddano.
Pulsatilla peggiora con bevande calde e desidera le cose fredde, ma non ha sete, anzi la mancanza di sete accompagna quasi tutte le sue affezioni..

Il viso spesso presenta rossori e congestioni improvvise. I fianchi sono piuttosto rotondi e gli arti inferiori spesso edematosi e di colore violaceo. Soggetto ad affezioni reumatiche e artralgie spesso migranti, affezioni respiratorie con secrezioni dense, senso di mancanza di aria, stasi venose, varici, flebiti, disturbi vasomotori. Tipiche le infiammazioni con secrezioni dense ma non brucianti che interessano prevalentemente l’apparato respiratorio, digerente e urogenitale, gli occhi e le orecchie.

La donna spesso presenta squilibri ormonali che interessano la sfera genitale, come i disturbi da sindrome premestruale o da irregolarità del ciclo. L’uomo può presentare problemi prostatici, varicocele, orchite ed epididimite.
Particolare è la presenza di asma accompagnata da eruzioni cutanee. Il raffreddore è caratterizzato da naso a volte tappato e a volte libero oppure dove si alterna l’ostruzione della narice sinistra o di quella destra. Quando è presente il mal di testa, è localizzato nella zona della nuca e migliora stando all’aria aperta. Sono tipici i disturbi digestivi dopo aver mangiato cibi grassi.


News

Italia

Dura replica dell’Amiot alla notizia sulla presunta ricerca australiana che smentirebbe l’efficacia dell’omeopatia.

A seguito delle recenti pubblicazioni sui media dell’ inefficacia dell’omeopatia, l’ufficio stampa dell’Associazione Medica Italiana di Omotossicologia (AMIOT) prende posizione attraverso le testimonianze di alcuni membri del suo Comitato Scientifico.

[Leggi il documento]


India

L’ 11 e il 12 aprile 2015, si terrà a Birla Matushree Sabhagrih, Mumbai il Vertice Mondiale di Omeopatia dal titolo: Recent Advances in Scientific Research.

L'omeopatia si presenta come una terapeutica valida da più di due secoli ormai e proprio il 10 aprile 2015 si celebra il 260° anniversario della nascita del suo fondatore, Samuel Hahnemann. Il suo compleanno si celebra in tutto il mondo in onore del suo contributo per un approccio terapeutico delicato, sicuro ed efficace.



La Global Homeopathy Foundation (GHF) indiana è lieta di presentare questo summit mondiale di omeopatia relativo ai recenti progressi nella ricerca scientifica. Intende essere un convegno unico nel suo genere, dedicato alla presentazione delle ultime tendenze e degli sviluppi nel campo della ricerca scientifica omeopatica internazionale.
Proprio l'India si presenta come leader mondiale in omeopatia. Si contano circa 250.000 medici omeopati, 188 istituti d'insegnamento, un Consiglio Centrale per la Ricerca in Omeopatia, un Consiglio Centrale di Omeopatia, un Istituto Nazionale di Omeopatia e di Laboratorio Omeopatico Farmacologico. Importanti organizzazioni professionali come HMAI, IIHP, IHMA, LMHI, Asian Homeopathy League stanno costantemente lavorando al fine di ottenere il riconoscimento e la dignità che l’omeopatia merita.
Quello di aprile sarà un evento che permetterà di far conoscere la recente ricerca internazionale in questo campo medico. Parteciperanno con le loro relazioni alcuni degli scienziati più autorevoli delle scienze di base tra cui ricercatori medici, ingegneri, fisici, biologi molecolari, omeopati, immunologi, agro-scienziati.




MARZO 2015


I farmaci omeopatici oggi


Nelle cure omeopatiche il primo passo è quello realizzato dal medico omeopata che, sulla totalità dei sintomi del paziente, fa la diagnosi dello stato di malattia e prescrive il rimedio specifico e idoneo per la cura di quell’individuo. Poi però il passo successivo sarà quello che il suo paziente trovi in farmacia un medicinale preparato idoneamente. Questo è un fatto imprescindibile affinché la sua azione possa risultare efficace.

Ciò significa che chi si occupa della preparazione del farmaco omeopatico, deve garantire una composizione corretta e l’assoluta affidabilità del medicinale.


Oggi le officine farmaceutiche di produzione omeopatica impiegano avanzate tecnologie, nell’osservanza delle norme previste dalla Farmacopea Europea e con l’impegno del rispetto della tradizione omeopatica.
Così sia i reparti di produzione che quelli di controllo possiedono elevati standard qualitativi, a garanzia per il medico omeopata e per il paziente, che è il consumatore finale, di avere a disposizione rimedi omeopatici ottenuti attraverso qualità e attendibilità.

Specificatamente, per le medicine omeopatiche i protocolli per il controllo della qualità sono applicati allo scopo di mantenere nel tempo la sintonia con le indicazioni del fondatore dell’omeopatia, Friedrich Christian Samuel Hahnemann. È anche vero che rispetto alle farmacie omeopatiche dei primi del ‘900, dove le preparazioni omeopatiche si eseguivano tutte manualmente, oggi la tecnologia aiuta e velocizza i tempi delle fasi di composizione vera e propria del farmaco, al fine di ottenere dei medicinali omeopatici dal risultato di massima omogeneità.
In particolare, i laboratori di produzione si avvalgono di macchinari di nuova generazione, come per esempio i sofisticati distillatori per la produzione di acqua perfettamente pura, gli speciali impregnatori di granuli che operano sotto cappa a flusso laminare, così come gli ambienti di produzione pressurizzati e separati per ogni singola forma farmaceutica o gli speciali impianti di climatizzazione dotati di filtri assoluti o, per finire, gli impianti di confezionamento automatici.

Grazie a tutto ciò nelle odierne officine farmaceutiche l’intera produzione è realizzata nel rispetto assoluto delle buone norme di fabbricazione, ovvero del Good Manifactured Practice (GMP) che, con l’impiego di personale qualificato che opera su sistemi ad alta tecnologia, consente di ottenere medicinali perfettamente seriali e dotati di notevole stabilità, in quanto le caratteristiche intrinseche legate all’imponderabilità del farmaco omeopatico rendono fondamentale il ruolo del controllo della sua qualità.

Il Servizio Controllo Qualità richiede di essere all’avanguardia nel contesto europeo e di disporre di tutte le moderne strumentazioni per operare conformemente alle direttive ministeriali ed attestare la purezza omeopatica di tutte le materie prime e di ogni singolo prodotto finito. Già i ceppi di partenza, siano essi di materiale non solubile inizialmente e quindi triturato in lattosio fino alle prime diluizioni, sia le Tinture Madri ricavate da sostanze idrosolubili, devono essere sottoposti a metodi che ne certificano gli standard qualitativi e che escludono la presenza di agenti contaminanti o di metalli pesanti.

Infine, tutti i prodotti finiti vengono sottoposti a prove di stabilità per verificare l’assenza di contaminazioni e sono altresì sottoposti ad ulteriori analisi secondo le GMP, così
il medicinale omeopatico sarà disponibile per la vendita solo nel momento in cui l’esito dei test microbiologici, chimico-fisici e tecnologici sia conforme alle rigorose normative vigenti.

Ma per andare un po’ più nel cuore della materia, ecco qui di seguito la parola direttamente al dottor Luigi Losi, farmacista e farmacologo che dagli anni ’70 si dedica alla ricerca farmacologica e alla preparazione di rimedi omeopatici.


Come si è avvicinato e come è iniziata la sua passione per la medicina omeopatica?

Per curiosità e casualmente. Alla metà degli anni settanta ho iniziato a chiedermi se in alternativa a quello che era la medicina dell’epoca, prettamente allopatica, ci fosse qualcosa di diverso ma altresì ugualmente serio.

Così cercando di trarre informazioni tramite la stampa e tutto quello di cui si disponeva, (non esisteva ancora internet), incontrai sulla mia strada l’omeopatia francese. Fu un incontro di notevole importanza per me, in una scuola con docenti francesi che all’epoca costituivano, oserei dire, il gotha della cultura omeopatica. Da ciò ho cominciato ad appassionarmi e a studiarla sempre di più, avvicinandomi a quelli che erano i fondamenti omeopatici, alle formulazioni, a tutto quello che insomma riguardava questa scienza che sicuramente ha, come dire, delle grandi peculiarità, al di là di quello che vogliono sostenere ancora oggi alcuni luminari della cultura, i quali inspiegabilmente, senza nemmeno conoscerla, finiscono sempre col dire che è un bluff o una faccenda di scarso valore culturale e quindi non applicabile al mondo medico, nonché alla terapia.


Il farmacologo Luigi Losi

Debbo dire, al contrario, che da quando conosco questa materia, tutta la mia famiglia e gli amici, si curano in questo modo, senza dover ricorrere esclusivamente alle terapie cosiddette ufficiali o allopatiche o qualsivoglia. E questo ci capita da oltre 40 anni.


Che riscontri ha avuto a quei tempi con la classe medica in Italia?

Devo dire che quando ho iniziato io, i riscontri sono stati addirittura drammatici. Perché mi si accusava di stregoneria, mi si accusava praticamente di andare contro le norme deontologiche della sanità, dell’Ordine dei farmacisti, perché essendo io un titolare di farmacia non avrei dovuto in nessun modo dare adito all’apertura di questa cultura e a diffonderla, perché addirittura oscena, perché addirittura immorale, perché addirittura contro tutte le credenze occidentali. Ho avuto anche dei danni di tipo personale, quali lettere anonime, denunce alle autorità sanitarie, con però esiti sempre favorevoli dal mio punto di vista, anche perché già in Francia l’omeopatia era mutuata e quindi non poteva mai sussistere il sospetto che fosse una cosa del tutto inutile, in quanto non può essere che milioni di francesi fossero in un modo e in Italia in un altro. Premesso che in Italia l’omeopatia era conosciuta e praticata principalmente a Napoli, Roma, Milano e Torino.

Magari non era quella medicina di massa a cui gli italiani sono abituati ad aderire, ma era all’epoca una medicina un po’ di elite, un po’ di “caso clinico”. Però esisteva ed era praticata.


Come vede lo sviluppo dell’omeopatia in Italia nei prossimi anni?

Sono innanzitutto molto soddisfatto della presenza della medicina omeopatica in diversi Master universitari, perché vuol dire che certi ostacoli mentali o pregiudizi sono di fatto decaduti. Quindi questo mi fa solo enorme piacere. Quello che vorrei dire è che questi master possono essere molto validi se portati avanti con determinati criteri che sono quelli che hanno fatto dell’omeopatia uno strumento clinico nelle mani dei medici. Quindi mi auguro che aprendo finalmente gli occhi su questa realtà scientifica, ci si possa rivolgere a quelle strutture che per loro cultura, per loro sperimentazione e per loro esperienza posseggano veramente delle valide informazioni che poi, dico, possono essere oggetto di informazione corretta, di studio e quindi di diffusione della materia.

 

Come farmacologo, ha creato una struttura all’avanguardia per la preparazione di rimedi omeopatici. Segue personalmente la loro preparazione?

Direi che ho creato le condizioni affinché la preparazione continuasse anche senza di me, ma che fosse applicata nel modo corretto secondo le norme migliori per le preparazioni omeopatiche e secondo il rispetto delle norme di buona fabbricazione (GMP, Good manufacturing practice"). Oggi non è possibile assolutamente produrre medicinale omeopatico se non autorizzato dal Ministero, o produrlo secondo delle norme diverse da quelle richieste. In ogni caso gli istituti che preparano queste cose, non solo debbono avere una cognizione tecnica di quello che fanno, ma ogni due anni vengono ispezionati dal Ministero della Salute, per verificare che quanto prescritto dalle vigenti leggi sia stato applicato nella preparazione dei prodotti o dei rimedi omeopatici.

Noi stessi abbiamo tentato, in funzione delle norme di buona fabbricazione (GMP), di standardizzare la preparazione. Quindi la preparazione dei prodotti non viene più effettuata in modo manuale, ma con macchine farmaceutiche in acciaio 316, come previsto dalle norme vigenti, automatiche, idonee alla preparazione del farmaco. Quindi un prodotto a maggior ragione affidabile perché la macchina può essere in due modi: o funziona sempre o non funziona mai. Quindi se funzionano vuol dire che il medicinale omeopatico è affidabile perché è fatto sempre allo stesso modo; è praticamente riproponibile e riproducibile e dunque affidabile.


So che adesso dà una particolare attenzione anche alla medicina veterinaria. Ci spiega qualcosa in merito?

Siamo stati autorizzati, dopo lunghe pratiche, effettuate presso il nostro Ministero della Salute, a preparare anche per il settore veterinario.

Ovviamente non si può negare che questi prodotti funzionino anche in questo settore alla grande, perché il sottoscritto avendo sempre avuto passione per i cani e altri animali, ogniqualvolta questi avessero avuto bisogno di terapie, anziché ricorrere ai farmaci allopatici veterinari, li abbiamo curati col metodo terapeutico omeopatico e devo dire con risultati veramente eccellenti e di immediata risoluzione dei problemi di cui accusavano malessere.


Quindi sta parlando di un approccio terapeutico dolce e per niente cruento?

Certo, un approccio non cruento. Anzi devo dire che, in particolare i cani, i granuli omeopatici li gradiscono perché sono dolci e quando gli si sciolgono in bocca, addirittura ne vorrebbero ancora…come capita al mio Aron …


Le diluizioni e l’impronta strutturale che si viene a creare nell’acqua sono alla base dell’omeopatia. Cosa ci può dire al riguardo secondo la sua esperienza e le sue conoscenze?

Io so quello che sanno tutti dell’acqua. Ovviamente l’acqua per poter essere adoperata in farmaceutica deve subire dei pre-trattamenti tramite dei macchinari particolari di cui (cito il fiore all’occhiello della nostra attrezzatura) un distillatore, il quale alla fine del procedimento ci restituisce un’acqua perfettamente pura. Cioè un’acqua depurata di tutte le sostanze, anche quelle gassose in essa contenute all’origine. Quindi andiamo a creare un veicolo per la preparazione delle sostanze omeopatiche di tipo, direi, ideale.


Questo perché in omeopatia le quantità anche minimali di sostanze contenute nei rimedi costituiscono “IL” rimedio, costituiscono il medicinale. Quindi avere una partenza di un’acqua pura con l’aggiunta solo di quello che costituisce il ceppo che si vuole preparare, significa produrre un rimedio omeopatico assolutamente affidabile. È come dire: un farmaco allopatico in cui è contenuta la sola e esclusiva molecola dichiarata in etichetta. Quindi, nel farmaco omeopatico così da noi preparato, si può garantire al 99% la presenza solo del ceppo dichiarato in etichetta e della diluizione a cui si fa riferimento.


Allora alla fine, l’acqua che voi usate è proprio H2O!

Sì, esattamente H2O. Non contiene nemmeno gas.

 

Cosa ci dice sulle materie prime utilizzate per i la preparazione dei rimedi omeopatici?

La Materia Medica omeopatica prevede l’uso di “ceppi” ovvero di sostanze da cui si parte per preparare i rimedi. Per quanto riguarda le piante usate, sono piante universali che è meglio che siano di provenienza dei luoghi in cui si sa che sono di buona qualità: l’arnica è una pianta montana e quindi è inutile di pensare si seminarla al mare, perché avremmo un prodotto sicuramente meno interessante e sicuramente più scadente di quello che potrebbe essere l’arnica che sorge sulle montagne, sulle Alpi, perché lo scopo è di fare una omeopatia egregia, di qualità, affidabile e sicuramente utile a quella che può essere l’esigenza del medico che la prescrive.


I detrattori dell’omeopatia attribuiscono ad essa l’etichetta di effetto placebo e nient’altro. Come spiegarne allora l’efficacia nelle patologie in campo veterinario e in botanica?

Io ho avuto esperienze solo sugli animali, sui bambini, sui lattanti, sulle donne in gravidanza, cioè in tutti quei casi che possono sembrare “estremi” nel loro genere. Non abbiamo fatto ancora nessuna sperimentazione in campo botanico, al momento, pur sapendo che si può fare.

Ho avuto però già dei contatti con l’Università di Milano, dove stanno studiando questa applicazione, soprattutto al fine di realizzare degli ortaggi particolari, di indurre le piante a una migliore o maggiore fruttificazione, per utilizzare queste risorse nel settore dell’alimentazione biologica, ove non potendo fare uso di ormoni per ingrandire i frutti o altre cose, ci si riesce proprio con questi messaggi energetici utilizzando determinate sostanze omeopatiche estremamente diluite.



Il rimedio del mese.

Arsenicum album

Il rimedio omeopatico Arsenicum album si ottiene dalle diluizioni, intervallate dalle dinamizzazioni, in soluzione alcolica, del triossido di arsenico.

Fa parte di quei rimedi importanti, i policresti, che supportano un’ampia azione su innumerevoli sintomi.

Lavora bene sui tessuti interni, sulla cute, sul sistema nervoso e sul sangue. Svolge un’attività importante sui muscoli degli arti e sull’apparato respiratorio. Per queste sue proprietà viene anche definito un rimedio energetico che aumenta la resistenza allo sforzo fisico nei soggetti nervosi sempre in movimento e che si spaventano facilmente.


La vignetta qui a fianco rappresenta una caricatura di quelle che sono le key- notes, ovvero i sintomi più caratteristici propri di questo rimedio.

Il soggetto Arsenicum album è caratterizzato da ansia, soprattutto di notte, panico e angoscia, palpitazioni, agitazione e senso di spossatezza. Si stanca al minimo sforzo ma appena si corica sta meglio. Tende a muoversi in continuazione nonostante la sua debolezza ma nessuna posizione è quella giusta. Ha paura di essere incurabile e di morire. Ha un tipico colorito cadaverico, volto pallido e gonfio, specialmente al mattino, occhi cerchiati con evidente gonfiore delle palpebre inferiori. Le sue secrezioni ed escrezioni hanno odore pungente, sono scarse, acri e causano  escoriazioni. Ha sete di piccole quantità di acqua fredda, quanto basta per inumidirsi la bocca, a meno che non abbia sudorazione e febbre. Ha crampi muscolari, tremore agli arti, sensazione di torpore. Ha tendenza ai sanguinamenti ed alle ulcerazioni.

È triste, teme la solitudine e la sua malinconia si accentua quando è solo, ma è anche diffidente e sospettoso. Soffre di ansia per il futuro ed è avaro, esigente, portato alle critiche, meticoloso fino alla pignoleria. È ipocondriaco, ma tende a rifiutare medicine ed aiuti. È freddoloso, si copre pesantemente, tuttavia ha bisogno di aria fresca. È così brontolone, che gli omeopati hanno dato ad Arsenicum album l’appellativo di rimedio più brontolone della Materia Medica, ovvero della letteratura clinica omeopatica.

È un periodico, cioè i suoi sintomi si manifestano periodicamente ogni 2, 4, 7 o 15 giorni. Tutta la sintomatologia si aggrava nel corso della notte, tra mezzanotte e le tre del mattino, con un picco intorno all’una, alternando momenti di ansia e agitazione fino al panico ad altri di depressione e spossatezza e poi finalmente verso le quattro si riaddormenta.

La caratteristica per tutti i sintomi di Arsenicum album è la sensazione di bruciore come da aghi arroventati o da carboni ardenti, alleviata da applicazioni calde o dal calore, sia che si tratti di una lombalgia o di un eczema, sia che si tratti di bruciore alla bocca, alla gola, allo stomaco o all’uretra, tranne per il mal di testa che è alleviato da applicazioni fredde.

È indicato per patologie che possono riguardare il fegato e i reni, soprattutto quando vi è intossicazione, ma anche in caso di infiammazione acuta con ulcerazioni e sanguinamenti nel tratto gastrointestinale con dolori brucianti che aumentano al tatto ed alla pressione.

Può essere ottimo per gli attacchi di asma e di mancanza di aria, con eccessi notturni da mezzanotte in poi. In caso di bronchite cronica, di polmonite, di tosse secca con sensazione di soffocamento, sudorazione e brividi. Oppure in caso di dolore con senso di costrizione e compressione del torace con sensazione di bruciore, debolezza, ansia ed angoscia come in caso di angina pectoris, versamento pericardico, palpitazioni o aritmie. È considerato un buon rimedio per le anemie da perdita di sangue e per le ulcere varicose.

Così pure è consigliato in caso di dolori agli arti lancinanti e violenti con bruciore nelle articolazioni.

Va bene in caso di pelle pallida, cerea, secca, raggrinzita su cui compaiono eruzioni squamose accompagnate da prurito e bruciore specie durante la notte. Il quadro tipico è quando il soggetto si gratta sino ad escoriare la cute, allora il prurito cessa ma compare il bruciore e il dolore, appena si attenua il dolore ricompare il prurito e così via. È un ottimo rimedio per tutte le infezioni cutanee che si aggravano di notte, con il freddo e d’inverno, mentre migliorano con il calore e d’estate.


News

Visite omeopatiche gratuite nella Giornata Internazionale dell’Omeopatia

Il 9 e il 10 aprile, anche quest’anno, medici e veterinari parteciperanno alla Giornata Mondiale dell’Omeopatia a sostegno della diffusione della medicina omeopatica.


È un appuntamento importante per la Medicina Omeopatica e un’occasione per far avvicinare sempre più numerosi i cittadini ad essa, in modo da conoscerla direttamente e praticamente. Questo sarà possibile grazie ai numerosi omeopati che offriranno in queste due giornate la propria professionalità per visite gratuite a pazienti che si affacciano per la prima volta al mondo dell’omeopatia, sia nel campo della medicina umana che in quello della medicina veterinaria. È dunque un’opportunità per saperne di più, per chiarire dubbi e quesiti e per provare l’efficacia della terapia omeopatica.
L’obiettivo di queste giornate dedicate all’Omeopatia è di fornire un’informazione esauriente, corretta e soprattutto diretta, attraverso l’esperienza, per bypassare le informazioni frammentarie e, nella maggior parte dei casi, infondate che circolano sul web o attraverso altri media.

Ecco i link dei siti dove è possibile trovare i medici e i veterinari della propria zona che hanno aderito all’iniziativa e prenotare la vista gratuita.

www.giornataomeopatia.it

www.presidiomeopatiaitaliana.it




FEBBRAIO 2015


50 punti interessanti sull’Omeopatia


Louise Mclean, medico omeopata con 20 anni di esperienza clinica e fondatrice della Homeopathy Heals Me, in Gran Bretagna, è l’autrice del libro scritto appositamente per il pubblico dal titolo: Homeopathy Heals, indirizzato a tutti coloro che desiderano scoprire di più sulla medicina omeopatica e di come usarla per prendersi cura di se stessi e dei propri cari, mostrando i vantaggi di una forma di medicina che è sicura, non tossica e davvero efficace per una vasta gamma di problematiche.


Il libro illustra cosl’è l’omeopatia, come funziona, come può aiutare nelle malattie acute, quali siano i rimedi costituzionali e di primo soccorso, nonché cita personaggi famosi che la utilizzano. Spiega il concetto di come l'omeopatia attui trattamenti individualizzati per i sintomi del singolo paziente e paragona la sua sicurezza con la medicina moderna. C'è anche una parte dedicata ai 220 anni dell'omeopatia in Europa e in America, agli ospedali omeopatici e alle prove scientifiche esistenti e infine vi è un utile elenco di siti web per contattare medici e farmacie omeopatiche, o i titoli di libri consigliati per uomini, donne, bambini e animali.

Proprio la Mclean, per spezzare una lancia a favore dell’Omeopatia, ecco cosa scrive:

Negli ultimi anni ci sono stati molti articoli sui giornali che attaccano l'omeopatia, sostenendo che non contiene nient’altro che acqua, ignorando tutti gli studi positivi e dicendo che opera attraverso l'effetto placebo. Così ho deciso di compilare un elenco di fatti per contrastare questa critica e presentare i punti salienti nel modo più chiaro possibile. Finora ho trovato ben 50 punti a favore della medicina omeopatica”.

Eccoli elencati qui di seguito.


1 - Ippocrate, il padre della medicina dell’antica Grecia, scrisse che ci sono due leggi di guarigione: la legge degli opposti e la legge dei simili. L'omeopatia cura il paziente con farmaci utilizzando la legge dei simili, mentre la medicina ortodossa utilizza la legge degli opposti, ad esempio, antibiotici, antinfiammatori, anticonvulsivanti, antipertensivi, antidepressivi, antipsicotici, ecc…
2 - le teorie omeopatiche si basano su principi stabili delle leggi della natura, a differenza di teorie mediche che sono in costante rimodellamento
3 - L'omeopatia è una medicina basata sull'evidenza
4 - È contemporaneamente una scienza e.unl’arte
5 - I proving omeopatici di farmaci, cioè le sperimentazioni omeopatiche, sono un metodo più scientifico dei test del modello ortodosso
6 - L’omeopatia risveglia e stimola i poteri curativi del corpo. Il rimedio diluito e dinamizzato funge da catalizzatore per impostare la guarigione
7 - I farmaci omeopatici funzionano comunicando corrente / modello / frequenza di energia attraverso il corpo umano per avviare i meccanismi di guarigione intrinseci all’organismo
8 - L’omeopatia aiuta il corpo a guarire se stesso, e superando la malattia porta il paziente ad un livello più elevato di salute. La medicina ortodossa sopprime la malattia, portando il paziente ad un livello inferiore di salute
9 - Il medico omeopata lavora per trattare la causa della malattia, al fine di curare l'effetto

10 - I risultati del trattamento omeopatico sono misurati dagli effetti curativi della prescrizione a lungo termine e a completa eliminazione dello stato di malattia
11 - Il medico omeopatico tratta l'intera persona, poiché tutti i sintomi sono correlati e cerca di scegliere un farmaco che cura la persona nella sua globalità
12 - I rimedi omeopatici sono a buon mercato

13 - Le medicine farmaceutiche sono costose
14 - Ci sono più di 4.000 farmaci omeopatici
15 - I farmaci omeopatici non hanno effetti collaterali tossici
16 - I farmaci omeopatici sono danno dipendenza
17 - Ogni singola medicina omeopatica è ricavata da una sostanza, che può essere pianta, minerale, metallo, ecc. La sostanza si conosce esattamente, a differenza di molti farmaci allopatici di cui a volte non sappiamo esattamente la provenienza degli ingredienti
18 - Ogni rimedio fino alla dodicesima diluizione centesimale (12 CH) contiene ancora le molecole originali della sostanza e questo è ancora contemplato nella fisica classica come numero di Avogadro
19 - Ogni paziente è unico a se stesso e i farmaci omeopatici sono così prescritti in modo individualizzato
20 - Gli omeopati trattano la malattia su base genetica, tracciando le sue origini su fattori che predispongono ad ammalarsi più di alcuni gruppi di patologie, denominati Miasmi,
rispetto che ad altri


21 - Epidemie come il colera e il tifo sono stati trattati con successo con l'omeopatia nel XIX secolo, con altissimi tassi di successo, rispetto alla medicina ortodossa
22 - Esistono migliaia di libri omeopatici, disponibili presso i punti vendita specializzati
23 - Attualmente ci sono 5 ospedali omeopatici nel Regno Unito: a Londra, Tunbridge Wells, Bristol, Liverpool e Glasgow. Costano al sistema sanitario nazionale meno di 10 milioni di sterline all'anno, rispetto ai 100 miliardi di sterline per il bilancio totale annuale
24 - Nel Regno Unito, fin dai primi dibattiti sulla legge sanitaria del 1948, il governo aveva promesso che l'omeopatia avrebbe continuato ad essere disponibile nel sistema sanitario nazionale (NHS) a patto che ci fossero sempre stati "pazienti che desiderassero ricevere le cure omeopatiche e medici disposti a fornirle"
25 - Nel 2006 ci fu una campagna tentata da alcuni professori britannici per estromettere completamente l'omeopatia dall’NHS, scrivendo su carta intestata NHS a tutti i dirigenti del Primary Care Trust invitandoli a non indirizzare i pazienti agli ospedali omeopatici
26 - Gli ospedali omeopatici sono puliti, con personale cordiale, ben informato. I pazienti sono generalmente soddisfatti per il loro trattamento a differenza di molti ospedali ortodossi del servizio sanitario nazionale
27 - Le probabilità di contrarre una MRSA (infezione da stafilococco resistente che colpisce soprattutto le persone ricoverate negli ospedali) è estremamente rara in un ospedale omeopatico
28 - I due terzi dei ricoveri ospedalieri tradizionali sono dovuti agli effetti collaterali delle medicine farmacologiche, con un prezzo da pagare che ha avuto unl’impennata in miliardi. Una compagnia di assicurazioni leader nel Regno Unito ha registrato invece solo un paio di rivendicazioni contro l’omeopatia in un periodo di dieci anni

29 - I membri della American Medical Association mostrarono grande animosità verso l'omeopatia dopo la sua formazione nel 1847 e decisero di eliminare tutte le società mediche locali di medici che erano omeopati
30 - Nonostante tutto, già agli inizi del 1900 negli Stati Uniti c'erano 22 scuole omeopatiche mediche, più di 100 ospedali omeopatici e più di 1.000 farmacie omeopatiche
31 - La Big Pharma non vuole che il pubblico possa scoprire come funziona bene l'omeopatia
32 - Nel 2005 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) rese noti i risultati di un progetto che dimostravano i benefici dell'omeopatia, gettando nel panico la Big Pharma tanto che la rivista The Lancet uscì con un editoriale dal titolo 'The End of Homeopathy'
33 - Nel 2005 The Lancet ha cercato di screditare l'omeopatia, evidenziando solo 8 studi inconcludenti su 110 e non i restanti 102 risultati positivi

34 - Sono stati condotti numerosi studi clinici che dimostrano che l'omeopatia funziona. Negli ultimi 24 anni ci sono stati più di 180 studi controllati e 118 randomizzati, i quali a loro volta sono stati analizzati da quattro meta-analisi separate. In ciascun caso, i ricercatori hanno concluso che i benefici dell'omeopatia sono andati ben oltre quello che potrebbe essere spiegato dal puro effetto placebo
35 - L’Homeopathic Hospital Bristol condusse uno studio, pubblicato nel novembre 2005, in cui erano coinvolti 6500 pazienti che avevano ricevuto un trattamento omeopatico, evidenziando un miglioramento generale della salute del 70% di essi

36 - L'omeopatia non può mai essere adeguatamente verificata attraverso studi in doppio cieco, randomizzati, perché ogni prescrizione è individualizzata e ogni paziente è unico. Pertanto su dieci persone con artrite, per esempio, ognuna può avere bisogno di un diverso rimedio omeopatico
37 - I farmaci omeopatici non sono testati sugli animali
38 - I rimedi omeopatici funzionano, oltre che sugli adulti, meglio ancora su animali e bambini dimostrando a maggior ragione che non può essere un effetto placebo
39 - Gli scienziati concordano sul fatto che se e quando l'omeopatia sarà accettata dalla comunità scientifica ne risulterà finalmente completamente riconosciuta
40 - Nel regno Unito gli specializzandi di omeopatia seguono una formazione, della durata di quattro anni, che prevede lo studio di Anatomia e Fisiologia, Patologia, Materia Medica, Omeopatia, Filosofia e Repertorio omeopatico


41 - La maggior parte dei pazienti si rivolge alla medicina omeopatica perché non ha tratto beneficio dalla medicina convenzionale o perché questa comporta un alto rischio di effetti collaterali
42 - La comunità omeopatica ha migliaia, addirittura milioni, di note scritte di casi che dimostrano gli effetti positivi del loro trattamento. Alcuni omeopati hanno anche la documentazione in video dei loro pazienti, prima e dopo la prescrizione omeopatica, a prova dell’efficacia della terapia applicata
43 - In Gran Bretagna l’onorario medio dei medici omeopati è all’incirca di 50 sterline l'ora, mentre per i medici specializzati di medicina ortodossa arriva a quadruplicare
44 - La popolarità dell'omeopatia è cresciuta negli ultimi 30 anni, e la sua rinascita si è avuta attraverso il passaparola e la stima. La sua crescita segna oltre il 20% in un anno in tutto il mondo
45 - Centinaia di personaggi famosi nel corso degli ultimi 200 anni hanno goduto dei benefici della medicina omeopatica
46 - Il mecenatismo verso l'omeopatia nel Regno Unito è stato un dato di fatto fino al 1940 e oltre: lo dimostrano gli elenchi delle strutture mediche omeopatiche dove risultano i patrocini per dispensari e ospedali

47 - Le famiglie reali dl’Europa utilizzano la medicina omeopatica e la regina Elisabetta II d'Inghilterra non viaggia mai senza i suoi flaconi di medicine omeopatiche
48 - L'omeopatia è praticata oggi in paesi di tutto il mondo. In India ci sono 100 scuole mediche omeopatiche e circa 250.000 medici omeopati
49 - In un recente sondaggio globale TGI, è stato chiesto a persone che vivono nelle aree urbane se si fidano dell’omeopatia. Ha risposto sì: il 62% in India, il 58% in Brasile, il 53% in Arabia Saudita, il 49 in Cile %, il 49% negli Emirati Arabi, il 40% in Francia, il 35% in Sud Africa, il 28%, in Russia, il 27% in Germania, il 25% in Argentina, il 25% in l'Ungheria, il 18% in USA, il 15% in UK

50 - I mass media in generale stentano a pubblicare o mandare in onda una difesa dell'efficacia dell'omeopatia e della validità di questo metodo terapeutico che ha sulle spalle 250 anni di professione clinica.


Il rimedio del mese.

Belladonna
Belladonna è uno dei principali “policresti”, cioè uno dei più importanti rimedi dell’omeopatia ad ampia azione, adatto per tutti i problemi in cui ci sia una forte stimolazione del sistema nervoso.

La vignetta qui a fianco fotografa quelle che sono considerate le key-notes, ovvero i sintomi più caratteristici propri di questo rimedio.


Calore, rossore e bruciore sono i tre grandi sintomi chiave che si manifestano costantemente in tutte le malattie con congestione localizzata o generalizzata, dove essi compaiono in modo acuto, improvviso e violento, accompagnati dall’arrossamento delle parti esterne del corpo, da sensazione di calore, bruciore e dolore pulsante, come, per esempio, nel caso di scottature o colpo di sole, con presenza di stati di ipereccitabilità, con febbre a volte accompagnata da delirio e allucinazioni o vertigini.

Belladonna è particolarmente indicata per coloro che sono molto sensibili al freddo e che non sopportano di scoprirsi e quando il dolore si manifesta con fitte che vanno dall’alto verso il basso e compaiono dopo aver preso freddo alla testa. Altra caratteristica per Belladonna è che il soggetto non riesce a stare coricato sul fianco malato o sulla parte infiammata. È un rimedio adatto anche per qualsiasi problema, esterno o interno, che si manifesta con gonfiore che compare in modo rapido.

I sintomi per Belladonna si aggravano al tatto, con gli urti e le scosse, tanto che la persona non sopporta che gli si tocchi il letto su cui è sdraiato, con il movimento, con il rumore, con la luce, col calore diretto del sole, con le correnti d’aria, con il taglio dei capelli. Migliorano con il riposo, in una camera calda, stando in posizione eretta e stirandosi.

Dal punto di vista caratteriale Belladonna è lo specchio di chi è estremamente influenzabile, è una persona gradevole, di compagnia, ma solo quando sta bene. Al contrario quando si ammala diventa violento e spesso delira, tanto da dover fare attenzione a non dargli fastidio altrimenti sono guai! Spesso utile a bambini e adulti con capelli chiari ed occhi azzurri, carnagione chiara, cute delicata, nervosi con tendenza alle convulsioni.

È facile immaginare questo rimedio proprio come una bella donna, estremamente sensibile, che scatta e arrossisce se viene disturbata, facilmente influenzabile e con forti reazioni emotive.

Nella clinica medica, uno degli usi più appropriati e più conosciuti di Belladonna è quello che interessa le affezioni dell’apparato respiratorio, principalmente nel corso dell’influenza, con i suoi svariati sintomi, dalla febbre alta che compare rapidamente, al viso che scotta ma con le mani e i piedi freddi, calore, rossore e bruciore delle mucose e sudorazione. È anche considerato il rimedio delle malattie esantematiche dei bambini, specie quando le eruzioni sulla pelle si allargano rapidamente.

Questo rimedio omeopatico si ottiene dalle diluizioni e dinamizzazioni della Tintura Madre ricavata dalla macerazione in acqua e alcool di tutta la pianta Atropa belladonna quando comincia a fiorire.


Eventi

Banners con lo slogan “HomeopthyForAll” al "Queen Elizabeth Stadium di Wan Chai, Hong Kong.

È accaduto il 10 gennaio 2015 in occasione del Congresso organizzato dalla Hong Kong Association of Homeopathy and The School of Homeopathy of Hong Kong, che ha visto la partecipazione di 3000 persone, di relazioni mediche e conferenze di grande rilievo, grazie anche al supporto di autorevoli organizzazioni e gruppi stranieri di medicina omeopatia.



Appuntamenti

Il 20, 21 e 22 marzo 2015 a Milano si svolgerà il Congresso Nazionale della FIAMO. Il tema predominante sarà: “Le allergie. Quando ciò che ci nutre e ci circonda diventa un nemico da combattere”

Sarà un incontro importante per le centinaia di omeopati italiani, sia di medicina umana che di medicina veterinaria e farmacia.

La F.I.A.M.O è la Federazione Italiana Associazioni e Medici Omeopati. Fondata a Roma nel maggio 1990 è un’ associazione nazionale indipendente dalle entità commerciali del settore e dalle varie correnti teoriche dell’omeopatia, che riunisce in sé le numerose Associazioni omeopatiche e tutti i singoli omeopati italiani per gli scopi comuni.

Conta attualmente 450 soci singoli, medici, veterinari e farmacisti. Accoglie e rappresenta molte Associazioni Omeopatiche. Accoglie e rappresenta 17 scuole di omeopatia che condividono un programma comune e rispettano standard di elevata qualificazione. Esprime una rappresentanza complessiva qualitativa e quantitativa assolutamente preminente nel mondo omeopatico italiano.

Si riporta qui di seguito il link per accedere all’elenco alfabetico dei Medici e Veterinari iscritti al Registro degli omeopati accreditati: www.fiamo.it/registro-omeopati.html




GENNAIO 2015


Prospettive per l’omeopatia


Il Seminario Internazionale di Omeopatia dal titolo “Wonderful plants” svoltosi alla fine del 2014 a Verona e tenuto da Jan Scholten, omeopata e ricercatore di fama mondiale, è stata una favorevole occasione di incontro e scambio di esperienze cliniche tra omeopati italiani e stranieri. Approfittando della presenza dei rappresentanti della Federazione Italiana Medici Omeopati (FIAMO), si è potuto chiedere direttamente al dottor Giuseppe Fagone quali siano le prospettive e le previsioni per l’omeopatia in Italia nel 2015.


Qual è la situazione in Italia, oggi, dell’Omeopatia e soprattutto dei farmaci omeopatici? E quali sono le previsioni future per questa medicina che possiamo considerare non solo come una medicina alternativa ma come una “buona” medicina?

La situazione attualmente è che esiste un accordo firmato al tavolo Stato/Regioni che è un accordo in cui è definito quali sono i livelli di formazione e di prestazione sanitaria con le Medicine Non Convenzionali (MNC) tra cui l’omeopatia, la fitoterapia e l’agopuntura, e questi accordi ora devono essere applicati nelle singole Regioni. Ognuna di queste, dopo il decreto uscito nel mese di luglio 2014, dovrebbe attuare questo accordo e fare una legislazione regionale specifica che regolamenti quali sono i livelli essenziali di assistenza per queste medicine e come metterle in atto. Per realizzare questo bisogna che siano attivati dei registri che avranno la loro sede presso gli Ordini dei medici e prima di questo bisogna però fare una commissione regionale. Adesso il grosso problema è che in nessuna Regione è ancora partita l’attuazione di questa Commissione regionale per le MNC e quindi bisogna attivarla al più presto.



Il Seminario Internazionale di Omeopatia “Wonderful plants”

Allora questo è un riconoscimento ufficiale perché la medicina omeopatica venga inserita a tutti gli effetti ?

Sì, esatto, affinché venga inserita in quelli che vengono chiamati “ i livelli essenziali di assistenza”. Che poi entrino in tutti gli ambulatori e che ci sia un riconoscimento del costo a carico del SSN …tutto dipende molto dalle singole Regioni: per esempio in Toscana è stata attuata una legge che prescindeva dall’ accordo Stato/Regioni per cui le MNC sono state inserite all’interno del sistema regionale sanitario. In regione Emilia-Romagna di recente sono state inserite una serie di prestazioni con l’agopuntura, soprattutto per il trattamento del dolore. Cioè hanno approvato una legislazione che permette l’uso, con il Sistema Sanitario Regionale, dell’agopuntura.

Questi sono piccoli esempi. Il problema è ora far passare in tutte le Regioni questo tipo di pratiche sanitarie.


Ma per i farmaci omeopatici qual è la situazione?

Il problema è che in questo momento non è che ci sia un disconoscimento della farmacopea omeopatica. In realtà il trasformare la dizione “rimedi” in “medicinali” omeopatici ha comportato che questi venissero affidati al controllo dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). Però per essere approvati, quindi registrati come medicinali, devono avere un loro iter di registrazione. Per la medicina omeopatica è stato stabilito che l’iter di registrazione sia quello cosiddetto “ semplificato”. Ma questo iter è stato sottoposto a un costo. All’inizio questo costo aveva un valore, mettiamo ad esempio pari a 1, fino a prima che passasse questa legge, che è quella che viene chiamata “decreto Balduzzi”, che regolamentava la nuova registrazione, anche delle medicine omeopatiche. Con questo decreto fu variato il costo di tassazione, ovvero gli fu applicato un aumento circa 35/40 volte superiore. Così alla fine registrare una medicina avrebbe avuto un costo elevatissimo. Nell’ultimo periodo però questo è stato rivisto e si è arrivati a un accordo tra le aziende produttrici dei medicinali omeopatici e l’AIFA, secondo il quale la scadenza di presentazione dei fascicoli per la registrazione è stata spostata al 2017, anziché al 2015. Inoltre la registrazione semplificata viene accettata per le singole medicine e non per ogni diluizione e dinamizzazione di esse, mentre il costo è stato ridotto in maniera significativa, anche se sempre più alto di quello che era all’inizio …però non sono le cifre di alcune decine di migliaia di euro che invece erano state richieste inizialmente per ogni registrazione.


Quindi ci sono buone speranze per gli italiani che fanno uso della medicina omeopatica?

Sì, ci sono buone speranze di avere i rimedi. Nel frattempo, quello che era già stato messo in commercio e che è in commercio dall’inizio degli anni novanta, con la legislazione temporanea che allora fu fatta, continua a rimanere in commercio. Di recente ci sono state alcune problematiche di reperimento per alcuni rimedi, soprattutto per quelli di origine animale o quelli legati all’origine da ceppi virali, batterici e biologici in generale. Ecco, questa è una parte che va comunque rivalutata e sottoposta alla presentazione di dossier specifici.


Giuseppe, tu che ruolo rivesti oggi nella Federazione Italiana Medici Omeopati?

Sono consigliere nazionale e tesoriere e suo coordinare nella Regione Lombardia. Poi organizzo una serie di eventi e sono nella segreteria scientifica del congresso.


Però sei anche medico omeopata…

Sono omeopata e insegno omeopatia nella scuola di Verona e fino al 2014 ho insegnato presso l’Università di Bologna al master di II livello per medici di Medicina Non Convenzionale e in specifico il corso per omeopatia… e poi lavoro anche come medico di famiglia.


Allora avrai sicuramente un ventaglio di esperienza come medico vissute da diverse angolazioni…

Posso dire che si riesce a travasare in qualche modo l’esperienza che raccoglie la medicina di famiglia all’interno dell’omeopatia e viceversa e ci si rende conto che c’è una perfetta sovrapponibilità degli interessi e degli obiettivi del medico di famiglia e dell’omeopata e che spesso le conoscenze dell’omeopata sono estremamente utili per la missione del medico di famiglia e viceversa, perché la missione è il contatto con la quotidiana problematica sanitaria delle cose anche più piccole che aiutano a lavorare anche come omeopata.


E i pazienti sono contenti?

I pazienti sì, sono contenti. Io in genere sostengo che un paziente con una malattia cronica che voglia avere una speranza di guarire dalla sua malattia cronica, l’unica possibilità ce l’ha con la medicina omeopatica, non con altro. Spesso non ci si rende conto di questo e gli omeopati a volte si rammaricano di non guarire i pazienti… ma in realtà, come citava Jan Scholten, se tu guarissi anche solo l’1% dei pazienti cronici che visiti, hai ottenuto un risultato migliore di qualsiasi altro medico che non sia omeopata, perché gli altri semplicemente tamponano una malattia. Un iperteso, un diabetico, un soggetto con una patologia autoimmunitaria effettivamente ha la possibilità di essere migliorato nei suoi sintomi e di essere attenuato nella sua sofferenza, di essere controllato nelle sue manifestazioni, ma non guarito. Cioè un diabetico per la medicina ufficiale è un diabetico…per un omeopata può guarire. E quando succede tu hai ottenuto un risultato che nessun altro riesce a ottenere.



Il dottor Fagone e la dottoressa Madau

Avendo insegnato omeopatia all’università di Bologna: cosa ci puoi dire sulla situazione della MNC nelle università italiane e in modo specifico l’omeopatia?

Dicevo prima che ho insegnato fino a novembre 2014, mese in cui si fanno le discussioni delle tesi di chiusura del Master. Il Master si conclude perché ha avuto due sessioni, la prima iniziata nel biennio 2010 - 2012 e la seconda 2012-2014. In realtà l’università vuole che per questi Master di II livello il 60% delle ore di insegnamento debba essere coperto da docenti già in ruolo all’interno dell’ateneo. Ma è evidente che al momento le università non hanno nessuna competenza sulla medicina omeopatica e quindi non è possibile che l’università possa gestire questo tipo di corsi. Allora il nostro grosso problema è stato di riuscire a stare dentro questo sistema con dei docenti che però non erano titolari all’interno dell’Università.


Allora siamo ancora un po’ indietro per quel che riguarda l’aspetto dell’ insegnamento ?

Bisogna far passare l’idea che la competenza di chi ha la conoscenza della medicina omeopatica debba essere utilizzata per l’insegnamento.

Quello presso l’Università di Bologna è stato l’unico corso di “formazione” in medicina omeopatica. Aveva tre orientamenti: c’era un numero di ore di base comune, con l’equivalente di 30 ore in comune tra i tre indirizzi, cioè omeopatia, agopuntura e fitoterapia. Dopodiché c’era un corso di 400 ore per ognuna delle tre branche di specializzazione con più di 150 ore di formazione pratica, di ambulatorio o di farmacia.


Quindi proprio a livello universitario?

Sì, certo. Il numero di ore coperto da quel Master era lo stesso approvato dalla FIAMO e da tutte le scuole aderenti al protocollo di Chianciano. Ed è quello che permette di ottenere un diploma che sia riconosciuto anche dall’ECH (European Committee for Homeopathy) e dalla LIGA, che è l’associazione internazionale che raccoglie gli omeopati, ovvero la Liga Medicorum Homoeopathica Internationalis.

Quindi quella è stata l’unica realtà italiana che facesse un vero corso di formazione in omeopatia classica.


Praticamente alla fine è sempre o una questione o burocratica o amministrativa e la scienza della salute ne rimane penalizzata…

Sì, il grosso problema è stato di applicazione delle norme all’interno dell’università che non permettono l’insegnamento di una materia come la medicina omeopatica solo per motivi burocratici e non perché non fosse riconosciuto come valido l’insegnamento. Per contro, gli allievi del Master di Bologna continuano a fare la medicina omeopatica, a studiare, a frequentare i seminari. Quindi è stato un Master formativo ma che dava comunque una motivazione a continuare.


Perché in Italia si fa così fatica ed è difficile integrare l’omeopatia nella struttura sanitaria e didattica?

Il grosso problema in Italia è che non esiste una legislazione che definisca la formazione e la pratica della medicina omeopatica. L’unico atto ufficiale è quello che abbiamo citato prima, cioè l’accordo Stato/Regioni sulle MNC, ma a livello nazionale non esiste una legge che regolamenti la formazione e l’applicazione della medicina omeopatica. Mentre nelle Nazioni dove questo si fa, come la Francia, la Gran Bretagna, la Germania, l’Olanda, il Belgio e così via, esiste una legislazione ben definita dove si dice chi può fare l’omeopata, come lo può fare, quante sono le ore di formazione necessarie alla sua preparazione in materia, la produzione e la distribuzione dei farmaci e come questa venga regolamentata. In Italia si è sempre inseguita la necessità di dover assecondare le disposizioni dell’UE, e proprio questo dover inseguire, oltretutto sempre in ritardo, la legislazione europea ci ha messo nella condizione di essere in grave ritardo anche con quelle che sono le applicazioni pratiche. Quindi l’Università, che è l’ente deputato alla formazione non ha nessuna legislazione che possa far valere l’idea di formare in medicina omeopatica. E siccome è l’università, in Italia, che forma i professionisti, non è possibile violare questa norma. Le università che lo hanno fatto, come quella di Bologna, lo hanno fatto sfruttando dei meccanismi secondari. Quindi il nostro problema diventa far sì che l’Italia o a livello regionale o, e sarebbe meglio, a livello nazionale, arrivi a varare una legislazione che permetta al medico di esercitare la medicina omeopatica secondo degli standard di professionalizzazione significativi. Siccome esiste già un accordo per tutti i formatori in omeopatia, che è l’” accordo di Chianciano”, è a questo che bisognerebbe fare riferimento. Ma le proposte di legge sono state anche depositate e l’ultima è quella presentata in regione Lombardia di recente, ad opera della dottoressa Raffaella Pomposelli e dalla dottoressa Antonella Ronchi che riguarda una proposta di legge per la formazione e la pratica della medicina omeopatica: qualcosa che vada al di là di quello che era stato fatto anche in Toscana, migliorandone la qualità legislativa.


Speriamo bene allora a questo punto!

Sì, speriamo bene!


Il rimedio del mese.

Aqua pura
L'acqua è costituita da idrogeno e ossigeno, come riportato nella sua formula chimica H2O, che insieme al Carbonio sono i principali componenti delle forme di vita sul nostro pianeta.
Vale la pena di ricordare che l'acqua ha un rapporto molto stretto con la vita stessa. La vita si è generata in acqua e la concentrazione di acqua all' interno ogni essere vivente è molto simile a quella dell'acqua di mare.

Nella medicina omeopatica i rimedi vengono proprio diluiti e dinamizzati in acqua.
L’ H2O ha una bipolarità elettrica che agisce da ponte e questa bipolarità avvolge anche la sostanza che in essa viene disciolta.


Nel caso specifico del rimedio Aqua pura, l’acqua funge sia da solvente che da sostanza disciolta in se stessa.
Secondo Jan Scholten, Aqua pura lavora come medicina da due diversi punti di vista.
Uno riguarda le caratteristiche dell’ idrogeno, in quanto l’acqua può essere considerata come un ossido di idrogeno, valutandone le caratteristiche dei sintomi mentali omeopatici quali il tema sia dell’idealismo che dell'egocentrismo. Qui possiamo trovare sia un equilibrio o un conflitto tra queste due forze. Il sintomo caratteriale sarà allora: permettere di essere usato per il bene di un più alto ideale.
Dall'altro punto di vista possiamo vedere Aqua pura simile al rimedio Causticum Acidum, cioè con un equilibrio tra un acido e una base. Infatti unendosi all’acqua gli ossidi possono formare una sostanza sia acida o alcalina, a seconda del tipo di ossido. Così questo rimedio, rispetto ai sintomi mentali, comprende situazioni vissute dal soggetto in cui vi è presente sia l’idealismo che l'ingiustizia, oppure l’altruismo o l’egocentrismo, ma anche concetti legati ad aspetti di universalità o riguardanti l’introspezione e la sfera personale.
Da un lavoro di sperimentazione omeopatica condotta dal medico canadese Sonya McLeod, di Vancover, utilizzando come fonte l’acqua del Musqueam Creek, se ne è evidenziata l’utilità terapeutica in patologie del sistema nervoso, soprattutto quando sono presenti modificazioni patologiche, o in caso di lesioni o traumi, di patologie dentali, di problematiche cardiache e della pelle. Utile anche come un rimedio acuto per mal di mare o per attuare una “pulizia generale” da farmaci o tossine.

Sintomi tipici per questo rimedio sono un forte desiderio di acqua, sia da bere che per lavarsi o il desiderare la pioggia, il desiderio di movimento e di attività fisica e il bisogno di zuccheri.

In particolare è risultato un rimedio adatto per i disturbi neurologici come l’autismo, l’ADHD, cioè il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, la sclerosi multipla, la schizofrenia, le emicranie oppure in presenza di un sistema nervoso iperattivo, con agitazione, incoordinazione, dolore neurologico che compare e scompare rapidamente, spostandosi da un posto all'altro in tutto il corpo.
Sembra avere un’azione pulente, sia sulla sfera fisica che mentale, da intossicazioni, lesioni o traumi emotivi o fisici, sia del presente che del passato.
Durante la sperimentazione di Aqua ne è emersa una capacità rigenerante, di rinascita, in grado di calmare e aiutare a ritrovare l’equilibrio.

Questo potrebbe essere un buon rimedio per i bambini con disturbi cerebrali e neurologici come l'autismo, il disturbo di elaborazione sensoriale o in caso di danni cerebrali post-traumatici.

Oppure per adulti con disturbi neurologici come la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson, con presenza di goffaggine e incoordinazione.


È un rimedio che può aiutare la persone affette da perdita di memoria, sia causata da un trauma fisico al cervello o da un trauma emotivo, oppure con diagnosi di danno cerebrale, di demenza senile e morbo di Alzheimer, ma anche per disturbi neurologici genetici o danni neurologici irrisolti.

Anche quando sono presenti emicranie con sensazione di testa vuota talvolta accompagnate da nausea e vomito o nelle sindromi con vertigini e nausea, esattamente come nel mal di mare. Oppure se sono presenti malattie della pelle lente a guarire, o in presenza di eruzioni cutanee con prurito così intenso da graffiarsi e far sanguinare.

Oppure per casi di cistite con stimolo frequente, infiammazione, brividi e minzione dolorosa.
Ideale dopo un ictus con conseguenti danni neurologici oppure dopo un incidente stradale dove c'è stato un trauma cranico.
Tipica la caratteristica del dolore, se di tipo trafittivo localizzato in vari distretti, in particolare la testa, la zona addominale, gli arti e lungo la colonna vertebrale, dove il dolore nevralgico si alterna a intorpidimento. Potrebbe essere un buon rimedio per la sindrome del tunnel carpale, la fibromialgia, la sciatalgia e il mal di testa.
Le persone che soffrono di disturbi cerebrali psichiatrici come la depressione cronica, la schizofrenia e disturbi maniacali depressivi / bipolari potrebbero trarne beneficio.

Necessita di questo rimedio chi ha la sensazione di aver fatto qualcosa di sbagliato, di avere sensi di colpa soprattutto se vittima di abusi o traumi.
Aqua è un rimedio ad azione profonda proprio per la sua affinità per il cervello e il sistema nervoso:tranquillizza una mente agitata e un sistema nervoso iperattivo e induce alla crescita personale, alla pacificazione con se stessi e gli altri.


Gift for 2015

Giunti nel nuovo anno, vorrei regalare ai lettori un qualcosa che possa essere di buon augurio e propizio per tutti.

Così ho pensato di chiedere ad alcuni amici omeopati che cosa o quale rimedio consiglierebbero per il nostro pianeta, in questo momento piuttosto difficile, per aiutare a ritrovare equilibrio ed armonia.


Gli omeopati hanno risposto in modo diverso, guardando la situazione attuale da varie prospettive, così i regali sono tanti ed ognuno ha offerto una diversa sfaccettatura su cui vale la pena riflettere.

La domanda è stata:

Quale dono faresti o quale rimedio daresti per il pianeta e per l'umanità in questo momento, sia come regalo che come buon auspicio per il 2015?”

Roberto Petrucci: medico omeopata, docente internazionale di medicina omeopatica
Regalerei una Magnesia, cioè un rimedio della serie del magnesio, per il discorso della pace nel mondo…poiché le magnesie sono i rimedi caratteristici del desiderio di pace e credo che alla fine la pace nel mondo sia la cosa più importante in questo momento.


Marta Rota, veterinaria, Lodi
Come dono darei Lac maternum, perchè l'auspicio è di diventare tutti più umani, avere tutti una dose in più di umanità, essere tutti un po' più socievoli, avere più senso del gruppo... ed essere più umani anche verso gli animali.


Nicoletta Messina, veterinaria, Pisa

Regalerei un rimedio della serie dell’Argento, precisamente un Argento fosforico, quindi un qualcosa di molto artistico, comunicativo, di socialità e di passione.

Giuseppe Fagone: medico di base, Milano, consulente scientifico della Federazione Italiana Medici Omeopati

Regalerei un fiore di gelsomino, che almeno dia la sua vivacità e il suo senso di piacere per la vita perché è quello che più di tutto, secondo me, si rischia di perdere…proprio il contatto con la Terra, con la terreneità e sensualità e il bisogno primario di vivere in relazione con il Mondo, il sentire realmente ciò che ci circonda…che non è qualcosa di vago, ma qualcosa di concreto…quindi proprio il gelsomino che con il suo profumo così forte, così pregnante, così..che ti risveglia


Carlo Rezzani: medico omeopata, Como, responsabile del coordinamento della piattaforma software omeopatica RadarOpus

Se io dovessi dare un rimedio per il mondo intero dovrebbe essere un rimedio che serve a essere un po’ meno ipocriti e più onesti…qualcosa che serva a non considerare tutte le persone come dei nemici, e quindi consiglierei il rimedio Mercurius, proprio perché un sintomo mentale tipico di Mercurius è la “delusion everyone is an enemy”, ovvero la falsa percezione di considerare ogni persona come un nemico…ecco…è questo che mi viene in mente... in maniera ovviamente molto “curativa”



Cappelletti Marco, colonnello medico e omeopata, chirurgo vascolare, Roma

Quello che mi viene spontaneo regalare, così di primo impulso, è Anacardium orientale.

La situazione attuale è confusa, una vera torre di Babele e Anacardium ci aiuta ad uscire dalla confusione, a sgomberare il campo, a chiarirsi le idee per prendere una decisione in un senso o nell'altro e soprattutto ad avere una prospettiva chiara.


Luisa Ferla: neurologa e omeopata, Torino

La prima cosa che mi viene in mente come dono è il rimedio Staphysagria, perché l’umanità è veramente ferita, ferita nel profondo, è ferito il pianeta, sono feriti gli uomini. E Staphysagria servirebbe proprio per aiutare a sanare queste ferite pazzesche che l’umanità ha ricevuto, che ha ricevuto nella Natura e nell’animo degli esseri e di tanti bambini che soffrono….


Alessandro Avolio: medico omeopata, Catania

Penserei a Fluoricum acidum per trattare la superficialità, l'egoismo e la mancanza di senso sociale che contraddistingue i nostri tempi. Ma penserei anche a quella che è la caratteristica dei Latti in omeopatia, per fare provare di nuovo quel senso di essere parte di un gruppo che ormai si è completamente perso.


George Vithoulkas: docente internazionale di medicina omeopatica

Il rimedio e il dono di cui tutti avremmo bisogno in questo momento è Pace, in alta diluizione omeopatica. Se non ce lo procuriamo presto, periremo tutti... pacificamente!!! Da distribuire e elargire a piene mani.